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28-08-2012, 18:45
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#1
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,679
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Ciao.
Ne ho schifo di me.
Ho problemi con l'accettare il passato. E con l'accettare un potenziale futuro triste e vuoto.
Sono troppi giorni che mi ritrovo in momenti improvvisi di (più o meno sensata) depressione a dirmi "ma quand'è che finisce?"
Cioè, che ho momenti in cui mi prendo male all'improvviso è tanto... tipo sono lì che rido, o sono in compagnia, o sto facendo una qualsiasi attività e bum! ...Sento un malessere dentro e mi spengo.
Solo che ora ci associo sta frase che sa un sacco di " non voglio vivere"... Ma io non mi ci sono mai vista a fare quella che non vuole vivere... Forse inconsciamente mi sono stufata. O forse ho solo il cervello molto incasinato, non so.
Comunque credo di avere bisogno di aiuto.
Perchè mi rendo conto sempre più di non essere capace di accettare un passato vuoto, fatto di niente. Fatto di "spero migliori" e di fallimenti.
Non ho mai ottenuto nulla di quello che pensavo di volere, non mi sono mai fidanzata (che il punto è l'amore, non l'avere uno che ti porta a spasso, non sono così superficiale), mi sembra che sia sempre stato un crollo unico... Puntavo a migliorarmi fisicamente... Eppure è come se ora (che dovrei essere un po' meglio) non mi vedesse più nessuno... Non ho nulla di fatto e non capisco se sono brutta, antipatica, vuota o emano tristezza.
Vedo la gente che cresce e io che rimango ferma, e tutte le mie idee che lentamente si sono incenerite, e le mi passioni che sono diventate ricordi.
Credo che l'apatia sia un bel (brutto) segnale, un buon campanello d'allarme per dire che hai qualcosa che non va...
Io guardo con odio il passato, invidio la gente, i viaggi che fanno, i lavori che svolgono, le persone che conoscono, la vita che hanno, non ho un'aspirazione, mi sento sempre più buona a nulla, inizio a vedere proprio grigio... E vedo i miei parenti... quelli che stanno male, quelli che invecchiano... e sto male per loro, tanto... e vorrei avere la bacchetta magica per cambiare le cose ma non la ho... E mi rendo conto che il tempo è passato in fretta, la gente che conoscevo da piccola e adesso è vecchia... la sensazione che stiano sempre tutti per andarsene (penso sempre un sacco alla morte), l'idea del dolore di mia mamma se morisse la sua... Mi sento sempre uno schifo e tante volte piango da sola.
Non mi ci rimetto a studiare, l'idea mi da la nausea, l'idea mi fa paura. Paura di incominciare e passare un altro anno sui libri e finire all'estate prossima come questa (scrissi le mie paranoie), paura della laurea che si avvicina, paura del lavoro che non mi piacerebbe neanche tanto, paura di essere un'incapace. Mi sento, un'incapace. Ma credo di averlo già detto.
Mi sono resa conto, leggendo dei libri, che non mollo l'università perchè non ho niente con cui sostituirla. Perchè la mia vita sarebbe ufficialmente vuota. Non mi prendo l'anno sabbatico perchè non voglio lasciare i miei compagni di corso, che sono l'unica cosa che mi tiene veramente a galla quando vado a lezione.
Vorrei lavorare, vorrei i soldi per viaggiare. Poi penso che sono incapace, che mi stanco facilmente e che sono lunatica, che non riuscirei a studiare e il suddetto lavoro lo farei male, quindi che arriverei a fine anno con pochi soldi e pochi esami dati. E non saprei con chi viaggiare. Mi sento un'idiota. Comunque così funziona la contorta macchina che è il mio cervello.
Non sapete quanto desidererei spegnerlo ogni tanto.
Mi viene in mente l'alcool, ma poi mi ricordo che l'unica volta che l'ho utilizzato a quello scopo poi per poco ci rimanevo secca. E penso alle droghe e mi dico "sei scema???"
E poi esco e sembra tutto tranquillo, e sto coi miei amici-che-però-non-sanno-niente-di-me e mi sento una falsa con loro. E torno a casa e mi sento un po' vuota, e poi di più, e poi mi riprendo, esco, e di nuovo da capo.
E mi chiedo come fanno loro. Ad accettare il corso della vita. Ad accettare lo scorrere del tempo, a fare i progetti, a vivere tranquilli, a pagare e pagare e pagare, e pagare per viaggiare, pagare per tutto.
