vikingo

negli ultimi 2 giorni mi sono limitato solo a leggere e ho riflettuto e ora voglio esporre delle considerazioni a cui sono giunto.
Intanto si continua a fare confusione tra timidezza e fobia sociale.Ho l impressione che in questo forum i veri fobici siano veramente pochi.la timidezza crea disagi,insicurezze ma non ha l ansia eccessiva che invece condiziona la vita di un fobico.si soffre in entrambi casi ma ce differenza,i timidi hanno amici fidanzati,lavorano hanno una vita sociale i fobici sono soli o comunque hanno fatica a condurre una vita decente.io per primo cerco di sbloccarmi ma capisco che e difficile,perche a 20 anni ti ritrovi a dover incominciare una nuova vita da 0.un giorno mi alzo e mi dico che i problemi me li creo io,che sta tutto nella mia testa malata,le insicurezze,l paura del giudizio altrui,il sentirsi inadeguati e deficienti,il voler apparire estroversi e simpatici a tutti i costi,poi pero un altro giorno mi accorgo che i problemi oggettivi li ho,magari proprio perche mi sono autoescluso dal mondo.
perche se una cosa ti crea ansia,se ti da problemi e piu facile evitarla lasciar perdere e magari rimpiangerla perche si e masochisti come me,e la verita e che non voglio cercare la felicita perche questo richiederebbe sacrifici e sforzi,dovrei mettermi in gioco a 20 anni ma ce lho il coraggio?si quel coraggio che non ho mai avuto.
io passo ogni giorno a capire sto mio carattere cosi assurdo ,mutevole,enigmatico e devo dire che non e bello non riuscire ad avere certezze sul tuo modo di essere perche poi fai fatica a mostrarti agli altri.poi quanto e influenzato dall ansia,dalla fobia, perche solo quando non sono ansioso non ho problemi di comunicazione o di alcun tipo ma cio accade solo con persone che conosco da tanto tempo?
poi non avendo autostima passo da momenti piu tranquilli a momenti di grande frustrazione nel giro di un solo giorno,negli annni mi sono costruito una maschera da uomo freddo ma vi giuro che ogni commento su dime buono o cattivo mi genera ansia e tensione.Ora devo andare aletto continuero domani visto che non cho niente da fare. :!:

gio1

Non essere così critico con te stesso. So bene cosa significa essere colti dall'ansia, in tutte le sue forme. Parli di scelte, cioè se evitare o meno una situazione ansiogena, e affermi che è più facile evitarla piuttosto che affrontarla. Ma prova a chiederti quale sarebbe l'oggetto da fronteggiare. Nella paura l'oggetto da affrontare è tangibile, può essere un cane rabbioso ecc..ma nel caso dell'ansia spesso si affronta qualcosa di non tangibile, e cioè il proprio stato emozionale.
Ecco perchè il classico luogo comune "occorre tirar fuori le palle" non funziona in questi casi. La paura si differenzia dall'ansia per la natura dello stimolo, e così la prima può essere affrontata, la seconda teoricamente lo stesso, ma occorre avere in mano gli strumenti conoscitivi per farlo. E questi spesso sono carenti. Quindi non è solo questione di volontà. Sei giovane, e se non hai mai provato una terapia potresti cominciare, prima si comincia e meglio è.

Zed

Ciao Vikingo.
Io credo che la confuzione tra timidezza ed FS sia inevitabile.. è difficile stabilire quali siano i confini :?

E brutto da dire, e sembra quasi incomprensibile per chi ci è dentro, ma si. Sei tu che ti crei i problemi, più di quanto pensi.
Ad esempio ti sembra così tragico ricominciare da 0 a vent'anni? A me proprio no, anzi mi sembra il periodo migliore: per tutti è il periodo di crescita si passa dalle cazzate dell'adolescenza ad un modo più maturo di concepire la vita. Non hai mica 50 anni!!
Il coraggio poi ce l'hai ne sono sicuro.. solo che sei tu a non credere di averlo!

Mi associo anche a quanto dice gio1: se non hai mai fatto una terapia potresti provare.

sognatore

Io l'ho fatto a 30anni e onestamente non è stato facile ci ho messo il CUORE e anche di più, e continuo a lottare tutti giorni.

Mi permetto di darti un consiglio. QUALSIASI COSA FAI NON PENSARE DI FARE FIGURE PENSA CHE TANTO PIU' DELLA MORTE NON C'E' NIENTE.

vetro

Ti sembra difficile pensare a questo perche' di punto in bianco ti accorgi che non sei piu' un adolescente o probabilmente non hai vissuto l'adolescenza come avresti voluto.Adesso ti senti proiettato verso un futuro incerto,non sai ancora bene cosa vuoi.Ma è del tutto normale.
La vita che fai in adolescenza è in ogni caso molto piu' restrittiva.Viaggiare aiuta molto.Ti apre nuovi orizzonti.Hai mai pensato di fare un viaggio?Hia bisogno di nuovi stimoli.Devi lascairti alle spalle il vecchio vikingo e scoprirne uno nuovo.

