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Vecchio 18-03-2010, 04:14   #1
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L'avatar di Iason
 

Difficoltà a dormire. Qualche paranoia. Da quando sono qui (nel forum c'è chi sa dove sono, non lo scrivo perchè mi è venuta la paranoia che qualcuno che mi conosce possa leggere per caso e ricondurre a me questo post; comunque, sto studiando fuori casa, in sostanza) la mia tendenza alla solitudine più assoluta e al ridurre al minimo indispensabile il contatto umano ha dato i suoi frutti. Nel senso che unita al fatto che nel raggio di svariate centinaia di chilometri non c'è nessuno che conosco, più al fatto che ho effettivamente molto da studiare, il risultato è una solitudine molto notevole.
Non che la cosa mi dispiaccia, anzi ci sto bene, come sempre quando sto da solo: mi faccio i fatti miei, quando ho un attimo vado in giro, non sono costretto a sopportare lo stridere della socialità più dello strettissimo necessario (anche se stride ben bene, quando stride - ma questo è un altro discorso. A volte credo di essere un alieno, più probabilmente sono solo un po' ritardato - ma vabbé).
Quindi nel complesso non soffro, per la situazione, che anzi ho in effetti cercato io. Però per la prima volta nella mia vita, la mia solitarietà mi crea qualche problema. Due in particolare:
1_Che effetti può avere sulla mia già contorta e turbata psiche un periodo di solitudine tanto prolungato ed intenso? Non so perchè, ma da quando ho considerato il problema, ho fino ad oggi pensato che potesse avere, non so per quale spudorato ottimismo, effetti tutt'alpiù benefici. E se invece mi rendesse ancora più difficile poi il dover vivere in situazioni più "normali"? se, ad esempio, mi disabituasse completamente alla conversazione? (non che ora sia esattamente una dama al tea time, in fatto di conversazione).
2_Questa è una piccola, duplice angoscia un po' più sottile: mi rendo conto che, anche se volessi, quasi certamente non riuscirei, senza dover ricorrere a metodi piuttosto "drastici" che forse non avrei la forza/la voglia di adottare, a spezzare la solitudine in nessun modo. E questo, per quanto attualmente sia molto ma molto lontano dal desiderarlo, è motivo di una piccola ansia. Come se la mia situazione non fosse più una mia scelta, ma un dato di fatto; come se io mi stessi illudendo, ogni giorno, di decidere di stare da solo, quando invece sono solo e basta. Il che, per quanto sia un cliché e per quanto non si adatti affatto alla mia situazione per come la vivo, mi renderebbe anche oggettivamente una persona un po' triste. Per lo meno ad occhi osservatori esterni e neutrali.

Chi vuole dirmi cosa ne pensa farà di me una persona più ricca. Intanto io vedo di non impoverirmi ulteriormente, e cerco di dormire ciao a tutti
Vecchio 18-03-2010, 11:17   #2
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L'avatar di kocis666
 

ho passato i vent'anni a star male perchè non stavo bene ne con me stesso (paranoie) ne con gli altri (fobia sociale), ora stò bene almeno con me stesso, con gli altri niente da fare, ma è già un traguardo il fatto di star bene con me.
Vecchio 18-03-2010, 12:39   #3
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Ti consiglio semplicemente di comportarti nel modo più naturale possibile, evitando di forzarti a far qualcosa che non ti ispira. Se ti piace star solo fallo pure e non pensare alle conseguenze negative. Io, diversamente da te, preferisco avere sempre qualcuno intorno anche se s tratta di persone con cui non vado d'accordo. Lo posso dire con certezza perché dopo più di un mese passato (non per mia scelta) chiuso in casa mi sento fortemente svilito e depresso.
Vecchio 18-03-2010, 13:50   #4
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Originariamente inviata da kocis666 Visualizza il messaggio
ho passato i vent'anni a star male perchè non stavo bene ne con me stesso (paranoie) ne con gli altri (fobia sociale), ora stò bene almeno con me stesso, con gli altri niente da fare, ma è già un traguardo il fatto di star bene con me.
Lo è eccome, e vuoi che ti dica? secondo me è tutto ciò che serve.
Vecchio 18-03-2010, 13:54   #5
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L'avatar di Iason
 

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Originariamente inviata da Nothing87 Visualizza il messaggio
Ti consiglio semplicemente di comportarti nel modo più naturale possibile, evitando di forzarti a far qualcosa che non ti ispira. Se ti piace star solo fallo pure e non pensare alle conseguenze negative.
è la cosa migliore da fare infatti... però purtroppo arriva sempre il momento in cui qualcuno ti chiede di render conto del tuo essere solitario, introverso, silenzioso. E mi infastidisce, se non preoccupa.
Vecchio 18-03-2010, 16:23   #6
Banned
 

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Ultima modifica di aisljng; 18-03-2010 a 22:39.
Vecchio 18-03-2010, 17:11   #7
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Benvenuto Iason!

