io ho 16 anni, vivo con mia madre, situazione familiare disastrata ora normalizzata, padre che non vedo da 10 anni,l'ultima volta quando avevo 5-6 anni, violento, un soggetto poco adatto al ruolo di padre. Da qui si sono verificati una buona parte di tutti i miei problemi. Alle elementari ero abbastanza tranquilla e serena, si ero timida ma neanche tanto ero abbastanza felice nonostante la situazione. Poi crescendo tutti i miei problemi si sono ingigantiti.
Non ho amici, tranne una, che sto incominciando a non sopportare,se così si può definire, dato che non usciamo mai , cioè ci vediamo solo a scuola. Io parlo anche con delle altre persone che non si possono però definire amiche, più che altro conoscenti. Mi da fastido il fatto che lei è una pettegola, appena uno passa deve sempre criticare e criticare, quindi lo farà benissimo anche su di me. Però dato che è l'unica amica che ho ci sto lo stesso. Vengo sempre isolata dagli altri, un po' per colpa mia, lo ammetto, ma sento sempre una sensazione di indifferenza nei miei confronti, così mi estraneo ancora di più, nei momenti peggiori mi chiudo in me stessa, a chiave.
Tutto per me è uno sforzo a contatto con gli altri, mi sforzo di apparire simpatica, mi sforzo di interagire, di fare domande cercando di essere amichevole e di interessarmi alla vita altrui. Ma non sono me stessa. E credo che la gente se ne renda conto. Oppure non ci fa neanche caso, sono io che mi faccio tutti i problemi.
Non ho avuto un ragazzo, l'unica volta che sono andata in discoteca, mi sn baciata con uno, poi un'altra volta ho conosciuto un tizio al quale ho dato il mio num. Ci siamo visti una volta, siamo usciti, non ero tanto a disagio forse a volte, e poi ci siamo baciati. Solo che da quella volta non ci siamo più visti, non rispondeva più alle mie chiamate, da ciò la deduzione che mi abbia solo preso x il ****....e ciò ha portato ad un accrescimento della mia sfiducia verso gli altri, soprattutto uomini, dato il conflitto con la figura paterna...
Penso sempre di stare antipatica a tutti, che mi guardano male, anche se magari si fanno i cavoli loro. Mi faccio delle seghe mentali assurde, paranoie, quando cammino per strada sono sempre in uno stato di agitazione,o comunque di disagio, perchè penso alle persone circostanti, ho paura del loro giudizio, non voglio che mi fissano, a volte ho la sensazione che mi fissino..oppure quando non mi guardano, penso di avere qualcosa di sbagliato. Mi sento sempre fuori posto, vedo le altre persone che riescono a socializzare con facilità, sempre riunite in gruppo a parlare, e io che sto lì a guardare, senza provare ad interagire, oppure ascoltando da lontano. Io vorrei stare lì a farmi i cavoli miei, penso che almeno se sto da sola sono tranquilla e al riparo dagli altri e dai loro giudizi, e ci sto bene,perchè non riesco a socializzare con gli altri, semmai mi limito a dire qualche frase, battuta campata lì e poi bo, eppure spesso mi sento in obbligo, per non far vedere che sono una sfigata, mi metto lì a parlare e ad ascoltare fingendomi interessata, di cose di cui assolutamente non mi interessa facendo uno sforzo enorme,solo per far vedere agli altri che sono come loro. In realtà non lo sono. Io penso costantemente al giudizio degli altri, mi faccio complessi a non finire, estetici, ma anche di tutti i tipi. Ho molta difficoltà a guardare negli occhi le persone, certo con quelle con cui ho più confidenza un po' meno, ma comunque è sempre uno sforzo guardarle negli occhi senza distogliere lo sguardo, soprattutto con gli sconosciuti una cosa tremenda, una volta una mi aveva chiesto una sigaretta, io l'ho guardata negli occhi : panico, agitazione, ora che faccio, mi sforzo di guardarla negli occhi, chiedo di ripetere, perchè bloccata nelle mie paranoie non ho neache ascoltato. Poi mi defilo, dicendo no mi dispiace, salvandomi dalla situazione. Mi sento come un animale in gabbia, in mezzo alla savana, guardando gli altri che corrono in libertà, felici, ...Sono intrappolata nei miei meccanismi mentali, penso e rifletto troppo, certe volte anche quando devo fare delle cose come prepararmi per andare a scuola o altro, mi dimentco di quello che sto faccendo, immersa nelle mie riflessioni e preoccupazioni, che cerco di mitigare, mostrandomi tranquilla e distaccata, come se fosse tutto tranquillo, ma il più delle volte non ci riesco. Sono in un labirinto, non trovo l'uscita ai miei problemi, vorrei che fosse tutto diverso, odio come sono, ma non vorrei mai andare a farmi aiutare da uno psicologo, perchè sarei a disagio a raccontare tutti i miei problemi, è gia difficile per me farlo qui...figuriamoci davanti agli occhi di una persona che mi guarda mentre mi compatisce e non mi capisce, non mi potrà mai capire, pur avendo studiato tutto di psicologia.
