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Vecchio 23-09-2023, 13:24   #1
Avanzato
L'avatar di Ilsaggio
 

Di fondo a 34 anni mi sento ancora bambino. È forse questa una delle cause del mio stato d'animo e malessere.

Bambino inteso come persona di cui prendersi cura,e non affidabile. Spaventato,ingenuo e fuori dal mondo.

Non ho una identità, una personalità... mi nascondo dietro agli altri, come d'altronde fanno i bambini quando si nascondono dietro ai genitori...

È forse qualcosa di innato che non si può cambiare? Sto lavorando tantissimo per cambiare in meglio...ma è veramente veramente dura..
Ringraziamenti da
euridice_ (23-09-2023), Silent (23-09-2023)
Vecchio 23-09-2023, 13:33   #2
Esperto
L'avatar di pokorny
 

in parte è un problema che sento anch'io, capisco molto bene.
Vecchio 23-09-2023, 13:37   #3
Esperto
L'avatar di muttley
 

La definizione dell'identità è frutto dei processi di mediazione sociale; detto in altre parole si matura un'identità attraverso la vita sociale. Immagina di essere un calciatore: come fai a capire in che ruolo puoi essere bravo a giocare se ti alleni sempre da solo e mai con gli altri? Direi che è un po' quello che succede a tutti noi che passiamo buona parte delle nostre giornate in solitudine o interagiamo con gli altri senza conferire a queste interazioni alcuna significatività.
Comunque ho letto che a 27 anni insegnavi in una scuola superiore: quando avevo più o meno quell'età rifiutai una supplenza alle medie perché pensavo che, essendo appunto sprovvisto di un'identità formata a causa del troppo isolamento, non sarei stato in grado di confrontarmi con persone in età evolutiva che stavano invece creandosi un'identità sempre più definita. Pensavo che la cosa mi avrebbe dato fastidio e probabilmente avevo ragione. Tu come hai affrontato quell'esperienza?
Vecchio 23-09-2023, 13:40   #4
Esperto
L'avatar di Maffo
 

Quote:
Originariamente inviata da Ilsaggio Visualizza il messaggio
Di fondo a 34 anni mi sento ancora bambino. È forse questa una delle cause del mio stato d'animo e malessere.

Bambino inteso come persona di cui prendersi cura,e non affidabile. Spaventato,ingenuo e fuori dal mondo.

Non ho una identità, una personalità... mi nascondo dietro agli altri, come d'altronde fanno i bambini quando si nascondono dietro ai genitori...

È forse qualcosa di innato che non si può cambiare? Sto lavorando tantissimo per cambiare in meglio...ma è veramente veramente dura..
Sono sicuro che anche tu hai delle responsabilità, la casa e magari un lavoro, o aspettative che altre persone hanno su di te.

Prova a pensarci quando ti senti bambino.
Vecchio 23-09-2023, 13:49   #5
Avanzato
L'avatar di Ilsaggio
 

Quote:
Originariamente inviata da euridice_ Visualizza il messaggio
Come ci stai lavorando?
Ci sto lavorando in tutti i modi con il supporto di varie figure mediche...un sacco di fallimenti devo dire... ma piccoli passi in avanti(penso) di averli fatti. Come si dice, i soldi spesi per la salute sono soldi ben spesi.. in cuore mio spero che arrivi il giorno in cui poter dire.."Evvai!! Tutto risolto, iniziamo la vita 3.0 come piace a me..".. e Ricordare con tenerezza i miei primi 34 anni di vita passati a soffrire...
Ringraziamenti da
euridice_ (23-09-2023)
Vecchio 23-09-2023, 14:04   #6
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

Se interpreto bene è come se ti sentissi ancora bisognoso di cure, nonostante tu sia adulto e provi come un senso di umiliazione.

