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Vecchio 25-04-2010, 17:59   #1
Esperto
L'avatar di Nocturno83
 

In alcune lingue come nel greco (sia antico che moderno) e nell'arabo esiste anche la forma duale insieme a quella singolare e plurale

credo che la fobia sociale possa essere misurabile per livelli di gravità attraverso questi termini che ho scelto (almeno in alcuni casi, dipende che tipo di fobici siamo)

indubbiamente la fobia sociale più grave ci relega al singolare, cioè a temere la maggior parte delle persone e ci obbliga a stare soli per non sentirci in ansia

in altri casi come nel mio il livello si ferma al "duale"

la mia fobia mi rende ancora molto rigido in presenza di 3 o + persone, più siamo e peggio è per me e per quanto non lo voglia, in presenza di tante persone mi trasformo sempre in un manichino inespressivo e silenzioso che non reagisce alla vitalità del gruppo

Invece, quando sto solo con una persona, riesco a dare il massimo della mia gradevolezza interperesonale (il mio massimo badate bene), poiché ho tantissimi interessi, sono capace di parlare di tantissime cose, di mostrarmi attento a quello che una persona singola mi dice (proprio perché si sta rivolgendo solo ed esclusivamente a me). Tanto che molte persone che mi hanno conosciuto, inizialmente fra altre, dopo restano un po' sorprese quando in loro sola presenza mi sono aperto molto; anche troppo.

E' paradossale ma quando mi apro con qualcuno arrivo a dire cose talmente delicate e personali che molti finiscono coll'imbarazzarsi al posto mio ed arrivano a sconsigliarmi di essere così schietto poiché in effetti all'estremo opposto della chiusura si ottiene ugualmente l'incomprensione altrui

credo sia questo a penalizzarmi con le ragazze, poiché spesso mi hanno visto muto insieme ad altre persone per poi metterle in imbarazzo quando con inaspettata franchezza e ricchezza di particolari ho manifestato il mio interesse nei loro confronti.

Mentre so che per piacere alle ragazze bisogna essere piacevoli ma anche un po' "falsi". Essere galanti o maliziosi consiste nella capacità di recitare una parte dove solo una parte della nostra interiorità va mostrata.

Per combattere queste contraddizioni che rivelano una mia persistente rigidità comportamentale mi ci vorrebbero contatti personali frequenti dal vivo. Ma purtroppo vivo in una città a sua volta chiusa, gli amici che sono riuscito a farmi finiscono sempre per essere quelli nella rete e quindi anche se alla fine riusciamo (ognitanto) a conoscerci dal vivo (anche con delle ragazze), le occasioni per dimostrare dal vivo che non sono poi così strano (agli occhi di chi non è fobico come noi ovviamente) sono rare. Mi ritrovo spesso a chiarire bene il mio interesse x le ragazze che conosco quando siamo ormai tornati in rete e le parole, per quanto possano essermi di supporto per esprimere ciò che esteriormente non sono mai in grado di mostrare, risultano insufficienti. Anzi a volte l'eccessiva articolazione del mio linguaggio distorce la mia normalità e molte ragazze avvertono in me una stranezza evidente che le induce subito a mantenere le distanze.
Vecchio 25-04-2010, 18:44   #2
Banned
 

Interessante il paragone che hai fatto con il "duale" .

Strana, però, la cosa.
Vale a dire, stando in un gruppo l'interesse delle persone nei tuoi confronti è diciamo "delocalizzato", utilizzando un termine adoperato in chimica fisica. Delocalizzato su tanti individui. Quindi non troverai mai qualcuno che pensa solo a te (la paura di un sociofobico è essere costantemente osservato e quindi fare passi falsi o brutte figure).
Stando in 2, invece, l'altra persona necessariamente ha come unico interesse te, quindi devi stare sempre ben attento a quanto fai e quanto dici, il che ti blocca in molte cose.

Questo in generale, ovviamente.
Io preferirei stare in un gruppo, con magari qualche conoscente e gli altri sconosciuti, che stare da solo con uno sconosciuto, con cui non saprei manco come iniziare una conversazione.
Vecchio 25-04-2010, 19:31   #3
Esperto
L'avatar di Loudovica
 

Evvai col greco!

