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07-11-2020, 08:30
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#61
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 4,114
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Le uniche due cose che ho raggiunto nella mia vita e che posso perlomeno paragonarle un minimo agli altri sono il diploma di maturità e il lavoro.
Per il resto lasciamo perdere, perché gli altri che non hanno i problemi che ho io hanno raggiunto tutta una serie di cose che io non raggiungerò mai:relazioni, moglie, figli, amici, esperienze eccetera eccetera.
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07-11-2020, 17:40
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#62
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Intermedio
Qui dal: Aug 2020
Messaggi: 226
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Quote:
Originariamente inviata da claire
No, affatto.
Ma riflettici allora: perché gli altri svantaggiati meritano di vivere e tu no?
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beh è il motivo per cui vado in terapia, o andavo, probabilmente sarò costretto a interrompere.
l'odio per me stesso.
io non voglio essere come sono.
anche perché essere come sono è molto doloroso.
e sono certo di non poter cambiare, per questo vorrei morire.
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Ultima modifica di Gendo; 07-11-2020 a 17:42.
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07-11-2020, 18:59
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#63
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Esperto
Qui dal: Mar 2018
Messaggi: 920
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Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
Le uniche due cose che ho raggiunto nella mia vita e che posso perlomeno paragonarle un minimo agli altri sono il diploma di maturità e il lavoro.
Per il resto lasciamo perdere, perché gli altri che non hanno i problemi che ho io hanno raggiunto tutta una serie di cose che io non raggiungerò mai:relazioni, moglie, figli, amici, esperienze eccetera eccetera.
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In cosa ti sei diplomato?
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08-11-2020, 00:44
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#64
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,058
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma che significa che questo non ti dà meno valore?
In concreto dico.
Cos'è questo valore, come si misura?
In genere una persona si deprime perché non può accedere a certe risorse, o può accedervi facendo una fatica bestiale, che poi a parole altri le dicano che ha lo stesso valore che vuoi che gliene freghi.
Ho lo stesso valore del tizio tal dei tali, sì poi in caso di carestie o cose del genere chi sarà la persona più facilmente sacrificabile, io o il tal dei tali?
A me infastidiscono proprio questi discorsi tanto scollati dalla realtà concreta, abbiamo tutti lo stesso valore, sì certo, e come mai veniamo poi gerarchizzati socialmente?
Come si spiega poi questa cosa se abbiamo tutti lo stesso valore per gli altri?
E' ovvio che per me stesso io sono la persona più importante e che se potessi sceglierei volentieri di essere servito e riverito come una divinità, ma in concreto ci sono persone trattate come semidei e persone trattate come sacchi dell'immondizia, io questo vedo, e quando mi dicono che ogni persona è importante penso che sia una delle solite frasi retoriche da pensiero positivo, questo può essere un ideale verso cui tendere ma non corrisponde affatto alla realtà sociale che ci circonda e nella quale siamo immeresi.
Questi discorsi sono irrilevanti per me, anche io ho conosciuto fumatori che non sono morti di cancro, ma questo che dimostra? Che non c'è correlazione tra il fumo e la possibilità di sviluppare queste malattie?
Bisogna osservare se statisticamente i casi umani riescono a raggiungere gli stessi risultati di altri, secondo me non è vero a livello statistico che i casi umani poi riescono come gli altri, è falso anche questo.
Il non farsi problemi poi non si capisce bene se è un effetto del successo o la causa dell'insuccesso.
Se un tizio è ammalato e ha la tosse, magari qualcuno potrebbe pensare che è la tosse a causare la malattia, e si potrebbe pensare (erroneamente) che se un tizio si sforzasse di non tossire magari guarirebbe. Ma magari il fatto che il primo non sia malato e non sviluppa questo sintomo dipende da altro, non è la tosse a causare il disturbo, anche se poi si osserverà che c'è insieme al disturbo.
