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Vecchio 20-08-2019, 15:56   #1
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Visto che in un'altra discussione è saltato fuori questo argomento, lo propongo qua, non interverrò come al solito, lascio a voi la parola, dirò solo che io non credo sia una cosa che si possa scegliere ma una cosa che si può solo provare a costruire in relazione ai significati e valori personali (quindi è qualcosa di soggettivo e predeterminato e vincolato secondo me, si costruisce ma sempre entro l intelaiatura delle proprie preferenze e valori base costituzionali) e che è sempre esposta al fallimento.
L'ho già scritto, non interverrò, se vi va dite la vostra, motivate, non intervenite, fate quel che vi pare.
Non si parla di belli e brutti qua .
Vecchio 20-08-2019, 17:00   #2
Esperto
 

Se si ha perfetta salute e piena libertà tutto il resto questione di scelte.
Ringraziamenti da
claire (20-08-2019), XL (20-08-2019)
Vecchio 20-08-2019, 21:57   #3
Esperto
L'avatar di milton erickson
 

Se ho capito quello che intendi (dipende da noi o dalle circostanze esterne?): la risposta è dipende...

Nel senso che ovviamente avvenimenti indipendenti dalla nostra volontà (salute, educazione, aspetto, ecc) impattano molto sulla possibilità di essere felici

Però io col tempo e l'esperienza ho anche capito che in parte siamo anche noi a renderci infelici fissandoci su ciò che non va in noi e trascurando le nostre possibilità di azione..

Con questa scoperta ho imparato se non ad essere felice almeno ad essere più sereno
Vecchio 20-08-2019, 22:55   #4
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

C'è una parte di verità, la predisposizione mentale influenza l'interpretazione dei fatti e degli avvenimenti. Una buona parte delle esperienze dipende da come esse vengono elaborate dalla mente secondo gli schemi ricorrenti di ognuno. Questo soprattutto se si parla di "felicità" che è un concetto che descrive uno stato mentale, non una situazione concreta.
Ovviamente hanno importanza anche le situazioni concrete.
Vecchio 20-08-2019, 23:10   #5
Banned
 

Credo che sia possibile rispondere alla domanda anche intendendola in senso letterale, diretto: sì, si sceglie se permettersi di sperimentare la felicità a cui abbiamo accesso o se anestetizzarsi in un'esistenza più tranquilla e rassicurante, anche se moderatamente infelice.
Vecchio 20-08-2019, 23:15   #6
Esperto
L'avatar di Nightlights
 

Secondo me una parte molto importante sul fattore "mi sento felice/infelice" la gioca il confronto con gli altri...io quando ho smesso di fare paragoni e ho cominciato a capire quali sono le cose che fanno stare bene ME, ho migliorato di molto la situazione.
Non siamo tutti uguali e ognuno, con il percorso da cui viene, ha bisogno di cose e stimoli diversi.

Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
Vecchio 21-08-2019, 06:07   #7
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Forse è poco chiaro che significhi scegliere, per questo poi la discussione, non riesce ad avviarsi.
Provo a chiarire un po' come la penso facendo diversi esempi.

Esempio 1

Supponiamo che io voglia raggiungere lo stato in cui ho 100 euro in tasca.
Ora mettiamo che arriva un altro tizio che, mi mostra due buste trasparenti dove io posso vedere il contenuto e mi dice vuoi la busta a destra o a sinistra? In una delle due buste osservo che ci sono i 100 euro nell'altra niente, scelgo così la busta dove ci sono i 100 euro.

Esempio 2

Supponiamo che io voglia raggiungere lo stato in cui ho 100 euro in tasca.
Arriva un tizio che mi mostra due buste, le buste non sono trasparenti, ne posso scegliere una soltanto però, scelgo una delle due, la apro e non c'è nulla dentro, il tizio apre l'altra e mi mostra che nell'altra c'erano i 100 euro che volevo.