Anch'io sono ferma al duale,
e infatti ho notato che con più di due persone non riesco a gestire le cose, perché tendo ad avere sempre un punto di riferimento unico, che generalmente è la persona con cui ho più confidenza, oppure proprio nessuno (tipo: sono con due persone e mi isolo da entrambe).
Invece quando sono con una persona sola, riesco a venir fuori un po' di più, e generalmente faccio un'impressione meno peggio.
Naturalmente tutto ciò se conosco la persona, se sono a mio agio etc.
Vecchio 25-04-2010, 19:33   #4
Esperto
L'avatar di darkwing duck
 

Meno di singolare cosa c'è?
Vecchio 25-04-2010, 19:52   #5
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Nocturno83 Visualizza il messaggio
In alcune lingue come nel greco (sia antico che moderno) e nell'arabo esiste anche la forma duale insieme a quella singolare e plurale

credo che la fobia sociale possa essere misurabile per livelli di gravità attraverso questi termini che ho scelto (almeno in alcuni casi, dipende che tipo di fobici siamo)

indubbiamente la fobia sociale più grave ci relega al singolare, cioè a temere la maggior parte delle persone e ci obbliga a stare soli per non sentirci in ansia

in altri casi come nel mio il livello si ferma al "duale"

la mia fobia mi rende ancora molto rigido in presenza di 3 o + persone, più siamo e peggio è per me e per quanto non lo voglia, in presenza di tante persone mi trasformo sempre in un manichino inespressivo e silenzioso che non reagisce alla vitalità del gruppo

Invece, quando sto solo con una persona, riesco a dare il massimo della mia gradevolezza interperesonale (il mio massimo badate bene), poiché ho tantissimi interessi, sono capace di parlare di tantissime cose, di mostrarmi attento a quello che una persona singola mi dice (proprio perché si sta rivolgendo solo ed esclusivamente a me). Tanto che molte persone che mi hanno conosciuto, inizialmente fra altre, dopo restano un po' sorprese quando in loro sola presenza mi sono aperto molto; anche troppo.

E' paradossale ma quando mi apro con qualcuno arrivo a dire cose talmente delicate e personali che molti finiscono coll'imbarazzarsi al posto mio ed arrivano a sconsigliarmi di essere così schietto poiché in effetti all'estremo opposto della chiusura si ottiene ugualmente l'incomprensione altrui

credo sia questo a penalizzarmi con le ragazze, poiché spesso mi hanno visto muto insieme ad altre persone per poi metterle in imbarazzo quando con inaspettata franchezza e ricchezza di particolari ho manifestato il mio interesse nei loro confronti.

Mentre so che per piacere alle ragazze bisogna essere piacevoli ma anche un po' "falsi". Essere galanti o maliziosi consiste nella capacità di recitare una parte dove solo una parte della nostra interiorità va mostrata.

Per combattere queste contraddizioni che rivelano una mia persistente rigidità comportamentale mi ci vorrebbero contatti personali frequenti dal vivo. Ma purtroppo vivo in una città a sua volta chiusa, gli amici che sono riuscito a farmi finiscono sempre per essere quelli nella rete e quindi anche se alla fine riusciamo (ognitanto) a conoscerci dal vivo (anche con delle ragazze), le occasioni per dimostrare dal vivo che non sono poi così strano (agli occhi di chi non è fobico come noi ovviamente) sono rare. Mi ritrovo spesso a chiarire bene il mio interesse x le ragazze che conosco quando siamo ormai tornati in rete e le parole, per quanto possano essermi di supporto per esprimere ciò che esteriormente non sono mai in grado di mostrare, risultano insufficienti. Anzi a volte l'eccessiva articolazione del mio linguaggio distorce la mia normalità e molte ragazze avvertono in me una stranezza evidente che le induce subito a mantenere le distanze.
ipotizzando di trovarti in presenza/compagnia di moltissime persone, ma tra queste ve n'è una (una sola!) che ti è molto cara, che percepisci come un affetto molto forte, una sicurezza.... il tuo livello di fobia ne viene mitigato in qualche misura? o la presenza del singolo "punto di riferimento" non cambia nulla...?
Vecchio 25-04-2010, 22:10   #6
Esperto
L'avatar di Nocturno83
 

dunque animaneara, nella situazione che tu descrivi sono capace di aprirmi con una sola persona se questa è la sola fra tante con cui ho confidenza, ma se poi si mette a interagire con gli altri allora sono costretto a staccare la mia apertura e attendere di poterla riattivare se quell'amico si rivolgerà di nuovo a me
Vecchio 25-04-2010, 22:39   #7
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Nocturno83 Visualizza il messaggio
dunque animaneara, nella situazione che tu descrivi sono capace di aprirmi con una sola persona se questa è la sola fra tante con cui ho confidenza, ma se poi si mette a interagire con gli altri allora sono costretto a staccare la mia apertura e attendere di poterla riattivare se quell'amico si rivolgerà di nuovo a me
per cui, banalmente parlando, non è il numero delle persone che ti spaventa, ma il modo in cui tu le inquadri e percepisci in rapporto a te. teoricamente se fossero tutti tuoi grandi amici.. e se tutti ti dessero attenzioni etc etc... il numero diventerebbe poco o per nulla rilevante.

in effetti credo che sia il modo in cui percepiamo le persone a fare la differenza.. e non il numero delle persone!!!
Vecchio 25-04-2010, 22:54   #8
Esperto
L'avatar di Nocturno83
 

non capita mai che ci siano + amici fidati insieme, ma comunque se si dialoga in gruppo, anche se sono in buoni rapporti con tutti i presenti tendo ad ammutolirmi
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