Nulla. Nulla ha importanza. Tutto passa nella stessa velocità che arriva.
Posso lamentarmi quando mi pare che questa società non è tale. Ma che interesse può avere ogni singolo individuo a fare in modo che sia tale?
La sua vita passa, scorre, corre.
Non ha senso tutto ciò. Probabilmente qualsiasi traguardo rimarrà ai posteri. Che diranno al più "quello ha raggiunto quel traguardo, bravo ragazzo, ricordiamolo ad esempio".
Ad esempio da seguire per chi vorrà seguire le sue orme e lavorare sodo per raggiungere i suoi obiettivi.
Obiettivi che raggiungerà, SE raggiungerà, di cui godrà, Se ne godrà, per gli anni della sua vita e non di più.
Potrebbe raggiungerli. E venire ricordato anch'egli. Che onore.
Ma intanto quello è andato. Non ha più nulla da spartire con i rimasti sulla terra.
Dunque il raggiungimento di quell'obiettivo era puro diletto della sua vita.
Obiettivo che porterà conseguenze nella vita propria e altrui. Nella vita e non oltre.
Tutti quelli che abitano nello stesso momento sulla terra interagiscono tra loro per raggiungere i propri obiettivi.
Obiettivi che vanno aldilà del semplice "tirare a campare".
Quel "tirare a campare" che limita l'uomo nello scorrere della sua vita. Nello scorrere dei suoi anni.
Anni tutti uguali, suddivisi con precisione. Di anni, mesi, giorni, ore, minuti, secondi e sottomultipli dei secondi.
Ed ora che ci avviciniamo a capodanno, e che comincerà l'anno nuovo, che alla fine sarà tal quale questo, cosa vogliamo mai dire "speriamo l'anno nuovo porti qualcosa di bello"?
Se l'uomo non avesse suddiviso il tempo in simile maniera, neanche staremmo qui a porci questi problemi, questi interrogativi.
Staremmo ancora pensando al raggiungimento dei nostri obiettivi. Ignorando come l'inizio del nuovo anno influirà su essi.
Anno nuovo. Gennaio. E poi febbraio. E marzo. Eccetera.
Quella massa di eventi stabiliti programmati per ripetersi e ripetersi e ripetersi.
Per distrarsi? Perchè la vita va vissuta anche con leggerezza? Forse.
Eppure, pesantezza immensa.
Giorno, notte. Giorno, notte. Gennaio, dicembre. Gennaio, dicembre.
E via così. Sempre uguale.
Il tempo scorre e la vita pure.
E la vita risente di tale suddivisione.
Compleanni, primavere, conteggio degli anni.
E così ecco che ci si ritrova anche a dover gestire il peso del periodo a cui corrisponde la propria età.
Infante, giovane, adulto, anziano.
Morto.
E una volta morto, ecco che parte il conteggio degli anni dal momento della propria morte.
Cavolata? Non direi.
L'uomo vuole rimanere agganciato al suo passato e pensare al futuro.
E questa così rigida suddivisione?
Serve a calcolare quanto tempo passa tra una decisione presa e quella stessa decisione realizzata?
Serve a svagarsi con le feste?
Serve a tenere i diari?
Serve a tenere le agende con data e ora degli appuntamenti?
Scorre il tempo. Mattina. Si fa si fa si fa. Sera. Stop. A dormire. Mattino. Ricomincio. Si fa si fa si fa. Sera. Stop.
Stop.
Stop, è meglio.