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Vecchio 09-10-2020, 22:44   #1
Principiante
 

Ho una sorta di blocco emotivo, per il quale non riesco più a comunicare con nessuno, né in forma scritta né in forma orale. Mi sembra anche che le mie capacità di esprimermi si siano rovinate nel tempo, certi periodi del mio passato riuscivo ad esprimere esattamente quello che provavo o che volevo dire, mentre adesso non riesco più nemmeno ad articolare bene le parole. Non so come spiegarvelo, ma non è un problema neurologico, penso solo di ansia patologica (:
e accanto a tutto ciò, che potrebbe essere inquadrato come "anedonia", sento di aver abbandonato, oltre alle emozioni, anche sentimenti, ricordi e aspirazioni. Non sento più musica, non leggo più i libri, non guardo film. Perciò senza il supporto di tutti questi strumenti penso di avviarmi a una lenta decomposizione.
Dicevo di aver abbandonato le mie aspirazioni perché tutto mi sembra improbabile che si realizzi. Sono davvero stanca di provarci e di fallire. Mi sono assestata sulla decisione di restare a casa e stare con mia madre, che è l'unico rapporto o contatto che abbia nel reale. E, se mi scusate i toni drammatici, penso che quando se ne andrà potrò risolvere solo uccidendomi. Per la verità vorrei riuscirci prima (: però niente. Avevo le mie lamette da barba d'urgenza da utilizzare si sperava il prima possibile, ma sono riuscita solo a farmi un taglietto (orizzontale) sul polso sinistro.

E niente: scusate il papiro (: Era solo uno sfogo.
Vecchio 09-10-2020, 22:49   #2
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Originariamente inviata da misanthropyh_ Visualizza il messaggio
Dicevo di aver abbandonato le mie aspirazioni perché tutto mi sembra improbabile che si realizzi. Sono davvero stanca di provarci e di fallire.
Quali sono le tue aspirazioni?
Vecchio 09-10-2020, 23:06   #3
Principiante
 

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Quali sono le tue aspirazioni?
Un amore, una famiglia, amici, lo studio, il lavoro, l'indipendenza... insomma, una vita normale (:
Vecchio 10-10-2020, 00:41   #4
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Originariamente inviata da misanthropyh_ Visualizza il messaggio
Un amore, una famiglia, amici, lo studio, il lavoro, l'indipendenza... insomma, una vita normale (:
Amore, famiglia e amici non mi sembrano obiettivi che ha senso porsi. Sono cose che sfuggono quasi totalmente al nostro controllo. Potresti invece impegnarti per diventare più aperta alle relazioni, così da sfruttare le occasioni che potrebbero presentarsi.

Per quanto riguarda studio, lavoro e indipendenza, a 27 anni sei ancora ampiamente in tempo, nonostante le dicerie. Anche qui, però, devi cercare di non sabotarti da sola.

Il mio consiglio è di cercare di non buttarti giù. Vale sempre la pena fare un tentativo. Tu ne vali la pena.

Incidentalmente: dici di avere un blocco emotivo, ma fantastichi sul suicidio. Se ci pensi bene, è una fantasia emotivamente connotata. Il tuo "voglio morire" è in realtà un "voglio vivere" che non ti senti di comunicare in modo aperto.

Ultima modifica di Angus; 10-10-2020 a 00:43.
Ringraziamenti da
eely (11-10-2020), pure_truth2 (10-10-2020)
Vecchio 10-10-2020, 11:52   #5
Esperto
L'avatar di Black_Hole_Sun
 

Capisco questo stato di cose, anch'io ho "divorziato" con il mondo. La ragione è che ormai i discorsi delle persone non mi interessano, si parla di cose che non ho e non potrò avere, cose normali niente di che.

Sono consapevole di essere uno scarto di fabbrica, un reitto confinato ai margini estremi del mondo civile.