vikingo

ma sicuramente il passaggio dall adolescenza alla fase adulta puo essere traumatico di per se figuriamoci per un fobico.oggi sono andato a votare pensavo andasse peggio visto lansia che avevo,invece penso di essere sembrato meno imbranato del solito ma i problemi rimangono,ogni volta che esco di casa non posso sempre ripetermi di star calmo.Se riuscissi a capire cos e che mi provoca ansia nelle varie situazioni forse potrei limitarla.Ma piu o meno le cose che mi preoccupano sempre le stesse,paura di essere osservato,di fare brutte figure, di apparire in una maniera non appropriata. Ultima considerazione per capire come si sente un fobico andate su youtube e digitate social phobia :!: :!:

ReineDeFleur

anche io oggi sono andata a votare e avevo un pò d'ansia.
Quello che mi da fastidio e che tendo a controllare ogni singolo movimento fisico, tendo a studiarlo proprio e divento seriamente paranoica ad ogni minimo sguardo.
Oddio, detto così pare esagerato...non mi capita sempre anche perchè dentro di me ho voglia pazzesca di cambiare e un pò ci sono riuscita in questi anni.
Comunque tutto ok, anche io non ho fatto la figura dell'imbranata durate le votazioni!

vikingo, ti sono 'vicina' proviamo proprio le stesse paure, eheh.

Jiky

Sono la tua fotocopia vikingo...la tua fotocopia...

vetro

Di solito si avvertono queste sensazioni quando si ha poca dimestichezza con le situazioni sociali,luoghi affollati.Andare in un bar una tantum puo' crearvi ansia.Ma se ci andate spesso diventera' tutto piu' facile.

gio1

Questa è la teoria dell'esposizione graduale, si è portati a pensare che cominciando a frequentare un luogo per un certo tempo, poi il tutto si ridimensioni. Ansia compresa. E' una strada che dovrebbe essere provata. Per esempio nel mio caso, i primi mesi di università furono caraterizzati da un ansia incredibile, poi pian piano si attenuò...anche se non se ne andò mai del tutto. Non sempre funziona ma è consigliabile provare.

clizia

Sono convinta anch’io che esporsi alle situazioni che creano ansia possa aiutare a crescere e a superarle.
Ricordo che mia madre era “fissata” sul fatto che dovessi fare esperienza del mondo, e quindi (tra le tante cose che mi obbligava a fare) mi mandò a fare un viaggio studio sola soletta a Malta a soli 13 anni e per me fu un vero e proprio trauma: vivevo in una casa con sole ragazze straniere più grandi di me, e ytra queste ricordo la strana figura di una tedesca pazza, semi-lesbica, cleptomane e pure incendiaria! Capitai poi in una classe d’inglese con soli tedeschi 17enni, mentre io ero l’unica italiana 13enne: ero a dir poco terrorizzata. Un giorno mi persi anche in città, lasciamo perdere va… Credo che quella a Malta sia stata per me un’esperienza traumatizzante.
Successivamente, alle superiori, ho fatto altre esperienze sempre di vacanza-studio all’estero e devo dire che sono risultate molto migliori della precedente: anno dopo anno mi rendevo conto di avere acquisito quelle abilità sociali di cui ero invece del tutto sprovvista in quella prima esperienza maltese, a dir poco tragica.
Sono quindi convinta che buttarsi nelle situazioni aiuti a migliorare la propria capacità di gestire i propri rapporti con l’esterno, e aumenti l’autonomia dalle proprie paure e dipendenze psicologiche. Imparare a fronteggiare ciò che ci spaventa aumenta poi in noi il senso di autoefficacia e l’autostima.
Da una parte ringrazio lo spirito spartano e pratico di mia madre, ma dall’altra provo verso di lei uno strano risentimento; si, perchè oltre ad avermi messo lei stessa addosso molte paure e ansie, ha poi anche preteso che io imparassi a cavarmela completamente da sola e ad espormi al mondo senza porsi nemmeno il problema di comprendere quali fossero i miei tempi ed i miei bisogni interiori. Trovo che certi passaggi, nella propria crescita, debbano essere costanti ma graduali, volti ad assecondare quelli che sono i propri ritmi e bisogni interiori, sennò si rischia di violentarsi e di rimanere traumatizzati dal contatto drastico con la realtà esterna.
Ci vuole sempre equilibrio nelle cose, ma soprattutto rispetto per la persona, soprattutto dei bambini e degli adolescenti. E io – purtroppo - non mi sono sempre sentita rispettata, e questo perché obbligata a crescere secondo dei ritmi che non si confacevano alla bambina che ero.

Comunque Vikingo, sei ancora giovane, in un certo senso stai solo uscendo ora dall’adolescenza, quindi è normale essere insicuri e nutrire dubbi circa la propria identità e il proprio modo d’essere. Datti tempi, sii clemente con te stesso ma mettiti alla prova così come puoi, giorno per giorno, anche attraverso il confronto con ciò che agli occhi altrui può apparire banale, ma che per noi non lo è affatto.
:P

Who_by_fire

Un timido è un sociofobico che sta bene.

Redman

8)

Solo97

Pensa a chi deve ricominciare da 0 a 28 anni, l'adolescenza l'ha passata tappato in casa e proprio non ha ne voglia ne tempo di fare quelle cazzate che aiutano a crescere. Vai vikingo, tu ce la puoi fare, altri, come il sottoscritto, proprio no

icek

io sono rimasto in casa 2 anni,di cui uno a letto
e mi tocca ricominciare da zero passati i 30 anni ops: