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Vecchio 23-04-2009, 10:02   #381
Esperto
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ICHI THE KILLER di Takashi Miike, 2001

Qui si tratta dell'UNCUT version, e siamo nel campo dell'estremo: estremamente violento, estremamente sanguinario, estremamente ben girato. Miike muove la telecamera con maestria e cita, più o meno involontariamente, Tarantino, Kitano e altri ma decide di non fermarsi dove altri non hanno osato e questo fin dalle prime scene che ci "regalano" la vista di una ragazza percossa a morte e la macro di una pozza di sperma (si dice che fosse vero!) da cui sorge il titolo del film. Tratto da un manga di Hideo Yamamoto, Ichi (che in giapponese vuol dire "uno", ecco il perché del numero sulla tuta) è un antieroe psicotico ed incontrollabile, che dovrebbe vendicare i torti memore del torto subito in giovane età, ma in realtà ha gravi problemi di controllo degli impulsi e finisce per fare scempio dei corpi dei cattivi ma anche degli innocenti. Il personaggio di Ichi è oscurato dal personaggio del sadico Kakihara, che ruba in effetti ad Ichi il ruolo di protagonista, si a livello di presenza sullo schermo, sia per la perversa magneticità dell'interpretazione...un po' come accadeva in Leon (1994) di Besson per cui il personaggio di Oldman era più "stuzzicante" di quello di Reno. Le opere di questo maestro del sadismo, più che gli sfoghi insani ed incontrollati di Ichi, ci "regaleranno" i momenti più crudi del film: un uomo appeso a dei ganci di ferro al quale viene versato dell'olio bollente sulla schiena, un altro il cui volto viene usato come un puntaspilli, un altro giovine a cui viene letteralmente presa in bocca la mano e scarnificata (non dico di più, non voglio togliervi la sorpresa di vedere questa scena che mi ha fatto davvero impressione). Altre scene nel film sono estremamente violente, fra queste di certo quelle che riguardano la violenza alle donne, stuprate, pestate ed uccise; mai con una loro dignità ma davvero belle! Va detto che a volte la violenza (e il modo di recitare, ma questo accade spesso nei film giapponesi) assume una forma cartoonistica e solo apparentemente divertente (alcune scene invece lo sono dichiaratamente come quelle che riguardano il boss dei boss), o facilmente metabolizzabile. Più volte succede, invece, che la violenza superi i limiti di sopportazione, divenga parossistica ma (forse) mai fine a sé stessa. O (forse) è proprio violenza priva di qualsiasi giustificazione e allora questo è il cinema del parossismo, dell'eccesso, un cinema che si autogiustifica ontologicamente, portando lo spettatore ad estraniarsi da ciò che vede e a non percepire più la violenza nel momento in cui l'immagine ha portato il significato alla saturazione: Kakihara si perfora i timpani e poi non sente più nulla. In una specie di circolo vizioso, all'estremo dell'estremo c'è la pace estrema. Forse. Va comunque detto che se non si ha la necessità di trovare necessariamente un valore morale nella pellicola (è sempre necessario?) Ichi the Killer rimane un prodotto ben realizzato, di grande pregio estetico che si discosta ampiamente e senza dubbio alcuno da qualsiasi pellicola ultragore di serie Z. Ottimi SFX, un film di grande tensione e violenza non adatto a tutti (o sarebbe meglio dire adatto a pochi) che non deluderà certo coloro che amano il cinema del Sol Levante, le pellicole "strane" e coloro in cerca di sangue-on-screen. Un film che va visto per essere creduto, un'esperienza davvero WEIRD.

DA EXXAGON
Vecchio 23-04-2009, 23:30   #382
Intermedio
L'avatar di exodus
 

Quote:
Originariamente inviata da WonderFobic
lavorare con lentezza



visto che i comunist l'hanno citato, vi segnalo questo film
il film è carino, ma prendere il titolo alla lettera è un ottimo modo per arrivare sempre secondi nella vita
evviva la competizione


Il film non è un invito all'ozio esistenziale, ma alla riappropriazione del tempo. E' una critica contro la concezione della vita vissuta come costante sacrifico collettivo.
Io lo consiglio perchè oltre ad essere di inaspettata vitalità offre una colonna sonora interessante che mixa il punk anni 70 di Patty Smith, Zappa, l'ironia nostrana di Rino Gaetano e dei paurosi Afterhours (che Dio li abbia in gloria) nei panni degli Area :wink:
Vecchio 23-04-2009, 23:35   #383
Intermedio
L'avatar di exodus
 

sorry per il commento ma ho letto solo dopo averlo postato che nun se fa :roll:
Vecchio 24-04-2009, 23:36   #384
Avanzato
L'avatar di mark010
 