(tra parentesi, scrivi più o meno "nel mio stile" )

----

Che dire? Secondo me sei un "evitante allo step numero uno".
Ma hai anche forti "tratti di introversione" che mitigano la sofferenza causata dalla solitudine.

Prima c'è lo step zero: essere soli (e infelici; quanto infelici, dipende dal livello di estroversione/introversione) senza rendersi conto che c'è un problema sotto. E credere che la solitudine forzata sia una scelta, dettata da preziose doti di sensibilità e intelligenza, anziché una limitazione della libertà dettata dalla Paura.

Lo step due sarebbe cominciare a volersi impegnare per cambiare, e mettersi alla prova con "esercizi sociali" ripetuti.

Tu ora stai cominciando a renderti conto che c'è qualche problema sociale, e stai cominciando a chiederti se e quanto questo possa influire sulla tua felicità (perché è la felicità che conta, in fondo).

Secondo me, ma non ti conosco per poter essere sicuro, per il momento la solitudine non ti pesa perché
1) ti permette di evitare l'ansia sociale in modo tutto sommato facile, e
2) per ora ti trovi in un contesto in cui le interazioni sociali non sono ancora davvero necessarie.

Che tipo di lavoro pensi di fare "da grande"?

Immagino che tu abbia almeno 20 anni. La solitudine come la vivi dal punto di vista sentimentale?

E da quello sessuale?

Ultima modifica di Who_by_fire; 18-03-2010 a 17:19.
Vecchio 18-03-2010, 19:50   #8
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L'avatar di Iason
 

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Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Benvenuto Iason!

(tra parentesi, scrivi più o meno "nel mio stile" )

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Che dire? Secondo me sei un "evitante allo step numero uno".
Ma hai anche forti "tratti di introversione" che mitigano la sofferenza causata dalla solitudine.

Prima c'è lo step zero: essere soli (e infelici; quanto infelici, dipende dal livello di estroversione/introversione) senza rendersi conto che c'è un problema sotto. E credere che la solitudine forzata sia una scelta, dettata da preziose doti di sensibilità e intelligenza, anziché una limitazione della libertà dettata dalla Paura.

Lo step due sarebbe cominciare a volersi impegnare per cambiare, e mettersi alla prova con "esercizi sociali" ripetuti.

Tu ora stai cominciando a renderti conto che c'è qualche problema sociale, e stai cominciando a chiederti se e quanto questo possa influire sulla tua felicità (perché è la felicità che conta, in fondo).

Secondo me, ma non ti conosco per poter essere sicuro, per il momento la solitudine non ti pesa perché
1) ti permette di evitare l'ansia sociale in modo tutto sommato facile, e
2) per ora ti trovi in un contesto in cui le interazioni sociali non sono ancora davvero necessarie.

Che tipo di lavoro pensi di fare "da grande"?

Immagino che tu abbia almeno 20 anni. La solitudine come la vivi dal punto di vista sentimentale?

E da quello sessuale?

Prima di tutto, tu hai la firma che preferisco... meravigliosa.
Poi.
Dici cose vere, e alle tue 1 e 2 aggiungo una 3, e cioè io sono sempre stato molto solitario, anche da bambino, ma felicemente solitario. Si, giocavo anche con altri, ma spesso cercavo proprio di stare da solo. Quindi io ritengo di avere sempre avuto e di avere proprio un bel rapporto con lo stare da solo, ed anche con me stesso di conseguenza. Ho sempre creduto che avere un bel rapporto con sè stessi fosse in qualche modo garanzia, se non sinonimo di felicità, questo perchè ho sperimentato l'infelicità in un periodo della mia vita in cui non stavo bene con me stesso. Riacquisito lo star bene con me stesso, ho anche ritrovato una felicità, che però era dovuta all'"evento" star bene con me stesso, non alla "situazione" star bene con me stesso.
Spero si capisca qualcosa. Comunque il succo: star bene con se stessi non vuol dire essere felici.
Ora, che ho un problema in più e cioè la fobia sociale (lo ammetto apertamente, è così, oggi non sono riuscito ad entrare per tagliarmi i capelli ci ho provato quattro volte e ho tirato dritto tutte e quattro) mi accorgo che è motivo di ansia, e che mina quella che non è felicità, ma serenità piuttosto, datami dal buon rapporto con me stesso. è motivo di stress, perchè è tutto uno stress. è motivo di perdita di autostima, per quanto mi impegni a non perderne, cercando di mantenere un approccio freddo e realista alla cosa (della serie "sono fatto così, non me ne devo fare una colpa in nessun modo").

