Credo che la vera sofferenza non sia la solitudine. Se tu sei solo ed hai cose che interessano, che ti appassionano, o semplicemente sei in pace con te stesso, bene o male tiri avanti, non stai proprio male. Credo che inizi a provare quel senso di frustrazione e di noia perenne quando sei solo, ma solo con te stesso. Quando nella solitudine, non trovi neanche un compagno dentro di te. E' come se ognuno avesse la compagnia di un Sè, che puoi amare o odiare, e certi odiano. Quindi è esattamente come una convivenza forzata, tra il Sè che pensa, che vorrebbe essere in qualche modo, che vorrebbe certe cose, ed il Sè che è quello che interagisce col mondo, con tutti i suoi limiti, insopportabili all'altro Sè. Io sento molto questo dualismo, tra ciò che sono e ciò che vorrei essere. Ad ogni modo il momento peggiore è quando non mi sento neanche in conflitto, che perlomeno è vita, ma mi sento in uno stato di abulia, di tedio profondo che prescinde da quel che faccio e che si trasmette a tutto ciò che vedo. Vi capitano mai sensazioni simili? Io vorrei ignorarle, ma sono troppo troppo frequenti. Penso che in parte giochi il fatto che sono oggettivamente solo, in parte sia una mia naturale tendenza alla malinconia che è aggravata dalla mia situazione sociale ed affettiva, per l'appunto, deserta.