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22-03-2016, 00:06
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#41
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Master
Secondo voi, quali caratteristiche servono per poter immergersi nella vasca di sangue bollente della realta'?
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Una caratteristica forse ci vuole, anche se non è molto sistematica... Quella di non convincersi troppo che quella che viene chiamata comunemente realtà risulta così reale .
La realtà con cui abbiamo a che fare rappresenta un qualcosa con cui non siamo mai davvero in contatto diretto ma sempre mediato e non possiamo sapere in assoluto prima e a monte cosa ci vorrebbe per conoscere le cose come stanno, anzi questo le cose come stanno rappresenta un qualcosa che risulta piuttosto traballante e non così stabile.
Io personalmente non credo nell'esistenza di caratteristiche idonee e un metodo preciso, non ci ho mai creduto davvero.
Secondo il senso comune certe idee possono risultare davvero il parto di fantasie malate, spesso però non è mica detto che debbano risultare poi praticamente così "cattive" e scollate dai fatti certe idee, magari quel che è vero è che risultano scollate da altre interpretazioni alternative dei fatti.
Affinché abbia senso parlare di una forma di fuga dovrebbe esser chiaro e stabile cosa debba esser considerato reale e cosa irreale definitivamente, io personalmente questa chiarezza non l'ho mai avuta, ed ho sempre trovato ridicola la posizione degli psicoanalisti che si difendevano da chi criticava certe loro teorie accusandolo di non accettare la realtà... Quale realtà? Quella che avevano in mente loro?
Chi critica dei punti di vista o mette in dubbio questi punti di vista immaginando altre alternative... Fugge?
Quel che si ha in mente non è ancora la realtà, ed in quanto tale tutto questo può essere ancora soggetto a svariate critiche.
Forse è proprio questa distanza da un qualche senso di realtà immediato ed ingenuo che secondo me può darci la possibilità di conoscere qualcosa con margini di probabilità maggiori.
Immaginare serve e come per conoscere, non è privandosi di questa facoltà, ancorandosi ad un qualche senso di realtà ingenuo, che si conosce meglio tutto.
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Ultima modifica di XL; 22-03-2016 a 00:29.
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26-03-2016, 17:31
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#42
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da NevermorA
Perchè...se uno non è questo...se uno non si sente a proprio agio con l'insensibilità,la menzogna e l'essere spietati,in sostanza...non so... anche perchè...non so voi,ma io spesso sono fuggita da questo,dall'ipocrisia e dalla cattiveria del mondo...e trasformarci proprio in ciò che non ci piace della realtà...davvero sarebbe un modo per starci bene in mezzo?
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Se non ti senti a tuo agio con l'insensibilità e la menzogna e l'ipocrisia .. se non riesci ad esserlo spietato (e se non vuoi esserlo: io non ho mai VOLUTO esserlo) .. hai buone probabilità di "soccombere".. perché in ogni contesto e situazione ci si vede costretti a fare i conti con gente (spesso "mascherata" da agnello) che non si farà le remore che ti fai tu.. che se potrà sfruttare le tue debolezze e le tue difficoltà a suo vantaggio lo farà - e spietatamente pure -
Nel migliore degli scenari ti ritroverai paria ai margini di tutto, ignorato e non considerato da nessuno.
Perchè, alla fine, anche il "ripudiare" tutto quello che fa andare "avanti" il mondo, non è che fa star bene, anzi: essere del tutto fuori dalla realtà implica anche il ritrovarsi molto isolati e soli.. (a meno che non hai la stra-fortuna di avere accanto qualcuno che dalla realtà e dal mondo ci resta fuori con te - e non è mai stato il mio caso - )
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Ultima modifica di chrissolo; 26-03-2016 a 17:39.
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26-03-2016, 17:38
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#43
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Banned
Qui dal: Dec 2015
Messaggi: 1,327
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Una caratteristica forse ci vuole, anche se non è molto sistematica... Quella di non convincersi troppo che quella che viene chiamata comunemente realtà risulta così reale .
La realtà con cui abbiamo a che fare rappresenta un qualcosa con cui non siamo mai davvero in contatto diretto ma sempre mediato e non possiamo sapere in assoluto prima e a monte cosa ci vorrebbe per conoscere le cose come stanno, anzi questo le cose come stanno rappresenta un qualcosa che risulta piuttosto traballante e non così stabile.
Io personalmente non credo nell'esistenza di caratteristiche idonee e un metodo preciso, non ci ho mai creduto davvero.
Secondo il senso comune certe idee possono risultare davvero il parto di fantasie malate, spesso però non è mica detto che debbano risultare poi praticamente così "cattive" e scollate dai fatti certe idee, magari quel che è vero è che risultano scollate da altre interpretazioni alternative dei fatti.
Affinché abbia senso parlare di una forma di fuga dovrebbe esser chiaro e stabile cosa debba esser considerato reale e cosa irreale definitivamente, io personalmente questa chiarezza non l'ho mai avuta, ed ho sempre trovato ridicola la posizione degli psicoanalisti che si difendevano da chi criticava certe loro teorie accusandolo di non accettare la realtà... Quale realtà? Quella che avevano in mente loro?
