Ciao a tutti,
sono un altro solitario approdato per caso su questo forum. E' sicuramente confortante vedere che non si è soli nel provare certi sentimenti.
Ho 44 anni, e mi sento un fallito; alla mia età non ho trovato ancora un motivo per vivere, ma in questo momento non ho neache davvero un motivo per morire, così mi limito ad arrancare, a lasciare che il tempo mi scorra fra le dita tra depressione e po' di auto-stordimento.
Nella vita ho raggiunto alcuni traguardi (laurea, lavoro all'estero di prestigio e ben remunerato), ho avuto una dozzina di relazioni sentimentali, ho mantenuto un certo numero di amicizie; ma a conti fatti, il mio lavoro non mi piace e non mi dà soddisafazioni, mi opprime, e ciò mi atterra, soprattutto pensando agli sforzi sovrumani e ai sacrifici che ho fatto per ottenerlo; le relazioni sentimentali sono tutte finite male, e la più lunga non è durata nemmeno due anni; amici buoni, su cui contare veramente, non ne ho mai avuti.
E nel mio percorso, ho sofferto, ho sofferto davvero molto, arrivando in alcune occasioni ad un passo dal togliermi la vita, con tanto di studio sul metodo più efficace e indolore da utilizzare (ricerca che ho recentemente concluso con successo, ahimé - alla prossima crisi non avrò scuse).
Ma sono sempre consapevole che c'è chi sta peggio di me, e nonostante ciò non molla. Non mollerò neanch'io, mi leccherò le ferite tirerò avanti.
“Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all’uomo i segreti dell’avvenire, tutta la più alta sapienza d’un uomo consisterà in queste due parole: “Attendere e sperare”.