Nell’ipotetica cronologia nel mondo di Fast & Furious, ritroviamo in seguito a un fatto criminale, l’ex detenuto in fuga Dominic Toretto, intepretato da Diesel, e l’agente Brian O’Conner, interpretato da Walker, che riaccendono un’antica faida che li ha visti protagonisti. Costretti ad affrontare lo stesso nemico, Dom e Brian dovranno arrendersi a una nuova, improbabile alleanza, per poterlo sconfiggere. E dopo aver assalito convogli e strisciato in lunghi tunnel senza luce, i due uomini troveranno il modo migliore per vendicarsi: spingere l’acceleratore della propria auto al di là di ogni limite. Ambientato tra Los Angeles e il deserto messicano, questo quarto episodio della serie riporta insieme sullo schermo anche le belle Michelle Rodriguez e Jordana Brewster. Da segnalare poi la presenza poi dei famosi rapper americani: T-Pain, Lil’ Wayne, T.I. e X-zibit.


Non male, anche se il migliore a mio parere resta il primo
Vecchio 25-04-2009, 00:01   #385
Avanzato
L'avatar di mark010
 




Peter Neal (Anthony Franciosa), scrittore americano di gialli, giunge a Roma su richiesta del suo agente letterario (John Saxon) al fine di promuovere la sua ultima fatica: TENEBRAE. Qualcuno lo importuna con inquietanti telefonate, minacciando di compiere delitti in omaggio all'autore. Ha così inizio una catena di omicidi che, per loro modalità, si collegano al racconto di Peter Neal.
Intervistato da Cristiano Berti (John Steiner), un giornalista, circa le motivazioni e le distinzioni tra comportamenti devianti e comportamenti perversi, sulla morale comune e su concetti sconfinanti nella patologia psichiatrica, Neal comprende che esiste una grande affinità elettiva tra lui e il giornalista. Non ci metterà molto a capire che Berti, paranoico ossessionato dalle donne (aveva già ucciso una cleptomane e due lesbiche accompagnando i delitti con dotte citazioni in latino), potenzialmente potrebbe essere il sadico assassino. Purtroppo, prima di lui, a scoprire l'atroce verità sarà Anna (Lara Wendel), una giovane ragazza che, per fuggire all'inseguimento di un dobermann si rifugia nella villa del pazzo omicida. Nello studio, addobbato con orrende fotografie (l'assassino ritraeva i corpi mutilati delle vittime, in una sorta di feticismo morboso) e articoli di giornale, la giovane ragazza troverà una fine orrenda.
Neal, a conoscenza della tresca in corso tra sua moglie (Veronica Lario) ed il suo agente letterario, orchestra un diabolico piano: elimina Cristiano Berti, il vero assassino, e commette due omicidi applicando lo stesso modus operandi, al fine di far ricadere l'uccisione della moglie e dell'amante ad una stessa mano. Ma qualcosa non quadra e l'ispettore (Giuliano Gemma) risale all'identità dell'omicida, dopo aver ricevuto un fax dal paese natio di Neal che indica nello scrittore il probabile assassino di una giovane del posto (Eva Robins).
Recatosi nella casa affittata dalla moglie (che nel frattempo ha avvertito Ann, l'attuale convivente di Neal), l'ispettore trova ad attenderlo Peter Neal il quale, in un finale all'ultimo colpo di scena, lo uccide a colpi d'accetta dopo aver fatto scempio della moglie con la medesima arma. L'arrivo provvidenziale di Ann (Daria Nicolodi), che per entrare in casa rimuove una scultura moderna, sarà fatale allo scrittore. La statua si riversa addosso allo scrittore e, con le sue acuminate punte, lo trafigge da parte a parte.

Capolavoro di Argento, sia in veste formale sia in veste di contenuto, TENEBRE è un film giallo dalla forte coloritura splatter. Tenebre, che cronologicamente si colloca a seguito della trilogia (ancora da concludere nel terzo capitolo) iniziata con SUSPIRIA e proseguita con INFERNO, in realtà si rifà, nella sua titolazione, alle oscure tenebre dell'animo umano che, con l'occulto misterico, ben poco ha da spartire. Eppure i meandri della psicologia umana, pur se catalogati e confinati in categorie restrittive, mostrano di essere a volte, più spaventosi di qualsivoglia stregoneria.


