Originariamente inviata da monaxia94

adesso ti becchi una bella segnalazione

Originariamente inviata da monaxia94

Sono basito... ma scusate, è un problema che io abbia 17 anni? Non per altro, ma da alcuni vostri interventi sembra quasi che mi odiate per questo! Si può sapere che cosa vi ho fatto? Punto 1.
Punto 2: si, certo che sono invidioso, l'ho anche ammesso, sono invidioso, come molti di voi del resto, verso chi non deve convivere ogni giorno con le proprie fobie e insicurezze e che di conseguenza vive una vita normale e non da segregato in casa come faccio io. Vorrei essere normale, l'ho detto e lo ribadisco, e spero tanto che un giorno, presto o tardi, potrò dire di essere normale anch'io, con tanto di vita sociale e pace interiore, per quanto possibile.
Punto 3: NON HO MAI SFOTTUTO NESSUNO! Ho solo riportato i fatti come stanno e se magari andassi a riguardare in che contesto ho usato quelle parole capiresti molte cose.
Punto 4, per qwerty: stai tranquillo che non mi traumatizzano certo le parole di uno stronzo, se hai letto la mia presentazione saprai che ho subito ben altro.

Originariamente inviata da pirata

è un troll, non lo prenderai sul serio?
se ci fossero moderatori sarebbe bannato da settimane

Originariamente inviata da Winston_Smith

Non ho letto un post di Monaxia o di qualcun altro in questo topic in cui si diceva di volere per forza una strafiga come ragazza.

Originariamente inviata da monaxia94

Mi sento una merda. Ho le lacrime agli occhi e un nodo in gola. Faccio quasi fatica a respirare. Sono appena rientrato a casa e mi sono pentito di essere uscito dal mio guscio, seppur per pochissimi insignificanti minuti.
Ero uscito per andare in centro; dovevo comprare una camicia per rinfoltire il mio scarnissimo guardaroba e prima di decidermi finalmente a farlo avevo impiegato ben due settimane, una per convincermi che mi serviva una camicia, un'altra per vincere l'ansia e la paura di affrontare il mondo esterno. C'ero pure riuscito e pochissimi minuti fa, sulla strada verso casa, ero felicissimo del mio acquisto, tanto da dimenticarmi completamente del resto. Ma la mazzata tremenda era già in agguato e mi attendeva in un vicolo a pochi metri da casa mia. Stavo camminando tranquillo, con passo deciso, quando a un certo punto qualcosa attira la mia attenzione sul marciapiede opposto... mi giro all'improvviso e quello che vedo mi fa mancare il fiato all'istante: a pochi metri da me c'è Marco*, il mio amico d'infanzia, ed è in "buona" (oserei dire "bona") compagnia. Lui è un bellissimo ragazzo: alto, capelli castani e ricci, fisico asciuto e scolpito da duri allenamenti di non so quale sport. La ragazza invece è una visione che scatena in me una serie di fantasie malate: tutta tette e culetto, capelli lunghi e sciolti che le cadono lungo la schiena, pantaloncini cortissimi che sembrano mutandine e lasciano scoperte due cosce da far paura. Stanno limonando. Resto fermo a fissare quella coppia di diciasettenni belli e felici che si sbaciucchiano avidamente. Sembra quasi che si stiano mangiando la faccia a vicenda. Poi Marco si accorge della mia presenza, mi guarda, sembra imbarazzato, poi, come se niente fosse, fa un gran sorriso e mi saluta "Ciao, Simo!". Io resto di sasso. Potrei rispondere al saluto, fingere almeno di essere felice di rivedere quell'ex amico, l'unico che abbia mai avuto in vita mia, ma non ci riesco: è troppa l'invidia, troppo il rancore e troppi ricordi, più dolorosi che lieti, che riaffiorano nella mia mente. Ignoro il saluto e proseguo nel mio cammino verso casa. Lo lascio di sasso io stavolta. Mi sento un po' orgoglioso di me. Dopotutto se lo merita, dopo tutte le volte che, quando eravamo amici, io ero sempre definito e conosciuto da tutti come "l'amico strano e bruttino di Marcolino". Ma poi comincio a sentirmi in colpa, comincio a sentire forte in me il rimorso per quel mio gesto infantile che non solo mi ha fatto perdere ufficialmente un'amicizia che si, era già praticamente morta, ma che forse era ancora recuperabile, ma che mi ha fatto anche fare un'ennesima figura barbina di fronte a un ragazzo di cui ho sempre cercato di ottenere la stima. E invece niente... da oggi sarò per sempre solo un brutto ricordo, il "ricordo dell'amico bruttino di Marcolino", quell'amico che amava giocare con lui, ma che non si sentiva all'altezza di quel ragazzo troppo più bello, troppo più simpatico e troppo più normale per lui.
Scusate ancora per il romanzo che ho scritto... ma voi capite più di chiunque altro quanto è forte il bisogno di sfogarsi dopo questi episodi che fanno male e ogni volta uccidono qualche parte di noi.