E la cosa mi preoccupa, mi dà spesso da pensare.
Quelle che mi fai sono domande intelligenti. La seconda e la terza diciamo che per il momento non si applicano: ho lasciato la mia ragazza "storica" ormai da un po', al culmine della mia depressione e confusione esistenziale, e da allora ho ritrovato la strada. Da allora ho deciso di stare da solo. Certo questo si sovrappone ad una sostanziale impossibilità che avrei ora, anche se volessi, nello stare con una ragazza, lo concedo. Però credo sia, per ora, una sincera scelta: non vorrei comunque niente, da quel punto di vista. Ne sono certo.
Al sesso cerco di pensare poco, e se proprio è incontenibile faccio da me ahah ma credo che anche questa sia ancora abbastanza una scelta. Nei primi tempi sono stato con delle prostitute, non mi vergogno troppo a dirlo. Non è facile tornare immediatamente alla castità... Ma comunque anche per un insieme di cose... insomma, per ora anche da questo punto di vista non ci sono grossi problemi.
Certo, ci sono sempre degli imbarazzi quando si va in argomento, tra amici, quando magari dicono di organizzare serate eccetera al fine di, o raccontano avventure, etc.. si, capita e non so mai come fare, spesso sono vago, qualche volta ho abbozzato discorsi del tipo non mi interessa, senza sembrare troppo gay però fatto sta che gli imbarazzi ci sono... ma sono problemi più collegati alla socialità, che al sesso in sè.
La prima domanda è anche una bella domanda, perchè non ho effettivamente una idea precisa, anche se spero che per quando verrà il momento di lavorare, qualsiasi cosa vada a fare specialmente se in ufficio, impiegato eccetera, le cose saranno cambiate. In me intendo. Ma non credo che mi farò limitare da questo problema. Ti faccio un esempio, quasi certamente avrò una grossa opportunità, finito lo studio che sto facendo (scusa se sono vago ma ho sempre paura di essere "rintracciato" ahah ) che consta sostanzialmente di lavoro in ufficio: ci andrò, costi quel che costi. Dovessi vivere l'anno peggiore della mia vita, mi serve nel curriculum e ci andrò. Almeno questo è, ad oggi, lo spirito. Verò è che ambulatoria est humana voluntas... ma è vero anche in un senso ottimistico. Comunque ho più di 20, meno di 25 ciao e grazie, e scusa del fiume in piena ma oggi sono stressatissimo. Vado a fare un giro, forse mi fa bene...
Vecchio 18-03-2010, 20:25   #9
Esperto
L'avatar di FobicJoe
 

hai quotato un intero post di paraWho
Vecchio 19-03-2010, 20:14   #10
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da FobicJoe Visualizza il messaggio
hai quotato un intero post di paraWho
Non ci ho scritto niente di personale..
Vecchio 19-03-2010, 20:26   #11
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da Iason Visualizza il messaggio
ho lasciato la mia ragazza "storica" ormai da un po', al culmine della mia depressione e confusione esistenziale, e da allora ho ritrovato la strada. Da allora ho deciso di stare da solo. Certo questo si sovrappone ad una sostanziale impossibilità che avrei ora, anche se volessi, nello stare con una ragazza, lo concedo. Però credo sia, per ora, una sincera scelta: non vorrei comunque niente, da quel punto di vista. Ne sono certo.
Questa è un'ottima cosa per te, davvero un'ottima cosa!

Molti utenti qui dentro sono nella tua stessa situazione sociale e in più non hanno avuto mai il benché minimo rapporto col sesso opposto (intendo quasi neanche una carezza o un bacio).


Quote:
spero che per quando verrà il momento di lavorare, qualsiasi cosa vada a fare specialmente se in ufficio, impiegato eccetera, le cose saranno cambiate. In me intendo.
Mi sembri determinato nella tua idea del lavoro di ufficio ecc. Però, vedi di cominciare subito a cercare di cambiare: non rimandare il cambiamento ad un tempo che verrà!