Film stupendo per chi ama gli horror
Vecchio 25-04-2009, 00:36   #386
Avanzato
L'avatar di ElDiaDeLaFobia
 

risvegli



rivisto dopo tanti anni, molto toccante, estroversone per un giorno
Vecchio 25-04-2009, 08:10   #387
Intermedio
L'avatar di berbeghe
 

@ElDiaDeLaFobia Risvegli è stato già postato


io sera mi sono rivisto



Dark City - Alex Proyas

[trama]
in una camera d'albergo un uomo si risveglia con una ferita alla fronte, privo di memoria e il cadavere di una donna sul letto; costretto a fuggire via visti gli eventi comincia ad indagare sulla sua identità che sente non appartenergli, scoprirà che la realtà nella quale vive è...
[/trama]

[commento]
che dire di questo film, anticipa dei temi che verranno trattati poi da Matrix, certo che i Wachowsky hanno preso un pò dappertutto...

mi ricordo che la prima volta che vidi questo film rimasi folgorato dall'idea di fondo, il nostro vivere è interamente basata sulla memoria...e mi chiesi se avessi perso la memoria avrei potuto ricomciare la vita da capo? privo delle esperienze che mi avevano condizionato avrei potuto ricrearmi un'esistenza "normale" oppure qualcosa di più profondo mi avrebbe costretto a ripetere il mio vissuto...

Tornando al film è molto bello visivamente, questa città in stile Gotham, sempre avvolta in una notte artificiale, coi "cattivi" che sembrano tanti Nosferatu...e bellissima come sempre la Connelly
[/commento]
Vecchio 25-04-2009, 16:02   #388
Avanzato
L'avatar di Shamrock
 



Il film narra la storia di due italiani nati lo stesso giorno nel 1900-1901, nello stesso luogo (una grande fattoria emiliana) ma su fronti opposti: Alfredo è figlio dei ricchi proprietari della fattoria, i Berlinghieri; Olmo è figlio di Rosina, contadina vedova della medesima fattoria, e non sa chi è suo padre data la promiscuità nella quale vivevano i contadini all'inizio del XX secolo, segregati di notte e sfruttati di giorno come bestie da soma. Proprio le lotte contadine e la Grande Guerra dapprima, e il fascismo con la lotta partigiana per la Liberazione poi, sono al centro dei fatti che si susseguono, con al centro, e per filo conduttore, la vita dei due nemici-amici, impersonati in età adulta da Gerard Depardieu (Olmo) e da Robert De Niro (Alfredo).

Burt Lancaster, nel ruolo del nonno di Alfredo, e Donald Sutherland nel ruolo del violento, cinico e spietato Attila, chiamato con la sua ferocia asservita al potere a rappresentare l'arrivo devastante del fascismo in un paese dove la ricca borghesia iniziava a temere le varie organizzazioni socialiste a difesa dei lavoratori, sono alcuni degli altri indimenticabili volti di questa pellicola. Ma non possiamo dimenticare il nonno di Olmo, Leo, il capofamiglia dei Dalcò, interpretato da Sterling Hayden, la cugina di Alfredo, Regina, che Laura Betti dipinge con grande mestiere, la moglie di Olmo impersonata da Stefania Sandrelli e Dominique Sanda, moglie di Alfredo troppo sensibile per poter sopportare di restare al fianco del marito colpevole, ai suoi occhi, di non aver lasciato fuori dalla sua fattoria le brutture e le nefandezze di quel periodo di travagli politici e sociali.

L'ultima parte del film si riallaccia alle scene iniziali, quando, durante il sospirato giorno della Liberazione, Attila viene finalmente giustiziato nel cimitero, di fronte alle tombe delle sue vittime, e Alfredo viene preso in ostaggio da un ragazzino armato di un fucile ricevuto dai partigiani. Olmo, creduto morto, ricompare ed inscena un processo sommario al Padrone Alfredo Berlinghieri. Il legame di amicizia prevale e Olmo "condanna" Alfredo ad una morte virtuale (in realtà sottraendolo al linciaggio), inizialmente poco compresa dagli altri paesani, ma alla fine coralmente accettata con una sfrenata e liberatoria corsa nei campi, sotto l'enorme bandiera rossa cresciuta e tenuta nascosta durante il ventennio. Le forze dell'ordine soggiungono per intimare il disarmo ai partigiani ed è proprio Olmo ad accettare per primo di deporre il fucile, dopo aver sparato in aria per simboleggiare l'esecuzione della parte vile e malvagia del suo amico più caro. Alfredo ed Olmo iniziano così a scherzare di nuovo, accapigliandosi come da bambini. Il film si chiude sui due amici che, ormai anziani, continuano ad azzuffarsi nei luoghi dell'infanzia, con Olmo che continua a sentire la voce del nonno nel tronco di un albero e Alfredo che goliardicamente si uccide come da piccolo si stendeva per gioco sui binari del treno.
Vecchio 25-04-2009, 17:56   #389
Banned
 

