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Vecchio 16-02-2008, 21:23   #1
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piacere sono giova.
Sono giunto qui più per curiosità che per un irrefrenabile bisogno (perchè la cura credo di conoscerla, ma sono troppo un'incognita per metterla in atto direi).
La mia credo non sia una fobia sociale, piuttosto una timidezza.
Il punto è che credo che il mio cervello sia cambiato più velocemente di quanto io stesso ero pronto ad accettare.
Mi ricordo i tempi delle medie (e anche inizio liceo): ero il ragazzo spigliato,estroverso, con voglia di mettersi sempre in mostra, con il bisogno di far divertire amici/e; ero l'amico sempre con la battuta pronta, che non conosceva cosa volesse dire il silenzio e stare zitti e fermi.
Poi...poi non so bene nemmeno io cosa è successo. Ho iniziato a mutare senza quasi rendermene conto.
Ho iniziato ad essere meno impulsivo e maturando ho cominciato a pensare molto di più ( a metterci testa e cuore in ogni parola detta e azione compiuta).
E' passato il tempo (sono passati almeno 4 anni da allora...forse più o forse meno) e sono arrivato in quinta (un anno bocciato).
Il ragazzo estroverso scomparso. Il presente è solo un ragazzo chiuso,silenzioso, che da l'impressione spesso di essere distaccato,indiffernete al mondo e alle persone.
L'unico modo in cui riesco quasi ad esprimermi è la poesia: già la poesia...4 anni fa probabilmente il ragazzo estroverso avrebbe etichettato il 20 enne introverso e che scrive poesie o "frocio" o "stupido" ...o forse no...rispettoso lo sono sempre stato anche in passato.
Sinceramente non sono venuto qui per ottenere risposte, non sono venuto qui per chissà quali consigli. Sono qui per parlare.
Esprimermi.
Forse da piccolo sono stato timido..ma lo fossi stato è passato tutto con le medie.
Eppure...eppure non riesco a parlare....non riesco proprio.
Ho iniziato prima a chiudermi in famiglia (rimanendo estroverso con gli amici) e crescendo mi sono chiuso allo stesso modo pure fuori.
Passo le giornate senza quasi ad aprir bocca senza capirne il motivo.
So...so che non sono silenzi. So che non posso essere silenzio. Insomma, diavolo 4 anni fa 8quando ero poco più che ragazzino) un comico di zelig o colorado mi avrebbe fatto un baffo (secondo amici/e).
Oggi gli stessi amici (e ex compagni di classe e compagni di classe) mi chiedono come: come ha fatto un ragazzo estroverso come ero io a cambiare così radicalmente. Io ero a detta di tutti "quello folle....quello che doveva dire/fare ogni 3 secondi una pazzia/battuta".
Oggi...oggi vorrei riuscire a fare lo stesso. Anzi dirò di più: credo che in teoria quello spirito lì da qualche parte è rimasto.
Quando sono a contatto con amici/e vorrei iniziare come allora a parlare senza riuscire più a fermarmi, a farli piegare in 4 dalle risate; invece loro fissano i miei occhi (per poi distoglierli poco dopo) ed io non riesco a far quasi altro che fissare i loro occhi mentre parlano,scherzano e ridono.
Poi magari...dopo una mattina di scuola, mezza serata del sabato sera mi ricordo di aver anch'io la bocca ed esco con una di quelle mie uscite che fanno piegare in 4 chiunque....poi silenzio ancora...per tanto altro tempo.
E' incredibile.
Eppure lo sento. Sento che io potrei essere ancora quel ragazzo...eppure qualcosa mi ferma ostacola.
Sento che se solo parlassi amici/e si piegherebbero ai miei piedi.
Me ne accorgo. Basta quella parola che dico al giorno (magari alcuni giorni nemmeno la dico) per accorgermi di averla detta in un modo tale da essermi garantito il rispetto,la simpatia di tutti.
Lo leggo negli occhi. Ecco forse il ragazzo di oggi è questo quello che sa fare meglio.
E' diventato più sensibile...deve rimuginare su ogni problema della vita, ogni emozione, ogni persona per ore, giorni, mesi...deve fissare le persone negli occhi e così impara a conoscerle nel silenzio. Così basta poco per capire cosa prova chi si ha davanti.
Eppure non riesco a dire più di quella parola, più di quella battuta.
Mi sono accorto che il ragazzo di oggi piace...piace perchè è sensibile, rispettoso, ma sa farsi rispettare.
(Per l'appunto: la mia non è fobia. Alzate un attimo i toni e so farmi valere come un tempo--> è quest oforse quello che piace. Sono "quello" sensibile, ma con "gli attributi").
Ma mi sono accorto anche che il mio silenzio incessante fa allontanare chi vorrebbe starmi vicino. Lo leggo....leggo negli occhi degli amici...molto più in quello delle amiche (che vedono in me una bravissima persona) che vorrebbero avvicinarsi, parlare,scherzare...magari farsi abbracciare...magari buttarsi con me su un prato per guardare il cielo e ridere insieme. Eppure l'unica cosa che possono fare e distaccarsi da me. Vedermi alla mattina che rispondo al loro saluto con un "ciao", "ehi" e vedermi allontanare in silenzio allo stesso modo (e intanto io con la coda degli occhi quel dispiacere e quel distacco lo sento/vedo).
E così...e così ci si inizia a perdere d'intimità, ci si saluta e si scambia qualche abttuta quasi fossimo estranei.
Così quasi sempre: scuola, al sabato sera (magari lì esce qualche parola in più), in famiglia....