Stesso discorso per me potrebbe valere per la sicurezza, si osserva una persona sicura raggiungere certi risultati e si suppone che sia la sicurezza a produrli, mentre magari potrebbe essere vero anche il contrario, che sono i risultati raggiunti e l'accumulo di pochi fallimenti circoscritti lungo un percorso che producono questa sicurezza in un certo campo e la sicurezza è solo un sintomo simile alla tosse, la sviluppano persone che hanno avuto successo in certi campi riuscendo a sostenere le risorse da investire.
A me sembra più vera questa impostazione qua perché tante persone cercano di avere successo, la parte che riesce diventa sempre più sicura in quell'ambito, quelli che falliscono poi diventano insicuri, però all'inizio non è detto che ci fosse una differenza di atteggiamento, è il percorso che poi può modificarlo questo atteggiamento.
Se si può rendere un ratto che sta bene depresso tramite un esperimento, diventa chiaro che non è poi la depressione a causare l'insuccesso, può essere anche vero il contrario, che è l'insuccesso che può produrre stati depressivi.
Poi se c'è un sistema economicamente sostenibile che dovrebbe portare i casi umani a riuscire come altri, lo si applichi e si dimostri che funziona, a me pare che non lo si possiede questo sistema, altrimenti si sarebbero risolti un mucchio di problemi sociali.
Se un sistema funziona, funziona e basta, non si può poi cercare la solita scappatoia del "non vogliono", se "non vogliono" anche questa cosa fa parte del problema e il sistema dovrebbe risolverla.
Anche qua nel forum è chiaro che non si è insicuri in qualsiasi campo, ci sono persone che lavorano, laureati, quindi non è che si è insicuri a 360 gradi, dipende dal campo e secondo me la cosa si spiega col fatto che in certi ambiti il percorso lo si è riuscito a sostenere, in altri si sono accumulati troppi fallimenti oppure il miglioramento è stato troppo lento.
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Ma cosa significa se i casi umani riescono a raggiungere gli stessi risultati di altri? E in quali campi? Stiamo parlando del campo delle relazioni sociali, no?
E chi sono "gli altri"? La media?
E poi fai decidere sul da farsi ai risultati statistici che "in media" ti dicono che i casi umani non ottengono le stesse cose degli "altri"? E come fai a capire se rientri in quella media oppure no? Per non sbagliare ti assegni i risultati peggiori? E blablabla...blabla...blablabla...bla.
E' tutto un discorso senza senso razionalizzato all'inverosimile. Ci sono troppe variabili in gioco: passato, contesto ambientale, sociale, economico, etc.
E alla fine dei conti tutto dipende molto anche da come tu prendi la tua situazione.
Non è facile per nessuno, soprattutto qui. Però può cercare di fare quel che si può.
Non preoccuparti che alla fine schiattiamo tutti. Ma proprio tutti.
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Ultima modifica di Alakazam; 08-11-2020 a 01:37.
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08-11-2020, 01:31
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#65
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,614
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Eh sì, se sei favorevole vuol dire questo.
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L'eugenetica non è questo. Non viene applicata in questo modo.
E in ogni caso io sarei tra quegli individui deboli e difettosi.
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08-11-2020, 01:48
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#66
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 4,114
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Quote:
Originariamente inviata da Mik80
In cosa ti sei diplomato?
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Tecnico industrie elettriche ed elettroniche
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08-11-2020, 01:53
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#67
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 4,114
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Può essere che sbaglio, ma eugenetica era forse quella messa in pratica dal medico nazista karl Brandt che fu poi processato a Norimberga nel famoso processo ai dottori e poi impiccato?
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Ultima modifica di Maximilian74; 08-11-2020 a 01:57.
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08-11-2020, 01:57
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#68
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Gendo
beh è il motivo per cui vado in terapia, o andavo, probabilmente sarò costretto a interrompere.
l'odio per me stesso.
io non voglio essere come sono.
anche perché essere come sono è molto doloroso.
e sono certo di non poter cambiare, per questo vorrei morire.
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É comprensibile preferire non vivere allo stare male, lo dici a me figurati.