Vecchio 25-04-2009, 20:41   #390
Intermedio
L'avatar di DJFobic
 

Quote:
Originariamente inviata da berbeghe
@ElDiaDeLaFobia Risvegli è stato già postato
embè? chi lo consiglia può far la differenza 8)
Vecchio 26-04-2009, 20:20   #391
Intermedio
L'avatar di berbeghe
 

appena visto su La7:

Testimone d'accusa - Billy Wilder



Trama:
un principe del foro che ha subito un recente infarto rinuncia al riposo dopo la degenza in ospedale e torna forzatamente al lavoro per garantire la migliore difesa possibile ad un uomo da lui giudicato innocente.

Durante lo svolgimento del processo vedrà quasi crollare la propria tesi difensiva ma un inaspettato colpo del destino sembra poterlo rimettere in gioco...
Vecchio 26-04-2009, 20:34   #392
Intermedio
L'avatar di berbeghe
 

e stasera vedo c'è altra bella roba, alcuni visti altri no, per questi ultimi il mio PVR avrà un bel da fare

ULTRACORPI - L'INVASIONE CONTINUA di Abel Ferrara
su 7 Gold, h 23:00

IL SAPORE DEL SANGUE di David Dobkin
su Canale 5, h 2:30

ESSERE JOHN MALKOVICH di Spike Jonze
su Italia 1, h 2:35 (grande grande grande, adoro la scena del ristorante)

EDIT: alla fine ho visto solo "IL SAPORE DEL SANGUE", thriller caruccio con doppiaggio televisivo, edibile;
elimino pertanto ciò che non ce l'ho fatta a registrare
Vecchio 27-04-2009, 00:59   #393
Esperto
L'avatar di animaSola
 

è stata una delusione....la trama poteva anche esser interessante, peccato che sia un film lentissimo

Vecchio 27-04-2009, 18:18   #394
Esperto
L'avatar di animaSola
 



La prima parte è 1pò lenta, ma poi si scatena l'inferno...e merita di esser visto....La storia è ambientata in un futuro in cui ogni sorta di emozione umana viene sdradicata, per evitare che scoppi una quarta guerra mondiale.....Per sorvegliare l'ordine costituito, viene creato il Tetragrammaton, una specie di polizia segreta...di cui ne è a capo Christian Bale....il quale si ribellerà a questa sorta di regime....e combatterà x ripristinare la libertà.

Insomma vedetelo :wink:
Vecchio 27-04-2009, 20:25   #395
Esperto
L'avatar di calinero
 

hostel



in realtà dovevo parlare del 2, ma dato che non vedo manco questo nella solf list, ve lo segnalo

trama:
un gruppo di giovani in cerca di sesso, rimane di sesso
Vecchio 27-04-2009, 20:26   #396
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L'avatar di calinero
 

hostel 2



non entusiasmante come il primo, ma ha cmq un po' di atmosfera fascinosa
anche se non approvo il girl power
Vecchio 27-04-2009, 21:49   #397
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Originariamente inviata da calinero
hostel 2
non entusiasmante come il primo, ma ha cmq un po' di atmosfera fascinosa
anche se non approvo il girl power
Piccoli aneddoti per gli horror maniaci, nel primo hostel c'è un cameo del regista nipponico Miike Takashi, nel secondo Hostel due camei tutti italici uno dell'ancor oggi molto bella scream queen Edwige Fenech nella parte di una professoressa di arte, l'altro del regista Ruggero Deodato in un cameo cannibalistico (tanto per cambiare).
Questo a dimostrazione di quanto il nostro "geriatrico" 8) horror ad alte dose di gore e pelo pubico abbia lasciato un grosso segno nell'immaginario horror moderno.
Vecchio 27-04-2009, 22:03   #398
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L'avatar di FobicJoe
 