E oggi qui a 20 anni mi chiedo: meglio esser eil ragazzo-poesta-sensibile di oggi (ma quasi muto--> anche se con tante cose che vorrebbe dire/fare), o essere il ragazzo estroverso e distaccato di un tmepo sempre pronto a dar spettacolo?
La domanda è retorica: oggi mi piacerebbe poter mantener equesta mia sensibilità, ma ritornare ad essere quello che ero...anzi che sono (perchè se lo sono stato non può essere scomparso tutto così..deve esserci ancora quella part edi me intrappolata là dentro).
Perchè sento di stare allontanando da me persone importanti, persone che vorrebbero allacciare con me un rapporto più stretto perchè hanno capito la mia "pasta", ma che non ci riescono e non comprendono il perchè del mio muro invisibile.
Non è timidezza...non credo...mi gira per la testa al moment ogiusto sono pronto a fare la figura peggiore di questo mondo sia davanti ad uno sconosciuto sia davanti ad un amico/a e magari buttandola subito pure sul ridere ironizzando.
E qualche volta lo faccio...e lì si rivede per un attimo il ragazzo di una volta che tutti vorrebbero riavere accanto insieme alla sensibilità e maturià di oggi...e lì sento per un momento riavvicinarsi d'improvviso tutti a me (sento che oltre al rispettarmi come ragazzo e tenerci riescono a scorgere una speranza per attaccare un ponte tra noi).
Pochi minuti dopo ritorno nel mio silenzio come nulla fosse stato.

Sono qui oggi perchè non mi capisco e non mi capirebbe, probabilmente a buon ragione, nemmeno il miglior psichiatra (premettendo che io in ste cose sempre ci ho creduto poco--> credo valga di più un buon discorso fatta dall'amico/a che ti conosce meglio perchè il cervello umano è troppo complesso e ci sono troppe variante affinchè il tutto lo si possa matematizzare in modo che uno psicologo/psichiatra possa darti risposte...dovrebbe, per farlo, comprendere il tuo cervello e il tuo modo di ragionar ein un lasso di temp orelativamente irrisorio--> l'amico quello vero se conosce il tuo cervello può fare questo lavoro anche meglio).
Perchè l'estroversione è scomparsa all'improvviso facendo saltare fuori una parte di me una volta assente?
Perchè pur volendo avere tanto da dire al momento di "dover" (in cui si può..."dovere" non esiste a questo mondo dire ) dire non riesco a fare altro che stare zitto...e solo di tanto in tanto mi passano quegli schizzi di frenesia di un tempo?
Perchè pur avvertendo il disagio in cui metto chi ho davanti (e forse un po' alla lunga anche me stesso anche se sono abilissimo e astutissimo a nasconderlo ad altri e forse anche a me stesso) non cambio?
Perchè pur avvertendo che la parte attiva di me (cioè quella del ragazzo che parla,scherza e allo stesso tempo sa essere sensibile,dolce....) è apprezzata da tutti (insomma è una parte che potrebbe essere vincente....ed è in fondo la mia persona che non voglio tenere troppo in mostra per chissà quale ragione) la nascondo per qualche masochistica ragione estraniando tutti da me?