Ho un odio profondo verso la società, verso il sistema economico. Verso il sistema universitario. Ho un odio profondo verso le regole in generale, non le sopporto, ci sto male, non le riesco a soffrire. Odio e amore per i soldi... E vedo gli altri che accettano la vita tranquilli. E io non ci riesco e non capisco se sono sbagliata io o sono sbagliati loro.
Vedo solo schifo, ovunque. Mi piacciono le foto. (Non so perchè l'ho scritto)
...Non mi viene più niente di cui lamentarmi.
Vorrei la 25^ ora. Un'ora esterna al mondo in cui andare a farmi psicanalizzare. Un'ora per sopportare le altre 24.
Non saprei neanche da che parte iniziare a parlare a uno psicologo. Però penso che dovrei andarci. Perchè io non vi conosco, eppure le dico solo a voi le cose che ho dentro. E non credo che questa sia proprio la cosa più normale del mondo.
E io non mi sento normale. Mi sento uno schifo.
Uno schifo che soffre, invidia, odia, urla dal nervoso e sgancia sorrisi falsi.
E se vedessi una così direi "che schifo"... E vorrei vivere da sola perchè sono stanca di dipendere dai miei e di sentirmi un peso perchè ho un carattere schifoso.
Io non glielo direi mai a loro, che voglio andare da uno psicologo. Mio padre mi sparerebbe una risata in faccia (e questo mi ammazzerebbe) e mia madre ci starebbe malissimo (e questo mi ammazzerebbe 2 volte). Mio fratello mi direbbe "l'ho sempre detto che non sei normale", o una frase del genere (e questo mi ammazzerebbe un'altra mezza volta), e l'altro mi guarderebbe con la faccia da pesce lesso, come se fossi gay e facessi outing inaspettatamente (per farvi capire l'espressione).
Mi scoppia la testa ora... scusate il poema.
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28-08-2012, 20:38
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#2
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Messaggi: 741
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E' inutile che ti dica che mi spiace per l'ennesimo sfogo Jupiter...ma non hai proprio nessuno con il quale poterti confidare o esprimere ciò che senti dal vivo?
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28-08-2012, 21:21
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#3
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Avanzato
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Etruria
Messaggi: 334
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Hai bisogno di andare da uno psicologo/a, la tua prima esigenza è quella di confrontarti con qualcuno che ti ascolti veramente. Lo so perché ci sono andato ed ora sto davvero meglio... la soluzione è aprirsi come un girasole e non chiudersi in se stessi, perché questo aumenta l'angoscia.
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29-08-2012, 00:33
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#4
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,199
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Ma mi spiegate perché postate in Sondaggi dei non-sondaggi?
-edit- spostato in Storie personali.
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29-08-2012, 00:52
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Sotto una mattonella...
Messaggi: 3,522
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E provala la tua 25a ora , a me personalmente non fa nulla non mi sembra di sfogarmi perchè è una persona che sta lì per quello; ma forse per te e molti altri è diverso ma non puoi saperlo se non ci provi.
Se potessi parlarne con le persone che mi vedono tutti i giorni quello si che sarebbe uno sfogo, dire realmente come si è alle persone che ti hanno sempre visto in un certo modo...ma ma ma chiaramente ci sarebbero delle conseguenze, meglio evitare.
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29-08-2012, 21:39
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#6
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,679
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Ma mi spiegate perché postate in Sondaggi dei non-sondaggi?
-edit- spostato in Storie personali.
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Perchè non l'ho fatto apposta, semplicemente. E non sapevo come spostarlo, oltre tutto mi sono ricollegata solo ora.
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29-08-2012, 21:44
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#7
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,679
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Quote:
Originariamente inviata da FirstClass
E' difficilissimo quello che dici, da fare. Principalmente non si vuole far vedere agli altri di avere problemi (con la sensibilità che gira al giorno d'oggi), di essere deboli. Con un estraneo è tutto più semplice. Con una persona che conosci pensi sempre che dopo che ti sei sfogato possa cambiare (in peggio) il rapporto e tutto quello che ne consegue. Hai paura di spaventare, hai paura di non essere capito (come lei stessa dice la sua famiglia la prenderebbe nel mondo peggiore)
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Esatto, esatto.
