Salve a tutti, sono da tempo un lettore di questo forum di cui ho apprezzato l'intelligenza ed insieme la capacità di sdrammatizzare questioni che altrove sarebbe inverosimile trattare . Mi ero registrato tempo fa ma tergiversavo all'idea di presentarmi, vuoi per la mia scarsa dimistichezza con il genere di comunicazione che solitamente si usa in rete, vuoi per il periodo travagliato che sto attraversando, che mi rende non facile esprimermi anche solo per iscritto.
Non so quanto dettagliatamente sia opportuno descriversi per offrire una presentazione convincente, spero di non risultare troppo vago. Ho 32 anni , età rispetto alla quale mi sento del tutto inadeguato, non essendo riuscito a dipanare troppi nodi della mia personalità, a costruire rapporti personali profondi, ad affrontare certe prove e passaggi che permettono di formarsi quell'armatura che serve, suppongo, a vivere degnamente come adulti. Fino ad un certo periodo della mia esistenza sono stato, se non felice, almeno abbastanza sereno per vivere con gli altri senza particolare disagio.
Credo di avere sempre avuto un'indole introversa ed umbratile, ma nel mezzo dell'adolescenza la distanza crescente che percepivo frapporsi tra me e i coetanei iniziò a crearmi difficoltà gravi: distanza che immagino nascesse dal sentirmi parte di una casta inferiore (molti sapranno che scelta incauta possa essere iscriversi al liceo classico di una cittadina di provincia quanto si appartiene ad una famiglia "modesta"), dal mio aspetto fisico misero e torturato, dalla mia incapacità di "capire" le regole del gruppo, forse anche dall'anzianità dei miei genitori e dalle idee trasmessemi da loro che mi hanno fatto sentire più volte anacronistico e superato nella mia visione del mondo, e da molti altri fattori che dovrebbe probabilmente individuare qualcun'altro. Ho avuto, come molti, una breve esperienza di analisi in quegli anni, abbandonata perché all'epoca non ero sicuramente in grado di verbalizzare le ragioni profonde del mio disagio, oltre che per la dispendiosità del trattamento. Riguardando restrospettivamente a quel mio io passato, penso di avere avuto (e forse di avere ancora oggi) alcuni tratti di una personalità evitante, problema che mi ha portato a perdere col tempo molti amici: restarono solo quelli che sapevano venire a patti col lato misantropico del mio carattere (senza però farmi mai sentire pienamente accettato nei loro giri e cerchie), ed oggi praticamente neppure più quelli. L'ipotesi di potermi permettere una vita sentimentale non è mai stata presa in considerazione, come sarà facile intuire: questa è da sempre un'altra mia spina nel fianco, alle cui fitte di dolore intermittente ho quasi imparato ad abituarmi.
Soprattutto gli ultimi tre anni sono stati per me molto difficili, per molte ragioni, fra le quali: il peggioramento della mia altalenante depressione; l'essere passato da una condizione di povertà tollerabile ad una di concrete difficoltà economiche; aver accumulato una grande insofferenza verso la vita da idiota che mi sono rassegnato a condurre, lontana dalla normalità dei miei coetanei (con gli unici interessi della lettura, del cinema - sempre da solo - e di qualche raro concerto quando posso permettermelo), al punto da far traboccare il mio senso di frustrazione portandomi a orribili vette d'isteria, con scenate penose che hanno reso la vita impossibile a mia madre; ed anche l'essere stato scottato dai miei tentativi di trovare sollievo nella socializzazione in rete mancandomi una "vita vera" , rivelatisi quasi tutti fallimentari. E' stato in particolare un errore iscrivermi al social network di Zuckerberg, dove l'unico amico degno di tale nome che mi restava, rivelando un lato di sé che ignoravo e addirittura rimuovendomi dai contatti, mi ha profondamente deluso guastando anche il nostro rapporto nella "realtà", che già non era dei più stretti da tempo.
In questo momento penso di essere obbligato ad una svolta, per smuovermi da una situazione diventata logorante, per uscire da un labirinto in cui ho finito per perdermi forse a causa delle mie paranoie, o forse anche a causa delle persone non splendide incontrate lungo il mio percorso, che mi hanno più volte tradito e ferito.
Dicevo sopra come in conseguenza delle esperienze "devastanti" su fb e su altri siti affini abbia maturato una notevole diffidenza per la socialità in internet; in questo forum però mi pare di trovare un altro linguaggio, un modo di porsi all'altro che non si fonda su personalità costruite a tavolino per farsi accettare a tutti i costi, persone che riescono a discutere dei propri casi difficili e allo stesso tempo degli argomenti più vari in modo più sensato e introspettivo. In questo periodo confrontarmi con qualcuno o partecipare a una discussione su problemi che anche io ho vissuto, o su interessi comuni, potrebbe essere per me uno stimolo se non salvifico, almeno positivo. Aggiungo però che sono probabilmente uno dei peggiori corrispondenti - conversatori internettiani al mondo, non so se riuscirò ad essere all'altezza del dibattito, e non posso garantire un'assidua continuità ... diciamo che per me sarebbe un esperimento.
Ancora un saluto, sperando di aver dato informazioni sufficienti a giustificare l'attivazione.