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01-01-2021, 04:12
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#1
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Intermedio
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Lo slut-shaming è un problema reale, che esiste nella nostra società e pesa molto sulla vita di una donna. Infatti capita spesso che le donne in posti autorevoli vengano sminuite in base a quanto sono belle, spesso con allusioni sul “chissà che avranno fatto per arrivare dove sono”/“dai, che il capo/il professore è stato più buono perché sei scollata”.
Ora, che l’effetto alone verso le persone belle (esiste anche per gli uomini, ma probabilmente è più alto per le donne) esiste è comprovato [1], ma ciò non è colpa della persona bella.
La soluzione a questo sono i test anonimizzati e quantitativi come il test di medicina o i test per l’ingresso all’università - così da evitare qualsiasi influenza - non di certo l’insultare la ragazza bella perché sospetti che prenda immeritatamente un voto più alto di te.
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Comunque non volevo parlare dello slut shaming e dello sminuire le donne in ruoli di autorità usando la loro bellezza. Volevo parlare del corrispettivo stigma che colpisce gli uomini - stigma che non viene trattato e che può avere risvolti più tragici del collega che sparla di te.
Per gli uomini vale la regola che - se hai sbagliato o sei (o sei stato) “sbagliato” - ciò ti resterà come un marchio ed è sacrosanto che tu vada giudicato per questo.
Se sei un “fallito” o un “buono a nulla”, per le persone non meriti aiuto o compassione: o “devi farcela da solo”; o “se hai fatto questo, hai dimostrato di non essere degno di X e X. Non voglio un dipendente/fidanzato/qualsiasi cosa che non sia affidabile”.
Notateci: tutti i liberali che dicono “adesso vedi come i cacciatori di teste e il tuo datore di lavoro ti riducono. Credi di trovare lavoro?” non fanno mai esempi femminili. Prendono sempre tratti ed esempi che indicano l’essere “problematici” e “immaturi” nei ragazzi. Ciò significa che, se un uomo è in difficoltà, è molto più difficile uscirne perché ti trovi il vuoto attorno.
Questo ha conseguenze tragiche.
Saltiamo il discorso carceri, perché è arcinoto. Partiamone da uno ugualmente tragico: la tossicodipendenza.
Gli uomini sono le principali vittime di tossicodipendenza. Vi riporto una fonte femminista, se non ci credete:
《 Gli uomini hanno più probabilità delle donne di usare quasi tutti i tipi di droghe illecite,13 e l'uso di droghe illecite è più probabile che porti a visite di emergenza o a morte per overdose per gli uomini che per le donne. Per "illecito" si intende l'uso di droghe illegali, compresa la marijuana (secondo la legge federale) e l'uso improprio di droghe su prescrizione medica. Per la maggior parte delle fasce d'età, gli uomini hanno tassi di consumo o di dipendenza da droghe illecite e alcol più elevati rispetto alle donne.14 Tuttavia, le donne hanno la stessa probabilità degli uomini di sviluppare un disturbo da uso di sostanze.15 Inoltre, le donne possono essere più suscettibili al desiderio16-19 e alle ricadute,20,21 che sono fasi chiave del ciclo della dipendenza 》[2]
Vi immaginate quanto sia difficile uscire da una tossicodipendenza, con:
• un liberalotto di provincia che ti ripete “Chiedimelo il posto di lavoro. Ho qui pronto un esperto cacciatore di teste che mi creerà un file completo su di te, con tutti i tuoi difetti”;
• la stragrande maggioranza delle ragazze che “non vuole casi umani” (Alpha Woman è una pagina enorme, perciò rappresenta il pensiero di una parte consistente della popolazione);
• la tua famiglia che considera più grave il fatto che tu “abbia perso la corsa della vita”, rispetto a che lo abbia fatto tua sorella o tua cugina?
Non sorprende che la tossicodipendenza colpisca molto di più gli uomini.
Inoltre questo forte stigma sociale sugli uomini “falliti” si ripercuote anche molto sulla salute mentale.