Qualche anno fa ho avuto una presa di coscienza simile, non mi sentivo affatto adulta. Come contesto, nella mia famiglia si tende a mettermi nel ruolo di bambina, non vengo incoraggiata ad essere indipendente.
Mi creano confusione, perché per alcune cose mi trattano da bambina e per altre (quando fa comodo a loro) mi dicono che io sono ormai una donna e non mi prendo le mie responsabilità.
Se cerco una mia indipendenza mi fanno discorsi per intendere che il mondo è pieno di pericoli, invece quando manifesto la volontà di restare in famiglia perché non ho voglia di correre rischi mi rimproverano perché è scandaloso che alla mia età io non faccia le mie scelte (discorsi privi di coerenza). Mi hanno creato una confusione pazzesca che ha causato anche miei comportamenti apparentemente disordinati.

Una volta mi sono resa conto, con spavento, che mi ero abituata a dare sempre il numero di casa anziché il mio numero personale, anche per cose che riguardano solo me. Sono stata sempre abituata a mettere i genitori come schermo tra me e il mondo, anche perché a loro faceva comodo. Questa situazione di "infanzia forzata" si è protratta più del dovuto, perché a qualche livello crea vantaggi secondari e crea un equilibrio, seppur in negativo.

Tu hai di certo una personalità e un'identità, anche per il solo fatto di aver parlato di questo argomento e di aver espresso delle tue sensazioni, solo che forse ti sei abituato a reprimerle per venire incontro alle necessità della tua famiglia? Ci sono teorie che sostengono questo. Affermano che il bambino durante l'infanzia percepisce i genitori come unica fonte di sopravvivenza (infatti è così) e si abitua a plasmare se stesso in base alle loro richieste, offre delle prestazioni di buon comportamento per essere apprezzato e questo può portare a reprimere delle parti di Sé che vengono messe a tacere, in alcuni casi fino a non percepirle più e da adulti si continua a vivere inconsapevolmente in questa "struttura mentale infantile" basata su obbedienza e senso di colpa (questa identità plasmata per accontentare gli altri viene definita Falso Sé). Mi è venuta in mente questa cosa quando hai parlato di "bambino spaventato che si nasconde dietro ai genitori" e della mancanza di identità. Io quando mi sono resa conto di queste cose ho iniziato, con molta paura e insicurezza, a fare qualche piccola modifica meno spaventosa possibile, per dire, ho iniziato a dare solo il mio numero di telefono, a contattare il medico dal mio numero privato e ho ignorato i musi lunghi dei miei, mi sono allenata a comportarmi come se fossi una persona autonoma, anche se devo ancora fare molti passi avanti. Potresti fare esperimenti simili per vedere come ti senti.

Ultima modifica di dystopia; 23-09-2023 a 14:11.
Ringraziamenti da
Ilsaggio (23-09-2023)
Vecchio 23-09-2023, 14:16   #7
Esperto
 

Eh a chi lo dici
Vecchio 23-09-2023, 16:16   #8
Avanzato
L'avatar di Ilsaggio
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
La definizione dell'identità è frutto dei processi di mediazione sociale; detto in altre parole si matura un'identità attraverso la vita sociale. Immagina di essere un calciatore: come fai a capire in che ruolo puoi essere bravo a giocare se ti alleni sempre da solo e mai con gli altri? Direi che è un po' quello che succede a tutti noi che passiamo buona parte delle nostre giornate in solitudine o interagiamo con gli altri senza conferire a queste interazioni alcuna significatività.
Comunque ho letto che a 27 anni insegnavi in una scuola superiore: quando avevo più o meno quell'età rifiutai una supplenza alle medie perché pensavo che, essendo appunto sprovvisto di un'identità formata a causa del troppo isolamento, non sarei stato in grado di confrontarmi con persone in età evolutiva che stavano invece creandosi un'identità sempre più definita. Pensavo che la cosa mi avrebbe dato fastidio e probabilmente avevo ragione. Tu come hai affrontato quell'esperienza?
Post laurea,dovevo cercare un lavoro. Esperienza che ricordo piacevolmente sotto certi punti di vista anche se non la rifarei per ora.. ricordo che in alcuni casi venivo scambiato per un alunno ed era veramente frustrante...
Ringraziamenti da
Nannerl (23-09-2023)
Vecchio 23-09-2023, 17:11   #9
Banned
 

Io mi sento un'adolescente più che una bambina, e ormai ho quasi 30 anni.
Vecchio 24-09-2023, 10:20   #10
Avanzato
L'avatar di Ilsaggio
 

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Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
Se interpreto bene è come se ti sentissi ancora bisognoso di cure, nonostante tu sia adulto e provi come un senso di umiliazione.