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Originariamente inviata da jupiterskid
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hostel 2
non entusiasmante come il primo, ma ha cmq un po' di atmosfera fascinosa
anche se non approvo il girl power
Piccoli aneddoti per gli horror maniaci, nel primo hostel c'è un cameo del regista nipponico Miike Takashi, nel secondo Hostel due camei tutti italici uno dell'ancor oggi molto bella scream queen Edwige Fenech nella parte di una professoressa di arte, l'altro del regista Ruggero Deodato in un cameo cannibalistico (tanto per cambiare).
Questo a dimostrazione di quanto il nostro "geriatrico" 8) horror ad alte dose di gore e pelo pubico abbia lasciato un grosso segno nell'immaginario horror moderno.
e se fossero i soliti trucchi per accaparrarsi più spettatori includendo anche il pubblico geriatrico?
tipo quando fan veder le zinne nelle trasmissioni di calcio per far più audience
e poi anche in quo vadis c'era un pretoriano con un orologio, eppure non voleva dire che sono stati ispirati dalla rolex, ma è stato solo un errore :lol:
Vecchio 27-04-2009, 22:15   #399
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non entusiasmante come il primo, ma ha cmq un po' di atmosfera fascinosa
anche se non approvo il girl power
Piccoli aneddoti per gli horror maniaci, nel primo hostel c'è un cameo del regista nipponico Miike Takashi, nel secondo Hostel due camei tutti italici uno dell'ancor oggi molto bella scream queen Edwige Fenech nella parte di una professoressa di arte, l'altro del regista Ruggero Deodato in un cameo cannibalistico (tanto per cambiare).
Questo a dimostrazione di quanto il nostro "geriatrico" 8) horror ad alte dose di gore e pelo pubico abbia lasciato un grosso segno nell'immaginario horror moderno.
e se fossero i soliti trucchi per accaparrarsi più spettatori includendo anche il pubblico geriatrico?
tipo quando fan veder le zinne nelle trasmissioni di calcio per far più audience
e poi anche in quo vadis c'era un pretoriano con un orologio, eppure non voleva dire che sono stati ispirati dalla rolex, ma è stato solo un errore :lol:
No è risaputo che Eli Roth è un divoratore del cinema horror de noantri, e poi al pubblico americano cosa vuoi che freghi che compaia oppure no una vecchia Edwige Fenech, per la maggiore non la conoscono nemmeno. Cmq tutto l'horror moderno almeno quello molto truce e sadico prende a vagonate dall'horror anni 70.
Vecchio 27-04-2009, 23:17   #400
Esperto
L'avatar di jupiterskid
 



The Bridge è il racconto provocatorio e risoluto dei suicidi avvenuti sul Golden Gate Bridge di San Francisco, un film profondo sull’animo umano in crisi e sul tenue legame tra vita e morte; tra gli scomparsi e quelli che restano.
Il Golden Gate Bridge è il luogo in cui molte persone decidono di porre termine alla propria esistenza, più di ogni altro al mondo. Il totale dei morti che si contano è scioccante ma forse non del tutto sorprendente. Per meglio dire, se si ha intenzione di suicidarsi, c’è una logica raccapricciante nella scelta di un mezzo che risulti, nella quasi totalità dei casi, fatale ed di un luogo dalla bellezza magica e misteriosa.
Il regista e la sua troupe hanno lavorato per l’intero corso del 2004 filmando con grande impegno il Golden Gate Bridge, riprendendolo quotidianamente per quasi tutto il tempo consentito dalla luce diurna e registrando la maggior parte dei 24 suicidi, oltre ad un grandissimo numero di tentativi non riusciti. Inoltre il regista ha raccolto quasi 100 ore di interviste incredibilmente spontanee, profondamente personali, spesso struggenti, realizzate con le famiglie e gli amici dei suicidi, con i testimoni che spesso erano passanti, ciclisti, guidavano o stavano facendo surf o kiteboard, o andavano in barca sotto al ponte, e con numerosi degli stessi aspiranti suicidi.
The Bridge propone uno sguardo negli angoli più bui e se è possibile più impenetrabili dell’animo umano. I destini di queste 24 persone sono uniti dal ponte e da una caduta di 4 secondi, ma le loro vite sembrano essere scorse su binari paralleli ed aver tracciato parabole simili.
È lo stesso Golden Gate Bridge ad ergersi minaccioso sullo sfondo, un monumento che rispecchia le più alte aspirazioni e la natura più infima dell’uomo. Le dure realtà con cui i suicidi ci costringono a confrontarci sono inquietanti. Preferiremmo non vedere le persone con disturbi mentali; preferiremmo che i suicidi fossero invisibili – o almeno che avessero luogo silenziosamente nei bagni degli alberghi, nei fienili, nelle stanze dei dormitori e nei guardaroba.
The Bridge è un documentario sorprendentemente profondo e allo stesso tempo poetico, un viaggio visivo e viscerale in uno dei tabù più spinosi.
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