A fine anno finirò di lavorare. Mi sono licenziato da un posto di lavoro a tempo indeterminato.
Ho trattato con le risorse umane per ottenere una buonuscita considerevole (poco meno di 2 anni di RAL), nella speranza di riuscire a risolvere i miei problemi psichici e non e grazie a questo di trovare di meglio.
Quindi, per circa 2 anni (se non dilapiderò il gruzzoletto prima) sono abbastanza apposto, compreso il vivere fuoricasa.
Mi rendo conto che è un'opportunità che non hanno tutti, ma chiunque abbia un posto a tempo indeterminato se vuole lasciarlo dovrebbe farsi furbo e licenziarsi con le condizioni migliori possibili, oppure farsi licenziare dopo lunga malattia. Perché i problemi di natura psichica sono malattie, non c'è niente di male a stare a casa se non si riesce ad alzarsi dal letto.
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Originariamente inviata da Gp6991
Prima di tutto grazie per le risposte.
In secondo luogo, vorrei dire che ho 20 anni e vivo ancora con i miei (com'è normale che sia, credo), aiuto lavorando nell'azienda di famiglia, ma se così non facessi i miei mi "obbligherebbero" a trovare un impiego. O studi o lavori, sostanzialmente posso riassumere cosi ciò che mi hanno detto.
Mi è capitato di conoscere non fobici della mia età che non studiano e non lavorano e francamente la cosa mi ha lasciato parecchio perplesso...
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Se i genitori non sono dei trogloditi insensibili, capiscono se il loro figlio ha bisogno di una spintarella per darsi una mossa, oppure se conceder loro tregua e cure necessarie a riprendersi.
A volte poi i genitori, pur mancando della sensibilità necessaria per comprendere i disagi psichici, la conquistano a posteriori, magari anche grazie a terapie di famiglia. Purtroppo però non sempre accade. L'ambiente familiare è quasi sempre coresponsabile dei disagi di un figlio, e a volte le responsabilità sono quasi totali.
Ci vorrebbe in questi casi il supporto dello stato, ma per quanto ne sappia io è quasi assente.