Comunque non è che io sia contenta di avere questo carattere chiuso... l'ho sempre invidiata negli altri la capacità di aprirsi, io boh, ho sempre avuto paura del giudizio della gente... Mi sono un po' aperta solo con una persona nella mia vita, e non siamo nemmeno più amici, quindi pensa a come mi ha aiutata sta cosa... Ecco.
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29-08-2012, 21:44
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#8
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 191
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Mi sembra la mia vita
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30-08-2012, 02:38
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#9
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Esperto
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 4,737
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Non mi ci rimetto a studiare, l'idea mi da la nausea, l'idea mi fa paura. Paura di incominciare e passare un altro anno sui libri e finire all'estate prossima come questa (scrissi le mie paranoie), paura della laurea che si avvicina, paura del lavoro che non mi piacerebbe neanche tanto, paura di essere un'incapace. Mi sento, un'incapace. Ma credo di averlo già detto.
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Io avevo paura di vivere quest'estate come quella scorsa, chino sui libri, colto da depressione, pensando incessantemente al suicidio.
Non è stato così per fortuna, ma non me la sono passata comunque bene.
Non è che non voglio vedere più libri, io non voglio vedere più solo i libri.
Quote:
Mi sono resa conto, leggendo dei libri, che non mollo l'università perchè non ho niente con cui sostituirla. Perchè la mia vita sarebbe ufficialmente vuota. Non mi prendo l'anno sabbatico perchè non voglio lasciare i miei compagni di corso, che sono l'unica cosa che mi tiene veramente a galla quando vado a lezione.
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Pure io, ma la mia situazione interiore ed emotiva mi impedisce di studiare al meglio e di dare tutte le materie.
Al contrario tuo io non ho nemmeno la fortuna di avere compagni di corso.
Devi andare dallo psicologo, prima vai meglio è, è inutile indugiare ancora.
Stai perdendo tempo prezioso. Sei giovane, ti conviene iniziare il prima possibile.
Quote:
Io non glielo direi mai a loro, che voglio andare da uno psicologo. Mio padre mi sparerebbe una risata in faccia (e questo mi ammazzerebbe) e mia madre ci starebbe malissimo (e questo mi ammazzerebbe 2 volte). Mio fratello mi direbbe "l'ho sempre detto che non sei normale", o una frase del genere (e questo mi ammazzerebbe un'altra mezza volta), e l'altro mi guarderebbe con la faccia da pesce lesso, come se fossi gay e facessi outing inaspettatamente (per farvi capire l'espressione).
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Non curarti di loro, devi pensare a te stessa. Io parimenti facevo questi ragionamenti quando meditavo di andare dallo psicologo per la prima volta, ma adesso non mi preoccupano più. Non mi interessa ciò che pensano, io ci vado per il mio bene: se ne facciano una ragione.
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Ultima modifica di Pluvia; 30-08-2012 a 03:22.
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30-08-2012, 03:17
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#10
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Banned
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Ferrara
Messaggi: 343
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Io non glielo direi mai a loro, che voglio andare da uno psicologo. Mio padre mi sparerebbe una risata in faccia (e questo mi ammazzerebbe) e mia madre ci starebbe malissimo (e questo mi ammazzerebbe 2 volte). Mio fratello mi direbbe "l'ho sempre detto che non sei normale", o una frase del genere (e questo mi ammazzerebbe un'altra mezza volta), e l'altro mi guarderebbe con la faccia da pesce lesso, come se fossi gay e facessi outing inaspettatamente (per farvi capire l'espressione).
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Potresti cominciare ad introdurre l'argomento psicoterapeuta con la tua famiglia, se non con tutti almeno con qualcuno che credi potrebbe capire la tua situazione (non so, tua madre?).
Hai già ipotizzato le reazioni che ti arrecherebbero maggior dolore, ma si tratta sempre soltanto di ipotesi; magari ti risponderanno come dici, o forse no.
Se senti questo timore nel confidarti con loro, prova a far presente in modo discreto con un tuo familiare che avresti bisogno di aiuto, che non riesci ad ottenere ciò che vorresti; oppure prendi il coraggio a due mani e fai leggere ciò che hai scritto a qualcuno, magari anche solo un estratto, in modo che capiscano la proporzione dei tuoi disagi (magari parlandone soltanto potrebbero sminuire le tue difficoltà).
Ad ogni modo fossi in te proverei...Se non inizi a prendere in mano la tua vita, chi vuoi che lo faccia al tuo posto? Questo vorrebbe essere uno sprone, non un rimprovero (non mi permetterei mai, visto che posso capire benissimo ciò che stai provando).
