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29-07-2010, 09:36
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#1
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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.... c he gli altri, gli estroversoni i superficialoni ci comprendano?
Da questa discussione OT
http://www.fobiasociale.com/i-piu-be...893/pagina-40/
emerge chiaramente il fatto che la comprensione che non ci concede il mondo dei normali stenta a farsi largo anche tra noi "malati".
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29-07-2010, 09:40
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#2
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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Chi è fobico non capisce come l'utente che è solo timido possa lamentarsi;
chi è solo timido non riesce ad immedesimarsi nella descrizione di una fobia che reputa un problema non così grave, visto che ciò non impedisce le relazioni sentimentali, l'assenza delle quali è l'origine del suo problema esistenziale.
Insomma anche nel forum funzionano i meccanismi che regolano la vita normale, pregiudizi, incomprensioni non mancano neanche qua.
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29-07-2010, 10:07
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#3
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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in realtà però può avvenire anche il contrario. non è necessario che vi sia completa comprensione empatica tra due persone perché si manifesti solidarietà.
anzi, l'empatia a volte è fin troppo invasiva (il famoso paradosso empatico che C.Risé spesso cita nel suo blog).
Si deve partire essenzialmente dal rispetto. Io non posso capire il tuo travaglio interiore ma so di avere anche io un travaglio interiore e in questo mi sento vicino a te.
Non mi faccio carico del tuo problema, ma non ho un pregiudizio verso di esso e non lo uso per criticarti.
Se siamo tutti sullo stesso forum, in fondo, un minimo di solidarietà c'è.
Io credo che di quello che pensano gli estroversi (o cmq gli altri - vale per ogni gruppo umano, non solo quello riguardante la psiche) ce ne dobbiam cominciare a sbattere.
Il problema sta in quello che "pensiamo di volere".
Dobbiamo essere più ricettivi verso le nostre più reali vocazioni.
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29-07-2010, 10:17
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#4
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
in realtà però può avvenire anche il contrario. non è necessario che vi sia completa comprensione empatica tra due persone perché si manifesti solidarietà.
anzi, l'empatia a volte è fin troppo invasiva (il famoso paradosso empatico che C.Risé spesso cita nel suo blog).
Si deve partire essenzialmente dal rispetto. Io non posso capire il tuo travaglio interiore ma so di avere anche io un travaglio interiore e in questo mi sento vicino a te.
Non mi faccio carico del tuo problema, ma non ho un pregiudizio verso di esso e non lo uso per criticarti.
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Questo è il giusto modo di ragionare ma questo lo può fare solo chi è riuscito a comprendere ed a circoscrivere il suo problema, chi invece non ha ancora raggiunto la distanza critica da esso, chi non ha affrancato il suo intelletto dal suo male agirà e reagirà in modo meno lucido rispetto ai problemi altrui.
Se l'altro non aderisce allo schema mentale con mi rappresento il mio male, diventa automaticamente un estraneo, uno che non mi può capire, uno che non potrà mai giudicarmi in modo corretto.
Quote:
Se siamo tutti sullo stesso forum, in fondo, un minimo di solidarietà c'è.
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Questo senso di solidarietà non lo sentono tutti, altrimenti non si avrebbero certi comportamenti animosi.
Quote:
Io credo che di quello che pensano gli estroversi (o cmq gli altri - vale per ogni gruppo umano, non solo quello riguardante la psiche) ce ne dobbiam cominciare a sbattere.
Il problema sta in quello che "pensiamo di volere".
Dobbiamo essere più ricettivi verso le nostre più reali vocazioni.
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Il problema è individuare ciò che vogliamo. Per ora molti sono nella fase "ciò che non siamo ciò che non vogliamo" (cit.)
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29-07-2010, 10:27
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#5
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Questo senso di solidarietà non lo sentono tutti, altrimenti non si avrebbero certi comportamenti animosi.
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io son sempre stato molto permaloso, adesso un po' mi so gestire.
l'animosità non significa provare indifferenza, magari è una semplice reazione emotiva.
15 anni fa avrei sfanculato tutti al primo storpiamento volontario
del mio nickname.
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29-07-2010, 10:34
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#6
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Ciao LordBroc
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29-07-2010, 10:42
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#7
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Ciao LordBroc
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fanculo!
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29-07-2010, 12:12
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#8
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Insomma anche nel forum funzionano i meccanismi che regolano la vita normale, pregiudizi, incomprensioni non mancano neanche qua.
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L'empatia non sempre nasce attraverso la condivisione dello stesso problema..per lo meno nel mio caso non è cosi....Certi caratteri si scontrano...a prescindere...
@Lord oggi tocca a te...ti sei dato il cambio con winny?
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29-07-2010, 12:16
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#9
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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C'è una sostanziale differenza nei diverbi tra di noi e quelli con i cosiddetti normali: nel secondo caso c'è un confronto tra il branco ed un singolo individuo, nel primo un individuo si confronta con un altro.
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29-07-2010, 12:18
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#10
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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Quote:
Originariamente inviata da animaSola
@Lord oggi tocca a te...ti sei dato il cambio con winny?
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non l'ho capita. ultimamente le tue battute sono criptiche....
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29-07-2010, 12:20
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#11
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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Penso che alla fin ese uno vuol com-prendere realmente il problema di un altro se si sforza lo può fare anche senza aver vissuto le stesse cose o cose simili.