Gli uomini hanno il più alto numero di suicidi portati a termine. Le donne hanno un più alto numero di tentati suicidi, è vero, ma ciò non significa che gli uomini “abbiano semplicemente più sfortuna”, come qualcuno dice.
Questo mito lo confuta l’Istituto Beck:
[Continua in parte due]
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01-01-2021, 04:13
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#2
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Intermedio
Qui dal: Nov 2020
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《 Un gruppo di studiosi guidati dalla dottoressa Aislinné Freeman della Clinica e del Policlinico per la Psichiatria e la Psicoterapia dell’Università di Lipsia ha cercato di far luce su tutto ciò, andando a studiare l’intento suicidario, da loro definito come “il desiderio di un individuo di recarsi la morte”, definizione questa che esclude i motivi per tentare il suicidio senza reale desiderio di morire (Freeman et al., 2017).
Sebbene già altri studi abbiano dimostrato che il gap di genere nel suicidio sia dovuto a un maggior intento di morire nei maschi rispetto alle femmine, i ricercatori hanno provato ad analizzare la questione tramite uno studio improntato specificamente sull’intento suicidario. Hanno quindi raccolto gli intenti suicidari dai tentativi di suicidio acquisiti da un progetto europeo in 8 regioni in Germania, Ungheria, Irlanda e Portogallo, per un totale di 5212. Questi 5212 tentativi sono stati classificati per intento suicidario in “Autolesionismo Volontario Non-abituale” (DSH), “Pausa Parasuicidaria” (SP), “Gesto Parasuicidario” (SG) e “Tentativo Serio di Suicidio” (SSA).
È stata riscontrata un’associazione significativa tra intento suicidario e genere; infatti i Tentativi Seri di Suicidio sono stati molto più frequentemente riscontrati tra i maschi che tra le femmine.
Al fine di affrontare la questione se il metodo del tentativo di suicidio abbia un ruolo nell’associazione tra suicidio e genere, è stata eseguita un’analisi: anche tenendo in conto il metodo più usato dalle femmine all’interno dei tre metodi più frequentemente utilizzati per tentare il suicidio (overdose intenzionale di droghe o medicinali, auto-avvelenamento intenzionale con altri mezzi e impiccagione), di coloro che hanno scelto questo metodo (l’overdose intenzionale di droghe o medicinali), i maschi sono stati valutati come “Tentativi Seri di Suicidio” in maniera significativamente più frequente delle femmine, mentre queste ultime sono state classificate come “Autolesionismo Volontario Non-abituale” e “Gesto Parasuicidario” significativamente di più dei maschi.
I risultati hanno quindi supportato l’ipotesi che i maschi dimostrino una maggiore frequenza di “Tentativi Seri di Suicidio” indipendentemente dal metodo impiegato, anche all’interno dei metodi di tentato suicidio più usati dalle femmine. Lo studio ha quindi confermato che le femmine che tentano il suicidio abbiano un’intenzione seria di morire minore dei maschi.
Questa scoperta è in linea con un recente studio di oltre quattromila casi di autolesionismo, che ha riportato una significativa associazione tra punteggi di intenzione suicidaria più alta e genere maschile, autoavvelenamento, metodi multipli di autolesionismo, uso di gas, uso di alcol e metodi pericolosi di autolesionismo. Pertanto, si può dedurre che, indipendentemente dal metodo di autolesionismo, i tentativi di suicidio maschile tendono ad essere più gravi dei tentativi di suicidio femminile (Haw et al., 2015).
Quindi no, le differenze di genere nel suicidio non dipendono dal metodo impiegato per compiere il suicidio. Al contrario, i tentativi di suicidio femminile rappresentano in modo minore un’intenzione autentica a morire e più un desiderio di comunicare stress e disperazione per richiedere aiuto 》[3]
Dato che poi sembra che la storia che la società abbia delle colpe sia una fisima di noi MRA, vi riporto cosa scrive poi l’Istituto Beck:
《 Come ridurre tale gap? Spesso la parola d’ordine in psicologia è convincere gli uomini che “possano piangere”. Il punto però è che spesso gli uomini si ritrovano a piangere a vuoto, non essendoci nessuno che li ascolti. Al posto di dare la colpa a loro perché non si aprono, forse dovremmo essere noi più attenti ad ascoltarli e ad aiutarli prima che arrivi il punto di non ritorno, ad esempio tramite campagne, servizi e centri gratuiti specificamente indirizzati verso gli uomini.
