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05-04-2005, 15:03
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#1
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Principiante
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Italia
Messaggi: 33
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raga io penso che bisogna affrontare le situazioni.anche se ciò viene percepito come una violenza!ieri ho fatto il rappresentante di lista alle elezioni.ho parlato con molte persone.sarei scappato dopo 1 minuto,ma ho resistito!è un inizio...no?andrò avanti così...sono sicuro che prima o poi mi renderò conto,a livello inconscio,che la fobia sociale è solo una mia sega mentale(scusate il linguaggio)!
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05-04-2005, 15:30
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#2
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Spinner mi auguro che tutto proceda secondo i tuoi piani :roll: io però non sono di questo avviso e poi ci sono diversi stadi di fobia sociale
Io personalmente le situazioni avverse le affronto anche con l'ausilio di farmaci per abbassare lo stato ansiogeno
Forzare se stessi non serve a nulla e alla prima difficoltà crolli definitivamente così alla fobia sociale si aggiunge la depressione come mi è successo in passato e non hai neanche il tempo di pensare che sia come dici tu una "sega mentale" pensi soltanto alla prestazione negativa :x
Il tuo secondo il mio modesto punto di vista è un percorso troppo in salita vorresti bruciare le tappe ma in questo modo rischi di rotolare giù e tornare al punto di partenza non appena l'ansia prende il sopravvento o la situazione diventa incontrollabile
Detto questo ti faccio tanti auguri e alla prossima
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05-04-2005, 16:51
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#3
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Principiante
Qui dal: Apr 2005
Messaggi: 93
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io invece sono d'accordo con spinner. la migliore medicina è "esocizzare" le situazioni che ci spaventano, rendendosi conto che spesso sono in effetti solo nostre "seghe mentali". penso solo che dovremmo riuscire ad avere maggior fiducia in noi stessi e nei nostri mezzi, portare avanti le nostre idee con maggiore convinzione.
forse è stato per orgoglio che anche io ho provato ad andare sempre avanti, e adesso molte situazioni riesco ad affrontarle.non fosse per il fatto che sono sempre e costantemente rigido, teso e pieno di ansia :?
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05-04-2005, 17:11
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#4
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Certo ognuno è libero di dire la propria opinione io parlo per esperienza
Anch'io in passato ho tentato in tutti i modi di reagire imprudentemente sfidando l'ansia ma gli esiti purtroppo sono stati tutt'altro che positivi, la fobia sociale è aumentata e non ho risolto una mazza
Per quanto riguarda la fiducia in noi stessi è la conseguenza delle nostre prestazioni sociali e può migliorare o peggiorare a seconda dell'esito della prestazione stessa
Se pensate di risolvere il problema in questo modo fate pure se ci riuscirete tanto di cappello
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05-04-2005, 17:22
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#5
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Guest
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ragazzi a parer mio se posso dire.... !!! non esiste una regola precisa.. penso solo...
che ognuno debba fare quello che si sente.... tutto quello che ci migliora è positivo....!!!!
tutte le cose che ci danno spunto dobbiamo prenderle......
l'importante è ricercare cosa veramente ci puo' aiutare!
mai arrendersi!
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05-04-2005, 19:04
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#6
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Guest
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la mia esperienza personale e' che se ci tenevo tanto ma tanto ma tanto ad una cosa...anche prendendo il mio lexotan...riuscivo...con fatica...ma riuscivo...
il giorno del matrimonio mi spaventava solo per...la cerimonia in chiesa...se potevo chiedevo si celebrasse all'aperto... :lol:
ci sono riuscita...come il giorno della laurea...
lexotan alla mano...cioe' in tasca...e in corpo...
un viaggio a vedere i castelli dei miei sogni...
un pellegrinaggio...
ora il lexotan non e' piu' sempre nella mia borsa...e quando lo e'...spesso non me ne ricordo...
sull'uso discontinuo di questo medicinale potrei scrivere un poema...so che non si deve interrompere da soli ne' assumere a singhiozzo...come si dice...al bisogno...ma e' stato lui un aiuto per me importantissimo...
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05-04-2005, 22:06
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#7
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Guest
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>Per quanto riguarda la fiducia in noi stessi è la conseguenza delle nostre prestazioni sociali e può migliorare o peggiorare a seconda >dell'esito della prestazione stessa
Balle 8)
La sicurezza in se stessi non dipende dal successo nelle prestazioni sociali, ma dal valore che ognuno attribuisce a se stesso e da quanto uno crede in se stesso, in quello che fa, in ciò che pensa.
