piacere sono giova.
Sono giunto qui più per curiosità che per un irrefrenabile bisogno (perchè la cura credo di conoscerla, ma sono troppo un'incognita per metterla in atto direi).
La mia credo non sia una fobia sociale, piuttosto una timidezza.
Il punto è che credo che il mio cervello sia cambiato più velocemente di quanto io stesso ero pronto ad accettare.
Mi ricordo i tempi delle medie (e anche inizio liceo): ero il ragazzo spigliato,estroverso, con voglia di mettersi sempre in mostra, con il bisogno di far divertire amici/e; ero l'amico sempre con la battuta pronta, che non conosceva cosa volesse dire il silenzio e stare zitti e fermi.
Poi...poi non so bene nemmeno io cosa è successo. Ho iniziato a mutare senza quasi rendermene conto.
Ho iniziato ad essere meno impulsivo e maturando ho cominciato a pensare molto di più ( a metterci testa e cuore in ogni parola detta e azione compiuta).
E' passato il tempo (sono passati almeno 4 anni da allora...forse più o forse meno) e sono arrivato in quinta (un anno bocciato).
Il ragazzo estroverso scomparso. Il presente è solo un ragazzo chiuso,silenzioso, che da l'impressione spesso di essere distaccato,indiffernete al mondo e alle persone.
L'unico modo in cui riesco quasi ad esprimermi è la poesia: già la poesia...4 anni fa probabilmente il ragazzo estroverso avrebbe etichettato il 20 enne introverso e che scrive poesie o "frocio"
o "stupido" ...o forse no...rispettoso lo sono sempre stato anche in passato.
Sinceramente non sono venuto qui per ottenere risposte, non sono venuto qui per chissà quali consigli. Sono qui per parlare.
Esprimermi.
Forse da piccolo sono stato timido..ma lo fossi stato è passato tutto con le medie.
Eppure...eppure non riesco a parlare....non riesco proprio.
Ho iniziato prima a chiudermi in famiglia (rimanendo estroverso con gli amici) e crescendo mi sono chiuso allo stesso modo pure fuori.
Passo le giornate senza quasi ad aprir bocca senza capirne il motivo.
So...so che non sono silenzi. So che non posso essere silenzio. Insomma, diavolo 4 anni fa 8quando ero poco più che ragazzino) un comico di zelig o colorado mi avrebbe fatto un baffo (secondo amici/e).
Oggi gli stessi amici (e ex compagni di classe e compagni di classe) mi chiedono come: come ha fatto un ragazzo estroverso come ero io a cambiare così radicalmente. Io ero a detta di tutti "quello folle....quello che doveva dire/fare ogni 3 secondi una pazzia/battuta".
Oggi...oggi vorrei riuscire a fare lo stesso. Anzi dirò di più: credo che in teoria quello spirito lì da qualche parte è rimasto.
Quando sono a contatto con amici/e vorrei iniziare come allora a parlare senza riuscire più a fermarmi, a farli piegare in 4 dalle risate; invece loro fissano i miei occhi (per poi distoglierli poco dopo) ed io non riesco a far quasi altro che fissare i loro occhi mentre parlano,scherzano e ridono.
Poi magari...dopo una mattina di scuola, mezza serata del sabato sera mi ricordo di aver anch'io la bocca ed esco con una di quelle mie uscite che fanno piegare in 4 chiunque....poi silenzio ancora...per tanto altro tempo.
E' incredibile.
Eppure lo sento. Sento che io potrei essere ancora quel ragazzo...eppure qualcosa mi ferma ostacola.
Sento che se solo parlassi amici/e si piegherebbero ai miei piedi.
Me ne accorgo. Basta quella parola che dico al giorno (magari alcuni giorni nemmeno la dico) per accorgermi di averla detta in un modo tale da essermi garantito il rispetto,la simpatia di tutti.
Lo leggo negli occhi. Ecco forse il ragazzo di oggi è questo quello che sa fare meglio.
E' diventato più sensibile...deve rimuginare su ogni problema della vita, ogni emozione, ogni persona per ore, giorni, mesi...deve fissare le persone negli occhi e così impara a conoscerle nel silenzio. Così basta poco per capire cosa prova chi si ha davanti.
Eppure non riesco a dire più di quella parola, più di quella battuta.
Mi sono accorto che il ragazzo di oggi piace...piace perchè è sensibile, rispettoso, ma sa farsi rispettare.
(Per l'appunto: la mia non è fobia. Alzate un attimo i toni e so farmi valere come un tempo--> è quest oforse quello che piace. Sono "quello" sensibile, ma con "gli attributi").