Chi critica dei punti di vista o mette in dubbio questi punti di vista immaginando altre alternative... Fugge?
Quel che si ha in mente non è ancora la realtà, ed in quanto tale tutto questo può essere ancora soggetto a svariate critiche.
Forse è proprio questa distanza da un qualche senso di realtà immediato ed ingenuo che secondo me può darci la possibilità di conoscere qualcosa con margini di probabilità maggiori.
Immaginare serve e come per conoscere, non è privandosi di questa facoltà, ancorandosi ad un qualche senso di realtà ingenuo, che si conosce meglio tutto.
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27-03-2016, 00:04
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#44
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,907
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Secondo me invece non fuggiamo mai realmente . Se si tratta di fantasie penso che la maggior parte va a ripetere fantasticando quelle cose che gia sa . Poi spesso se le fantasia non diventa realta , si ripete diminuendo la capacita di creare nuovi punti di vista persino quello della realta.
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27-03-2016, 00:55
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#45
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Avanzato
Qui dal: Mar 2016
Messaggi: 304
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tra le diagnosi che ho c'è "disturbo schizoide di personalità". la fuga dalla realtà quindi è una componente fondamentale del mio essere....mi capita a volte di passare ore sul letto a fantasticare cose che esistono solo nella mia testa.
so bene che è una cosa completamente sbaglaita ma ormai ho un'età in cui non si cambia piu'.
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27-03-2016, 02:02
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#46
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da Sample
Secondo me invece non fuggiamo mai realmente . Se si tratta di fantasie penso che la maggior parte va a ripetere fantasticando quelle cose che gia sa . Poi spesso se le fantasia non diventa realta , si ripete diminuendo la capacita di creare nuovi punti di vista persino quello della realta.
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Ovvio che la fuga dalla realtà non è mai qualcosa di "reale".. è una speranza del tutto illusoria potervi realmente fuggire (scusate l'uso reiterato di "reale" e derivati, ma ho il cervello in pappa e il cuore che sanguina, gnela fò proprio); la "fuga" può aiutare (a livello motivazionale e "creativo", soprattutto) se avviene in piccole contenute dosi .. altrimenti diventa un processo sterile e alienante, deleterio..
Perché è una fuga impossibile, alla "realtà" (fisica, materiale, biologica) siamo e saremo comunque e sempre vincolati, come lo siamo alle forze della natura e dell'universo, tipo la gravità.
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27-03-2016, 02:20
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#47
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Banned
Qui dal: Dec 2015
Messaggi: 1,327
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Fuggire dalla realtà è l'unica cosa che mi fa sentire vivo.
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09-09-2016, 20:49
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#48
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Esperto
Qui dal: May 2007
Messaggi: 793
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Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Purtroppo non è per niente facile.
Potrei dire che se ci si riuscisse, questa sarebbe la soluzione di tutti i problemi, almeno per chi soffre di disturbo evitante, anche in forma più accennata, e non solo la semplice fobia sociale.
Come sempre, si tratta di dinamiche generali, che coinvolgono la persona nel complesso. Quindi ci vuole un equilibrio tra diversi fattori.
A me sembra sempre valido l'approccio cognitivo-comportamentale, perché mette insieme la riflessione e l'acquisizione di pensieri non limitanti, con la progressiva esposizione e l'abitudine a fare cose stressanti.
Entrando nel merito, secondo me può essere utile partire dall'autostima, intesa non come esaltazione di sè, ma come consapevolezza delle proprie qualità anche positive. Nell'autostima c'è anche il concetto per cui noi siamo persone con la propria integrità strutturata negli anni, e non possiamo permettere ad ogni scossone di farci crollare e annullarci. "Avere le spalle larghe" può rendere l'idea. Anche "farsi scivolare addosso le cose" mi è sempre piaciuto.
Poi a me risulta utile capire cosa mi piace fare e mi rende soddisfatto di me. Uno, ad esempio, l'ho trovato nello sport, ho capito che per esperienze passate, istinto, esempio dei genitori, non potrò essere felice senza fare sport, e sto agendo di conseguenza. Ma è solo un esempio. Lo studio e la conoscenza per qualcuno (e anche in parte per me) è altrettanto importante. L'arte e la creatività (ad esempio la cucina o la musica) pure. Se tu la sera vai a letto sapendo di aver fatto qualcosa di cui sei soddisfatto e che ha arricchito la tua persona, affronterai un pò meglio le difficoltà.
Una cosa importante è secondo me anche iniziare a vedere la realtà con connotati meno negativi. Ragionare in termini di "homo homini lupus" non ci aiuterà a superare la fobia sociale. Bisogna un pò sforzarsi di vedere la società come un insieme di persone che non vogliono il male dell'altro, e che possono accettarti se tu a tua volta ti mostri aperto e anche un pò abile nell'interagire. Ci sono persone da non seguire, ci sono persone crudeli, ma noi dobbiamo andare avanti e cercare altrove. Insomma, la società è una medaglia con due lati, ma dovendo scegliere è meglio vedere il lato più bello.