Inoltre sappiamo che il tasso di suicidi per motivi economici è ancora più a maggioranza maschile: quasi la totalità. È indubbiamente legato alla pressione esclusivamente maschile a mantenere, una pressione storica, che in passato era addirittura legge (vi era l’obbligo del marito a mantenere la moglie). Questo vuol dire che in caso di tracollo finanziario, la situazione, per un uomo, che ha la pressione sociale a mantenere sua moglie e i suoi figli, sarà un rischio suicidario maggiore che per una donna, che non ha tale pressione sociale.
Infatti ancora oggi i casalinghi uomini sono meno dell’1% rispetto alle casalinghe donne, per cui la possibilità che, in caso di crisi economica o licenziamento il marito possa farsi mantenere dalla moglie è improbabile e socialmente scoraggiata. Una donna povera può dunque ripiegare nell’essere casalinga, mentre un uomo povero rischia maggiormente di diventare senzatetto (a tal proposito, infatti, gli uomini sono la stragrande maggioranza anche dei senzatetto), di ridursi a fare lavori faticosi o rischiosi (a maggioranza maschile, esattamente come le morti sul lavoro connesse a tali scelte lavorative) o, appunto, di suicidarsi.
Per contrastare tutto ciò, ovvero maggioranza maschile nei suicidi per motivi economici ma anche nel numero di senzatetto e di morti sul lavoro, è necessario non solo aprire servizi specifici come per i suicidi maschili generici, ma anche sdoganare i casalinghi uomini 》
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Voglio fare un punto sulla questione sentimentale. È un segreto di Pulcinella che, dai 20 anni in poi, il partner assume il ruolo di rapporto affettivo stabile e più affidabile al posto della famiglia. Gli amici ci sono, ma è raro che tu abbia un rapporto stretto con gli amici.
Perciò il ruolo di un partner è spesso fondamentale come sostegno emotivo in momenti di grossa difficoltà; così come è spesso fondamentale dal punto di vista economico, dato che viviamo in una società liberista e parcellizzata con scarso welfare e sostegno comunitario.
In un mondo ideale, un partner non dovrebbe avere un ruolo così vitale nell’assistere una persona in difficoltà. Noi però non viviamo in un mondo ideale: viviamo in una società ipercapitalista, dove il sostegno del nucleo famigliare è vitale
[1] https://it.m.wikipedia.org/wiki/Effetto_alone
[2] https://www.drugabuse.gov/publicatio...-substance-use
[3] https://www.istitutobeck.com/beck-ne...a8Sk8QVzhcrv-k
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01-01-2021, 06:16
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#3
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,306
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Questi due post vanno affissi all'ingresso di questo forum..magistrali!!sei onesta intellettualmente,grazie!!
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01-01-2021, 09:17
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#4
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Intermedio
Qui dal: Nov 2020
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Quote:
Originariamente inviata da Masterplan92
Questi due post vanno affissi all'ingresso di questo forum..magistrali!!sei onesta intellettualmente,grazie!!
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Non sono miei, li ho rubati da un attivista Privilegiato che seguo
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01-01-2021, 10:39
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#5
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,895
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Purtroppo essere uomini con un carattere debole e chiuso è un incubo, vieni visto come un appestato in ambito lavorativo, sentimentale, ma anche con gli amici, praticamente ovunque e poi hai una pressione sociale fortissima addosso. Questa cosa mi fa soffrire moltissimo, spesso penso che sarebbe stato meglio se non fossi mai nato. Fino ad un po' di tempo fa non pensavo mai al suicidio ma ora inizio a fantasticarci su qualche volta. Devo scegliere se fare una vita in solitudine, essere un fallito e farmi mettere i piedi in testa da tutti o se morire. La nostra società funziona così, a molti va bene e pazienza se qualcuno non riesce ad adattarsi, il sacrificio di qualche mela marcia è necessario.