Beh mi spiace se mi so' dilungato troppo, ma almeno mi so' presentato bene

EDIT: da precisare che non mi definisco timido i nquanto una parte della mia vita da estroverso l'ho vissuta e tutto sommato quando mi vengono i 4 minuti di pazzia una cretinata la so dire7fare senza problemi pure oggi; e perchè soprattutto non sto in silenzio per paura del giudizio altrui, anche perchè sono consapevole che solitamente creo buon effetti come eprsona in chi ascolta.
Così..rimango in silenzio quasi mi mancasse un ostimolo per parlare (quando già il fatto di far estraniare amici/compagni/e, di farli sentire a disagio dovrebbe costituire uno stimolo per me), quasi la vedessi come inutilità...ecco credo che oggi limito la parte estroversa (quella della battute e che discute) perchè non la sento affatto necessaria per continuare ad esserci pur questo m faccia così distaccare da tutti.
Vecchio 16-02-2008, 22:06   #2
Esperto
L'avatar di vetro
 

Forse era solo un modo per essere accettato dagli altri,per cercare approvazione ed è emerso il vero te.E questo vero te non è affatto brutto come credi,devi sapergli dare il giusto valore e farlo conoscere agli altri.
Vecchio 16-02-2008, 22:31   #3
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da vetro
Forse era solo un modo per essere accettato dagli altri,per cercare approvazione ed è emerso il vero te.E questo vero te non è affatto brutto come credi,devi sapergli dare il giusto valore e farlo conoscere agli altri.
hmmmm...a dire il vero me lo sto chiedendo tanto ultimamente.
Un modo per essere accettato dagli altri? Non saprei...mi ricordo di essere stato estroverso (lo sto dicendo quasi fosse un sogno annebbiato :lol: ), ma mi ricordo anche di non essere mai stato facilmente influenzabile. Mi ricordo di aver avuto sempre l'idea di "pochi amici, ma buoni...che tanti superficiali".
Tutto sommato credo non siano stati nè pochi nè superficiali.
E con il senno del poi mi sento di poter dire di no...mi usciva tutto spontaneo come bere un bicchiere d'acqua...e lo facevo per il gusto di vederli sorridere e scherzare insieme.
Oggi pur avvertendo lo stesso bisogno (avvertendo che loro stessi si sentono a disagio altrimenti), mi manca quella spinta.

Per l'altra parte di me: beh infatti non la rinnego...in fin dei conti mi piace proprio essere quello disinteressato dal giudizio altrui, quello che no nsegue le mode e sa farsi rispettare comunque, che è indifferente con chi si deve essere indifferenti e sensibile con chi vuole farsi leggere.Sento che l'unico modo per dare un senso alla vita è questo: vivere regalando ad ogni azione ed ad ogni persona un suo significato.

C'è sempre il ma di questo mio "nuovo" silenzio però.

Per il farlo conoscere agli altri: beh ci provo...al compleanno sono quello che fa il regalo con la lettera (e che molte amiche soprattutto apprezzano). Ormai una delle prime cose che dico alle persone è: "piacere....ti sembrerò introvero, silenzioso, ti sembrerò quello che pretende il rispetto, ma sono anche quello sensibile e dolce ( e magari lo so dire scherzandoci su)".
Il problema è che mi rendo conto in prima persona che non basta: puoi essere sensibile, avere frasi altrettanto sensibili da dire, ma si deve andare anche al di là.
Una persona non si può accontentare di una sola frase dolce al giorno o una battuta (lo capisco). Ha bisogno di dialogo, di frasi dolchi e scherzose continue per restare vitale. Se non escono spontanee le cose o peggio non le senti necessarie te così tanto da doverle esporre a chi hai di fronte diventa un problema. Diventa un continuo "ma noi siamo amici o estranei?"

Il fatto è che è successo così rapidamente che nemmeno io so rispondere...sembra quasi non ci sia stata una causa scatenante...ho iniziato io tutto ad un tratto a non sentire più le mie frasi, le mie battute "utili" (pur avendo la certezza che per i miei amici/e le mie frasi/battute erano vita) e quindi ho cominciato a trattenerle in me inconsciamente fino a far diventare questo atto spontaneo.
Vecchio 16-02-2008, 22:36   #4
Esperto
L'avatar di vetro
 

