Ciao a tutti
Sono tornato in questo forum dopo tanto tempo e la mia situazione attuale è un po’ particolare perché da 2-3 anni sono come entrato in un loop di problemi che più o meno sono sempre gli stessi e, mentre se in passato notavo che la gente era più disponibile ad ascoltare.. oggi non mi sento libero di sfogarmi con gli altri.
Il problema è che ho vissuto e sto vivendo delle situazioni che molti non possono capire perché sono troppo lontane dalla loro realtà.
Partendo dalla parte amicizie/relazioni… ho conosciuto nella pandemia tante persone che nel tempo hanno abusato troppo di droghe e al momento mi ritrovo in una grande città straniera ma buona parte dei miei amici stanno “scomparendo”. Chi è tornato al paese di origine, due in rehab, il mio ex che pure è tornato dai suoi ha deciso di bloccarmi e io non so più nulla di lui.
Oltre a questo anche 3 ragazzi con cui avevo avuto un rapporto di conoscenza amicizia (anche se temporanea) sono morti, uno nel 2021 (ma avevo accettato la cosa perché almeno non era giovanissimo, ma cinquantenne) e gli altri due morti l’anno scorso uno per suicidio e uno per droga. Anche se non li vedevo da mesi, uno da un anno, queste cose mi hanno scosso molto.
Credo di essere abbastanza forte nonostante tutto, ma la cosa che mi fa stare male sono le persone che mi fanno muro.
L’unica che mi ascolta di più è mia madre pur coi suoi limiti. Mio padre nelle mie cose troppo personali non entra mai perché non è uno che si vive molto le emozioni, e poi ho una sorella che in poche parole pensa che me la sono cercata, che basta.. tempo di cambiare aria e tutto andrà bene… anche se sono d’accordo che ormai devo cambiare giri mi fa stare male sentirmi bollato come quello che si lamenta sempre. Credo di avere ancora forti sentimenti per il mio ex. sto accettando che doveva finire ma serve tempo e vorrei parlarne e sfogarmi ma nessuno sembra volermi ascoltare, perche sia i familiari che 1-2 amici mi dicono sempre che devo smetterla di pensarci, che è stato meglio cosi, che tanto era un drogato.
Mia sorella l’anno scorso è arrivata a dire “Meglio cosi, tanto faceva una vita infelice” riferendosi al ragazzo venuto a mancare per suicidio. Nonostante a distanza di mesi le abbia detto che quello che aveva detto era orribile non siamo mai arrivati davvero a un punto di chiarimento perché per me quello che ha detto era talmente disumano che provo ancora una sensazione di disgusto… Ma è lei quella “normale”, sposata con figli, “credibile” mentre io sono single, non etero e “quello che si lamenta sempre”, realizzato solo professionalmente ma per il resto uno così… E per cui alla fine paradossalmente mi sento in imbarazzo io per aver condiviso una cosa così delicata.
Al punto che ho paura perché se mai un giorno risuccedesse una cosa brutta così… Non saprei nemmeno a chi raccontarla perché mi sentirei giudicato. Ma giudicato di cosa? Di essere ancora un essere umano?
Persino una terapeuta da cui ero stato per 3-4 sedute mi ha bollato come uno che "Se la va a cercare", "Sei il peggior nemico di te stesso e agisci senza razionalita!"
Capirete che se persino la terapeuta mi fa sentire in soggezione diventa difficile sfogarsi e via via stare meglio.
Pensate che a tratti vorrei anche cancellare questo post perché mi sento in imbarazzo nel condividere… Eppure mi riconosco che non ho nulla di cui vergognarmi, anzi l'essere stato vicino a una persona in difficoltà dovrebbe essere qualcosa di cui andare fieri.
Non so se questo sia il forum giusto per parlare di questa storia. Probabilmente nessuno ha vissuto quello che ho vissuto io, ma magari c’è qualcuno che capisce questa cosa di avere un problema ma il mondo circostante ne è talmente estraneo da creare un forte senso di isolamento.
Io sto provando via via a cercare nuove amicizie e stare meglio ma non è facile perché porto dentro di me delle storie che molti hanno paura di sentire… è un po’ come essere stati in guerra, torni e nessuno crede a quello che hai visto.