Scusate se è troppo negativo questo messaggio ma sto molto giù.
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01-01-2021, 10:55
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#6
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
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Quote:
Originariamente inviata da Crepuscolo
Purtroppo essere uomini con un carattere debole e chiuso è un incubo, vieni visto come un appestato in ambito lavorativo, sentimentale, ma anche con gli amici, praticamente ovunque e poi hai una pressione sociale fortissima addosso. Questa cosa mi fa soffrire moltissimo, spesso penso che sarebbe stato meglio se non fossi mai nato. Fino ad un po' di tempo fa non pensavo mai al suicidio ma ora inizio a fantasticarci su qualche volta. Devo scegliere se fare una vita in solitudine, essere un fallito e farmi mettere i piedi in testa da tutti o se morire. La nostra società funziona così, a molti va bene e pazienza se qualcuno non riesce ad adattarsi, il sacrificio di qualche mela marcia è necessario.
Scusate se è troppo negativo questo messaggio ma sto molto giù.
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È verissimo..proprio da appestato viene trattato..e poi si è come in biologia..selezione naturale..gli inadatti alla vita e alla riproduzione rimangono ai margini e si isolano..mele marce inutili per la società
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01-01-2021, 18:13
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#7
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,113
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Quote:
Originariamente inviata da Crepuscolo
Purtroppo essere uomini con un carattere debole e chiuso è un incubo, vieni visto come un appestato in ambito lavorativo, sentimentale, ma anche con gli amici, praticamente ovunque e poi hai una pressione sociale fortissima addosso. Questa cosa mi fa soffrire moltissimo, spesso penso che sarebbe stato meglio se non fossi mai nato. Fino ad un po' di tempo fa non pensavo mai al suicidio ma ora inizio a fantasticarci su qualche volta. Devo scegliere se fare una vita in solitudine, essere un fallito e farmi mettere i piedi in testa da tutti o se morire. La nostra società funziona così, a molti va bene e pazienza se qualcuno non riesce ad adattarsi, il sacrificio di qualche mela marcia è necessario.
Scusate se è troppo negativo questo messaggio ma sto molto giù.
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Si, anche io fino a poco tempo fa avevo fastidio anche solo a sentir parlare di suicidio, ma ora invece lo considero come una delle soluzioni possibili, non dico subito ma in un futuro più o meno prossimo.
Anche se poi dovessi morire per suicidio io o uno come me non ci sarebbe molto scalpore, dispiacerebbe al nucleo familiare più stretto e basta.
I morti per suicidio sono più o meno gli stessi di quelli per incidenti stradali, però per questi ultimi si fanno investimenti per la prevenzione, le case automobilistiche ma anche lo stato, c'è tutto un codice della strada, etc. mentre per il suicidio a parte qualche remoto sportello di aiuto non c'è nessun'altro investimento.
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01-01-2021, 18:20
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,113
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Quote:
Originariamente inviata da ladyambra
Come ridurre tale gap? Spesso la parola d’ordine in psicologia è convincere gli uomini che “possano piangere”. Il punto però è che spesso gli uomini si ritrovano a piangere a vuoto, non essendoci nessuno che li ascolti.
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Gli psicologi però dovrebbero anche sapere che l'uomo che "piange" non è assolutamente contemplato nell'attuale società. Può essere mortale dare questo tipo di consiglio. Piangere, lamentarsi, ed esprimere le proprie debolezze solo con i dottori o al limite nei forum. Col senno di poi do ragione a mio padre che mi ha sempre detto "le problematiche psicologiche tienile per te, non esprimerle mai dove non vanno espresse, parlane con me, parlane con gli psicologi, ma non farlo mai al lavoro".. cosa che invece io ho fatto e mi sono rovinato per sempre. Pensavo di avere abbastanza coraggio per portare alla luce le mie problematiche, e che dovessero essere trattate come una malattia fisica, ipertensione, diabete, etc.. sono stato solo un grande ingenuo..