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05-04-2005, 22:26
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#8
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Certo insider il tuo ragionamento non fa una piega tieni conto però che un socialfobico generalmente non ha fiducia in se stesso attribuendo a sè un basso valore per cui è ovvio che dia una grande importanza al successo della prestazione sociale e attraverso ciò può guarire o peggiorare a seconda del risultato
Per questo prima sostenevo che era troppo pericoloso esporsi "ignorando" il campanello d'allarme dell'ansia
Tutto deve avvenire gradualmente e sotto la guida di un professionista capace
Io non credo che affrontando tutto e subito elimini la fobia sociale ma si rischia di bruciarsi prima di arrivare alla fine del percorso
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05-04-2005, 22:38
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#9
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Guest
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Ma è proprio questo l'errore. Non è la fobia che genera l'insicurezza, ma l'insicurezza o almeno parte di essa che contribuisce alla fobia.
Se tu fai dipendere la fiducia in te stesso dagli altri o da situazioni esterne a te stesso, vivrai sempre in bilico e fondamentalmente sarei sempre un'insicuro.
Io comunque non credo che l'insicurezza sia così determinante, credo che sia fondamentalmente un problema "d'identità psicologica"...
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05-04-2005, 22:55
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#10
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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In un certo senso è come porsi la domanda se fosse nato prima l'uovo o la gallina
Se come dici tu l'insicurezza genera la fobia sociale cosa genera l'insicurezza ? :wink:
Inoltre cosa spinge un individuo a dare eccessiva importanza al giudizio degli altri ? :?
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06-04-2005, 11:38
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#11
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Guest
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Io penso che l'insicurezza accentui certe ansie, ma non credo sia la causa dell'ansia sociale. Non lo credo perché conosco persone che reputo molto insicure che riescono a rapportarsi senza problemi con gli altri.
Ad esempio la mia collega di lavoro pur essendo molto fragile e facile al pianto con una bassa autostima (oserei dire nulla) e un atteggiamento sempre passivo, nel tempo libero fa visite guidate ai musei e preferisce i lavori dove c'è un contatto col pubblico.
Questo smentisce quello che hai scritto ovvero che il successo nelle relazioni sociali porti ad una maggiore sicurezza in se stessi. L'insicurezza deriva essenzialmente da una mancanza di autostima, dall'incapacità di riconoscere i propri pregi e il proprio valore.
L'eccessiva attenzione che si attribuisce agli altri è il corollario di questa mancanza. Uno cerca all'esterno, nel rapporto con le altre persone "conferme" del proprio valore.
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06-04-2005, 17:59
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#12
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Banned
Qui dal: Nov 2000
Messaggi: 2,258
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Ragazzi,avete ragione anche se io credo ci sia un po' dell'uno e un po' dell'altro.Ad esempio nel mio caso,la mia forte paura di parlare in pubblico,ha contribuito molto il rapporto che avevo con i miei compagni di scuola,i quali non mi hanno mai capita ad eccezione di qualcuno e mi hanno sempre presa in giro per il mio modo di essere.Tutto questo alla lunga ha scatenato in me una forte ansia da prestazione,che prima non avevo ed ora sono talmente rimasta condizionata da tutto cio' che non riesco a venirne fuori,nonostante riconosca che la mia paura sia eccessiva,cosi' come ci sono state molte altre esperienze che ho avuto o meglio trovato il coraggio di fare,tipo camminare per strada da sola in luoghi affollati come la piazza della mia citta'(fino a due anni fa non ci riuscivo ora invece scendo quasi tutti i giorni e faccio spese) ,e ho superato la paura,ultimamente ho anche preso parte con l'associazione cattolica che frequento ad uno spettacolo,ho solo cantato in un coro,eravamo sette persone ma avevamo il pubblico davanti,non ero assolutamente abituata a questa esperienza ma e'stato bellissimo,la prossima volta che lo rifaro' sicuramente l'ansia se ci sara',sara'di meno.No,l'esperienze che si fanno e i loro esiti contano tantissimo...
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06-04-2005, 18:09
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#13
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Banned
Qui dal: Nov 2000
Messaggi: 2,258
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...cio' che si deve fare e' soltanto trovare la forza di mettersi in gioco ed assumersi delle responsabilita',mal che vada..
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06-04-2005, 23:15
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#14
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Banned
Qui dal: Nov 2000
Messaggi: 2,258
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spinner non ha fatto altro che descrivere la terapia comportamentale e quella cognitiva, però la terapia comportamentale (ottima l'idea di fare il rappresentante di lista) se fatta male può aumentare l'ansia, come dice il nostro amico...
io ovviamente 8) sono il Carota (ho perso la password)
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07-04-2005, 10:50
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#15
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Quote:
Originariamente inviata da insider
Io penso che l'insicurezza accentui certe ansie, ma non credo sia la causa dell'ansia sociale. Non lo credo perché conosco persone che reputo molto insicure che riescono a rapportarsi senza problemi con gli altri.