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30-08-2012, 11:06
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#11
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Intermedio
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: genova
Messaggi: 119
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Ciao.
Ne ho schifo di me.
CUT.
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jupiter... mi riconosco in molto di quello che dici.. sono in una situazione simile da circa 14 anni... e nonostante questo non so cosa dirti, se non che mi dispiace.. è brutto a dirsi, per quel che mi riguarda ci ho fatto semplicemente l'abitudine, mi sono arreso e vado avanti per inerzia come un bovino.. invece il fatto che tu senta bisogno di uno psicologo è forse una cosa positiva, vuol dire che hai ancora voglia di lottare per te stessa.. se posso dire una cosa, nel tuo caso, da quel poco che ho letto, vattene di casa, cerca una stanza con coinquilini come ho fatto io..
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30-08-2012, 16:08
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#12
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Avanzato
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 299
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Jupiter, mi ritrovo in gran parte delle cose che hai detto!
E' un buon segno che tu voglia consultare un psciologo, significa che non hai ancora del tutto gettato la spugna.
Dì ai tuoi che lo psicologo è un dottore come gli altri, solo che lui cura le persone vere e proprie e non semplicemente dei corpi.
Digli che sminuendoti, deridenoti o preoccupandosi non ti stanno affatto dando una mano, ma anzi peggiorano la situazione.
Evita di inventarti storie di copertura, dì la verità. Dire bugie, nascondere le cose dietro finzioni, serve solo a peggiorare, e poi dire la verità è la cosa più invigorante che ci sia. Come disse qualcuno, la verità vi renderà liberi.
Non puoi tenerti tutto dentro, rischi di esplodere, devi parlarne con qualcuno che ti capisca, se non tra i famigliari, da uno che questi problemi li capisce tanto bene da poterci svolgere una professione.
Non sto neanche qui a dirti "fatti forza" o altro, perché ho sperimentato sulla mia pelle quanto inutile sia.
Segui il tuo istinto, parla col dottore di famiglia e fatti consigliare uno psicologo.
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30-08-2012, 17:20
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#13
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Intermedio
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 167
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Anch'io mi identifico molto con le cose che hai scritto.
Con la differenza che io vado dalla stessa psicologa da 11 anni.
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30-08-2012, 17:39
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#14
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 4,420
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Mi dispiace tanto e capisco quello che provi, a parte l'università (almeno tu hai quella, perché come hai detto la tua vita altrimenti sarebbe vuota) sono nella stessa identica situazione e sono arrivata a vergognarmi di me in tutto e per tutto e nel frattempo critico tutti ma è invidia perché gli altri hanno quello che non ho... Penso che un aiuto psicologico non guasti se solo avessi il coraggio di andarci, ho paura di tutto e solo uscire di casa mi fa venire l'ansia. Mi sento persa e senza stimoli, l'apatia è orribile e non ti fa pensare a niente di positivo... Io ti consiglio quello che poi dovrei fare pure io e cioè di provare ad andare da uno psicologo, almeno potresti sbloccare un pò la situazione... Sempre meglio che non provare In ogni caso spero che la tua situazione migliori
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30-08-2012, 18:57
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#15
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,679
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Quote:
Originariamente inviata da dany91
Non è che non voglio vedere più libri, io non voglio vedere più solo i libri.
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Proprio questo è il punto. Avere solo i libri, ti porta ad odiarli.
Quote:
Originariamente inviata da Layne
Potresti cominciare ad introdurre l'argomento psicoterapeuta con la tua famiglia, se non con tutti almeno con qualcuno che credi potrebbe capire la tua situazione (non so, tua madre?).
Hai già ipotizzato le reazioni che ti arrecherebbero maggior dolore, ma si tratta sempre soltanto di ipotesi; magari ti risponderanno come dici, o forse no.
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Una volta, anni fa, avevo detto a mia mamma "mamma posso scriverti una lettera?", perchè volevo spiegarle un po' come mi sentivo, perchè avevo l'impressione che non mi capisse quando cercavo di dirle le cose... e lei mi aveva risposto tipo "ma va", e io "perchè no?" (con l'espressione più innocente del mondo) e lei "perchè no, cosa scrivi lettere a fare?!" ...o una frasaccia del genere... E lì mi sa che è l'ultima volta che mi son sforzata -.- ...purtroppo non son brava a parlare, ma a scrivere sì... Mi viene più facile.