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01-01-2021, 21:36
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#9
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Banned
Qui dal: Apr 2020
Messaggi: 13,557
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Originariamente inviata da syd_77
Gli psicologi però dovrebbero anche sapere che l'uomo che "piange" non è assolutamente contemplato nell'attuale società. Può essere mortale dare questo tipo di consiglio. Piangere, lamentarsi, ed esprimere le proprie debolezze solo con i dottori o al limite nei forum. Col senno di poi do ragione a mio padre che mi ha sempre detto "le problematiche psicologiche tienile per te, non esprimerle mai dove non vanno espresse, parlane con me, parlane con gli psicologi, ma non farlo mai al lavoro".. cosa che invece io ho fatto e mi sono rovinato per sempre. Pensavo di avere abbastanza coraggio per portare alla luce le mie problematiche, e che dovessero essere trattate come una malattia fisica, ipertensione, diabete, etc.. sono stato solo un grande ingenuo..
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Si bisogna dirle a persone che sappiamo che tengono a noi , sono cose che andrebbero trattate come un malessere o dolore fisico , ma purtroppo per molti così non è , vengono anche sminuiti da alcuni certi problemi
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03-01-2021, 03:40
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#10
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,374
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Meno male che hai citato articoli di terzi, corredati da dati statistici, così facendo nessuno può dire che le tue siano mere opinioni personali
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Ultima modifica di Nightlights; 03-01-2021 a 04:00.
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03-01-2021, 12:31
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#11
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Sei una MRA? Comunque bel topic, purtroppo non ci si accorge quanto sia tragica la situazione anche per gli uomini, con problemi diversi ma comunque tragici. Spero che prima o poi si possa dare il giusto peso anche alle problematiche maschili, ancora se ne parla troppo poco e vengono sottovalutate un sacco.
Magari con gli anni si smuoverà qualcosa, chissà...
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03-01-2021, 12:56
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#12
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,306
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Strano che a questo thread non abbiano risposto "le solite"..eppure lo ha aperto una donna
Comunque bellissimo..
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04-01-2021, 00:50
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#13
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Esperto
Qui dal: Nov 2006
Ubicazione: Brianza
Messaggi: 1,483
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Tu, ladyambra, sei probabilmente di idee MRA moderate. Mi fa piacere che ne esistano moderati, saresti il primo caso che conosco.
Ma ci sono tanti estremismi e vera e propria misoginia che domina quel movimento, per cui io mi sento veramente lontano da ciò.
Non apprezzo nemmeno certi estremismi del femminismo, dal lato opposto, ma che ci siano situazioni di oggettiva disparità nel mondo femminile rispetto a quello maschile, spero non sia in dubbio.
Che ci siano istanze anche di una parte maschile per così dire "debole", senza dubbio, e io sono in questo sottogruppo.
Non credo che le donne (se non in minima parte) siano responsabili di questa situazione: piuttosto sono più spesso gli altri uomini, per così dire alfa o dominanti, quelli che hanno preso decisioni per le donne e per tutti gli altri uomini nel corso dei decenni. Il modello economico e sociale deriva da loro.
Che una certa emancipazione femminile non ha, a mio parere, preso le direzioni che si auspicherebbero ma sembrano quasi una rivincita o una deriva banale di certi atteggiamenti deteriori maschili, uno scimmiottare sciocco di atteggiamenti tutt'altro che virtuosi da parte di certi uomini, è vero.
Insomma, se io non lavoro e una buona fetta di popolazione mi schifa, tanto più se dovessi chiedere soldi alla mia partner, non voglio usare quel termine già usato e fin troppo eloquente, credo sia colpa soprattutto della fetta di popolazione maschile che, a suo modo di vedere le cose, e con l'avallo della maggioranza, ha deciso cosa sia di valore e cosa no.
Anche nel corteggiare, sono gli uomini alfa a mettere in cattiva luce gli uomini beta, innanzitutto, prima ancora forse delle stesse donne.