Ad esempio la mia collega di lavoro pur essendo molto fragile e facile al pianto con una bassa autostima (oserei dire nulla) e un atteggiamento sempre passivo, nel tempo libero fa visite guidate ai musei e preferisce i lavori dove c'è un contatto col pubblico.
Questo smentisce quello che hai scritto ovvero che il successo nelle relazioni sociali porti ad una maggiore sicurezza in se stessi. L'insicurezza deriva essenzialmente da una mancanza di autostima, dall'incapacità di riconoscere i propri pregi e il proprio valore.
L'eccessiva attenzione che si attribuisce agli altri è il corollario di questa mancanza. Uno cerca all'esterno, nel rapporto con le altre persone "conferme" del proprio valore.
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La tua collega insider pur essendo insicura come testimoni tu sicuramente non soffre di fobia sociale quindi come esempio non è attendibile
Al contrario l'esperienza che ha raccontato Valentina è la prova che le prestazioni positive alleviano l'ansia anticipatoria e ti permettono di riaffrontare la medesima situazione con uno spirito diverso
Riassumendo la prestazione precedente contribuisce al buono o cattivo esito della successiva questo almeno finchè non si guarisce definitivamente
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07-04-2005, 14:09
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#16
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Guest
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Ho solo cercato di dimostrarti che si può essere aperti nelle relazioni sociali ed essere ugualmente insicuri, dato che al contrario sostenevi che la fiducia in se stessi viene dal successo nelle relazioni sociali. Ma forse tu intendi la sicurezza in modo diverso da come la intendo io. Forse tu la confondi con la "dimestichezza", quella che si acquisisce con l'esperienza e l'esercizio. Il mio è un discorso di valore, non di praticità. Il valore di una persona è indipendente dalle "abilità sociali"; una persona può disconoscere il proprio valore e non avere alcun problema relazionale.
E non credo nemmeno che l'esposizione continua ad una situazione sociale che crea ansia determini col tempo la scomparsa della stessa. Può diminiuire certo per l'abitudine, ma non scomparire perché le situazioni non si presentano mai uguali e non puoi prepararti prima di affrontarle. Anzi è proprio l'incognita, il non sapere cosa ci si può aspettare in un determinato contesto o la paura di un evento inatteso che spaventa e crea l'ansia anticipatoria.
Personalmente ad esempio mi disturba molto stare seduti intorno ad un tavolo con altre persone. Tante volte mi è capitato di trovarmi in situazioni del genere eppure il disagio non è mai scomparso.
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07-04-2005, 16:26
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#17
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Certo ma non solo dalle relazioni sociali la fiducia in se stessi viene dalla nostra autostima globale che è qualcosa di prettamente soggettivo
La dimestichezza come dici tu viene sicuramente dall'esperienza e dalla pratica ma nel fobico interviene l'ansia che contribuisce a rendere scarsa o addirittura nulla nei casi peggiori questa dimestichezza
Il risultato è che pur avendo le cosiddette abilità sociali la persona non riesce ad esprimerle e ciò determina un forte senso di frustrazione e bassa autostima
Tuttavia come dici tu non si può soltanto parlare di sociale poichè la fs incide negativamente anche nel professionale
Per farti un esempio terra terra...il fobico ha grandi difficoltà quando dovrà presentarsi per fare domanda di lavoro ciò significa che passerà del tempo perchè prenda coraggio a fare questo prima passo
Una volta ricevute alcune proposte è probabile che ne scarterà alcune ritenendo di essere messo troppo in gioco
Tutto questo finchè non trova un lavoro che gli permetta di convivere in qualche modo con il suo problema
Nonostante ciò nessuno nasce maestro dovrà pur imparare il nuovo lavoro...e a chi si rivolge ???
Probabilmente gli altri colleghi non fobici saranno più smaliziati e pronti a cogliere qualsiasi cosa pur di apprenderlo nel più breve tempo possibile
Lui invece è concentrato sul lavoro sono al 20% il resto della mente è sugli altri,che potrebbe non farcela,che gli altri lo noterebbero ecc...Se non è sostenuto psicologicamente da qualcuno finisce per rinunciarvi e ciò significa l'ennesimo fallimento = DEPRESSIONE
Questo per farti capire quanto la fobia sociale sia estremamente invalidante in tutti i rapporti e non solo in quelli sociali
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07-04-2005, 19:05
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#18
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Guest
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Devo dire che fatico a seguire i tuoi ragionamenti. Intanto non capisco che significa "esprimere le abilità sociali"
>pur avendo le cosiddette abilità sociali la persona non riesce ad
>esprimerle e ciò determina un forte senso di frustrazione e bassa autostima
L'abilità sociale è per come la vedo io "un modo di fare", "di essere" intrinsecamente legato al carattere. Una persona scaltra e aperta sarà sicuramente più brava a relazionarsi di uno introverso e chiuso.