Ora è vero che l'esito "avere 100 euro in tasca" nei due casi dipende da una scelta opzionale, ma io vorrei prendere in considerazione il primo, quella per me è una scelta intenzionale, ho la possibilità davvero di prendere quel che voglio e ho il pieno potere di farlo, nel secondo caso le cose non stanno così, anche se l'esito dipende da una mia scelta, posso scegliere solo la busta non direttamente quel che voglio.

Nella costruzione della nostra felicità a me sembra che ci troviamo in un caso analogo al secondo e non in un caso analogo al primo, il quesito che pongo è questo.
Spero di aver chiarito meglio la domanda.

A me sembra assurdo che se posso scegliere davvero qualcosa che per me è meglio e lo so vado poi a scegliere qualcosa di peggiore, perché mai dovrei farlo?
Come si può poi giustificare questa cosa?
Per questo non riesco a trovarmi d'accordo con chi sostiene che si sceglie di essere infelici. L'infelice non può scegliere direttamente di non esserlo, può solo provare tramite certe strategie a raggiungere lo stato desiderato.

Anche un giocatore di scacchi di volta in volta sceglie lui che pezzi muovere, ma se alla fine perde la partita, anche desiderando vincerla, possiamo concludere che abbia scelto di perdere casomai si dimostrasse che da un certo punto in poi l'avversario sarebbe capitolato se solo avesse mosso i pezzi in un certo modo?
Il giocatore ha il potere di spostare i pezzi, non quello di vincere direttamente. Può cercare di costruire la vittoria, ma non può sceglierla direttamente, può scegliere solo che pezzi spostare di volta in volta, cercando di guardare il più lontano possibile (per lui) in termini di conseguenze, ma questo sguardo è quasi sempre limitato.

Il fatto che le nostre combinazioni di scelte opzionali vadano a generare un insieme di situazioni non implica che abbiamo la facoltà di scegliere opzionalmente tra queste situazioni, la possibilità di scegliere queste situazioni dipende poi da quanto lontano riusciamo a guardare e dal fatto di avere tutte le informazioni in termini di conseguenze delle nostre scelte.

Spesso non si ha nemmeno un'idea precisa di cosa si va a formare, c'è un'esplosione combinatoria e noi non siamo onniscienti, mancano poi anche informazioni rilevanti. Se la felicità è un particolare stato, si cerca di raggiungerlo, ma non si può scegliere direttamente questo stato con cognizione di causa, voi dite che in ogni caso, ogni tipo di persona può sempre avere un potere del genere?

Ultima modifica di XL; 21-08-2019 a 07:27.
Vecchio 21-08-2019, 07:38   #8
Esperto
L'avatar di Kitsune
 

Io scelgo di stare nel mezzo. Non voglio essere né felice né triste.
La felicità per me è un azzardo, bisogna prendere delle strade per raggiungerla, fare delle scelte e non so quali imprevisti possono capitare mentre la percorro, potrei dover fare troppi sacrifici, potrei non raggiungerla, potrebbe non durare molto.
Quindi alla fine è una scelta quella che faccio ma dovuta al fatto che trovo la felicità di natura effimera.
Io ho imparato ad accontentarmi probabilmente perché non arrivo mai ad essere triste e allora non mi sento così motivato a inseguire la felicità.
Vecchio 21-08-2019, 09:03   #9
Esperto
 

Ieri ho visto un video di pochi minuti di Morelli sulla felicitá.
É proprio uno psicologo per persone annoiate, dice un sacco di ovvietà senza senso impacchettate bene con metafore e citazioni varie.E poi che spocchia.
Diceva che non bisogna decidere nulla, solo aprirsi alle occasioni e restare sul presente.

"Solo".
"Occasioni".
"Aprirsi".
"Presente".

Cosí, a pelle, lo manderei proprio a pomodori in Calabria, col caporale.
Vecchio 21-08-2019, 10:19   #10
Esperto
L'avatar di Xchénnpossoreg?
 

Bel thread .

