Salve a tutti.
Mi presento.
Sono un ragazzo di 31 anni che da tempo seguiva il Forum e le discussioni tra gli utenti, senza però aver mai avuto modo, e forse la convinzione ed il coraggio, di entrare in un Forum per discutere dei propri pensieri, a maggior ragione se le tematiche sono legate ad un passato e ad un presente complesso dal punto di vista sociale e frutto di un percorso di vita non lineare, quasi come fosse una montagna da scalare.
Mi perdonerete se in questa presentazione commetterò certamente qualche errore riguardo alle regole del Forum che gestiscono le pratiche per i nuovi arrivati, nella speranza di trovare in questo luogo, un modo per spiegare in forma anonima alcune mie vicissitudini.
Ho letto, da parte di molti Utenti, storie davvero difficili, di amori ed amicizie sfumate, di situazioni familiari complicate, e grazie a queste ho avuto la possibilità di scoprire un "Mondo": stando così le cose, mi ritengo sicuramente fortunato rispetto ad altre persone.
Dal canto mio posso dire che la mia Infanzia è stata tutto sommata positiva e direi quasi fortunata: infatti sin dalla tenera età, grazie all'aiuto delle Istituzioni Scolastiche, fui segnalato per via di alcuni comportamenti peculiari, nel particolare difficoltà motorie, di attenzione e concentrazione.
In conseguenza di ciò, fui portato in un Ospedale Pediatrico abbastanza famoso in città, per iniziare un ciclo di visite ed attività che secondo gli esperti, mi avrebbe aiutato a superare il problema, tra cui la socializzazione con gli altri bambini; il Centro, si occupava di bambini con disabilità e disagi psichici, tra cui l'ADHD, e altre problematiche relative all'attenzione.
La mia grande fortuna fu quella di avere, al tempo, tante persone intorno a me che cercarono di sostenermi, trattandomi esattamente come gli altri, tra cui i compagni di classe delle Elementari e la mia Insegnante rappresentante della Classe stessa.
Ovviamente vi furono giorni duri, difficili, per via delle litigate e delle incomprensioni con gli amici di allora e con le Insegnanti stesse, che per via del mio carattere difficile non esitavano a sbattermi fuori dall'aula, facendomi sentire profondamente solo.
Feci molta fatica a venirne fuori, ma attraverso il lavoro dei Pediatri, col passare degli anni, riuscii a vedere la luce in fondo al Tunnel; l'unico altro momento di crisi, fu quando fui vittima di un attacco d'Epilessia, a casa mentre guardavo la Tv, per cui dovetti essere ricoverato d'urgenza.
Per il resto l'infanzia trascorse tra alti e bassi, nonostante la mia forte introversione e timidezza, riuscendomi a fare un paio di amici stretti; questo Trend continuò senza troppi intoppi per tutte le scuole Medie.
I veri problemi arrivarono alle scuole Superiori, tra atti di Bullismo, verbale e qualche spintone, ed il poco successo con le ragazze che mi porto ad un forte isolamento sociale e una sensazione di emarginazione, dovuto in gran parte al mix micidiale di pessima estetica ed estrema timidezza: la cosa andò avanti per tutti gli anni del Liceo Classico, dove nonostante tutte le difficoltà sociali, riuscii incredibilmente a superare tutti gli anni fino al Diploma.
Credo che la mia strenua resistenza di quel brutto periodo, sia stata possibile solo grazie alla durezza del mio passato ed alla resilienza mostrata da bambino; inutile dire che ne uscii comunque emotivamente con le ossa rotte, perso e senza una direzione da prendere, pur avendo avuto ai tempi dell'adolescenza due amici su cui contare.
Fu in quel periodo che quasi magicamente, insieme a quelle altre due persone, sole come me, riuscimmo ad allargare il giro d'amicizie attraverso lo Sport e le Fiere legate al mondo dei Manga, Videogiochi e dei Fumetti, fino a poterci permettere uscite serali da 8,10, 12 persone.
Il tutto fu parte di un processo che durò all'incirca 5-6 anni,e che mi portò a fare varie esperienze, tranne le storie con le ragazze, vero tallone d'Achille per quanto mi riguarda.
Trovai anche un lavoro estivo per pagarmi le serate.
Fu dai 19 fino ai 25 anni.
Dopodiché, tra chi decise di cambiare città, o semplicemente di isolarsi con la propria anima gemella, tornammo ad essere in tre
Decisi di provare a sfruttare alcune abilità sociali che avevo sviluppato per fare una di quelle attività che avevo sempre desiderato: l'animatore.
Riuscii a farmi prendere in una struttura legata ad una Confraternita di Gesuiti, e salvo i primi periodi di spaesamento, si rivelò quella che considero una delle esperienze formative di successo della mia vita, forse l'unica.
Entrai in punta di piedi, come si addice ad uno sconosciuto,e nonostante qualche dissapore e qualche scontro, riuscii ad ambientarmi e a farmi voler bene dal personale e dai bambini che popolavano il luogo.
Dopo due anni , il vice parroco gestore dell'animazione, fu incaricato di presiedere un altra struttura e dovette abbandonare il progetto.
Tra la disperazione generale, i vertici della Confraternita cercarono di far arrivare, dall'Ordine, una persona adeguata a sostituire la figura persa, senza successo.
A quel punto, in un impeto di follia, mi offrii io
Fu la svolta:le famiglie, attirate dalla presenza di una persona giovane e nuova, nel giro di 3 anni, portarono le quote di partecipazione dei bambini nei Centri, da un ventina, ad 80 circa, attraverso anche l'assunzione a pagamento di una Cooperativa Teatrale.
E tutto questo sotto la mia direzione, su cui si muovevano come Responsabili, circa 10-15 adolescenti.
In Totale sulle 100 persone
Consideratelo l'apice della mia vita!
Da questa esperienza capii come, oltre alla Formula 1, la mia grande passione erano proprio i bambini ed il ruolo dell'Educazione.
Ed arriviamo ad oggi, dove grazie a questa illuminazione, ho deciso d'intraprendere la Strada dell'Educatore, provando a finire l'Università.
Tirando un bilancio, mi sento di dire che purtroppo nonostante i miei enormi sforzi in ambito sociale, alcuni ben oltre le mie aspettative, sento dentro di me un enorme vuoto esistenziale, dato dal fatto di non aver vissuto un esperienza sentimentale degna di nota.
Sono pervaso da una inossidabile amarezza, perché penso di aver dimostrato di possedere alcune qualità di fronte alla sfide della vita, ma in maniera non sufficiente per condividere parte della mia vita con una ragazza accanto a me.
Inutile dire che ho ricevuto solo rifiuti, nonostante avessi messo in mostra costanti miglioramenti caratteriali e sociali nel corso degli anni.
C'è da dire che la mia timidezza non ha aiutato, ma anche quando sono riuscito a sconfiggerla, per brevi periodi, le cose non sono cambiate in meglio e non sono mai riuscito a farmi accettare, pur avendo ricevuti elogi da alcune ragazze per via della mia personalità e carattere.
E dopo l'ennesimo rifiuto preso lo scorso anno da una ragazza di cui mi ero innamorato dopo averla conosciuta in Università, ho cominciato a sentirmi perso ed in crisi d'identità, esattamente come dopo il Liceo.
Mi sento davvero in profonda difficoltà, quasi senza forze, perché questa situazione mi fa riflettere sull'inutilità di ottenere successi sociali personali, senza avere una persona accanto con cui condividerli, in complicità ed intimità.
Vi ringrazio della disponibilità.