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Vecchio 16-12-2019, 19:22   #1
Principiante
 

mesi e mesi di isolamento.
isolamento rende meglio di solitudine, perché prevede un processo volontario e ricercato, non richiede per forza una reale condizione dell'esser soli, ma piuttosto una "campana di vetro", tanto per fare una citazione che però esprime intuitivamente il concetto, dentro la quale mi sento soffocare.
incomunicabilità, frustazione, paura, disprezzo, rabbia e soprattutto arroganza.
devo costantemente combattere contro questo desiderio di isolamento, perché in fondo non sono capace di essere e stare solo troppo a lungo.


un cane che si morde la coda.
mi sento solo, cerco il contatto con le persone, mi trovo di fronte ad un muro, mi disilludo quindi mi rifugio nell'arroganza e mi isolo ulteriormente.
la più grande scusa all'incapacità di mantenere relazioni (relazioni umane in generale) sane con le persone è quella di sentirsi più intelligenti perché più cinici, più disillusi, più emotivamente freddi.
invece è l'opposto, le persone più forti sono quelle che si illudono, che credono e che sperano. le persone deboli invece costruiscono la gabbia con le proprie mani.
passa del tempo in cui non sento il bisogno di nessuno né la volontà di interagire, pur non essendo completamente solo vivo nel mio mondo senza sentire il desiderio di partecipare attivamente alla vita degli altri.
ma non posso vivere per sempre dentro me stesso e ad un certo punto, prima o poi, scatta quel qualcosa che mi fa desiderare di uscire. con il risultato di essere punto a capo, soltanto un gradino più in basso. un circolo vizioso, non ho idea di come uscirne.
so che c'è la via d'uscita ma non so come uscire, perché ho interiorizzato dei meccanismi difensivi che nel momento del bisogno appannano la vista e mi impediscono di scorgere ogni luce.
mi convinco ogni volta di aver fatto passi avanti (certo ne ho fatti alcuni) ma questo non cambia effettivamente molto, la salita è talmente ripida che un passo indietro equivale a dieci in avanti.
non credo di potermi definire realmente depresso, lo sono stato e non ho nessuna intenzione di tornare a quella condizione.
mi sento invece profondamente triste e completamente perso, non ho una direzione e tutt'intorno a me si distende un vuoto orizzontale e indefinito che mi fa rimpiangere il vuoto verticale che ti si apre sotto ai piedi, perché quello almeno mi faceva sentire vivo.
non so come uscirne, mi sento paralizzato.
Ringraziamenti da
cancellato21340 (16-12-2019), Idiota (17-12-2019)
Vecchio 16-12-2019, 19:27   #2
Banned
 

Forse soffri di disturbo evitante?comunque anche io ho ricominciato a chiudermi in me stesso..
Vecchio 16-12-2019, 19:51   #3
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Novembre Visualizza il messaggio
mesi e mesi di isolamento.
isolamento rende meglio di solitudine, perché prevede un processo volontario e ricercato, non richiede per forza una reale condizione dell'esser soli, ma piuttosto una "campana di vetro", tanto per fare una citazione che però esprime intuitivamente il concetto, dentro la quale mi sento soffocare.
incomunicabilità, frustazione, paura, disprezzo, rabbia e soprattutto arroganza.
devo costantemente combattere contro questo desiderio di isolamento, perché in fondo non sono capace di essere e stare solo troppo a lungo.


un cane che si morde la coda.
mi sento solo, cerco il contatto con le persone, mi trovo di fronte ad un muro, mi disilludo quindi mi rifugio nell'arroganza e mi isolo ulteriormente.
la più grande scusa all'incapacità di mantenere relazioni (relazioni umane in generale) sane con le persone è quella di sentirsi più intelligenti perché più cinici, più disillusi, più emotivamente freddi.
invece è l'opposto, le persone più forti sono quelle che si illudono, che credono e che sperano. le persone deboli invece costruiscono la gabbia con le proprie mani.
passa del tempo in cui non sento il bisogno di nessuno né la volontà di interagire, pur non essendo completamente solo vivo nel mio mondo senza sentire il desiderio di partecipare attivamente alla vita degli altri.
ma non posso vivere per sempre dentro me stesso e ad un certo punto, prima o poi, scatta quel qualcosa che mi fa desiderare di uscire. con il risultato di essere punto a capo, soltanto un gradino più in basso. un circolo vizioso, non ho idea di come uscirne.
so che c'è la via d'uscita ma non so come uscire, perché ho interiorizzato dei meccanismi difensivi che nel momento del bisogno appannano la vista e mi impediscono di scorgere ogni luce.
mi convinco ogni volta di aver fatto passi avanti (certo ne ho fatti alcuni) ma questo non cambia effettivamente molto, la salita è talmente ripida che un passo indietro equivale a dieci in avanti.
non credo di potermi definire realmente depresso, lo sono stato e non ho nessuna intenzione di tornare a quella condizione.
mi sento invece profondamente triste e completamente perso, non ho una direzione e tutt'intorno a me si distende un vuoto orizzontale e indefinito che mi fa rimpiangere il vuoto verticale che ti si apre sotto ai piedi, perché quello almeno mi faceva sentire vivo.
non so come uscirne, mi sento paralizzato.
Mi ha toccato personalmente e profondamente il tuo post . Hai definito il mio stato alla perfezione. Mi piace anche come descrivi la tua situazione e come hai ben notato non solo la tua.
Però se ci pensi quel "vuoto orizzontale" non ti fa sentir vivo, ma almeno ti da una stabilità ed è proprio da questa che si può partire. Il vuoto verticale che ti fa sentir vivo è un "vuoto instabile" dove probabilmente non ci si può costruire nulla.
Da questo senso di vuoto, potresti partire da quello che hai e iniziare a vedere le piccole cose che potresti iniziare a fare. Hai ben capito, tra l'altro che l'essere cinici ti fa vedere solo una parte della realtà e già da questo si evince che stai a buon punto.
Quello che ti sto dicendo è un consiglio, perché pure io mi trovo più o meno con il tuo stesso stato d'animo e non posso dirti se per te sia la strada giusta, ma a me qualcosa sta dando.
Vecchio 16-12-2019, 19:57   #4
Esperto
L'avatar di Peste Nera
 

Mi dispiace molto per la tua situazione. Io a livello amicale/relazionale invece ho preso troppe mazzate sia nella vita reale che sul web e dopo i vari tentativi ho gettato la spugna, ormai sono misantropo e nichilista a livelli estremi.
Vecchio 16-12-2019, 22:01   #5
Esperto
L'avatar di Saturnino
 





Stamattina passeggiando per le calle della città in cui mi trovavo..ho notato in una piazza una targa e mi sono fermato a guardare il contenuto. Era la definizione di solitudine secondo Mario Stefani.

Non voglio fare commenti riguardo al testo per il fatto che è comunque qualcosa di soggettivo....ma visto che ho tirato in ballo questa "scoperta" per la cronaca metto il link con delle info riguardo all'autore di questa frase. L'ho cercato sul web...prima di imbattermi in questa iscrizione non sapevo chi fosse.

Mario Stefani

Ultima modifica di Saturnino; 16-12-2019 a 22:04.
Vecchio 06-01-2020, 09:09   #6
Esperto
 

https://youtu.be/p1-Y6Y4fkXY
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