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26-01-2008, 11:40
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#1
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Avanzato
Qui dal: Mar 2007
Messaggi: 370
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Stamattina ho letto un' intervista ad uno psicologo francese.
Egli affermava che non esistono più i genitori autoritari ma complici, e quindi manca la figura severa del genitore.
Con questo sostanzialmente spiegava i fenomeni dilaganti di branco, droga e furto (questa mi mancava) tra i giovani.
Altresì dice che la ribellione è cosa buona e giusta, perchè è staccarsi dalle regole che si rispettavano da bambini.
Ma se prima inneggia alla figura autorevole e poi vuole la ribellione, non dà l'idea del Veltroni di Crozza?
Bisogna aumentare le tasse.. ma anche diminuirle. :wink:
boh.. :roll:
Ma un sociofobico o un timido possono essere ribelli?
Io non posso dire di esserlo stato. Ero troppo divorato dall'ansia per fare certe cose. Diciamo che sono stato un adolescente sognatore.
E voi?
Siete mai stati ribelli?
Qual'è la vostra "scala" di ribellione?
E già ribellione rientrare a casa oltre l'ora imposta, o bisogna arrivare alle corse clandestine (è la prima cosa che mi è venuta in mente)?
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26-01-2008, 11:46
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Ubicazione: Non a Ferrara purtroppo
Messaggi: 564
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Sono sia sognatore che ribelle,nel senso di anticonformista,non per voglia di scandalizzare o di contestazione fine a se stessa,ma a causa del fatto che ho poco in comune con la società.Ma non ho mai fatto cose particolarmente eclatanti.
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26-01-2008, 12:48
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#3
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,411
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La vera ribellione non cerca di farsi notare, semplicemente le accade. Il punto non è compiere gesti eclatanti, fregandosene degli altri, per potersi fregiare del titolo di ribelle. Quello semmai è una richiesta d'aiuto, è un volersi distinguere ma continuando a dialogare con la società e dicendole: "guarda, sono un ribelle". La vera ribellione è la resistenza silenziosa all'omologazione, o tutt'al più l'impegnarsi attivamente per migliorare il mondo.
Skiantos - Sono un ribelle mamma
Pronto, passami la mamma
lo so che è ancora sveglia nella stanza
sono le quattro del mattino
avrei bisogno di parlarle un attimino
Sto bene, non è un incidente
guarda, mamma, non mi è successo niente
stanotte non torno li a dormire
resto fuori, non c'è niente da spiegare
Giuro, non è per farti male
dormo fuori, non farmela pesare
c'è un posto qui a casa degli amici
parla forte, non capisco cosa dici
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Ci vediamo, torna pure a letto
domani arrivo, okay te lo prometto
e per favore stira la maglietta
c'è un concerto, mi serve quella rotta
Ricorda di comprarmi dei calzini
fai mettere le borchie ai pantaloni
ho il pullover e la giacca di pelle
non ho freddo e sono un ribelle
E va bene, non ho niente nella testa
può anche darsi, però adesso basta
sono un ribelle, l'ho deciso
e non m'importa di essere capito
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
Sono un ribelle, mamma
Sono un ribelle, mamma
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26-01-2008, 13:00
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#4
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Intermedio
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Italy
Messaggi: 215
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Sono ribelle solo su alcuni punti.
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26-01-2008, 13:08
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#5
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 535
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ribello no
ribrutto si
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26-01-2008, 13:58
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#6
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Principiante
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 10
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Quote:
La vera ribellione non cerca di farsi notare, semplicemente le accade. Il punto non è compiere gesti eclatanti, fregandosene degli altri, per potersi fregiare del titolo di ribelle. Quello semmai è una richiesta d'aiuto, è un volersi distinguere ma continuando a dialogare con la società e dicendole: "guarda, sono un ribelle". La vera ribellione è la resistenza silenziosa all'omologazione, o tutt'al più l'impegnarsi attivamente per migliorare il mondo.
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Concordo appieno...PAROLE SANTE..
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26-01-2008, 14:09
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#7
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Avanzato
Qui dal: Sep 2007
Ubicazione: Napoli
Messaggi: 355
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Io sono l'antitesi della ribellione, insomma non bevo, non fumo, non fotto, mi vesto sempre serioe vado in chiesa...forse i miei genitori sono stati troppo autoritari? Non credo, sono così e basta, un poco lo si nasce ribelli (ma lo si diventa anche).
