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07-04-2005, 21:43
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#21
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Banned
Qui dal: Nov 2000
Messaggi: 2,258
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Se prendete in considerazione i bambini, ovviamente più o meno tutti hanno un basso livello di sicurezza, perchè appunto sono bambini. Tuttavia, si nota subito che alcuno sono molto timidi, altri molto vivaci e altri sono in una via di mezzo
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07-04-2005, 21:58
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#22
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Vero ma il fatto che siano timidi non vuol dire assolutamente che sono destinati a diventare socialfobici
Il problema della fobia sociale deriva da cause ben più complesse spesso non ha nulla a che vedere con la timidezza
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07-04-2005, 23:01
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#23
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Principiante
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Belgio
Messaggi: 6
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Beh, non potete lasciarmi così. Può dipendere da cosa ?
Delle teorie che avete esposto mi convince quella dell'inibizione. Ho più di 40 anni, ho girato mezzo mondo, conosciuto tanta gente, avuto delle partner, ma alla mia reveranda età, se mi piace una donna sono bloccato (con lei), divento rigido - inibito, appunto. Saprei benissimo "cosa" fare, ma resto di sasso. Eppure, quella di "provarci" è un'esperienza che ho ripetuto tante volte. Eppure parlo in pubblico senza problemi, che è una cosa che a molti dà ansia. E' un mistero...
Niko
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08-04-2005, 10:27
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#24
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Quote:
Originariamente inviata da niko
Ho più di 40 anni, ho girato mezzo mondo, conosciuto tanta gente, avuto delle partner, ma alla mia reveranda età, se mi piace una donna sono bloccato (con lei), divento rigido - inibito, appunto. Saprei benissimo "cosa" fare, ma resto di sasso. Eppure, quella di "provarci" è un'esperienza che ho ripetuto tante volte. Eppure parlo in pubblico senza problemi, che è una cosa che a molti dà ansia. E' un mistero...
Niko
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Nessun mistero la tua potrebbe essere una semplice timidezza riscontrabile solo nei rapporti con l'altro sesso credo sia troppo poco per trattarsi di fobia sociale a meno che ci sia qualcos'altro che ti inibisca oltre le donne
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08-04-2005, 14:39
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#25
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Guest
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>Credo che la tua storia sia completamente diversa dalla mia dato >l'esperienza negativa del lavoro non può arrecar danno alla tua autostima >in quanto dipende da cause esterne alla fobia sociale cioè dalla segretaria >******* Evil or Very Mad e da un pizzico di ingenuità da parte tua Laughing
Sì è vero, ma perdere un lavoro è sempre un evento piuttosto negativo difronte al quale si può reagire in modi diversi.
>Noto in te al contrario del sottoscritto una certa sicurezza in te stesso e una discreta autostima
E perché non dovrei averne? Non ho alcun motivo di considerarmi incapace. Non mi è mai capitato di svolgere un lavoro e di sentirmi incapace di eseguirlo. Ho avuto anche una esperienza di circa otto mesi in una azienda dove oltre ad occuparmi di qualità ero caporeparto e dovevo dirigere il lavoro di una ventina di operai.
Credo sia stato uno dei ruoli più difficili per me, vissuto con un sentimento d'inadeguatezza; eppure quando me ne andai, mi dissero che avevo fatto un buon lavoro e anche ad alcuni operai manifestarono dispiacere per la mia partenza.
>Secondo la prima ipotesi, la fobia sociale deriva da una carenza di abilità sociali
Non mi convincono molto queste teorie del comportamentismo, soprattutto questa storia delle abilità sociali. Innanzitutto bisognerebbe definire nel concreto cosa s'intende per abilità sociali. Per me sono caratteristiche più che altro caratteriali, che non s'imparano, quelle che in genere chiamano
"attidutini al rapporto con gli altri". O per carattere sei aperto, allegro e gioviale, oppure non lo sei; in questo caso ben difficilmente puoi diventarlo a meno di non saper rivoltare come un guanto il proprio carattere. Se poi come dice la teoria, i genitori timidi fornirebbero un modello sbagliato ai figli, come si spiega ad esempio che io e mia sorella pur avendo vissuto nella stessa famiglia abbiamo caratteri molto differenti: lei estroversa, io tendenzialmente chiuso. L'unica differenza sta nel fatto che lei ha sempre comunicato, non ha mai avuto paura ad esprimere i suoi sentimenti, il suo pensiero, mentre io ho sempre avuto timore/vergogna nell'esprimere ciò che sentivo.