Che certo, non è che siano tutte comprensive e sensibili, tutt'altro, è qualcosa che sta diventando raro anche nel mondo femminile.
Non a caso il bullismo degli uomini è quasi sempre rivolto ad altri uomini.
Finchè avranno valore bellezza, soldi, cose materiali e di apparenza, non vedo vie d'uscita. Finchè la maggioranza degli uomini e delle donne vanno a cercare ciò...
Finchè domina soprattutto l'individualismo.
Restano le minoranze, maschili e femminili, e si spera che tra queste si crei un minimo d'intesa.
Ma non sempre: ho conosciuto persone "beta" che non avevano tanto l'aspirazione di essere comprese quanto di cambiare e diventare "alfa" o, peggio ancora, schifavano i loro "simili".
Non parliamo dei beta rancorosi e misantropi o misogini...
A che diavolo serve scagliarsi contro la maggioranza in maniera aggressiva e acida?
Se non si smuovono le coscienze e si crea un movimento alternativo e contrapposto a quello prevalente, non serve a nulla insultare gli/le alfa, o maledirli...
Un movimento di uomini, e di donne.
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15-01-2021, 06:49
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#14
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Intermedio
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 240
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Se vuoi puoi cercare su Privilegiato e Saccente - Pillole di Mansplaining Quotidiano, è la pagina Facebook da cui ho preso il post
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15-01-2021, 10:36
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#15
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Intermedio
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 240
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Quote:
Originariamente inviata da Masterplan92
Strano che a questo thread non abbiano risposto "le solite"..eppure lo ha aperto una donna
Comunque bellissimo..
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Prima che una donna sono una persona, non cerco trattamenti di favore
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12-02-2021, 09:24
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#16
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Intermedio
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 240
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Parliamo di questa risposta "ma gli MRA sono misogini" detta a chiunque provaprov ad affrontare una qualsiasi questione maschile (e quindi non importa se è davvero misoginx)
Da quando l'argomento ad personam è una reazione valida per smontare le istanze di una intera categoria?
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29-04-2021, 14:31
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2019
Ubicazione: Milano
Messaggi: 3,195
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Questa sì che è una fonte seria, non una "bibbia" (cit.) di dubbia qualità.
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29-04-2021, 14:32
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#18
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Esperto
Qui dal: Aug 2019
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“L'attore Dwayne “The Rock” Johnson ha rivelato la sua lotta contro la depressione. La morte di Chester Bennington, il cantante del gruppo rock americano Linkin Park, suicidatosi nel luglio 2017, destò scalpore tra i media americani e internazionali: fu uno shock per tutti. Nelle sue ultime interviste, Chester aveva parlato della sua battaglia contro il disturbo mentale e dei suoi pensieri suicidi. Aveva anche scritto di questi temi delicati nelle sue canzoni. Da adolescente quelle canzoni erano state un punto di riferimento per me, e da adulto le ascoltavo per superare i giorni più neri, mi facevano sentire meno solo. Quando si diffuse la notizia della morte di Chester, molti miei amici maschi pubblicarono dei post che lo ricordavano e raccontavano di come la musica dei Linkin Park li avesse aiutati. E' stato allora che ho capito che molti di noi avevano provato le stesse cose nel passaggio dall'adolescenza alla maturità e che tutti pensavamo di essere soli.
Come Chester Bennington, negli ultimi anni hanno scelto il suicidio anche altri uomini celebri, come il notissimo attore americano Robin Williams […] Avevano tutti età e background culturali diversi, appartenevano a gruppi etnici diversi e non soffrivano tutti dello stesso disturbo mentale. Erano anche considerati uomini di successo; che il successo impedisca automaticamente di soffrire di depressione è un'idea distorta, che induce le persone a stigmatizzare i disturbi di origine nervosa come qualcosa da cui ci si può liberare se la propria vita è apparentemente “bella”, o a interiorizzare quello stigma e quindi continuare a negare il proprio malessere. I disturbi mentali possono colpire chiunque, ovunque, a tutti i livelli.