Negli ultimi anni si parla tanto di felicità.
La gente non è un granché felice, questo è poco ma sicuro.
Economicamente parlando tutto ciò è positivo per il mercato, l'infelicità è facilmente monetizzabile. Una persona poco serena tende ad aprire di più il portafoglio, spesso fa shopping compulsivo e/o cerca delle soluzioni o delle scorciatoie per sentirsi appagata.
Esistono anche molteplici tecniche battenti bandiera felicità in voga in questi anni.
Penso, ad esempio, alla meditazione piuttosto che alla teoria sulla gratitudine. Amazon e le varie librerie pullulano di libri al riguardo.. il mercato ringrazia ancora. Per carità, qualcuno riesce a trovare un beneficio concreto in tali idee però chissà perché vedo in giro ancora tanti volti sconsolati.
Sì, di fondo sono un pochino scettica ma la mia è una semplice opinione personale.

Detto ciò, come se ne viene a capo?
Forse dovremmo imparare ad accettare un pochino di infelicità, conviverci senza metterla sempre al centro dei nostri pensieri. Lamentarci di meno (pensieri e parole ci condizionano molto), rivolgere lo sguardo da un'altra parte. Cambiare (o perlomeno provarci) frequenza.
In più potrebbe essere d'aiuto smettere di associare la felicità a degli obiettivi, delle condizioni. Il gruppo di amici, i morosi/e, un certo tipo di lavoro piuttosto che di *elementoacaso* . Queste presenze (o assenze) ci influenzano e finiamo per trasformarci in una barchetta in balia delle onde prodotte da terzi. Eppure dovremmo essere noi a gestire i nostri stati d'animo. La felicità dovrebbe nascere spontaneamente dal nostro mondo interiore.
Nonostante tutto.
Ecco, la chiave.. "Nonostante tutto".

Si può scegliere di essere felici?.
No. Troppo facile (e superficiale). Certe scelte sono come i buoni propositi per l'anno nuovo, si dimenticano subito. E poi la realtà è tosta, non possiamo sempre fare ciò che desideriamo.
Tuttavia possiamo esercitarci, allenarci ad una nuova visione e gestione delle situazioni. E' difficile, a volte sembrerà impossibile però non vedo altre vie.
Tanto vale tentare..
Vecchio 21-08-2019, 11:28   #11
Esperto
 

Se le buste non sono trasparenti puoi scegliere di non fissati su 100 euro ma raggiungere qualcosa che ti rende felice che sai che possibile raggiungere.
Vecchio 21-08-2019, 11:45   #12
Esperto
L'avatar di Wrong
 

Pollyanna style...
Vecchio 21-08-2019, 12:31   #13
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Qwerty Visualizza il messaggio
Se si ha perfetta salute e piena libertà tutto il resto questione di scelte.
Definisci piena libertà. Mi sembra un po' una tautologia, perché piena libertà vuol dire liberi da tutte le possibili complicazioni, anche dai disagi che si esprimono qui, anche liberi da noi stessi quindi. Il che è la cosa che credo tutti provino a raggiungere.
Non è una critica eh, sono d'accordo.
Vecchio 21-08-2019, 13:14   #14
Banned
 

no
Vecchio 21-08-2019, 13:48   #15
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da SamueleMitomane Visualizza il messaggio
Definisci piena libertà. Mi sembra un po' una tautologia, perché piena libertà vuol dire liberi da tutte le possibili complicazioni, anche dai disagi che si esprimono qui, anche liberi da noi stessi quindi. Il che è la cosa che credo tutti provino a raggiungere.
Non è una critica eh, sono d'accordo.
Ho scritto anche perfetta salute ( mentale inclusa), quindi dosaggi che si esprimono qui metterei più in questa categoria. Libertà intendo che nessuno ci impedisce fare ciò che si vuole, esempi che possono esprimere assenza di libertà: schiavitù, dittatura, matrimoni obbligatori, essere minorenni quindi avere un tutore che decide per te ecc..
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