A volte poi si rischia di confondere il voler farsi com-prendere col com-patire, che non vuold dire piangersi addosso e gli altri ci guardano ma che si vorrebbe un altro vivesse gli stessi dolori che viviamo noi così facciamo meno fatica nello spiegarglieli.
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29-07-2010, 12:24
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#12
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
Penso che alla fin ese uno vuol com-prendere realmente il problema di un altro se si sforza lo può fare anche senza aver vissuto le stesse cose o cose simili.
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E' possibile, ma solo dopo uno sforzo che c'impone di andare oltre il nostro orizzonte conoscitivo, delineato dalla nostra personalità, per immedesimarci in una persona che istintivamente sentiamo lontana.
Quote:
A volte poi si rischia di confondere il voler farsi com-prendere col com-patire, che non vuold dire piangersi addosso e gli altri ci guardano ma che si vorrebbe un altro vivesse gli stessi dolori che viviamo noi così facciamo meno fatica nello spiegarglieli.
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E' vero.
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29-07-2010, 12:26
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#13
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
A volte poi si rischia di confondere il voler farsi com-prendere col com-patire, che non vuold dire piangersi addosso e gli altri ci guardano ma che si vorrebbe un altro vivesse gli stessi dolori che viviamo noi così facciamo meno fatica nello spiegarglieli.
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Secondo me è l'unico modo per capire e comprendere davvero, se no ci sarà sempre una parte di noi che pensa "Eh, indubbiamente ha un problema, ma lo sta esagerando almeno dell'x%".
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29-07-2010, 12:26
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#14
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
si vorrebbe un altro vivesse gli stessi dolori che viviamo noi così facciamo meno fatica nello spiegarglieli.
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Non è faticoso spiegarlo: è impossibile. Come fai a spiegare a qualcuno che ciò che desideri ardentemente allo stesso tempo ti terrorizza? Questo è un concetto del tutto estraneo per un comune essere umano.
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29-07-2010, 12:28
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#15
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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Quote:
Originariamente inviata da stone
Non è faticoso spiegarlo: è impossibile. Come fai a spiegare a qualcuno che ciò che desideri ardentemente allo stesso tempo ti terrorizza? Questo è un concetto del tutto estraneo per un comune essere umano.
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Lo spieghi a qualcuno che trovi sensibile e disposto ad ascoltarti, non certo ad una persona comune che oltre ad una generica comprensione non può andare.
Il problema è conoscerla una persona del genere. Io non ho finora avuto questa fortuna
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29-07-2010, 12:31
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#16
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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Penso che in generale comprendere un altro essere umano è difficil eparecchio, non solo nel nostro caso, si deve avere voglia di farlo, un minimo di capiacità di andare oltre la fase esclusivamente "mentale", oltre che un minimo di sforzo dall'altra parte nel rendersi un pò più comprensibile.
Personalmente vedo difficile una comprensione ch evada oltre qualche caso isolato, qualch epersona che abbiamo la fortuna di incontrare.
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29-07-2010, 12:35
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#17
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Quote:
Originariamente inviata da Labocania
Il problema è conoscerla una persona del genere. Io non ho finora avuto questa fortuna
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Forse dipende dal fatto che una persona così non esiste. L'unico essere vivente dotato di sensibilità che conosco è il cane.
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29-07-2010, 12:50
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#18
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,731
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Quote:
Originariamente inviata da stone
C'è una sostanziale differenza nei diverbi tra di noi e quelli con i cosiddetti normali: nel secondo caso c'è un confronto tra il branco ed un singolo individuo, nel primo un individuo si confronta con un altro.
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Anche qua, a volte, i diverbi nascono perché uno si sente "diverso" rispetto agli altri utenti del forum, si sente più sfigato di altri (non è detto che questa percezione corrisponda alla realtà)e quindi prova sensazioni simili a quelle che percepisce quando e tra coetanei o tra colleghi di lavoro che trova ostili.
Quote:
Originariamente inviata da stone
Forse dipende dal fatto che una persona così non esiste. L'unico essere vivente dotato di sensibilità che conosco è il cane.
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Non hai fiducia nemmeno per qualcuno del forum?
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29-07-2010, 12:50
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#19
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 605
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Labocaina
Quote:
emerge chiaramente il fatto che la comprensione che non ci concede il mondo dei normali stenta a farsi largo anche tra noi "malati".
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Quotone!
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29-07-2010, 12:54
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#20
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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A proposito dell'argomento di questo topic, forse nell'incomprensione c'è anche (in qualche caso) la volontà di "trascinare" l'altro nella nostra stessa situazione, di fargli capire che cosa si prova a starci dentro, non solo per essere maggiormente compresi, ma anche per un malsano gusto dell' "adesso che ci sei anche tu non parli più, eh? adesso non sono io l'imbelle, quello che non ci sa fare o che si lamenta troppo: ora vediamo come te la cavi tu".
E questo mi fa pensare a lui:
poi disse: "Più mi duol che tu m' hai colto
ne la miseria dove tu mi vedi,
che quando fui de l'altra vita tolto.
(Inf. XXIV, 133-135)
Ma perché di tal vista tu non godi,
se mai sarai di fuor da' luoghi bui,
apri li orecchi al mio annunzio, e odi.
(140-142)
sì ch'ogne Bianco ne sarà feruto.
E detto l'ho perché doler ti debbia!
(150-151)
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Ultima modifica di Winston_Smith; 29-07-2010 a 15:12.
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