Le parole di incoraggiamento che talvolta mi vengono donate mi suonano vuote e prive di sostanza, una marea di sofismi fini a se stessi detti da chi non ha idea di cosa significhi stare nelle sabbie mobili.
Ringraziamenti da
misanthropyh_ (10-10-2020)
Vecchio 10-10-2020, 12:14   #6
Banned
 

Io mi tengo impegnata con lo studio ma se tutto il resto fa schifo anche quello non è che andrà alla grande. Come te però non ascolto più musica, né leggo (perché è già tanto se leggo i libri universitari) e né guardo più film, mi sento una fallita e voglio morire presto.
Ringraziamenti da
misanthropyh_ (10-10-2020)
Vecchio 10-10-2020, 12:15   #7
Principiante
 

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Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Amore, famiglia e amici non mi sembrano obiettivi che ha senso porsi. Sono cose che sfuggono quasi totalmente al nostro controllo. Potresti invece impegnarti per diventare più aperta alle relazioni, così da sfruttare le occasioni che potrebbero presentarsi.

Per quanto riguarda studio, lavoro e indipendenza, a 27 anni sei ancora ampiamente in tempo, nonostante le dicerie. Anche qui, però, devi cercare di non sabotarti da sola.

Il mio consiglio è di cercare di non buttarti giù. Vale sempre la pena fare un tentativo. Tu ne vali la pena.

Incidentalmente: dici di avere un blocco emotivo, ma fantastichi sul suicidio. Se ci pensi bene, è una fantasia emotivamente connotata. Il tuo "voglio morire" è in realtà un "voglio vivere" che non ti senti di comunicare in modo aperto.
Se sono cose che sfuggono al nostro controllo, pensi che non dipendano neanche da oggettivi meriti e demeriti, quindi?
Personalmente ho sempre pensato - ma poteva trattarsi solo di una credenza che avevo perché, ammettiamolo: è comoda - che l'essere amati non sia un merito, però mi sembra che la società in generale creda l'opposto, cioè che l'amore sia dato a chi se lo merita, perciò la gente normalmente si impegna ad essere brava, simpatica, educata, colta, piacevole, bella, magra, "perfetta" e via dicendo... in tal senso non ho nulla di amabile e forse, nonostante le mie convinzioni, me ne sono fatta una colpa in più di un'occasione.

Per il lavoro ho meno difficoltà a credere di essere in tempo, ma lo studio, non è solo una questione di vecchiaia anagrafica, è che ci sono altri problemi di mezzo... e potrei anche farne a meno, solo che ho questa idea costante di dover contare nella vita (proprio perché mi è sempre stato detto che non contavo, credo), e penso di avere l'idea inconscia che un diplomato valga meno di un laureato (so che è insensato, ma la penso così. Almeno la mia famiglia primaria è fatta da gente con questo titolo di studio. Studiare all'università è la mia aspirazione da quando ero bambina, ma non sono riuscita a realizzarla. E il problema penso consista in gran parte in quell'autosabotaggio a cui alludi, e da cui non mi so redimere).

Sì, potrebbe darsi. Però amplierei un po' il discorso. Non è solo un "voglio vivere", cioè una richiesta d'aiuto, camuffata da quella di metter fine a tutto; io talvolta penso proprio che l'unica ragione di vita che abbia sia quella di terminarla, nel senso che il pensiero di dovermi o potermi fare fuori è un chiodo fisso, ed è rassicurante. La mia vita la organizzo tutta attorno a quel pensiero, e anche quando le cose sembrano andare bene, rovino tutto perché ho paura che possano davvero prendere quella direzione. Cioè sembro votata al fallimento ad oltranza, il che potrebbe inquadrarsi bene nell'ambito di una sorta di "culto della morte" o della degenerazione costante, o nichilismo che sia, da parte mia.

Spero di non aver scritto una marea di cavolate...
Vecchio 10-10-2020, 12:35   #8
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Originariamente inviata da misanthropyh_ Visualizza il messaggio
Se sono cose che sfuggono al nostro controllo, pensi che non dipendano neanche da oggettivi meriti e demeriti, quindi?
Personalmente ho sempre pensato - ma poteva trattarsi solo di una credenza che avevo perché, ammettiamolo: è comoda - che l'essere amati non sia un merito, però mi sembra che la società in generale creda l'opposto, cioè che l'amore sia dato a chi se lo merita, perciò la gente normalmente si impegna ad essere brava, simpatica, educata, colta, piacevole, bella, magra, "perfetta" e via dicendo... in tal senso non ho nulla di amabile e forse, nonostante le mie convinzioni, me ne sono fatta una colpa in più di un'occasione.
Come che sia, non è una cosa controllabile, tanto vale non cercare di farlo. Ti risparmi una fatica inutile.