Crescendo le prospettive cambiano.Magari adesso ti vedi diversamente e vuoi apparire agli altri diversamente.Sei maturato probabilmente con tutto quello che comporta.L'essere piu' sensibile,meno propenso alla battuta ti ha dato una maturita' diversa anche se come dici ti ha causato una mancanza di dialogo.Che stai facendo adesso nella vita?
Vecchio 16-02-2008, 22:48   #5
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da vetro
Crescendo le prospettive cambiano.Magari adesso ti vedi diversamente e vuoi apparire agli altri diversamente.Sei maturato probabilmente con tutto quello che comporta.L'essere piu' sensibile,meno propenso alla battuta ti ha dato una maturita' diversa anche se come dici ti ha causato una mancanza di dialogo.Che stai facendo adesso nella vita?
la verità penso sia che sinceramente in generale mi disinteressa apparire alla gente in un certo modo.
Come hai detto tu mi vedo diverso e mi sento soprattutto differente.
Sento che oggi sono molto più disposto ad ascoltare, a consolare, a difendere essendo maturato sotto il punto di vista emotivo/psicologico; ma d'altro canto mi infastidisce abbastanza aver perso quella mia spontaneità (anzi impulsività...spontaneo nel silenzio e nelle battute lo sono ancora oggi quasi sempre) nella parte "attiva" della vita.
Perchè tutto sommato quell'estroversione mi piaceva parecchio..mi piace, ma non ne sento il bisogno/la necessarietà.
Perchè sento che senza, la mia sensibilità non basta per tenere stretto quelle persone che vorrei (mettendole troppo a disagio).
In certi momenti me ne accorgo e decido di rivitalizzare un attimino il momento, ma poi ritorna il silenzio.
P.S: come detto sono al quinto anno di liceo e...ti sembrerà strano, ma non sento sia necessario aggiungere altro :lol:
Vecchio 16-02-2008, 23:00   #6
Esperto
L'avatar di vetro
 

Devi vivere altre situazioni,fare esperienze.Hai tanto tempo.
Vecchio 16-02-2008, 23:07   #7
Avanzato
L'avatar di morenson000
 

alcuni nascono sociofobici.altri lo diventano dell'adolescenza.io appartengo al secondo caso.
Vecchio 17-02-2008, 00:51   #8
Intermedio
L'avatar di Serotonino2
 

Quote:
Originariamente inviata da morenson000
alcuni nascono sociofobici.altri lo diventano dell'adolescenza.io appartengo al secondo caso.
non si nasce sociofobici, non è una malattia genetica, si sviluppa nei primi anni di vita rimanendo allo stadio larvato per poi manifestarsi in età adolescenziale in seguito a eventi stressanti o anche in età adulta ma è più probabile durante la fase critica adolescenziale, ma comunque parte da un educazione sbagliata ricevuta durante l'infanzia condita con una sensibilità fuori dal comune, questa è la mia opinione
Vecchio 17-02-2008, 01:02   #9
Esperto
L'avatar di calinero
 

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino2
Quote:
Originariamente inviata da morenson000
alcuni nascono sociofobici.altri lo diventano dell'adolescenza.io appartengo al secondo caso.
non si nasce sociofobici, non è una malattia genetica, si sviluppa nei primi anni di vita rimanendo allo stadio larvato per poi manifestarsi in età adolescenziale in seguito a eventi stressanti o anche in età adulta ma è più probabile durante la fase critica adolescenziale, ma comunque parte da un educazione sbagliata ricevuta durante l'infanzia condita con una sensibilità fuori dal comune, questa è la mia opinione

non si nasce sociofobici, è vero
ma si può nascere con la predisposizione genetica a diventarlo
fenotipo = geni + ambiente
e la predisposizione alla fobia sociale può essere ereditaria, ci sono studi con tanto di percentuali che cercan di dimostrarlo
Vecchio 17-02-2008, 21:26   #10
Principiante
L'avatar di alterego
 

se dovessi fare una presentazione prenderei pari pari la tua con copia/incolla.
solo che a me è successo a 23 anni,e adesso ne ho 42.e sono stati 19 anni di SEGHE MENTALI,a farmi domande sul perche e sul percome io,un carattere cosi estroverso(mi divertivo a mettere in difficolta CHIUNQUE!)mi ritrovavo ad avere paura di tutto e a chiedermi"quale sara' la soluzione?,oppure "prima o poi passera'",credendo che "la soluzione"fosse unicamente RITORNARE AD ESSERE QUELLO CHE ERO PRIMA.
niente di piu sbagliato,non c'è un prima e un dopo;c'è un momento in cui le tue emozioni,grazie alla maturazione,escono prepotentemente alla luce!.
non fare quello che gli altri si aspettano da te,altrimenti non farai altro che alimentare quel cliche che ti porti addosso.adesso sei DIVERSO.
è vero,le emozioni ci sembrano senza controllo anche perche le abbiamo nascoste per troppo tempo,credendo che non facessero parte di noi.
vorrei scrivere per ore intorno a questo argomento(perche lo scrivo anche a me stesso).ma taglio corto e ti do un consiglio:se questa cosa(qualunque essa sia)ti fa star male,rivolgiti al piu presto da un buon psicoterapeuta.