Ma mi sono accorto anche che il mio silenzio incessante fa allontanare chi vorrebbe starmi vicino. Lo leggo....leggo negli occhi degli amici...molto più in quello delle amiche (che vedono in me una bravissima persona) che vorrebbero avvicinarsi, parlare,scherzare...magari farsi abbracciare...magari buttarsi con me su un prato per guardare il cielo e ridere insieme. Eppure l'unica cosa che possono fare e distaccarsi da me. Vedermi alla mattina che rispondo al loro saluto con un "ciao", "ehi" e vedermi allontanare in silenzio allo stesso modo (e intanto io con la coda degli occhi quel dispiacere e quel distacco lo sento/vedo).
E così...e così ci si inizia a perdere d'intimità, ci si saluta e si scambia qualche abttuta quasi fossimo estranei.
Così quasi sempre: scuola, al sabato sera (magari lì esce qualche parola in più), in famiglia....
E oggi qui a 20 anni mi chiedo: meglio esser eil ragazzo-poesta-sensibile di oggi (ma quasi muto--> anche se con tante cose che vorrebbe dire/fare), o essere il ragazzo estroverso e distaccato di un tmepo sempre pronto a dar spettacolo?
La domanda è retorica: oggi mi piacerebbe poter mantener equesta mia sensibilità, ma ritornare ad essere quello che ero...anzi che sono (perchè se lo sono stato non può essere scomparso tutto così..deve esserci ancora quella part edi me intrappolata là dentro).
Perchè sento di stare allontanando da me persone importanti, persone che vorrebbero allacciare con me un rapporto più stretto perchè hanno capito la mia "pasta", ma che non ci riescono e non comprendono il perchè del mio muro invisibile.
Non è timidezza...non credo...mi gira per la testa al moment ogiusto sono pronto a fare la figura peggiore di questo mondo sia davanti ad uno sconosciuto sia davanti ad un amico/a e magari buttandola subito pure sul ridere ironizzando.
E qualche volta lo faccio...e lì si rivede per un attimo il ragazzo di una volta che tutti vorrebbero riavere accanto insieme alla sensibilità e maturià di oggi...e lì sento per un momento riavvicinarsi d'improvviso tutti a me (sento che oltre al rispettarmi come ragazzo e tenerci riescono a scorgere una speranza per attaccare un ponte tra noi).
Pochi minuti dopo ritorno nel mio silenzio come nulla fosse stato.
Sono qui oggi perchè non mi capisco e non mi capirebbe, probabilmente a buon ragione, nemmeno il miglior psichiatra
(premettendo che io in ste cose sempre ci ho creduto poco--> credo valga di più un buon discorso fatta dall'amico/a che ti conosce meglio perchè il cervello umano è troppo complesso e ci sono troppe variante affinchè il tutto lo si possa matematizzare in modo che uno psicologo/psichiatra possa darti risposte...dovrebbe, per farlo, comprendere il tuo cervello e il tuo modo di ragionar ein un lasso di temp orelativamente irrisorio--> l'amico quello vero se conosce il tuo cervello può fare questo lavoro anche meglio).
Perchè l'estroversione è scomparsa all'improvviso facendo saltare fuori una parte di me una volta assente?
Perchè pur volendo avere tanto da dire al momento di "dover" (in cui si può..."dovere" non esiste a questo mondo dire ) dire non riesco a fare altro che stare zitto...e solo di tanto in tanto mi passano quegli schizzi di frenesia di un tempo?
Perchè pur avvertendo il disagio in cui metto chi ho davanti (e forse un po' alla lunga anche me stesso anche se sono abilissimo e astutissimo a nasconderlo ad altri e forse anche a me stesso) non cambio?
Perchè pur avvertendo che la parte attiva di me (cioè quella del ragazzo che parla,scherza e allo stesso tempo sa essere sensibile,dolce....) è apprezzata da tutti (insomma è una parte che potrebbe essere vincente....ed è in fondo la mia persona che non voglio tenere troppo in mostra per chissà quale ragione) la nascondo per qualche masochistica ragione estraniando tutti da me?
Beh mi spiace se mi so' dilungato troppo, ma almeno mi so' presentato bene
EDIT: da precisare che non mi definisco timido i nquanto una parte della mia vita da estroverso l'ho vissuta e tutto sommato quando mi vengono i 4 minuti di pazzia una cretinata la so dire7fare senza problemi pure oggi; e perchè soprattutto non sto in silenzio per paura del giudizio altrui, anche perchè sono consapevole che solitamente creo buon effetti come eprsona in chi ascolta.
Così..rimango in silenzio quasi mi mancasse un ostimolo per parlare (quando già il fatto di far estraniare amici/compagni/e, di farli sentire a disagio dovrebbe costituire uno stimolo per me), quasi la vedessi come inutilità...ecco credo che oggi limito la parte estroversa (quella della battute e che discute) perchè non la sento affatto necessaria per continuare ad esserci pur questo m faccia così distaccare da tutti.