In prima superiore mi dicevo (per fare un esempio): "mai avuto una ragazza, ma tanto ho tempo, sicuramente tra un paio di annetti le cose cambieranno!"......Dieci anni dopo ero allo stesso punto.
Vecchio 19-03-2010, 23:33   #12
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L'avatar di Iason
 

In piu devo dire che da quando, da un paio d'anni circa, sono cambiato, la grande maggioranza delle persone che piu o meno mi stavano intorno sono sparite... non le rimpiango affatto, non troppo insomma: certo é vero, la gente cambia e fa presto a andare altrove, se manca il contatto a lungo.
Vecchio 19-03-2010, 23:40   #13
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Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Mi sembri determinato nella tua idea del lavoro di ufficio ecc. Però, vedi di cominciare subito a cercare di cambiare: non rimandare il cambiamento ad un tempo che verrà!
Hai perfettamente ragione, nella vita rimandare é SEMPRE, IMMANCABILMENTE, un errore. Temporeggiare, é un conto, e ci puó stare: ma appena si sta rimandando, cioé non c'é una solida (e dico solida, non una vaga speranza, o una astrazione) base razionale dietro all'aspettare, ecco l'errore.
Hai ragione, non devo mai dimenticarmi che sto conducendo una lotta in un certo senso oggi ad esempio ero piu carico ed "aggressivo" e la giornata é andata molto meglio di ieri. Bisogna sempre tirar fuori le palle, per dirla in soldoni! Grazie per avermelo ricordato.
Sai forse perché rischio a volte di cadere in questo errore con la fobia? perché sono dell'avviso che invece con la depressione, quella proprio da angoscia esistenziale e malessere senza motivo, bisogna un po' anche aspettare. Certo non devono mancare gli aggiustamenti, i cambiamenti insomma, per uscirne. Peró anche solo il tempo deve fare la sua parte, almeno nel mio caso ho l'impressione che le cose siano anche andate in questo modo...
Vecchio 19-03-2010, 23:48   #14
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L'avatar di Iason
 

Comunque aprofitto per dire che in questo forum ho trovato e continuo a trovare persone eccezionali. Chi ha capacitá acute di capire i problemi, chi ha una esperienza umana notevole, chi ha una simpatia ed una intelligenza e una ironia stupenda, chi é profondo... Chi, e siete molti, ha una umanitá che si capisce anche solo da qualche parola.
Voglio solo fare notare a tutti i calimero che ci sono qui dentro (e mi ci metto anche io, eh) che in questo forum noto un grado di umanitá e intelligenza molto alto. Tutto qua. un abbraccio a tutti e GRAZIE, a praticamente tutti quelli con cui sono stato in contatto in questi miei primi giorni qui dentro, siete dei grandi
Vecchio 19-03-2010, 23:50   #15
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Essere soli è un fallimento. La solitudine è Il Fallimento per eccellenza.
Vecchio 20-03-2010, 09:51   #16
Intermedio
L'avatar di Joker5
 

Penso di essere stato così, un tempo. Poi negli ultimi 10 e più anni le cose sono cambiate: mi piace pensare che un paio di persone siano riuscite a mostrarmi cos'è la vita, e da allora ho sempre cercato di viverla meglio e più a fondo.

...però, sono un ricottaro, e quindi mi ritrovo a 28 senza lavoro, con questa università che se potessi noleggerei un bombardiere e la raderei al suolo domani, e prevalentemente solo, senza una persona importante vicino, ma tanti che vanno e vengono (niente avventure, però, e magari lo vorrei ma chissà) e amici "ufficiosi"...

Quella che mi manca è una presenza più meno stabile (che possa essere ricambiata, ovviamente). Amici a lungo raggio e a lungo periodo ne ho e riesco a starci bene, solo che talvolta mi scende il magone e ci sono quelle 4-5-6 ore in cui darei non so cosa perchè qualcuno di loro sia qui, ma non c'è mai nessuno.

Da una parte sono rassegnato: se non riesco a fare di meglio ne per me ne per gli altri, ci sarà qualche margine di inevitabilità contro cui non posso (e probabilmente non voglio neanche) fare niente. Dall'altro canto continuo a provare e a raccogliere ogni tanto qualche barlume di felicità. Non sarà granchè, sapendo che è temporaneo, ma dopotutto anche il dolore nella maggior parte dei casi lo è. E credo non valga la pena di buttare via il "possibile meglio" della vita per qualcosa che, tutto sommato, possiamo sopportare.
Vecchio 20-03-2010, 14:37   #17
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L'avatar di Iason
 

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Originariamente inviata da Death Visualizza il messaggio
Essere soli è un fallimento. La solitudine è Il Fallimento per eccellenza.
Ma assolutamente, assolutamente, assolutamente e assolutamente no. Sentirsi falliti, é il fallimento per eccellenza, forse. Di fallimenti ce n'é tanti, ma la solitudine non é detto che debba essere uno di questi.
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