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26-01-2008, 14:33
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#8
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Principiante
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 68
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Quote:
Originariamente inviata da Zed
Stamattina ho letto un' intervista ad uno psicologo francese.
Egli affermava che non esistono più i genitori autoritari ma complici, e quindi manca la figura severa del genitore.
Con questo sostanzialmente spiegava i fenomeni dilaganti di branco, droga e furto (questa mi mancava) tra i giovani.
Altresì dice che la ribellione è cosa buona e giusta, perchè è staccarsi dalle regole che si rispettavano da bambini.
Ma se prima inneggia alla figura autorevole e poi vuole la ribellione, non dà l'idea del Veltroni di Crozza?
Bisogna aumentare le tasse.. ma anche diminuirle. :wink:
boh.. :roll:
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Gli psicologi dicono un sacco di razzate.
Si auto-convincono che la loro sia una scienza, quanto è palese che non lo è, e pensano di essere in grado di capire tutto e tutti secondo leggi che di volta in volta si inventano tentando di modificare o reintepretare la realtà quando non corrisponde ai loro sciocchi modelli.
Pensa che noi omosessuali, secondo loro, fino a 20 anni fa, eravamo considerati malati mentali, ed è ancora così secondo alcuni di loro... poi all'improvviso siamo "guariti"
La psicologia serve ad una cosa sola: essere utile al potente di turno. Con la psicologia puoi provare tutto e il contrario di tutto. È più simile ad una religione che ad una scienza.
L'uomo non è una macchina, né le sue decisioni/scelte/emozioni possono sempre essere spiegate razionalmente. Pensare di poterlo fare è ridicolo. Il comportamento umano può essere analizzato solo fino ad un certo punto, fin tanto che le cose sono e rimangono semplici, poi diventa troppo complesso e variegato... tanto da diventare velocemente un problema intrattabile. Chiunque pensi di poter trarre conclusioni generalizzate sulle persone, è un povero illuso... ogni persona è dotata di una sua coscienza, di suoi ideali, e questo indipendentemente dal suo orientamento sessuale, o dai suoi desideri o incubi.
Premesso che i bulli son sempre esistiti (è inutile raccontarci balle al riguardo), il fatto che i ragazzi di oggi siano diversi da quelli di ieri non implica assolutamente nulla. Non è nemmeno detto che sia meglio o peggio a prima.
Oggi sono più indipendenti, fanno cose che i loro genitori si vergognerebbero a fare, ecc... da cosa è dovuto questo? Mah, più che altro al fatto che i ragazzi di oggi hanno accesso ad informazioni che prima non avevano. Crescono mentalmente prima, pur restando ragazzi con voglia di giocare e divertirsi.
Se a questo ci aggiungi anche genitori sempre più assorbiti da altro (lavoro, amicizie, ecc) e sempre meno disposti a passare del tempo con loro... ottieni il cocktail perfetto per spiegare bene ciò che sta avvenendo oggi.
Un ragazzo NECESSITA di una guida, che siano i genitori o un perfetto estraneo. Se non trova questa guida nella famiglia se la andrà a cercare altrove e non è detto che ciò che trova sia necessariamente in linea con ciò che i suoi genitori sperano (e anche questo non necessariamente è un male). Se un ragazzo non ha un role-model a cui ispirarsi... se lo inventa. Magari prendendolo dalla TV, o aggregandosi in bande di altri ragazzi messi più o meno come lui.
Io sono dell'opinione che i ragazzi dovrebbero essere cresciuti dalla COMUNITÀ, e non all'interno di famiglie isolate a tenuta stagna. Oggi c'è troppa paura verso "l'estraneo", inoltre i genitori di oggi non vogliono interferenze nell'educazione dei loro figli. Basta vedere i casi di quei professori che chiamano i genitori per spiegar loro che loro figlio ha fatto qualcosa di sbagliato e i genitori anziché accettare la critica e agire di conseguenza preferiscono a loro volta criticare il professore, magari arrivando ad insultarlo.
È chiaro che in queste condizioni la gente se ne sbatte, anzi, ha paura ad avere a che fare con i figli degli altri e i ragazzi sono abbandonati a loro stessi. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. E non c'è bisogno di avere una laurea in psicologia o inventarsi puttanate per giungere a queste conclusioni, basta conoscere un po' l'animo umano.