Io preferisco riconoscermi che non sono una brutta persona, che il mio valore non è inferiore, che ho dei meriti. Perché è così.
Non si sta meglio, quindi magari non serve a niente acquisire questa consapevolezza e smettere consciamente di fare schifo a se stessi, ma io sento di doverlo a me stessa e non ne posso fare a meno.
E poi penso che a qualcuno possa essere utile.
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Ultima modifica di claire; 08-11-2020 a 02:01.
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08-11-2020, 01:58
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#69
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,614
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Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
64Può essere che sbaglio, ma eugenetica era forse quella messa in pratica dal medico nazista karl Brandt che fu poi processato a Norimberga nel famoso processo ai dottori e poi impiccato?
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Si ma io non intendo quel tipo di eugenetica, quelli sono i casi estremi e al limite.
Comunque molte donne applicano già l'eugenetica senza neanche rendersene conto.
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08-11-2020, 13:46
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#70
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Alakazam
Ma cosa significa se i casi umani riescono a raggiungere gli stessi risultati di altri?
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Significa ad esempio valutare il livello di istruzione e cose del genere.
Se su 200 persone i casi umani sono 50 e tra queste 50, 10 sono diplomate, mentre sulle restanti 150, 50 sono diplomate già si ha un parametro, 1/3 dei casi restanti si diploma mentre solo 1/5 dei casi umani arriva al diploma.
Non capisco che difficoltà ci sarebbero nel valutare cose del genere. Sto sparando numeri a testa di cavolo, è un esempio. C'è poi una correlazione tra valore sociale e livello di istruzione, perché poi magari si può osservare che le persone più istruite dispongono di più mezzi (economici e non) rispetto a quelle non istruite.
Quote:
Originariamente inviata da Alakazam
Stiamo parlando del campo delle relazioni sociali, no?
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Penso si possano valutare anche queste cose qua usando sistemi analoghi.
Ma secondo te se fossimo stati tutti allo stesso livello perché mai poi si è deciso di dare pensioni o un certo sostegno economico a certi tipi persone? Anche quelle disturbate mentalmente?
Così per sfizio?
Se per valore si intende una cosa praticamente scollata dal resto, sì, va bene, abbiamo tutti lo stesso valore, ma alla fine è un parametro praticamente insignificante in senso concreto.
Se per valore, si intende proprio il valore sociale che ci concede o accorda la comunità nella quale siamo inseriti, non è affatto vero che tutti hanno lo stesso valore, ossia che tutti vengono trattati in modo equo.
Questo non capita nemmeno in una famiglia, figuriamoci se la cosa è vera nella comunità allargata.
Direi che può essere un ideale verso cui cercare di tendere un mondo in cui hanno tutti lo stesso valore, ma non una realtà, un qualcosa che c è già.
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Ultima modifica di XL; 08-11-2020 a 15:58.
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08-11-2020, 14:02
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#71
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Messaggi: 976
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Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
Le uniche due cose che ho raggiunto nella mia vita e che posso perlomeno paragonarle un minimo agli altri sono il diploma di maturità e il lavoro.
Per il resto lasciamo perdere, perché gli altri che non hanno i problemi che ho io hanno raggiunto tutta una serie di cose che io non raggiungerò mai:relazioni, moglie, figli, amici, esperienze eccetera eccetera.
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Guarda che oggi per come è anche la situazione generale nel paese non sono cose da poco comunque, io al diploma pure ci sono riuscito ad arrivare nonostante le difficoltà relazionali, di fobia, ecc, per il lavoro invece è stato anche li un disastro, non sono riuscito a durare a lungo in nessun ambiente, e probabilmente mi dovro' rassegnare alla disoccupazione, perché sarà difficile che riesco a trovare un lavoro adatto con i problemi gia citati, e anche per via della poca esperienza che ho accumulato negli anni.
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08-11-2020, 14:09
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#72
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Banned
Qui dal: Apr 2020
Messaggi: 13,603
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Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
Le uniche due cose che ho raggiunto nella mia vita e che posso perlomeno paragonarle un minimo agli altri sono il diploma di maturità e il lavoro.