L'ansia non maschera il tuo (presunto) vero modo di essere. Questo è quello che uno racconta a se stesso e che lo porta a credere di essersi "ammalato". Ma le cose dal mio punto di vista stanno ben diversamente.
Poi non c'è dubbio che l'ansia sociale determini anche le scelte lavorative di una persona portandola alla scelta "emotivamente sostenibile".
Però il racconto che hai fatto mi sembra un po' troppo schematico. Non credo che per tutti funzioni così e personalmente non mi riconosco in quanto hai scritto. Però posso farti un esempio personale che dimostra come un fallimento non porti sempre alla depressione se uno non smette di credere a se stesso.
Mi ricordo uno dei primi lavori che trovai, non mi confermarono dopo il mese di prova perché un segretaria (spiona) andò a raccontare a chi mi doveva istruire certe confidenze che le feci, ovvero che quel lavoro non mi piaceva e appena ne avrei trovato uno migliore me ne sarei andato. Ovviamente quando il direttore mi comunicò all'ultimo giorno di prova che non mi avrebbero confermato rimasi sconvolto; ma non ho mai pensato per un solo istante "oddio sono un fallito", "sono un incapace", "non troverò più un lavoro". Mi terrorizzava più che altro l'idea di doverlo dire ai miei perché sapevo ne avrebbero fatto una tragedia (come infatti fu). Puoi immaginare quindi come uno possa sentirsi a perdere il primo lavoro importante che trova, con i propri genitori che anziché sostenerti ti abbattono moralmente con le loro visioni apocalittiche.
Eppure ho superato quel momento difficile senza deprimermi e senza bisogno di supporti farmacologici o psicoterapici facendo solo appello
a tutte le mie risorse interiori.
Alla depressione arriva chi coltiva solo sfiducia e chi pensa non possa esserci riscatto. Ma la vita offre sempre un'altra possibilità, basta saperci credere.
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07-04-2005, 20:52
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#19
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Credo che la tua storia sia completamente diversa dalla mia dato l'esperienza negativa del lavoro non può arrecar danno alla tua autostima in quanto dipende da cause esterne alla fobia sociale cioè dalla segretaria ******* :evil: e da un pizzico di ingenuità da parte tua :lol:
Noto in te al contrario del sottoscritto una certa sicurezza in te stesso e una discreta autostima
Soffri anche tu di fobia sociale generalizzata come me ??? :roll:
A presto
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07-04-2005, 20:57
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#20
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Intermedio
Qui dal: Mar 2005
Ubicazione: Milano
Messaggi: 263
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Quote:
Originariamente inviata da insider
Devo dire che fatico a seguire i tuoi ragionamenti. Intanto non capisco che significa "esprimere le abilità sociali".
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( http://www.fobia-sociale.it/)
MODELLO COMPORTAMENTALE
I modelli teorici comportamentali hanno sempre posta l'accento su due fondamentali ipotesi: l'ipotesi del deficit primario e quella della disinibizione.
Secondo la prima ipotesi, la fobia sociale deriva da una carenza di abilità sociali, che conseguentemente si riflette nella difficoltà di gestire adeguatamente i rapporti con gli altri. Tale carenza deriva dalla mancanza di modelli sociali, dai quali apprendere delle adeguate abilità sociali. Per esempio, in diversi studi, è stato possibile osservare come il comportamento timido ed inibito dei genitori fornisse un modello socialmente fobico ed evitante ai figli.
L'ipotesi della disinibizione postula che le abilità sociali siano presenti, ma inibite da alti livelli di ansia che si sono associati alle situazioni sociali. Secondo tale modello i soggetti che presentano tale disturbo, sanno benissimo come ci si deve comportare nelle situazioni sociali, ma a causa di un alto livello di ansia non riescono a mettere in atto i comportamenti adatti. Così, per esempio, una persona che sa tranquillamente raccontare una barzelletta al proprio partner, diventa goffo ed impacciato quando deve raccontare la stessa ad uno sconosciuto, poiché l'ansia in questa situazione inibisce tale comportamento.
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