Quote:
Originariamente inviata da chris84
ci ho fatto semplicemente l'abitudine, mi sono arreso e vado avanti per inerzia come un bovino..
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Io ho paura di arrendermi! E' proprio quello che non voglio fare... Solo che siccome è tanto che non faccio progetti, allora a volte mi trovo a pensare a me fra 15 anni, con una vita apparentemente normale e i mostri dentro, ed è lì che mi vengono le frasi tipo "ma quando finisce sta vita?", oppure "non ce la faccio." ...Non le voglio ste sensazioni addosso.
Quote:
Originariamente inviata da rompina
Anch'io mi identifico molto con le cose che hai scritto.
Con la differenza che io vado dalla stessa psicologa da 11 anni.
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Mi dici che quindi non cambia nulla per te?
Quote:
Originariamente inviata da lonely heart
critico tutti ma è invidia perché gli altri hanno quello che non ho...
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Lo faccio anche io. Purtroppo l'invidia è una brutta bestia... Però forse se invidiamo e stiamo male vuol dire che comunque abbiamo ancora una scintilla dentro, una voglia di raggiungere qualcosa...
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30-08-2012, 20:00
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#16
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Intermedio
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 241
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perchè non le scrivi la lettera e gliela fai trovare ?
scrivendola ti sfogherai e quando poi lei la leggerà non potrà fare a meno ti aiutarti, è tua mamma e non ti giudicherà.
veramente,pensaci c:
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30-08-2012, 20:42
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#17
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Principiante
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 24
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Anche a me riesce meglio scrivere che parlare e fossi in te una lettera la butterei giù per davvero. Non credo che tua madre possa essere insensibile al punto da non prenderti sul serio. Mettendomi nei suoi panni posso capire che l'idea di ricevere una lettera da sua figlia, che vede tutti i giorni, le possa essere sembrata strana, chissà, magari l'ha pure vagamente inquietata e per questo ti ha risposto in modo elusivo. Tu scrivila e vedi che succede. E' tua madre, sono certa che ti vuole bene e ti aiuterà.
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19-12-2012, 11:44
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#18
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Intermedio
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 241
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chissà come va ora
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19-12-2012, 11:55
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#19
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Banned
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Nothingness
Messaggi: 1,300
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Ciao.
Ne ho schifo di me.
Ho problemi con l'accettare il passato. E con l'accettare un potenziale futuro triste e vuoto.
Sono troppi giorni che mi ritrovo in momenti improvvisi di (più o meno sensata) depressione a dirmi "ma quand'è che finisce?"
Cioè, che ho momenti in cui mi prendo male all'improvviso è tanto... tipo sono lì che rido, o sono in compagnia, o sto facendo una qualsiasi attività e bum! ...Sento un malessere dentro e mi spengo.
Solo che ora ci associo sta frase che sa un sacco di "non voglio vivere"... Ma io non mi ci sono mai vista a fare quella che non vuole vivere... Forse inconsciamente mi sono stufata. O forse ho solo il cervello molto incasinato, non so.
Comunque credo di avere bisogno di aiuto.
Perchè mi rendo conto sempre più di non essere capace di accettare un passato vuoto, fatto di niente. Fatto di "spero migliori" e di fallimenti.
Non ho mai ottenuto nulla di quello che pensavo di volere, non mi sono mai fidanzata (che il punto è l'amore, non l'avere uno che ti porta a spasso, non sono così superficiale), mi sembra che sia sempre stato un crollo unico... Puntavo a migliorarmi fisicamente... Eppure è come se ora (che dovrei essere un po' meglio) non mi vedesse più nessuno... Non ho nulla di fatto e non capisco se sono brutta, antipatica, vuota o emano tristezza.
Vedo la gente che cresce e io che rimango ferma, e tutte le mie idee che lentamente si sono incenerite, e le mi passioni che sono diventate ricordi.
Credo che l'apatia sia un bel (brutto) segnale, un buon campanello d'allarme per dire che hai qualcosa che non va...
Io guardo con odio il passato, invidio la gente, i viaggi che fanno, i lavori che svolgono, le persone che conoscono, la vita che hanno, non ho un'aspirazione, mi sento sempre più buona a nulla, inizio a vedere proprio grigio... E vedo i miei parenti... quelli che stanno male, quelli che invecchiano... e sto male per loro, tanto... e vorrei avere la bacchetta magica per cambiare le cose ma non la ho... E mi rendo conto che il tempo è passato in fretta, la gente che conoscevo da piccola e adesso è vecchia... la sensazione che stiano sempre tutti per andarsene (penso sempre un sacco alla morte), l'idea del dolore di mia mamma se morisse la sua... Mi sento sempre uno schifo e tante volte piango da sola.