Per il resto lasciamo perdere, perché gli altri che non hanno i problemi che ho io hanno raggiunto tutta una serie di cose che io non raggiungerò mai:relazioni, moglie, figli, amici, esperienze eccetera eccetera.
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Avere avuto comunque qualche soddisfazione è positivo, oltretutto al giorno d’oggi avere una certa stabilità economica è davvero molto difficile , ma capisco che le relazioni con le altre persone possano mancarti ovviamente
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08-11-2020, 14:27
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#73
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 4,114
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Quote:
Originariamente inviata da Delta80
Avere avuto comunque qualche soddisfazione è positivo, oltretutto al giorno d’oggi avere una certa stabilità economica è davvero molto difficile , ma capisco che le relazioni con le altre persone possano mancarti ovviamente
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Infatti, avendo sottolineato che il lavoro e il diploma sono le uniche cose raggiunte e nelle quali posso perlomeno considerarmi come gli altri, intendevo però dire che queste due cose non hanno mai cambiato di una virgola il mio essere tagliato fuori da tutto, lo zero assoluto in esperienze e relazioni sociali e sentimentali.
Lo dico perché più di una volta ho letto di persone che dicono che se hai il lavoro riesci ad avere una vita sociale e di relazioni. Nel mio caso posso dire che non è così. Avere il lavoro non mi ha mai fatto risolvere il fatto di essere completamente fuori dal mondo, fuori da ogni discorso di relazioni, amici, vita sociale.
Sul lavoro stesso vengo visto come un asociale strano sfigato, anche se direttamente in faccia non lo dicono.
Non vado più da 2 anni in mensa con gli altri, me ne sto sempre per i fatti miei, non parlo con nessuno a meno di cause di forza maggiore.
Per quanto riguarda me lo confermo. Avere il lavoro non mi ha mai risolto nulla dal punto di vista della fobia, dell'isolamento sociale. Nulla, assolutamente nulla.
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08-11-2020, 14:35
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#74
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Banned
Qui dal: Apr 2020
Messaggi: 13,603
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Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
Infatti, avendo sottolineato che il lavoro e il diploma sono le uniche cose raggiunte e nelle quali posso perlomeno considerarmi come gli altri, intendevo però dire che queste due cose non hanno mai cambiato di una virgola il mio essere tagliato fuori da tutto, lo zero assoluto in esperienze e relazioni sociali e sentimentali.
Lo dico perché più di una volta ho letto di persone che dicono che se hai il lavoro riesci ad avere una vita sociale e di relazioni. Nel mio caso posso dire che non è così. Avere il lavoro non mi ha mai fatto risolvere il fatto di essere completamente fuori dal mondo, fuori da ogni discorso di relazioni, amici, vita sociale.
Sul lavoro stesso vengo visto come un asociale strano sfigato, anche se direttamente in faccia non lo dicono.
Non vado più da 2 anni in mensa con gli altri, me ne sto sempre per i fatti miei, non parlo con nessuno a meno di cause di forza maggiore.
Per quanto riguarda me lo confermo. Avere il lavoro non mi ha mai risolto nulla dal punto di vista della fobia, dell'isolamento sociale. Nulla, assolutamente nulla.
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Si anch’io al lavoro sono così , dialogo comunque poco anche se con un collega o due un po’ di più, ma per il resto uguale , ma per il semplice fatto che non mi trovo a mio agio, per il resto sono d’accordo, lavoro e aspetto sociale per quello che è la mia esperienza vedo che non sono così collegate come cose , anzi , puoi avere amici pure se non lavori , puoi avere una compagna o un compagno pure se non lavori , non è che piaci o non piaci in base a se sei occupato o meno
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08-11-2020, 20:13
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#75
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Super Moderator
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 3,544
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Quote:
Originariamente inviata da XL
E' ovvio che per me stesso io sono la persona più importante e che se potessi sceglierei volentieri di essere servito e riverito come una divinità, ma in concreto ci sono persone trattate come semidei e persone trattate come sacchi dell'immondizia, io questo vedo, e quando mi dicono che ogni persona è importante penso che sia una delle solite frasi retoriche da pensiero positivo, questo può essere un ideale verso cui tendere ma non corrisponde affatto alla realtà sociale che ci circonda e nella quale siamo immeresi.
