Ciao a tutti.
Ho letto spesso contenuti di questo forum prima di decidermi a iscrivermi. Credo che sia il posto giusto per me.
Sono un ragazzo vicino alla trentina ancora iscritto all'università. Ho l'impressione di essere affetto da fobia sociale, anche se non ho una diagnosi fatta da un medico.
I miei problemi con le persone sono emersi sin dalla scuola. A liceo ero piuttosto timido e in certi frangenti un po' impacciato. La mia autostima era altalenante. Come studente ero terribile e questo mi ha sempre fatto soffrire molto. Non sapevo come organizzare lo studio e non ero neanche lontanamente in grado di sostenere un'interrogazione decente. Ma avevo alcune qualità che facevano sì che non mi abbattessi mai del tutto; me la cavavo bene nello sport, nella musica e persino nel teatro (quasi un controsenso per uno con problemi di timidezza). Avevo anche alcuni amici con cui stavo bene. Fisicamente sono sempre stato un ragazzo abbastanza apprezzato e anche questo ha attenuato leggermente i problemi di socializzazione, in particolare con le ragazze, con le quali però facevo lo stesso molta fatica a interagire.
La mia autostima era comunque bassa e avevo già barlumi di depressione o distmia.
All'università la situazione è rimasta stabile. Ho avuto ovvi problemi di studio soprattutto per totale incapacità di
organizzazione. Questo è stato forse il più grave problema della mia autostima fino a quel momento perché essere un fallimento come studente mi ha sempre creato ansia e inadeguatezza cronica, che si ripercuoteva con il mio approcciarmi al mondo.
Ma il degenero vero doveva ancora arrivare.
Dopo un anno e mezzo di università mi sono ammalato.
È iniziata un'odissea di ricoveri in ospedale, operazioni chirurgiche, visite specialistiche e lunghissimi periodi a letto. Il tutto è durato quasi 4 anni, con un altro anno e mezzo di convalescenza in cui mi sono riaffacciato lentamente al mondo reale.
Pur avendo risolto i problemi fisici, l'effetto sulla mia psiche di questo periodo di buio è stato devastante.
Per 4 anni ho perso il contatto con il mondo. Ho perso gli amici. Ho perso 4 anni di vita. Mentre tutti sono andati avanti con le loro esperienze, il loro lavoro, i loro studi, io ero in una bolla di sofferenza, lontano da tutto e da tutti.
Non sapevo neanche se sarei guarito.
Ma poi è successo. Sono guarito. Sono tornato nel mondo reale.
Mi sono iscritto in una nuova facoltà e ho ripreso a fare progetti per il futuro.
Fondamentale è stato sconfiggere una grave dipendenza da benzodiazepine che ho assunto per tutti gli anni di malattia. I problemi fisici che avevo sono stati pesanti anche per l'incertezza che mi davano sul futuro, oltre che per la sofferenza fisica, e questo mi ha provocato depressione e soprattutto ansia, accompagnata anche da attacchi di panico. Per questo mi sono stati prescritti antidepressivi (duloxetina, agomelatina...) che ho assunto per un certo periodo, ma soprattutto ansiolitici, che mi hanno permesso di sopportare periodi terrificanti. Ho poi però sviluppato una forte dipendenza per ansiolitici (alprazolam, delorazepam...) dal quale sono uscito con una fatica immensa dopo 2 anni di sforzi.
Oggi mi sento fisicamente bene. Non prendo farmaci, di nessun tipo. Sono guarito.
Ma non completamente. Dal punto di vista psicologico non sto affatto bene.
Sono guarito fisicamente, ma solo fisicamente.
Ero predisposto credo, e questi 4 anni di isolamento hanno fatto il resto.
Ho problemi gravi di autostima e di socializzazione. Sono terrorizzato dalle critiche e dal giudizio degli altri. Per questo nelle conversazioni non dico una parola se non strettamente necessario. Cerco di evitare il più possibile di interagire con gli altri. Faccio fatica ad entrare nei negozi perché sono obbligato ad un'interazione sociale. Quando sono obbligato ad andare ad una festa o una cena o un matrimonio, mi sento malissimo, preferirei sprofondare. Mi sento così idiota anche solo a scriverle queste cose, ma è la realtà. Questo disagio mi consuma letteralmente. Mi prosciuga tutte le energie.
La paura del fallimento paradossalmente mi è servita nello studio. Cerco di prepararmi sempre al meglio, per paura di fare brutte figure o anche di una sola parola storta nei miei confronti. Ho imparato a studiare e sto riscontrando risultati eccellenti. Ho ottimi voti, e purtroppo quando non raggiungo il massimo ci sto malissimo per mesi, e anche questo non lo reputo affatto normale, considerato anche che la mia facoltà è molto impegnativa. Provo vergogna per essere uno studente così "vecchio", anche se ho una giustificazione. Odio quando mi chiedono "cosa fai nella vita". Un motivo in più per evitare di conoscere qualcuno. Ma la cosa che non capisco è questa mia difficoltà a sostenere una conversazione anche banale, con il negoziante sottocasa e persino con conoscenti e parenti. Non ero così prima della malattia.
Mi sento assurdo. Mi sento strano. È questa la fobia sociale?
Penso che le cose possano migliorare una volta finiti gli studi e iniziato a lavorare, perché è uno dei fattori primari della mia sensazione di inadeguatezza. Ma sarà così?
So che dovrei vedere uno psicologo. Non ho abbastanza soldi al momento e ho poca fiducia nel personale delle Asl.
Sinceramente non so come affrontare la cosa. Spero di poter trovare qualche spunto in questo forum.
Chiedo scusa per la prolissità!