Ma come vedi, son già partito con un elenco, quando purtroppo un elenco non è possibile farlo. Sono percorsi graduali comunque, ci vuole tempo.
E rimane il fatto che chi è insicuro nel profondo, tendenzialmente lo rimarrà per tutta la vita, e si tratta semmai di imparare modi e ragionamenti per convivere con questa insicurezza, rendendola sempre meno decisiva nel determinare le nostre scelte.
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09-09-2016, 23:45
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#49
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
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Quote:
Originariamente inviata da Master
Secondo voi, quali caratteristiche servono per poter immergersi nella vasca di sangue bollente della realta'?
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(non ho letto le altre risposte, dico la mia)
Essere consapevoli di dove si e' ma guardare verso l'alto e all'appiglio piu' vicino per uscirne anche se da solo non e' sufficiente e gli altri son ben piu' difficili da raggiungere.
In una vasca di sangue bollente come in un filo su un precipizio e' pericoloso distrarsi per dimenticare/dimenticando la situazione, inutile e non meno pericolo guardare giu'/ dentro la vasca.
A volte gli appigli neanche si vedono o puff...quelli a cui si guardava improvvisamente scompaiono ed e' dura, ma il principio resta lo stesso, bisogna cercare se si scorge qualcosa, e al limite dirsi non li vedo ma lo so che ci sono, mi sforzo per uscire da qui. (Ecco io tendo molto a volerli vedere sti appigli anche quando son poco saldi, e' un po' illusorio ma in generale m'aiuta, anche se quando cadono son messa di fronte all'evidenza di doverne cercare altri, devo pero' perfezionare sto meccanismo perche' divento troppo dipendente dagli appigli piu' evidenti). L'idea alla base del mio metodo e' anche che la forza principale la mettiamo noi, gli appigli hanno piu' che altro il semplice ruolo di incoraggiarci a attivarci. )
(Con uscire dalla vasca di sangue intendo migliorare la situazione- parlarne in questo modo e non quello della metafora dell'autore mi e' piu' semplice ma il concetto e' simile: miglioro la situazione -> riesco a affrontare, prima poco poi sempre piu'. Do' per assunzione che cio' sia almeno in parte possibile, se no tantovale illudersi ome si vuole.)
Forse a dire immergersi poco per volta facevo prima, son contorta stasera.
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Ultima modifica di cancellato2824; 09-09-2016 a 23:59.
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10-09-2016, 00:32
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#50
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Principiante
Qui dal: May 2016
Messaggi: 31
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Io ho letteralmente vissuto anni dentro ad un mondo di fantasia. A vari livelli. Il più "grave" era quello in cui mi rifugiavo in ogni attimo della giornata in le la mia mente era libera di vagare. A pensarci ora mi inquieta. Mi ero costruita un mondo parallelo, definito nei minimi dettagli,* dove la mia vita era andata come avrei voluto andasse. In quel mondo avevo l'aspetto il carattere le relazioni che avrei voluto avere. Ci passavo le ore, creavo i personaggi le storie i discorsi. E quando stavo lì stavo bene, come una droga. Il ritorno alla realtà era sempre drammatico. Ma, come accennavo prima parlando di livelli, non era nemmeno un vero ritorno alla realtà. Perché anche quando non fantasticavo la mia visione delle cose era alterata eccome. Non vedevo la mia situazione per come era veramente, negavo, faceva troppo male il cervello non avrebbe retto non so ma era evidente che era un modo di difendersi. È difficile da spiegare. Sapevo e non sapevo. Parlo di tutto, il mio aspetto fisico ad esempio, sapevo di non essere bella anzi mi sentivo un mostro assolutamente eppure mi rendo conto che non ero consapevole di me del mio corpo. Ad esempio mi percepivo più alta e slanciata, solo recentemente ho acquisito la consapevolezza di non esserlo. E altre mille cose. Lo stesso per la mia condizione di sfigata, come mi vedevano gli altri, negavo a manetta. Un pò lo faccio ancora ma di meno. Quando ho cominciato a migliorare? Quando sono stata meglio, sostanzialmente per fattori esterni. Quando stai male devi sopravvivere, corpo e cervello usano tutti i mezzi. Un'ultima cosa che dico è che non è prerogativa di fobici ed evitanti raccontarsela, anzi, io sono circondata da gente fobica neanche un po' e rimango sempre sconvolta da come ognuno vive nel suo mondo, tutti pieni di muri di difesa in testa che in confronto le mie fantasie erano solo cartapesta. E trovare punti di contatto è quasi impossibile è una cosa molto triste.
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10-09-2016, 09:40
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#51
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,239
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Si fugge perché nella finzione possiamo finalmente essere come vorremmo nella realtà,lì tutto è diverso,"migliore"siamo amati rispettati,volendo esagerare anche guardati con timore se ci và,tutto è possibile,e devo ammettere che il momento in cui vado a dormire è il migliore di ogni mia giornata perché iniziare ad immaginare come vorrei essere realmente!
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