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Come al solito sparate sentenze senza manco sapere nulla dell'altra persona. Ti assicuro che non è questo il caso, la mia non è una frase da pensiero positivo, una frase buonista o non so che altro. Non sai proprio nulla di che cazzo mi è toccato vivere nella vita quindi non sono proprio la persona che dice qualcosa tanto per.
Io ho scritto quello che davvero penso: lui ha valore esattamente come qualsiasi altra persona, non si deve sminuire solo perchè soffre di un disturbo psichico (cosa che sicuramente non è nemmeno da attribuire a lui, ma al contesto in cui è cresciuto, educazione, modelli di riferimento, traumi, genetica e tante altre variabili). Volevo solo rassicurare Gendo e dirgli che se vuole può affrontare il suo problema. Poi che ci siano delle ingiustizie nella vita è innegabile.
Ti lascio alle tue elucubrazioni.
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08-11-2020, 20:27
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#76
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Intermedio
Qui dal: Aug 2020
Messaggi: 226
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Quote:
Originariamente inviata da Lùthien.
Come al solito sparate sentenze senza manco sapere nulla dell'altra persona. Ti assicuro che non è questo il caso, la mia non è una frase da pensiero positivo, una frase buonista o non so che altro. Non sai proprio nulla di che cazzo mi è toccato vivere nella vita quindi non sono proprio la persona che dice qualcosa tanto per.
Io ho scritto quello che davvero penso: lui ha valore esattamente come qualsiasi altra persona, non si deve sminuire solo perchè soffre di un disturbo psichico (cosa che sicuramente non è nemmeno da attribuire a lui, ma al contesto in cui è cresciuto, educazione, modelli di riferimento, traumi, genetica e tante altre variabili). Volevo solo rassicurare Gendo e dirgli che se vuole può affrontare il suo problema. Poi che ci siano delle ingiustizie nella vita è innegabile.
Ti lascio alle tue elucubrazioni.
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io ti ringrazio ancora (l'avevo già fatto col pulsantino apposito), perché le tue parole mi hanno fatto piacere, nei miei momenti migliori le condivido e un po' del background da dove arrivano, leggendo il forum, ce l'ho presente.
anche se a volte sono così feroce verso me stesso, quando divento razionale la vedo allo stesso modo. per la precisione, il valore di ognuno è dato dal semplice fatto che esiste, ed è giusto che se lo attribuisca senza delegare a nessuno questo compito. poi sì, c'è la realtà del sociale, ma la società è un mostro in costante cambiamento per il quale ciò che vale oggi domani sarà il contrario, io non affiderei questa importanza a questo "mostro" che può anche impedirci di vivere, ma non può cambiare le nostre idee.
perlomeno non dobbiamo permetterglielo. non facilmente.
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08-11-2020, 20:40
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#77
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Intermedio
Qui dal: Aug 2020
Messaggi: 226
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Quote:
Originariamente inviata da claire
É comprensibile preferire non vivere allo stare male, lo dici a me figurati.
Io preferisco riconoscermi che non sono una brutta persona, che il mio valore non è inferiore, che ho dei meriti. Perché è così.
Non si sta meglio, quindi magari non serve a niente acquisire questa consapevolezza e smettere consciamente di fare schifo a se stessi, ma io sento di doverlo a me stessa e non ne posso fare a meno.
E poi penso che a qualcuno possa essere utile.
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razionalmente lo penso pure io, è che ho degli standard miei, personali, diciamo che ho delle convinzioni granitiche su come dovrei essere.
sono abbastanza immutabili, ci sbatto il grugno da quando avevo 16 anni, mo ne ho 32.
boh.
se non ci fossero altre persone legate a me tirerei volentieri una riga sulla mia esistenza.