>.L'ipotesi della disinibizione postula che le abilità sociali siano presenti...
A parte che questa teoria afferma l'esatto opposto della precedente, comunque sia mi sembra poco convincente. Presumere di saper fare una cosa (raccontar barzellette a molte persone) non significa essere poi realmente capaci di farlo (nell'esempio in questione divertire).
Potrei anche presumere di essere in grado di scalare una montagna per il solo fatto di essermi documentato e raccontarmi che non sono un grande scalatore solo perché ho paura del vuoto; ma questo non significa che saprei piantare effettiamente un chiodo nella roccia o annodare una corda. Per raccontare bene barzellette bisogna avere l'umore adatto, lo spirito, la gestualità, l'espressività, che non tutti hanno. Non ce lo vedo un tipo ermetico, tetro, infelice divertire con barzellette. Probabilmente si troverebbe molto impacciato nel farlo perché risulterebbe innaturale e il risultato potrebbe essere penoso.
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08-04-2005, 18:45
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#26
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Principiante
Qui dal: Apr 2005
Ubicazione: Italia
Messaggi: 9
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Ragazzi,
io nella vita ho provato di tutto per superare la FOBIA delle persone:
ho fatto anni e anni di terapie psicologiche,(ne ho provate quattro diverse
tra l' altro con terapeuti MOLTO
competenti, in Austria),sono stato anche curato con tipi diversi
di psicofarmaci .
Volevo riuscire a debellare degli stati ansiosi intollerabili che
paralizzavano la mia esistenza,ed il mio risultato è stato quello
di rinchiudermi nella stanza di casa mia per anni,ci sono stati
periodi in cui uscivo (CON GRANDE SFORZO)solamente per
andare alla visita dal terapeuta di turno,è inutile dire che
sono arrivato al punto di volerla fare proprio finita........
Il mio è ,o era ,un problema relazionale,era impossibile avere
rapporti con altre persone,il sollievo veniva dall' evitamento
degli eventi scatenanti........
Un giorno,visto che le terapie psicologiche fino a quel momento non erano servite a nulla,andai da un medico internista pensando che magari potessi avere un problema ,che ne so, ormonale, o qualcosa del genere.........
Lui mi disse che di casi come il mio ne aveva visti a centinaia,ossia
di persone con fobie che avevano fatto anche decenni di psicoterapia
senza ottenere nulla, e poi andavano da lui pensando di avere una patologia fisica........Lui mi consigliò di fare una terapia avversativa,
ossia la terapia cognitivo comportamentale,seguii il suo consiglio
e............feci bene.Cercai pian pianino di affrontare le situazioni
ansiogene e poco per volta risalii la china.A volte è stato, ed è ,durissimo,
ma io, AVENDO PROVATO DI TUTTO ,SAPEVO CHE ERA L UNICO MODO!!!!
Ho provato sulla mia pelle che più ci si isola e più l' ansietà cresce,
solamente confrontandosi con le diverse situazioni si riesce a relativizzare
e a sdrammatizzare gli eventi.
Ovviamente sono sempre ipersensibile e timido,ma sono più consapevole
di me stesso e di come funzionano certi meccanismi,
oggi faccio una vita professionalmente e affettivamente soddisfacente,ho dei
buoni amici e a volte mi mangio le mani pensando a tutti gli anni che ho perso per colpa della paura delle persone..........
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08-04-2005, 23:30
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#27
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Principiante
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Belgio
Messaggi: 6
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Quote:
Nessun mistero la tua potrebbe essere una semplice timidezza riscontrabile solo nei rapporti con l'altro sesso credo sia troppo poco per trattarsi di fobia sociale a meno che ci sia qualcos'altro che ti inibisca oltre le donne
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Grazie per la risposta. Sí, ci sono altre cose che mi inibiscono - i conflitti, per esempio - peró sono inibizioni superabili, tranne che nei momenti di grande tensione.
Anche se fosse una timidezza settoriale il mistero resta. Non riesco a scoprirne la causa né a trovare il rimedio.
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