ps figurati che adesso ,a volte,piango quando vedo una storia triste alla tv.
sono quel tipo di persona che avrei preso volentieri per il culo,qualche anno fa'.
Vecchio 17-02-2008, 22:04   #11
Avanzato
L'avatar di affetto
 

diciamo che x me e successa la stessa identika cosa...solo che piu tardi cioe dopo il liceo...io penso che e emersa semplicemente la coscienza la consapevolezza della tua sensibilita ..insieme magari a esperienze negative....prima eri incoscente..stai maturando e forse ne hai paura....cmq nn arrenderti xche credo che la tua sensibilita t fare essere migliore d prima...ciao
Vecchio 17-02-2008, 23:19   #12
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da alterego
se dovessi fare una presentazione prenderei pari pari la tua con copia/incolla.
solo che a me è successo a 23 anni,e adesso ne ho 42.e sono stati 19 anni di SEGHE MENTALI,a farmi domande sul perche e sul percome io,un carattere cosi estroverso(mi divertivo a mettere in difficolta CHIUNQUE!)mi ritrovavo ad avere paura di tutto e a chiedermi"quale sara' la soluzione?,oppure "prima o poi passera'",credendo che "la soluzione"fosse unicamente RITORNARE AD ESSERE QUELLO CHE ERO PRIMA.
niente di piu sbagliato,non c'è un prima e un dopo;c'è un momento in cui le tue emozioni,grazie alla maturazione,escono prepotentemente alla luce!.
non fare quello che gli altri si aspettano da te,altrimenti non farai altro che alimentare quel cliche che ti porti addosso.adesso sei DIVERSO.
è vero,le emozioni ci sembrano senza controllo anche perche le abbiamo nascoste per troppo tempo,credendo che non facessero parte di noi.
vorrei scrivere per ore intorno a questo argomento(perche lo scrivo anche a me stesso).ma taglio corto e ti do un consiglio:se questa cosa(qualunque essa sia)ti fa star male,rivolgiti al piu presto da un buon psicoterapeuta.

ps figurati che adesso ,a volte,piango quando vedo una storia triste alla tv.
sono quel tipo di persona che avrei preso volentieri per il culo,qualche anno fa'.
esatto...sono io
proprio lui...quello che fino a 4 anni fa avrebbe detto "questo si è bevuto il cervello" ora certe storiellemi fanno commuovere...
e magari fuori in compagnia sono capace anche di nasconderlo, trattenere le lacrime o semplicemente mi concentro su altro...ma se mi ritrovo solo ecco che escono...
ecco forse la vera difficoltà è che pochi hanno capito...pochi ancora non riescono a comprendere come l'amico estroverso sia diventato l'introverso romantico da poesia.
E quando mi ritrovo lì e tutti si aspettano una mia frase ed io non mi sento capace di offrila impulsivamente mi fa pensare...perchè non c'è più quell'impulsività e quell'estroversione.

x affetto: si forse un po' lo temo...perchè mi rendo conto di non essere il ragazzo con la faccia di bronzo/freddo che un tempo facevo credere con la mia estroversione e il menefreghismo adolescenziale.
Mi rendo conto che se parlassi avrei da esprimere paura,tensione,nervosismo,amore,gioia,felicità come la maggior parte delle persone mentr eho sempre cercato (partendo inizialmente dalla famiglia per poi estenderlo a tutti) di convincere tutti che posso controllarle queste emozioni.
Capisco che non è così...capisco che la battuta che mi esce ogni tanto o la decisione su certe questioni (tipo il rispetto verso una persona) possa far pensare alla gente che sia una persona cinica e fredda (e magari estroverso com'ero).
Capisco che tutto ciò possa portare fraintendimenti. Il brutto è che questi fraentendimenti portano via via ad una mancanza di intimità.
Mi rendo conto che per familiari e amici posso dare l'idea il 98% del tempo che vorrei evitarli,escluderli, lasciarli fuori dal mio cuore-->> mentre magari vorrei l'opposto.
Vorrei tanto regalare alle persone l'agio di un tempo eppure non riesco a far altro che a renderle distaccate per la mia "nuova" introversione.
E quello che fa più male è ripensare al passato quando tutto andava bene o peggio pensare quando c'è quel sabato o quei 5 minuti della giornata in cui riesci ad aprirti leggermente di più e ti rendi conto che quella parte di te è più che apprezzata
Vecchio 18-10-2008, 23:35   #13
Banned
 

secondo me questo è un utente che farà strada......scriverà almeno 1migliaio di post e farà pure 5-6 multi account 8)