Originariamente inviata da Woland12

Rimorso??? Non penso che tu abbia provare nessun rimorso... se la dinamica con cui hai reagito è la stessa con cui avrei reagito io (e visto che siamo iscritti entrambi a questo forum lo posso supporre ) la tua è stata una scelta del tutto indipendente dalla tua volontà. Non hai scelto tu di non salutarlo per una "istintiva ripicca" verso il passato, o per una forma di invidia... secondo me tu ti sei sentito bloccato, paralizzato, incapace ad agire come uno stoccafisso e basta: la facoltà di decidere liberamente ce l'avevi completamente annebbiata dallo shock della differenza abissale tra te e lui... La prova? Che alla fine quasi ti veniva da piangere... questa non è una reazione tipica di un banale rimorso, ma tipica di chi si è reso conto di non essere stato affatto capace di gestire una situazione lucidamente. Scrivo questo perchè anche a me in passato sono capitato episodi simili...

Ti sembra una sottolineature di un difetto? Al contrario, io la vedrei così: stavolta non hai fatto nessun errore che potevi evitare, non puoi avere rimpianti o rimorsi... Tranquillizzati, crescendo potrai avere occasioni spontanee per cambiare questo aspetto del tuo carattere...

Originariamente inviata da monaxia94

Mi sento una merda. Ho le lacrime agli occhi e un nodo in gola. Faccio quasi fatica a respirare. Sono appena rientrato a casa e mi sono pentito di essere uscito dal mio guscio, seppur per pochissimi insignificanti minuti.
Ero uscito per andare in centro; dovevo comprare una camicia per rinfoltire il mio scarnissimo guardaroba e prima di decidermi finalmente a farlo avevo impiegato ben due settimane, una per convincermi che mi serviva una camicia, un'altra per vincere l'ansia e la paura di affrontare il mondo esterno. C'ero pure riuscito e pochissimi minuti fa, sulla strada verso casa, ero felicissimo del mio acquisto, tanto da dimenticarmi completamente del resto. Ma la mazzata tremenda era già in agguato e mi attendeva in un vicolo a pochi metri da casa mia. Stavo camminando tranquillo, con passo deciso, quando a un certo punto qualcosa attira la mia attenzione sul marciapiede opposto... mi giro all'improvviso e quello che vedo mi fa mancare il fiato all'istante: a pochi metri da me c'è Marco*, il mio amico d'infanzia, ed è in "buona" (oserei dire "bona") compagnia. Lui è un bellissimo ragazzo: alto, capelli castani e ricci, fisico asciuto e scolpito da duri allenamenti di non so quale sport. La ragazza invece è una visione che scatena in me una serie di fantasie malate: tutta tette e culetto, capelli lunghi e sciolti che le cadono lungo la schiena, pantaloncini cortissimi che sembrano mutandine e lasciano scoperte due cosce da far paura. Stanno limonando. Resto fermo a fissare quella coppia di diciasettenni belli e felici che si sbaciucchiano avidamente. Sembra quasi che si stiano mangiando la faccia a vicenda. Poi Marco si accorge della mia presenza, mi guarda, sembra imbarazzato, poi, come se niente fosse, fa un gran sorriso e mi saluta "Ciao, Simo!". Io resto di sasso. Potrei rispondere al saluto, fingere almeno di essere felice di rivedere quell'ex amico, l'unico che abbia mai avuto in vita mia, ma non ci riesco: è troppa l'invidia, troppo il rancore e troppi ricordi, più dolorosi che lieti, che riaffiorano nella mia mente. Ignoro il saluto e proseguo nel mio cammino verso casa. Lo lascio di sasso io stavolta. Mi sento un po' orgoglioso di me. Dopotutto se lo merita, dopo tutte le volte che, quando eravamo amici, io ero sempre definito e conosciuto da tutti come "l'amico strano e bruttino di Marcolino". Ma poi comincio a sentirmi in colpa, comincio a sentire forte in me il rimorso per quel mio gesto infantile che non solo mi ha fatto perdere ufficialmente un'amicizia che si, era già praticamente morta, ma che forse era ancora recuperabile, ma che mi ha fatto anche fare un'ennesima figura barbina di fronte a un ragazzo di cui ho sempre cercato di ottenere la stima. E invece niente... da oggi sarò per sempre solo un brutto ricordo, il "ricordo dell'amico bruttino di Marcolino", quell'amico che amava giocare con lui, ma che non si sentiva all'altezza di quel ragazzo troppo più bello, troppo più simpatico e troppo più normale per lui.
Scusate ancora per il romanzo che ho scritto... ma voi capite più di chiunque altro quanto è forte il bisogno di sfogarsi dopo questi episodi che fanno male e ogni volta uccidono qualche parte di noi.

Originariamente inviata da lauretum

no ma è ovvio che lo si pensi/desideri. suvvia winston, siam mica nati ieri

Originariamente inviata da Winston_Smith

E' ovvio che cosa, scusa? Sei veramente convinto che tutti qui dentro vogliano per forza una strafiga come ragazza (che è diverso da dire che tutti apprezzerebbero fisicamente una strafiga)?