Qualche anno fa ho avuto una presa di coscienza simile, non mi sentivo affatto adulta. Come contesto, nella mia famiglia si tende a mettermi nel ruolo di bambina, non vengo incoraggiata ad essere indipendente.
Mi creano confusione, perché per alcune cose mi trattano da bambina e per altre (quando fa comodo a loro) mi dicono che io sono ormai una donna e non mi prendo le mie responsabilità.
Se cerco una mia indipendenza mi fanno discorsi per intendere che il mondo è pieno di pericoli, invece quando manifesto la volontà di restare in famiglia perché non ho voglia di correre rischi mi rimproverano perché è scandaloso che alla mia età io non faccia le mie scelte (discorsi privi di coerenza). Mi hanno creato una confusione pazzesca che ha causato anche miei comportamenti apparentemente disordinati.

Una volta mi sono resa conto, con spavento, che mi ero abituata a dare sempre il numero di casa anziché il mio numero personale, anche per cose che riguardano solo me. Sono stata sempre abituata a mettere i genitori come schermo tra me e il mondo, anche perché a loro faceva comodo. Questa situazione di "infanzia forzata" si è protratta più del dovuto, perché a qualche livello crea vantaggi secondari e crea un equilibrio, seppur in negativo.

Tu hai di certo una personalità e un'identità, anche per il solo fatto di aver parlato di questo argomento e di aver espresso delle tue sensazioni, solo che forse ti sei abituato a reprimerle per venire incontro alle necessità della tua famiglia? Ci sono teorie che sostengono questo. Affermano che il bambino durante l'infanzia percepisce i genitori come unica fonte di sopravvivenza (infatti è così) e si abitua a plasmare se stesso in base alle loro richieste, offre delle prestazioni di buon comportamento per essere apprezzato e questo può portare a reprimere delle parti di Sé che vengono messe a tacere, in alcuni casi fino a non percepirle più e da adulti si continua a vivere inconsapevolmente in questa "struttura mentale infantile" basata su obbedienza e senso di colpa (questa identità plasmata per accontentare gli altri viene definita Falso Sé). Mi è venuta in mente questa cosa quando hai parlato di "bambino spaventato che si nasconde dietro ai genitori" e della mancanza di identità. Io quando mi sono resa conto di queste cose ho iniziato, con molta paura e insicurezza, a fare qualche piccola modifica meno spaventosa possibile, per dire, ho iniziato a dare solo il mio numero di telefono, a contattare il medico dal mio numero privato e ho ignorato i musi lunghi dei miei, mi sono allenata a comportarmi come se fossi una persona autonoma, anche se devo ancora fare molti passi avanti. Potresti fare esperimenti simili per vedere come ti senti.
Tema famiglia ovviamente è un n tema su cui potrei stare un giorno Intero a parlarne... di fondo mi rendo conto che ho un fratello che non è come me.. ne arrivo alla conclusione che ,seppure possa esserci una influenza familiare,di fondo c'è qualcosa che non va in me..
Vecchio 24-09-2023, 12:12   #11
Esperto
L'avatar di IO&EVELYN
 

Io lo sono in tutto e per tutto, con tratti misti adolescenziali e purtroppo anche adulti...
Vecchio 24-09-2023, 13:07   #12
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

Quote:
Originariamente inviata da Ilsaggio Visualizza il messaggio
Tema famiglia ovviamente è un n tema su cui potrei stare un giorno Intero a parlarne... di fondo mi rendo conto che ho un fratello che non è come me.. ne arrivo alla conclusione che ,seppure possa esserci una influenza familiare,di fondo c'è qualcosa che non va in me..
Più che "cose che non vanno in te" le vedrei come tue caratteristiche che si sono combinate particolarmente bene con quel contesto, perciò si sono potenziate perché rappresentavano il tuo strumento di sopravvivenza (per fare in modo che gli adulti ti apprezzassero). Può essere.