Quote:
Originariamente inviata da calinero
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Originariamente inviata da Serotonino2
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Originariamente inviata da morenson000
alcuni nascono sociofobici.altri lo diventano dell'adolescenza.io appartengo al secondo caso.
non si nasce sociofobici, non è una malattia genetica, si sviluppa nei primi anni di vita rimanendo allo stadio larvato per poi manifestarsi in età adolescenziale in seguito a eventi stressanti o anche in età adulta ma è più probabile durante la fase critica adolescenziale, ma comunque parte da un educazione sbagliata ricevuta durante l'infanzia condita con una sensibilità fuori dal comune, questa è la mia opinione

non si nasce sociofobici, è vero
ma si può nascere con la predisposizione genetica a diventarlo
fenotipo = geni + ambiente
e la predisposizione alla fobia sociale può essere ereditaria, ci sono studi con tanto di percentuali che cercan di dimostrarlo
eh già allora nei miei thread avevo le attenzioni di cali :lol:
'naggia...so' già 8 mesi che sono sul foro
Vecchio 21-10-2008, 09:48   #14
Avanzato
L'avatar di Pride3
 

Visto che 88 può non essere il tuo anno di nascita,niente niente sei un infiltrato di Forza Nuova? :P
Vecchio 02-02-2009, 20:23   #15
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Quote:
Originariamente inviata da giova88
piacere sono giova.
Sono giunto qui più per curiosità che per un irrefrenabile bisogno (perchè la cura credo di conoscerla, ma sono troppo un'incognita per metterla in atto direi).
La mia credo non sia una fobia sociale, piuttosto una timidezza.
Il punto è che credo che il mio cervello sia cambiato più velocemente di quanto io stesso ero pronto ad accettare.
Mi ricordo i tempi delle medie (e anche inizio liceo): ero il ragazzo spigliato,estroverso, con voglia di mettersi sempre in mostra, con il bisogno di far divertire amici/e; ero l'amico sempre con la battuta pronta, che non conosceva cosa volesse dire il silenzio e stare zitti e fermi.
Poi...poi non so bene nemmeno io cosa è successo. Ho iniziato a mutare senza quasi rendermene conto.
Ho iniziato ad essere meno impulsivo e maturando ho cominciato a pensare molto di più ( a metterci testa e cuore in ogni parola detta e azione compiuta).
E' passato il tempo (sono passati almeno 4 anni da allora...forse più o forse meno) e sono arrivato in quinta (un anno bocciato).
Il ragazzo estroverso scomparso. Il presente è solo un ragazzo chiuso,silenzioso, che da l'impressione spesso di essere distaccato,indiffernete al mondo e alle persone.
L'unico modo in cui riesco quasi ad esprimermi è la poesia: già la poesia...4 anni fa probabilmente il ragazzo estroverso avrebbe etichettato il 20 enne introverso e che scrive poesie o "frocio" o "stupido" ...o forse no...rispettoso lo sono sempre stato anche in passato.
Sinceramente non sono venuto qui per ottenere risposte, non sono venuto qui per chissà quali consigli. Sono qui per parlare.
Esprimermi.
Forse da piccolo sono stato timido..ma lo fossi stato è passato tutto con le medie.
Eppure...eppure non riesco a parlare....non riesco proprio.
Ho iniziato prima a chiudermi in famiglia (rimanendo estroverso con gli amici) e crescendo mi sono chiuso allo stesso modo pure fuori.
Passo le giornate senza quasi ad aprir bocca senza capirne il motivo.
So...so che non sono silenzi. So che non posso essere silenzio. Insomma, diavolo 4 anni fa 8quando ero poco più che ragazzino) un comico di zelig o colorado mi avrebbe fatto un baffo (secondo amici/e).
Oggi gli stessi amici (e ex compagni di classe e compagni di classe) mi chiedono come: come ha fatto un ragazzo estroverso come ero io a cambiare così radicalmente. Io ero a detta di tutti "quello folle....quello che doveva dire/fare ogni 3 secondi una pazzia/battuta".
Oggi...oggi vorrei riuscire a fare lo stesso. Anzi dirò di più: credo che in teoria quello spirito lì da qualche parte è rimasto.
