Ciao a tutti.
Sono una ragazza di 18 anni e frequento l'ultimo anno di liceo linguistico. Fin da quando ero piccola ho sempre avuto difficoltà a fare amicizia e a legare con le persone. Né a scuola, né nella mia squadra di pallavolo (dove ho giocato per 9 anni, anche se spinta da mio padre, appassionato di questo sport) sono riuscita a creare rapporti validi e duraturi nel tempo. Ero la tipica bambina/ragazzina silenziosa, che arriva, fa quello che deve fare e se ne va. Al di fuori dell'ambiente scolastico e sportivo, non avevo amicizie, fatta eccezione per la mia migliore amica, conosciuta a soli 3 anni all'asilo, che "frequento" tutt'ora (metto le virgolette per un motivo preciso che spiegherò più avanti). Al liceo, la situazione è andata anche peggiorando, perché essendo sempre stata introversa e studiosa, oltre che molto diffidente nei confronti degli altri, mi sono tirata dietro non l'indifferenza, ma l'odio delle mie compagne. A 16 anni, poi, d'un tratto, l'amore, il primo, un ragazzo tanto più grande che mi ha dato tanto e mi ha reso ciò che sono ora. Ma non sono mai stata capace di amare ed è finita troppo presto a causa mia e delle mie paranoie e bugie. Ne è seguito un periodo buio e doloroso, fatto di rapporti sessuali occasionali e droghe. La situazione è migliorata quando, finita l'estate, in seguito a un attacco di panico che mi ha fatto stare particolarmente male, mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato a impegnarmi seriamente per stare bene. Vinsi addirittura una borsa di studio per studiare 10 mesi all'estero. A soli 16 anni e mezzo! Presa dall'ottimismo di questo traguardo, tutto migliorò: i rapporti con le compagne di scuola, feci nuove amicizie, andai in nuovi ambienti, frequentai nuovi ragazzi in maniera sana e tranquilla. Ero felice e spensierata. Mi innamorai di nuovo addirittura, un mese prima di partire, di un ragazzo che frequentavo. Da lì, il panico. Iniziai di nuovo a stare male, amare mi rende una brutta persona, non ne sono in grado, ne vengo travolta, la paura dell'abbandono è forte in me. Ciò è dovuto - a detta della mia psichiatra (ma chiunque lo capirebbe) - al rapporto disfunzionale che ho sempre avuto con mio padre. Non è una cattiva persona, mi vuole bene, come me ne vuole mia madre, ma è sempre stato violento sia verso di me che verso di lei, l'ha anche tradita più volte. Mia madre non è mai stata abbastanza forte da lasciarlo e sono cresciuta in un'ambiente invalidante. Nemmeno lei è brava ad amare: non ci sono effusioni d'affetto tra di noi, mai. Con mio padre, non ci riesco, mi fa senso. Partii per l'estero, ma stavo male e tornai 4 mesi dopo, non terminando così l'occasione di studio di una vita... ci sono state tantissime motivazioni, ma non penso sia ora il momento di parlarne.
Una volta tornata, non ho saputo riprendere i rapporti con nessuno, anzi, ho allontanato ancora di più tutti, primo fra tutti il ragazzo che amo e i miei amici più cari. Attualmente, sono una persona molto emarginata, nessuno ha una buona considerazione di me, mi detestano un po' tutti, chi per motivi validi e chi perché semplicemente si è dimostrato essere una persona ancor più merda di me (anche questa è "roba" da trattare in un altro momento).
La mia migliore amica si è fidanzata e non mi considera più come una volta, ma io mi sento molto sola, ho smesso di studiare e di coltivare le mie passioni, mi sembra che tutto sia inutile e che la vita non abbia senso e non sia importante. Ho tentato il suicidio varie volte e per lungo tempo sono stata autolesionista.
La mia psichiatra mi ha dato come diagnosi: Disturbo borderline di personalità. Ma ho sviluppato una fobia sociale assurda, ho paura del mondo al di fuori di me, delle relazioni, di essere ferita. Mi sono chiusa in una casa assieme al mio cane, l'unico che realmente mi da affetto (sigh).
Spero che questo forum mi sia utile per fare nuove amicizie, sfogarmi e non sentirmi più così sola.
Ciao