Si può vivere nella stessa famiglia e ognuno ha una reazione e sviluppo differente in base alle proprie caratteristiche, ci può essere un fratello/sorella che ha risentito di più del clima familiare ma questo non vuol dire essere "sbagliati"
Vecchio 24-09-2023, 13:14   #13
Esperto
L'avatar di Keith
 

Non c'è niente di male a mantenere dei tratti adolescenziali/giovanili. Non bambini però. La gioventù è forza, ribellione, impertinenza, e un po' di quei tratti è sempre bene mantenerli, altrimenti si diventa dei 40 enni vecchi nel fisico e nel corpo, conformisti e squallidi.
Vecchio 24-09-2023, 21:44   #14
Esperto
L'avatar di SoloUnaDonna
 

Quote:
Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
La gioventù è forza, ribellione, impertinenza, e un po' di quei tratti è sempre bene mantenerli, altrimenti si diventa dei 40 enni vecchi nel fisico e nel corpo, conformisti e squallidi.
Io mi son sempre sentita vecchia invece.. ed ora ho pure scoperto di essere da sempre una persona squallida.. che bello ._.
Vecchio 25-09-2023, 00:38   #15
Esperto
 

Infantilismo e fobia sociale sono strettamente correlati.
Ogni trauma ci rallenta, in qualche modo una parte di noi rimane impigliata in un chiodo del passato.
Vecchio 25-09-2023, 00:57   #16
Esperto
L'avatar di Keith
 

Quote:
Originariamente inviata da SoloUnaDonna Visualizza il messaggio
Io mi son sempre sentita vecchia invece.. ed ora ho pure scoperto di essere da sempre una persona squallida.. che bello ._.
ehh, mo addirittura squallida, ma mi sembra esagerato, non è neanche giusto essere così severi con noi stessi.
Vecchio 25-09-2023, 08:39   #17
Banned
 

Ho saltato molto della fase bambino perché sono dovuto crescere in fretta, però del bambino ho una caratteristica, ed è quella di dire sempre ciò che penso senza filtri, in maniera diretta, spontanea e senza preoccuparmi di nulla, certo in un mondo adulto fatto di finzione, ipocrisia e leccaculismo stona un po’
Vecchio 25-09-2023, 09:56   #18
Intermedio
L'avatar di MakeMeBad
 

Mi ci ritrovo. Penso che ad un certo punto dobbiamo diventare genitori di noi stessi, prendere quel bambino per mano e cercare di essere l'adulto di cui avevamo bisogno quando eravamo piccoli.
Quando c'è qualcosa che mi spaventa, o che mi sembra troppo, cerco di dirmi nella mente, "dai, lo facciamo insieme, proviamoci".
In me sento che c'è una scissione, quando prevale diventa veramente ingestibile.
Però i miei passi avanti li ho fatti così, parlandoci e prendendomene cura, ascoltandolo visto che mai nessuno lo ha fatto.
Fino a che arriverà un momento in cui finalmente potremo lasciarlo andare.
Ringraziamenti da
edward00767 (25-09-2023), Laurence (25-09-2023)
Vecchio 25-09-2023, 10:17   #19
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da MakeMeBad Visualizza il messaggio
Mi ci ritrovo. Penso che ad un certo punto dobbiamo diventare genitori di noi stessi, prendere quel bambino per mano e cercare di essere l'adulto di cui avevamo bisogno quando eravamo piccoli.
Quando c'è qualcosa che mi spaventa, o che mi sembra troppo, cerco di dirmi nella mente, "dai, lo facciamo insieme, proviamoci".
In me sento che c'è una scissione, quando prevale diventa veramente ingestibile.
Però i miei passi avanti li ho fatti così, parlandoci e prendendomene cura, ascoltandolo visto che mai nessuno lo ha fatto.
Fino a che arriverà un momento in cui finalmente potremo lasciarlo andare.
Ho le stesse sensazioni certe volte, mi sembra assurdo.
Ringraziamenti da
MakeMeBad (25-09-2023), vikingo (25-09-2023)
Vecchio 25-09-2023, 22:18   #20
Avanzato
 

Anche io mi sento una bambina sotto molti aspetti, aggiungerei anche nella gestione della rabbia e dei sentimenti negativi.
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