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Originariamente inviata da misanthropyh_ Visualizza il messaggio

Sì, potrebbe darsi. Però amplierei un po' il discorso. Non è solo un "voglio vivere", cioè una richiesta d'aiuto, camuffata da quella di metter fine a tutto; io talvolta penso proprio che l'unica ragione di vita che abbia sia quella di terminarla, nel senso che il pensiero di dovermi o potermi fare fuori è un chiodo fisso, ed è rassicurante. La mia vita la organizzo tutta attorno a quel pensiero, e anche quando le cose sembrano andare bene, rovino tutto perché ho paura che possano davvero prendere quella direzione. Cioè sembro votata al fallimento ad oltranza, il che potrebbe inquadrarsi bene nell'ambito di una sorta di "culto della morte" o della degenerazione costante, o nichilismo che sia, da parte mia.
Magari ci sono più motivi.
Vuoi interrompere qualcosa, ma sei sicura che sia la vita? Non è che sono alcune emozioni spiacevoli che rifiuti (a ragione o torto)?
Inoltre, ti senti libera di disporre di te stessa liberamente, o ti ritrovi vincolata ad altre persone? Se vale la seconda, e non hai accettato/elaborato la cosa, mi sembra normale che ti viene voglia di compensare fantasticando su un controllo.
Vecchio 10-10-2020, 14:09   #9
Principiante
 

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Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio

Magari ci sono più motivi.
Vuoi interrompere qualcosa, ma sei sicura che sia la vita? Non è che sono alcune emozioni spiacevoli che rifiuti (a ragione o torto)?
Inoltre, ti senti libera di disporre di te stessa liberamente, o ti ritrovi vincolata ad altre persone? Se vale la seconda, e non hai accettato/elaborato la cosa, mi sembra normale che ti viene voglia di compensare fantasticando su un controllo.
Sì, di base ho sempre fatto del male a me stessa per non farlo agli altri (:
A motivare la recidività del fallimento è un po' di vigliaccheria nell'affrontare l'altro, o magari, tutto questo fallimento ad oltranza, per farla pagare ai genitori che non mi hanno amata, o non so. Magari sono semplicemente difettosa (:
non avevo mai visto la prospettiva del pensiero della morte in chiave controllo. può essere.

E comunque la vita mi sembra insensata. Perciò che si realizzi qualcosa o che si sia delle nullità fatte persone, il discorso non cambia.

(Forse ho creato un post un po' troppo autoreferenziale, me ne dolgo :3 devo ancora carburare con il funzionamento corretto del sito).

Ultima modifica di misanthropyh_; 10-10-2020 a 14:12.
Vecchio 10-10-2020, 14:59   #10
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Anch’io mi sento separato dal mondo , un corpo estraneo, comunico solo con i famigliari e 2-3 colleghi ( ma pochissimo) per il resto sono sempre in silenzio con la faccia triste e gli occhi spenti , mi sto trascinando avanti per inerzia ma senza voglia , senza energia e senza una meta
Vecchio 10-10-2020, 15:00   #11
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Originariamente inviata da misanthropyh_ Visualizza il messaggio

E comunque la vita mi sembra insensata. Perciò che si realizzi qualcosa o che si sia delle nullità fatte persone, il discorso non cambia.
Ma di suo lo è, il senso è soggettivo, è negli scambi che riesci ad avere e soprattutto ad apprezzare. Ovviamente non ha senso (appunto) realizzare qualcosa per solo senso del dovere. Anche se a volte, cedendo al senso del dovere, validandolo, arriviamo per una strada inconsueta a trovare appagamento.
Ringraziamenti da
misanthropyh_ (10-10-2020)
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