Poco fa stavo fluttuando, casualmente, nel WWW, in cerca di informazioni sulla fobia sociale quando, per puro caso, mi sono imbattuto in una pagina web nella quale pare sia descritto proprio il problema che, più di ogni altro, mi affliggeva quando ero...molto più giovane.
Quand'ero bambino, praticamente, non parlavo mai.
Non scambiavo una parola con i compagni di classe, tanto che, al termine di ogni anno scolastico, sulla mia pagella compariva un giudizio relativo al comportamento che, immancabilmente, non esitava ad evidenziare la mia, preoccupante, incapacità di socializzare.
Nonostante il passare degli anni, questo, significativo, tratto della mia personalità ha continuato a distinguermi fino alla scuola superiore ed oltre...infatti, ad esempio, giunto al quinto anno ero, per i miei compagni, ancora un'estraneo.
Secondo il medico (...una certa dottoressa Elisa Shipon-Blum) che ha scritto il testo, questo comportamento viene definito "mutismo selettivo"...e, dato che l'ho trovato interessante, ho pensato di tradurne una parte per poterla leggere più facilmente e conservare.
Non ho ancora completato la traduzione ma, per ora, vorrei copiarla di seguito perchè penso potrebbe interessare a qualcuno.
Me la cavo con l'inglese, però non sono sicuro d'aver tradotto perfettamente...per cui non mi dispiacerebbe se, qualcuno, volesse dar una letta al testo originale (...quello in inglese, pubblicato sul sito) per apportare eventuali correzioni.
Comprendere il "mutismo selettivo": una guida per aiutare, i nostri insegnanti, a capire.
Cos'è il "mutismo selettivo"?
Il "mutismo selettivo" (MS) è un disordine infantile della personalità, dovuto all'ansia, caratterizzato da un'incapacità, del bambino, di parlare in varie situazioni sociali. Questi bambini riescono a parlare a casa ed in occasioni nelle quali si sentono a proprio agio, rassicurati e rilassati. L'eziologia del MS è dovuta ad una grave ansia. I bambini caratterizzati da MS presentano personalità fortemente inibite. Quando paragonati ai tipici bambini schivi e timidi, quelli interessati da MS si collocano al limite estremo dello spettro relativo alla timidezza, tanto che, la gravità dell'inibizione comportamentale di questi bambini, da luogo a reazioni patologiche in risposta a molteplici fonti di stress, determinate da situazioni sociali. La maggior parte, se non tutte, delle caratteristiche distintive del comportamento che i bambini con MS presentano, possono essere spiegate per mezzo dell'ipotesi secondo la quale, i bambini con un carattere fortemente inibito, denoterebbero un'inferiore soglia di eccitabilità nell'area, a forma di mandorla, del cervello chiamata amigdala. In accordo con gli studi, quando posti ad affrontare un ambiente che incute timore, l'amigdala riceve segnali di potenziale pericolo (dal sistema nervoso simpatico) e, perciò, comincia a dar il via ad una serie di reazioni che spingono, gli individui, a cercare di proteggersi. Nel caso specifico, riguardante i bambini con MS, gli ambienti percepiti come pericolosi sono rappresentati da situazioni sociali come: la scuola, le feste di compleanno, gli incontri...eccetera.
Cos'è la fobia sociale?
In accordo con gli studi, approssimativamente il 90%, dei bambini caratterizzati da MS, possono venir individuati dal criterio diagnostico, relativo alla fobia sociale, del "Manuale diagnostico e statistico sui disturbi mentali" (DSM-IV). La fobia sociale comporta un timore persistente di situazioni implicanti socializzazione o una, qualsiasi, attività di gruppo. Molti, di questi bambini, si sentono come se si trovassero "sotto i riflettori" in ogni minuto della giornata. Questo appare evidente dall'irrequieto linguaggio del corpo che, essi, esternano ogni volta che, l'attenzione, viene focalizzata su di loro. I bambini con MS incontrano, spesso, difficoltà a sorridere in situazioni sociali, a guardare gli altri negli occhi e possono distogliere lo sguardo quando interpellati. Molti bambini volgono il viso altrove, giocano coi capelli, fissano il pavimento, scuotono la testa, si nascondono in un angolo, si succhiano le dita oppure si pizzicano o graffiano la pelle...in corrispondenza di una voglia o di una vescica. Molti sembrano privi di espressione. Questi sintomi, di MS, possono causare pregiudizi negli altri, inducendoli a pensare ad ostinazione, mancanza di rispetto, prepotenza, ricerca dell'attenzione altrui o necessità di imporre il proprio controllo sulla situazione. I bambini con MS, semplicemente, non riescono a parlare. Gli insegnanti dovrebbero comprendere che, i suddetti esempi, si riferiscono, tutti, a bambini soliti essere molto ansiosi.
Dal punto di vista del bambino:
Diversamente dagli adulti, che possono scegliere quando e dove andare, i bambini non dispongono di tale possibilità di scelta, soprattutto quando si vedono costretti a frequentare una scuola. Proprio come, un individuo affetto da agorafobia, evita di uscir di casa allo scopo di non esporsi ad una condizione ansiogena e come, una persona con un disturbo ossessivo-compulsivo, esegue azioni ripetitive per effetto dell'ansia, i bambini con MS non parlano semplicemente perchè, il farlo, produce un'aumento dell'ansia. Questi bambini sono, davvero, incapaci di proferir parola nelle situazioni in cui, per qualche ragione, ci si aspetta che, loro, parlino. Importante è, per gli insegnanti e per il personale scolastico, il ricordare che, i bambini caratterizzati da MS, non stanno cercando di mantenere il controllo su di una situazione. Questi bambini non possono parlare. Un bambino con MS ha, una volta, definito la sua, personale, esperienza dicendo: "Le parole, semplicemente, non vogliono uscire". Importante è capire anche che, i bambini con MS, non appaiono muti a causa di un'eventuale disabilità, comportante una difficoltà di apprendimento...come l'autismo, i disturbi pervasivi dello sviluppo...eccetera. Questo non esclude, tuttavia, che, altri disturbi, possano accompagnarsi al MS...ma non ne sono la causa.
Forse, più avanti, completerò la traduzione ed inserirò il resto di seguito.
Bye.