Da piccolo io me ne andavo in giro per il paese, spesso entravo nelle case di altre persone, in particolare c'era una signora anziana che era sempre felice di ricevermi. Mi offriva il te, mi parlava, mi raccontava la sua giornata e io la mia, mi aiutava a capire le cose e mi faceva sentire ben accetto. Non avevo paura degli adulti, non li consideravo qualcosa di "diverso" da me. La tendenza attuale invece è proprio quella di generare il panico, di considerare tutti potenziali nemici anziché potenziali amici. Di questa strada la società, e la gioventù in particolare, è condannata.
Quote:
Originariamente inviata da Zed
Ma un sociofobico o un timido possono essere ribelli?
Io non posso dire di esserlo stato. Ero troppo divorato dall'ansia per fare certe cose. Diciamo che sono stato un adolescente sognatore.
E voi?
Siete mai stati ribelli?
Qual'è la vostra "scala" di ribellione?
E già ribellione rientrare a casa oltre l'ora imposta, o bisogna arrivare alle corse clandestine (è la prima cosa che mi è venuta in mente)?
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Ribellarsi è importante, non per partito preso, ma quando si vedono delle ingiustizie (verso sé stessi e a maggior ragione verso gli altri).
Non è necessario ribellarsi per piccole cose, ma bisogna avere il coraggio di reagire, anche quando si ha contro tutti, anche quando si sa di stare combattendo una guerra persa in partenza.
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26-01-2008, 19:53
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#9
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Intermedio
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 208
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sn sempre stato la pecora nera, il casinista, il trascinatore, il vandalo..
quindi forse potrei anke esserlo, non saprei :?
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26-01-2008, 21:35
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#10
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Intermedio
Qui dal: Sep 2007
Messaggi: 151
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una volta ho contestato duramente la mia prof di filosofia perchè non voleva dirmi il voto dell'interrogazione perchè aveva paura che non mi impegnassi nel compito scritto :wink:
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26-01-2008, 22:18
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#11
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Messaggi: 5,489
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Io ho il ciuffo ribelle 8)
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18-02-2008, 00:08
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#12
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,306
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Quote:
Originariamente inviata da Zed
Stamattina ho letto un' intervista ad uno psicologo francese.
Egli affermava che non esistono più i genitori autoritari ma complici, e quindi manca la figura severa del genitore.
Con questo sostanzialmente spiegava i fenomeni dilaganti di branco, droga e furto (questa mi mancava) tra i giovani.
Altresì dice che la ribellione è cosa buona e giusta, perchè è staccarsi dalle regole che si rispettavano da bambini.
Ma se prima inneggia alla figura autorevole e poi vuole la ribellione, non dà l'idea del Veltroni di Crozza?
Bisogna aumentare le tasse.. ma anche diminuirle. :wink:
boh.. :roll:
Ma un sociofobico o un timido possono essere ribelli?
Io non posso dire di esserlo stato. Ero troppo divorato dall'ansia per fare certe cose. Diciamo che sono stato un adolescente sognatore.
E voi?
Siete mai stati ribelli?
Qual'è la vostra "scala" di ribellione?
E già ribellione rientrare a casa oltre l'ora imposta, o bisogna arrivare alle corse clandestine (è la prima cosa che mi è venuta in mente)?
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rispondo io...
io sono stato sia estroverso che introverso e ti posso assicurare che in entrambi i casi sono stato e sono un ribelle.
Ma non quella ribellione cattiva...è quella ribellione che nasce dalla convinzione che siamo tutti uguali,liberi ecc...ecc...quella ribellione per cui saresti disposto a combattere andando nudo in piazza a roma (no vabbeh non oserei mai tanto ).
Sono sognatore (poeta e sensibile sensibile :P), ma credo in certe idee in cui il mio cervello rimane instancabilmente attaccato.
Sono quello che pretende il rispetto, il non "sparlare sempre e solo alle spalle",il non mettere sempre in difficoltà le persone e quello che crede che non esistano doveri.
Non esiste il dover studiare/lavorare...si studia/lavora per vivere e non il contrario.
Non esiste "tu rientri ad ora xx". Siamo liberi e grazie a Dio (premetto che purtroppo pur sforzandomi di credere da quando sono cambiato emotivamente e psicologicamente non riesco più a credere e sono dunque ateo/agnostico) ognuno ha una propria testa.
Ergo: finchè non faccio del male al prossimo è giusto che siano lasciati tutti i miei spazi.