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09-11-2020, 06:55
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#78
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Lùthien.
Come al solito sparate sentenze senza manco sapere nulla dell'altra persona. Ti assicuro che non è questo il caso, la mia non è una frase da pensiero positivo, una frase buonista o non so che altro. Non sai proprio nulla di che cazzo mi è toccato vivere nella vita quindi non sono proprio la persona che dice qualcosa tanto per.
Io ho scritto quello che davvero penso: lui ha valore esattamente come qualsiasi altra persona, non si deve sminuire solo perchè soffre di un disturbo psichico (cosa che sicuramente non è nemmeno da attribuire a lui, ma al contesto in cui è cresciuto, educazione, modelli di riferimento, traumi, genetica e tante altre variabili). Volevo solo rassicurare Gendo e dirgli che se vuole può affrontare il suo problema. Poi che ci siano delle ingiustizie nella vita è innegabile.
Ti lascio alle tue elucubrazioni.
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Ma non sto sparando sentenze sulla persona specifica, sto dicendo che dire in generale che tutti hanno lo stesso valore per gli altri è falso. Guardati in giro le persone più disturbate mentalmente o anche con altri disturbi diventano un peso sociale, come si spiega questa cosa? A meno che non guariscono e riescono a funzionare come ci si aspetta le cose stanno davvero così, tanto è vero che poi le persone che se ne occupano e sono motivate poi a passare del tempo con loro sono solo alcuni familiari.
Poi io non ho menzionato casi specifici o la tua esistenza, sei tu che vuoi leggere in questo modo quel che ho scritto. Se il senso che dai tu a "valore" è un altro poi non dovresti essere toccato in minima parte da quel che ho scritto, io ho cercato di chiarire cosa intendevo.
Io non so niente di Gendo, non mi sentirei di rassicurarlo subito, visto che non lo conosco, non so in che situazione sta, che aspettative ha.
Proprio perché non voglio sparare sentenze su situazioni specifiche che non conosco non direi come te che "se vuole può affrontare il suo problema" che in pratica significa "se vuole può risolverlo", poi se si vuol dire "se vuole può provare a risolverlo" non c'è nemmeno bisogno di dirlo, è una sorta di tautologia, cosa impedirebbe di provare a risolverlo anche quando le possibilità di risolverlo sono ignote o scarse? Questa cosa si può fare, chi lo nega.
E' vero l'esatto contrario, non sono io a sparare sentenze riguardo a situazioni che non conosco.
Se si vuole fare una stima generale della cosa pare sia vero che i disturbi di personalità siano i più ostici dal punto di vista clinico.
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Ultima modifica di XL; 09-11-2020 a 07:29.
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09-11-2020, 08:17
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#79
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da faria
L'incompresione reciproca tra te e la terapeuta sul significato di "volersi bene" mi sembra piuttosto invalidante per il vostro rapporto terapeutico, considerando, da quel che ho capito, che stai affrontando una depressione o il periodo successivo.
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Ho cercato un po' in rete per capire come la pensano a riguardo anche altri e l idea é sempre la stessa. Sono discorsi stereotipati che hanno attecchito in questi ambiti, e li ripetono uguali ed identici.
Ad esempio quando ti dicono "se ti vuoi bene impara a dire di no" poi non si sa perché in certe situazioni non vale piú la cosa e se un ragazzino si rifiuta di andare a scuola poi qua non è piú valida la cosa.
Se dici di no ad una cura che secondo loro è buona e tu non sei affatto d accordo qua poi le cose cambiano e dire di no significa non volersi bene.
Mi infastidiscono molto questi discorsi stereotipati che girano intorno all' espressione "volersi bene" forse farebbero bene a non usarla proprio, ma ci cadono sempre nella stessa retorica e io ci rinuncio a convincerli. In concreto loro soltanto ci sono a disposizione per parlare con qualcuno di quello che mi va (cose brutte, disturbanti e noiose che altri non ascolterebbero volentieri) e quindi mi adatto e cerco di non fare scivolare piú la conversazione in questi buchi neri di senso.