Quando sono a contatto con amici/e vorrei iniziare come allora a parlare senza riuscire più a fermarmi, a farli piegare in 4 dalle risate; invece loro fissano i miei occhi (per poi distoglierli poco dopo) ed io non riesco a far quasi altro che fissare i loro occhi mentre parlano,scherzano e ridono.
Poi magari...dopo una mattina di scuola, mezza serata del sabato sera mi ricordo di aver anch'io la bocca ed esco con una di quelle mie uscite che fanno piegare in 4 chiunque....poi silenzio ancora...per tanto altro tempo.
E' incredibile.
Eppure lo sento. Sento che io potrei essere ancora quel ragazzo...eppure qualcosa mi ferma ostacola.
Sento che se solo parlassi amici/e si piegherebbero ai miei piedi.
Me ne accorgo. Basta quella parola che dico al giorno (magari alcuni giorni nemmeno la dico) per accorgermi di averla detta in un modo tale da essermi garantito il rispetto,la simpatia di tutti.
Lo leggo negli occhi. Ecco forse il ragazzo di oggi è questo quello che sa fare meglio.
E' diventato più sensibile...deve rimuginare su ogni problema della vita, ogni emozione, ogni persona per ore, giorni, mesi...deve fissare le persone negli occhi e così impara a conoscerle nel silenzio. Così basta poco per capire cosa prova chi si ha davanti.
Eppure non riesco a dire più di quella parola, più di quella battuta.
Mi sono accorto che il ragazzo di oggi piace...piace perchè è sensibile, rispettoso, ma sa farsi rispettare.
(Per l'appunto: la mia non è fobia. Alzate un attimo i toni e so farmi valere come un tempo--> è quest oforse quello che piace. Sono "quello" sensibile, ma con "gli attributi").
Ma mi sono accorto anche che il mio silenzio incessante fa allontanare chi vorrebbe starmi vicino. Lo leggo....leggo negli occhi degli amici...molto più in quello delle amiche (che vedono in me una bravissima persona) che vorrebbero avvicinarsi, parlare,scherzare...magari farsi abbracciare...magari buttarsi con me su un prato per guardare il cielo e ridere insieme. Eppure l'unica cosa che possono fare e distaccarsi da me. Vedermi alla mattina che rispondo al loro saluto con un "ciao", "ehi" e vedermi allontanare in silenzio allo stesso modo (e intanto io con la coda degli occhi quel dispiacere e quel distacco lo sento/vedo).
E così...e così ci si inizia a perdere d'intimità, ci si saluta e si scambia qualche abttuta quasi fossimo estranei.
Così quasi sempre: scuola, al sabato sera (magari lì esce qualche parola in più), in famiglia....

E oggi qui a 20 anni mi chiedo: meglio esser eil ragazzo-poesta-sensibile di oggi (ma quasi muto--> anche se con tante cose che vorrebbe dire/fare), o essere il ragazzo estroverso e distaccato di un tmepo sempre pronto a dar spettacolo?
La domanda è retorica: oggi mi piacerebbe poter mantener equesta mia sensibilità, ma ritornare ad essere quello che ero...anzi che sono (perchè se lo sono stato non può essere scomparso tutto così..deve esserci ancora quella part edi me intrappolata là dentro).
Perchè sento di stare allontanando da me persone importanti, persone che vorrebbero allacciare con me un rapporto più stretto perchè hanno capito la mia "pasta", ma che non ci riescono e non comprendono il perchè del mio muro invisibile.
Non è timidezza...non credo...mi gira per la testa al moment ogiusto sono pronto a fare la figura peggiore di questo mondo sia davanti ad uno sconosciuto sia davanti ad un amico/a e magari buttandola subito pure sul ridere ironizzando.
E qualche volta lo faccio...e lì si rivede per un attimo il ragazzo di una volta che tutti vorrebbero riavere accanto insieme alla sensibilità e maturià di oggi...e lì sento per un momento riavvicinarsi d'improvviso tutti a me (sento che oltre al rispettarmi come ragazzo e tenerci riescono a scorgere una speranza per attaccare un ponte tra noi).
Pochi minuti dopo ritorno nel mio silenzio come nulla fosse stato.