Pretendo diritti : quali eutanasia, coppie di fatto, aborto e volendo pure incesto (anche se in prima persona non ne sarei capace credo sia giusto lasciare alla persona la libertà).
Credo che le tasse siano un diritto e dovere. L'uomo si unisce nel aptto sociale per aiutarsi e proteggersi reciprocamente; ma credo che se le tasse/stipendi iniziano ad essere inequi e fallimentari sia giusto ribellarsi al potere e buttarlo giù.
Sono quello che dice in faccia ai prof le cose come le pensa se si sente mancare di rispetto (perchè certi prof e certe persone pensano di aver a che fare con cani da bastonare e non persone) e lo stesso con coetanei, amici e quantaltro.
Dirò di più: credo che la ribellione sia un altro segno di sensibilità.
La mia timidezza/introversione è data da eccesso di sensibilità.
La mia determinazione nel rispondere e nel superare la mia introversione in certe circostanze è data dalla stessa sensibilità (se mi sento ferito, attaccato, giudicato o peggio sento ferite persone a me care mi faccio valere).
Forse il passato estroverso mi aiuta, ma di fatto sono così.
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27-02-2008, 13:22
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#13
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 625
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sn stata una ribelle su certe regole... però adesso me ne pento..
riconosco che se non le avessi fatte probabilmente adesso sarei più felice.. però non avrei capito certe cose di me
adesso (anche se il mio carattere è molto testardo) cerco di rispettare le regole perchè solo così facendo posso dimostrare agli altri che sn una persona matura (ovviamente sempre con un occhio critico)
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27-02-2008, 18:11
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#14
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Roma
Messaggi: 533
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quasi mai
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02-10-2011, 12:18
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#15
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Intermedio
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 169
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Quote:
Originariamente inviata da Zed
Ma un sociofobico o un timido possono essere ribelli?
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Sì. "Dentro" si può esserlo. Mostrarlo è già diverso.
Quote:
Originariamente inviata da Zed
Siete mai stati ribelli?
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Sì e forse un po' lo sono ancora. Tuttavia essere così è una cosa che razionalmente mi sta sui cojoni, per cui cerco di evitare.
Quote:
Originariamente inviata da Zed
Qual'è la vostra "scala" di ribellione?
E già ribellione rientrare a casa oltre l'ora imposta, o bisogna arrivare alle corse clandestine [...]?
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Il mancato rispetto degli orari o delle regole è già un inizio.
Le corse clandestine le vedo più da disturbo della condotta
E del disturbo antisociale d. p., del quale cmq non credo di soffrire, ne vogliamo parlare?
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02-10-2011, 13:01
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#16
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Banned
Qui dal: Aug 2011
Ubicazione: All'inferno...
Messaggi: 342
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Sono sempre stata ribelle e anticonformista...ma non sto parlando di ribellione contro i genitori, ma contro la società, la scuola soprattutto. Al liceo e anche ora all'università se le cose non vanno come dico io non mi faccio problemi a contestare o perfino a litigare con i professori...
Poi, certo, se potessi farei di tutto per cambiare la società ma è impossibile perchè da sola non posso fare nulla...ma sono ribelle dentro.
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02-10-2011, 13:58
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#17
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Esperto
Qui dal: Sep 2009
Ubicazione: Pianeta Terra
Messaggi: 2,012
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Io sì, sono sostanzialmente ribelle, non sopporto le imposizioni, le vessazioni, certe regole di questa società e soprattutto non ho mai voluto omologarmi, spesso dovendone subire le conseguenze.
Ma di questo mio atteggiamento non mi sono mai pentito, e mai me ne pentirò.
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02-10-2011, 14:37
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#18
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
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ha volte ho infranto la campana di vetro che i miei costruivano...
tipo comprarmi il cellulare alle superiori!
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02-10-2011, 14:55
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#19
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 1,857
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Sono ribelle solo coi miei genitori e basta.
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02-10-2011, 15:09
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#20
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Banned
Qui dal: Sep 2011
Messaggi: 2,304
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La mia è una ribellione pacata, cerco di non fare troppo casino e se si tratta di sovvertire il sistema, lo faccio con astuzia cercando di non mettermi contro chi cerca di mantenere le cose come stanno. Lo faccio al lavoro e a casa dei miei, in altri ambiti non saprei.
In definitiva ho la capa tosta
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