Non contestualizzano bene le cose, se dici di no al lavorare ad esempio qua poi il "no" lo si contestualizza e se uno non ha mezzi per vivere bene poi non diventa cosí chiaro che magari si è capacissimi di farlo, di dire di no ma che questo no potrebbe avere anche ripercussioni negative che si vorrebbero evitare per questo poi si è forzati dalle circostanze a dire di sí anche a un lavoro di merda che toglie la salute fisica e mentale.
Le cose sono piú complesse rispetto a questi discorsi stereotipati e superficiali.
Mi sembra che è con tutta la categoria che vengono a crearsi queste cose qua, ma sono le uniche persone un po' piú accorte con cui poter parlare, io sento il bisogno di fare questa cosa e li uso, ma se si pensa che queste loro "tecniche" o "idee" siano utili, per me non lo sono, sarò un caso a parte, non lo so.
Io non voglio dirlo apertamente ma a me sembrano proprio cretini nel non afferrare certe cose. Se io sto messo male in una situazione è ovvio che il mio dire sì è forzato, se uno mi punta una pistola e mi chiede i soldi sarei capacissimo di dire di no, il problema non è questo, il vero problema per me è che se mi comporto così rischio di essere impallinato non essendo capace di spaccargli la testa, vorrei evitare l'impallinamento e trovandomi in quella situazione dico di sì, ma è un sì forzato, non lo faccio volentieri.
Il volersi o non volersi bene in dinamiche del genere per me non c'entra una cippa, al più può essere vero che io mi autovaluto male e magari sono capace di spaccare la testa al rapinatore e quindi potrei dire di no senza rischiare di essere impallinato, ma di nuovo non c'entra nulla col volersi o non volersi bene.
La possibilità e capacità di negozioare all'interno di un certo contesto sociale dipende da un mucchio di fattori, direi che quello di volersi bene o non bene non c'entra nulla.
Se si ha il potere di negoziare e il rifiuto non produrrà gli effetti nefasti si dirà no facilmente anche al rapinatore, ma dire di no e poi essere impallinati non capisco davvero cosa dovrebbe dimostrare alla fine, io non mi sentirei forte e abile così, non è per questo che mi sento debole, se vengo impallinato dicendo no, resto uguale, non mi sentirei più forte.
Non si condivide nemmeno nello stesso senso il significato di forza e potere. Per me avere potere significa controllare le conseguenze oggettive non solo il proprio comportamento, il potere di dire no lo possiedo ma sono impotente nell accedere alla situazione che desidero: evitare l impallinamento e salvare i soldi.
Loro si concentrano sul no o il mio rifiuto, io mi concentrerei sul perché non dico no in situazioni del genere. Non afferro come il non dire di no da solo risolverebbe la situazione se l'ho valutata correttamente.
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Ultima modifica di XL; 09-11-2020 a 14:38.
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09-11-2020, 08:44
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#80
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Gendo
razionalmente lo penso pure io, è che ho degli standard miei, personali, diciamo che ho delle convinzioni granitiche su come dovrei essere.
sono abbastanza immutabili, ci sbatto il grugno da quando avevo 16 anni, mo ne ho 32.
boh.
se non ci fossero altre persone legate a me tirerei volentieri una riga sulla mia esistenza.
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Peccato.
Nella vita ci si può reinventare millemila volte, e in fondo è quello che fanno tutti: adattarsi.Aggiustare l'asticella.
Lo diceva anche Darwin.
Pure io ho cose inconscie che non cambiano mai, ma la mia asticella del "come dovrei essere-come dovrebbero andare le cose" ormai tocca terra.
E sono ancora qui.
Non sono felice, ma non ho rimpianti né sensi di colpa.
Non sono più brava di altri, é che non ho mai avuto alternative: ad arrendermi non sono mai stata capace, non sono fatta per la rassegnazione.
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