Soffro di AvPD (disturbo evitante di personalità) da tutta la vita, sin da quando ero piccolina. Ricordo che alle elementari passavo le ricreazioni seduta su un muretto a fissare il pavimento di pietra del cortile e nessuno mi rivolgeva mai la parola. Una maestra mi ha chiesto addirittura se fossi in punizione e quando le ho risposto di no, si è allontanata e mi ha praticamente ignorato per il resto della ricreazione, come se nulla fosse.
Ho passato tutta l'infanzia da sola chiusa in casa a giocare con le bambole. Non ho raccontato a nessuno di lui, nemmeno ai miei genitori.
Ho sempre dovuto evitare gli sport di squadra per la mia incapacità a relazionarmi con gli altri. Passavo i pomeriggi a palleggiare da sola o tirare la palla contro il muro.
Ho serie difficoltà a relazionarmi con gli altri, a uscire di casa, a chiamare al telefono un parente, rispondere alle domande di estranei o superiori, entrare in un locare e chiedere da bere ...
Mi sento sempre come se non fossi all'altezza degli altri, la mia autostima rasenta lo zero assoluto e non sono in grado di apprezzare i miei pregi o autodefinirmi come persona, è come se dipendessi dal giudizio degli altri, di cui sono fortemente intimorita.
Quando sono in mezzo alla gente mi sembra quasi di essere dietro un vetro e di non poter far parte del mondo al di fuori di esso, quando guardo in avanti non vedo un futuro delineato né una strada distinta, ma il vuoto.
Essendo stata terrorizzata dalla morte, ho passato tutta la vita a temere di crescere e la mia mente saltava direttamente dal presente al giorno in cui tutto avrebbe avuto fine. Questa mia fobia mi ha reso in un certo senso nichilista nei confronti della mia vita, a volte mi sembra che nulla abbia senso e che niente sia importante.
Con l'adolescenza ho sviluppato anche un'ipersensibilità davvero debilitante, le lacrime mi rigano le guance di continuo e non riesco a non rimanere male per qualunque stupidaggine.
Sono giovane, dovrei vivere le mie giornate col sorriso, ma ho la mente così incasinata e ingrovigliata nei timori che non riesco nemmeno a definirmi
viva.