Non sempre gli uomini conoscono il linguaggio delle emozioni, necessario per parlare dei loro sentimenti o delle loro esperienze, nemmeno con gli amici, la famiglia o le persone care, perciò spesso ci è di grande aiuto quando personalità famose, soprattutto uomini, parlano apertamente del loro disagio mentale. Ascoltare l'esperienza degli altri può davvero aiutare a cominciare a parlarne, perché allora malattie che sono state a lungo considerate un tabù vengono normalizzate e umanizzate davanti ai nostri occhi. I concetti di maschilità e virilità rafforzano naturalmente l'idea che gli uomini non soffrano, o non debbano soffrire, di problemi mentali come ansia e depressione, perché questo li rende deboli. Pertanto, le figure pubbliche e i personaggi famosi aiutano a far capire alle persone che molti di noi attraversano gli stessi periodi bui, e così facendo colmano la distanza tra salute mentale e identità maschile. Tuttavia anche loro a volte devono affrontare la reazione della gente e si sentono esortare a “comportarsi da uomini”. Per esempio, nel 2017 il giornalista e presentatore televisivo Piers Morgan twittò in risposta ad alcune recenti statistiche: “Nel Regno Unito 34 milioni di adulti sono malati di mente? Comportatevi da uomini e pensate a quelli che hanno DAVVERO bisogno di aiuto”. […] Commenti dannosi di personalità celebri come quelli che invitano a “comportarsi da uomini” possono dissuadere le persone a chiedere l'aiuto di cui hanno bisogno. L'interesse generale per i disturbi mentali che si manifesta quando i giornali riportano una storia sconvolgente che riguarda un personaggio famoso è positivo, ma lo stesso livello di attenzione, empatia e premura dovrebbe essere esteso a tutti coloro che sono in uno stato di sofferenza ma non sono figure pubbliche.
Ci sono moltissime ragioni per cui una persona può decidere di togliersi la vita; spesso restano oscure per gli altri e qualche volta lo sono anche per chi sta soffrendo. Per molti uomini una simile decisione può essere causata da una rabbia interiorizzata in seguito a un trauma, come un abuso, o da un sentimento di disperazione assoluta e dall'incapacità (o mancanza di desiderio) di affrontare la vita: la depressione. Ciononostante è essenziale garantire a queste persone un supporto prima che il malessere raggiunga un livello critico. Associazioni benefiche come Young Minds si battono perché vengano attuate strategie preventive nelle fasi iniziali della vita degli adolescenti, quando sono particolarmente vulnerabili alle patologie di natura mentale. […] Nel documentario sull'infanzia maschile e la maschilità, The Mask You Live In, il dottor Niobe Way afferma che “è esattamente all'età in cui secondo le statistiche nazionali il linguaggio emotivo scompare dalla vita dei ragazzi che il numero di suicidi tra i maschi è cinque volte superiore a quello delle ragazze”.
Scrivere poesie e tenere un diario mi ha aiutato moltissimo a superare il mio malessere, perché mi permetteva di esprimere me stesso e comprendere i miei pensieri. […] Dobbiamo contrastare i tagli ai fondi erogati ai servizi sanitari e batterci perché tutti abbiano accesso adeguato alle cure, che possono salvare vite umane.” - JJ Bola, Giù la Maschera
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05-05-2021, 11:47
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#19
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Intermedio
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 240
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Non sono d'accordo con il fatto che gli uomini non sono abituati ad esprimersi per paura di risultare deboli -> come unica interpretazione. Manca una parte fondamentale, gli uomini devono non mostrarsi deboli perché tanto a nessunx interessa.
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05-05-2021, 13:31
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#20
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Esperto
Qui dal: Aug 2019
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Originariamente inviata da ladyambra
Non sono d'accordo con il fatto che gli uomini non sono abituati ad esprimersi per paura di risultare deboli -> come unica interpretazione. Manca una parte fondamentale, gli uomini devono non mostrarsi deboli perché tanto a nessunx interessa.
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Credo sia così: se mostrano debolezze ricevono stigma oppure indifferenza.
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