Salve, provo a scrivere qualche riga di presentazione. Ho deciso di iscrivermi a questo forum perché, come avrete intuito, sto attraversando delle difficoltà nella mia vita, che penso possano derivare da problemi di ansia sociale. Sono una persona molto insicura ed ho sempre avuto, sin dall'adolescenza, grosse difficoltà ad avere una vita sociale normale, difficoltà nel relazionarmi con altre persone. Purtroppo, per un lungo periodo ho sottovalutato il problema, rifugiandomi nella mia comfort-zone fatta di solitudine e lasciando, senza rendermene conto, che si determinasse una sempre più pericolosa situazione di isolamento, dal quale ho difficoltà a venire fuori. Il risultato è che mi ritrovo attualmente, a quasi 36 anni di età, a vivere una vita deprimente. Non ho e non ho mai avuto una relazione sentimentale, non ho nessun amico, vivo ancora insieme ai miei genitori, entrambi ormai anziani, sono disoccupato e con alle spalle quasi nessuna esperienza di lavoro significativa. Quando osservo la vita dei miei coetanei, rispetto a loro mi sento davvero fuori dal mondo, e capisco come il non aver fatto in gioventù le esperienze di vita che le persone normalmente compiono, mi abbia reso una persona molto immatura per la mia età. Ho una bassissima autostima, mi sento sempre inadeguato a relazionarmi con altre persone, proprio perché, anche se anagraficamente sono un uomo adulto, mi sento immaturo ed inesperto. Sono convinto che l’origine del mio disagio vada ricercata nell'ambiente familiare. Sono cresciuto con dei genitori molto ansiosi e conseguentemente iperprotettivi che, anziché incoraggiarmi a compiere le normali esperienze di vita, lasciandomi libero anche eventualmente di sbagliare ed imparare dai miei propri errori, come avviene normalmente per tutti, mi hanno sempre scoraggiato, trasmettendomi la loro ansia e non consentendomi così di maturare e diventare un individuo autonomo. Per mia madre la cosa più importante è stata sempre il modo in cui si appare agli altri, per evitare di essere giudicati male. Nel corso del mio percorso scolastico tendevo ad essere emarginato, escluso dai gruppi di amicizie che si andavano formando tra gli altri miei coetanei e, a volte, ad essere oggetto di atti di bullismo. Questo però lo considero più una conseguenza della mia fobia sociale che non una sua possibile concausa. Per troppo tempo mi sono abituato a stare da solo e la cosa, anche se comunque ero insoddisfatto della mia vita, fino a poco tempo fa non mi pesava neanche molto. Ultimamente però sto iniziando ad avvertire ansia immaginando un futuro di totale solitudine. Questo è il motivo principale per cui vorrei proprio tentare di reagire in qualche modo a questa difficile situazione ma, come credo sappia bene chi è sociofobico (mentre chi non lo è fatica a comprenderlo), per chi soffre di questi problemi la volontà è una condizione necessaria ma spesso non sufficiente per uscirne. Caratterialmente sono un po' introverso ma in realtà, anche se tendo ad evitare i rapporti con gli altri, so di essere una persona molto compassionevole ed in qualche modo empatica e mi affeziono facilmente a chi si avvicina a me di propria iniziativa, cosa che capita raramente anche perché non incontro mai nessuno. Poi però dimostro un atteggiamento passivo nei rapporti con le persone, che può apparire come disinteresse, finché queste si stancano e finiscono per allontanarsi da me e la cosa mi lascia sempre fortemente demoralizzato. Probabilmente è difficile anche per chi non ha problemi di questo tipo relazionarsi con chi soffre di fobia sociale. Spero su questo forum di potermi confrontare con le esperienze personali di altre persone che vivono o hanno vissuto difficoltà analoghe alle mie. In conclusione devo dire (anche un po' per sdrammatizzare
) che, rileggendo la presentazione, la mia situazione appare a me stesso più tragica di quanto non la stia vivendo, non so se questo sia più un bene o un male.