Sono qui oggi perchè non mi capisco e non mi capirebbe, probabilmente a buon ragione, nemmeno il miglior psichiatra (premettendo che io in ste cose sempre ci ho creduto poco--> credo valga di più un buon discorso fatta dall'amico/a che ti conosce meglio perchè il cervello umano è troppo complesso e ci sono troppe variante affinchè il tutto lo si possa matematizzare in modo che uno psicologo/psichiatra possa darti risposte...dovrebbe, per farlo, comprendere il tuo cervello e il tuo modo di ragionar ein un lasso di temp orelativamente irrisorio--> l'amico quello vero se conosce il tuo cervello può fare questo lavoro anche meglio).
Perchè l'estroversione è scomparsa all'improvviso facendo saltare fuori una parte di me una volta assente?
Perchè pur volendo avere tanto da dire al momento di "dover" (in cui si può..."dovere" non esiste a questo mondo dire ) dire non riesco a fare altro che stare zitto...e solo di tanto in tanto mi passano quegli schizzi di frenesia di un tempo?
Perchè pur avvertendo il disagio in cui metto chi ho davanti (e forse un po' alla lunga anche me stesso anche se sono abilissimo e astutissimo a nasconderlo ad altri e forse anche a me stesso) non cambio?
Perchè pur avvertendo che la parte attiva di me (cioè quella del ragazzo che parla,scherza e allo stesso tempo sa essere sensibile,dolce....) è apprezzata da tutti (insomma è una parte che potrebbe essere vincente....ed è in fondo la mia persona che non voglio tenere troppo in mostra per chissà quale ragione) la nascondo per qualche masochistica ragione estraniando tutti da me?

Beh mi spiace se mi so' dilungato troppo, ma almeno mi so' presentato bene

EDIT: da precisare che non mi definisco timido i nquanto una parte della mia vita da estroverso l'ho vissuta e tutto sommato quando mi vengono i 4 minuti di pazzia una cretinata la so dire7fare senza problemi pure oggi; e perchè soprattutto non sto in silenzio per paura del giudizio altrui, anche perchè sono consapevole che solitamente creo buon effetti come eprsona in chi ascolta.
Così..rimango in silenzio quasi mi mancasse un ostimolo per parlare (quando già il fatto di far estraniare amici/compagni/e, di farli sentire a disagio dovrebbe costituire uno stimolo per me), quasi la vedessi come inutilità...ecco credo che oggi limito la parte estroversa (quella della battute e che discute) perchè non la sento affatto necessaria per continuare ad esserci pur questo m faccia così distaccare da tutti.
cavolo....ero già logorroico 1 anno fa :lol:

EDIT: comunque caro Tri non sono cambiato molto rispetto quel post (logorizia compresa) 8)
Vecchio 02-02-2009, 20:52   #16
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Viridian
Ci mancava il revival.

Sembravi un po' meno infervorato, però. Forse eri "fresco" di problematiche.

Il tempo aiuta a capire tante cose, vedrai che tra un anno andrà meglio.
ma chi ha voglia di aspettare 1 anno intero :P


tra 1 anno sarò estroversone e con 500 mila donne minimo al seguito :lol:
Vecchio 02-02-2009, 20:56   #17
Esperto
L'avatar di Tristan
 

Quote:
Originariamente inviata da giova88-7messaggi
EDIT: comunque caro Tri non sono cambiato molto rispetto quel post (logorizia compresa) 8)
Ho notato, ho notato. Ahinoi.
C'è anche qualche conto che non torna: i quattro anni sono diventati in seguito 2-3, e alla fine cosa si scopre? Che stavi parlando dei tempi delle medie (no, dico: le medie!). 8)
Vecchio 31-03-2009, 20:54   #18
Banned
 

sei uno sfigato...ecco cosa sei...chi azz vuoi che ti legga? coglione...ritirati...handicappato...smidollato... coniglio....fobico del piffero...uccidi....non ti vergogni? non riesci a parlare con le eprsone? nemmeno con tuo fratello? vantatene mi raccomando....pirla...
cavolo vivi a fare allora? se non interagisci con nessuno? vai in un monastero...non ho capito... 8)
Vecchio 31-03-2009, 20:56   #19
Esperto
L'avatar di cali
 

sei enigmatico?
e chi lo saw!
Vecchio 15-11-2009, 14:00   #20
Banned
 

ahahhaha .....
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