L'unica che mi può capire, anche se non del tutto è mia madre, la mia unica vera amica, senza di lei sarei completamente inutile, dalla frase di gandhi che diceva mi sembra "una persona non è inutile se allevia il peso di qualcun'altro", infatti io e mia madre ci sosteniamo a vicenda, lei è l'unica in questo mondo che proverà verso di me un amore sincero, incondizionato e vero. Pensando a questo, a volte mi tormenta il pensiero che se lei non ci fosse più, io non potrei più vivere, sarei completamente un guscio vuoto, la cui vita sarebbe inutile. Io vivo solo per mia madre, per l'amore che lei prova per me, questo è l'unico motivo per cui vale la pena vivere, se non ci fosse stata lei, la mia vita sarebbe finita già da tempo, in tutti i sensi. In qyesto periodo mia madre si sente sempre male, dice che è per lo stress, ma io ho paura che possa essere qualcosa di serio, forse è il mio pessimismo a farmelo credere.
Il mio problema più grande è mio padre, non sono riuscita a superare un bel niente, i problemi si sono aggravati, io sono contenta che mio padre sia uscito dalla mia vita, visto il male che ha fatto a me e alla mia famiglia.. Però mi manca la figura di un padre..Ho dovuto superare momenti terribili, fin da piccola. Guardavo i miei compagni e mi ritrovavo a pensare alla loro vita con un padre e una madre, un padre amorevole, buono e amico. E io, mi sentivo inferiore, molto...Sento un vuoto, non ho un padre, che mi dovrebbe amare più della sua stessa vita, quando ci penso mi sento male, crisi di pianto irrefrenabile, non ce la faccio. A volte penso di essere uno sbaglio, vorrei non essere nata, poter tornare indietro nel tempo, così mia madre non sarebbe uscita con mio padre e avrebbe incontrato un uomo meraviglioso, e avrebbero avuto dei figli con una situazione familiare stabile e sarebbero cresciuti normalmente. Io ho anche una sorella, però è come se tra noi ci fosse un baratro, uno strato che ci separe l'un l'altra. Forse lei mi odia, anche perchè ha passato momenti peggiori rispetto a me, quando era piccola, per colpa di mio padre. Però tra di noi più che altro c'è un'indifferenza, perchè non ci parliamo quasi mai, se non tramite mia madre. Questo mi fa soffrire, perchè mi fa pensare che dentro di me ci sia qualcosa di ancora più sbagliato se nemmeno mia sorella mi vuole bene. Lo so che in realtà non è così, però è quello che sembra, anche perchè in passato a volte mi trattava davvero male, mi faceva sentire una nullità, mi faceva sentire come un peso per la famiglia, come se fossi sbagliata..Però nei momenti migliori andavamo anche daccordo...Va be ora basta, lo so che a nessuno importa, perchè sono tutti alle prese con i loro problemi, però mi dovevo liberare di questo peso, non posso sempre convincermi che va tutto bene per superare i momenti di crisi perchè non va tutto bene. Mi dispiace di avervi annoiato, so che sono condannata, perchè se non voglio farmi aiutare non posso risolvere niente...ma ormai non mi importa più, vivo come un automa con la faccia felice sorridente, mentre dentro di me soffro enormemente, credo che voi vi siete riconosciuti in alcuni miei problemi.. se vi va rispondete se no niente...ciao a tutti