Non mi ci rimetto a studiare, l'idea mi da la nausea, l'idea mi fa paura. Paura di incominciare e passare un altro anno sui libri e finire all'estate prossima come questa (scrissi le mie paranoie), paura della laurea che si avvicina, paura del lavoro che non mi piacerebbe neanche tanto, paura di essere un'incapace. Mi sento, un'incapace. Ma credo di averlo già detto.
Mi sono resa conto, leggendo dei libri, che non mollo l'università perchè non ho niente con cui sostituirla. Perchè la mia vita sarebbe ufficialmente vuota. Non mi prendo l'anno sabbatico perchè non voglio lasciare i miei compagni di corso, che sono l'unica cosa che mi tiene veramente a galla quando vado a lezione.
Vorrei lavorare, vorrei i soldi per viaggiare. Poi penso che sono incapace, che mi stanco facilmente e che sono lunatica, che non riuscirei a studiare e il suddetto lavoro lo farei male, quindi che arriverei a fine anno con pochi soldi e pochi esami dati. E non saprei con chi viaggiare. Mi sento un'idiota. Comunque così funziona la contorta macchina che è il mio cervello.
Non sapete quanto desidererei spegnerlo ogni tanto.
Mi viene in mente l'alcool, ma poi mi ricordo che l'unica volta che l'ho utilizzato a quello scopo poi per poco ci rimanevo secca. E penso alle droghe e mi dico "sei scema???"
E poi esco e sembra tutto tranquillo, e sto coi miei amici-che-però-non-sanno-niente-di-me e mi sento una falsa con loro. E torno a casa e mi sento un po' vuota, e poi di più, e poi mi riprendo, esco, e di nuovo da capo.
E mi chiedo come fanno loro. Ad accettare il corso della vita. Ad accettare lo scorrere del tempo, a fare i progetti, a vivere tranquilli, a pagare e pagare e pagare, e pagare per viaggiare, pagare per tutto.
Ho un odio profondo verso la società, verso il sistema economico. Verso il sistema universitario. Ho un odio profondo verso le regole in generale, non le sopporto, ci sto male, non le riesco a soffrire. Odio e amore per i soldi... E vedo gli altri che accettano la vita tranquilli. E io non ci riesco e non capisco se sono sbagliata io o sono sbagliati loro.
Vedo solo schifo, ovunque. Mi piacciono le foto. (Non so perchè l'ho scritto)
...Non mi viene più niente di cui lamentarmi.
Vorrei la 25^ ora. Un'ora esterna al mondo in cui andare a farmi psicanalizzare. Un'ora per sopportare le altre 24.
Non saprei neanche da che parte iniziare a parlare a uno psicologo. Però penso che dovrei andarci. Perchè io non vi conosco, eppure le dico solo a voi le cose che ho dentro. E non credo che questa sia proprio la cosa più normale del mondo.
E io non mi sento normale. Mi sento uno schifo.
Uno schifo che soffre, invidia, odia, urla dal nervoso e sgancia sorrisi falsi.
E se vedessi una così direi "che schifo"... E vorrei vivere da sola perchè sono stanca di dipendere dai miei e di sentirmi un peso perchè ho un carattere schifoso.
Io non glielo direi mai a loro, che voglio andare da uno psicologo. Mio padre mi sparerebbe una risata in faccia (e questo mi ammazzerebbe) e mia madre ci starebbe malissimo (e questo mi ammazzerebbe 2 volte). Mio fratello mi direbbe "l'ho sempre detto che non sei normale", o una frase del genere (e questo mi ammazzerebbe un'altra mezza volta), e l'altro mi guarderebbe con la faccia da pesce lesso, come se fossi gay e facessi outing inaspettatamente (per farvi capire l'espressione).
Mi scoppia la testa ora... scusate il poema.
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Si, l'apatia è un grossissimo sintomo del nostro (ahimè) disagio.
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19-12-2012, 12:04
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#20
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Sicilia
Messaggi: 510
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condivido tutto jupiter, purtroppo stiamo qui a vagare senza una meta precisa, non sappiamo neanche noi bene cosa siamo e cosa dobbiamo fare, siamo come il vento, c'è ma non lo vediamo
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