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07-12-2008, 19:00
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#1
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Banned
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 1,145
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Oggi i miei sono stati in un negozio, e sono tornati a casa con tre libri che il gestore del negozio(uno scrittore) gli ha venduto per 10 euro(certo prezzo buono per tre libri)tornati a casa, me li hanno datti da leggere, mi sono abbastanza incazzato, leggendo quelle poesuole mi sono accorto che non erano un gran chè, le poteva scrivere chiunque, ho letto poesie migliori su questo stesso forum.non c'erano rime nè una tecnica particolare, insomma molto semplici.e questo tizio ha una casa editrice!!!!!!!pazzesco!!!!!con tutta la gente piena di talento e brava io mi vergognerei se fossi in lui a vendere quela roba!!!!eppure si becca i soldi e qualcuno li compra ed e interessato.!pensavo che per esser venduto un minimo sopra alla media dovevi essere!intanto rosico perchè quello si e preso i soldi e io son qui ad aspettare un lavoro di merda per guadagnar qualcosina. :twisted:
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07-12-2008, 19:04
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#2
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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:lol: :lol: me fai sempre mori dal ridere...strano che i libri nn li hai tirati appresso ai tuoi
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07-12-2008, 19:09
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#3
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Banned
Qui dal: Jun 2008
Messaggi: 85
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adesso mi metto a scrivere poesie come quello li e se non comprano i miei libri come i suoi gli vado a bruciare il negozio! :lol: tu anima scrivi 3000 volte meglio di sto tizio, potresti star li a scrivere ed esser pagata senza manco uscir di casa.non ti fà incazzare anche a te?poi magari ha scritto libri molto migliori sto tizio e non lo sò.io ho letto quelli che ho.però mi fa rosicare.
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07-12-2008, 19:17
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#4
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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Quote:
Originariamente inviata da xanaxII
adesso mi metto a scrivere poesie come quello li e se non comprano i miei libri come i suoi gli vado a bruciare il negozio! .
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:lol: Gia te ce vedo cn le taniche d benzina in mano.....Comunque penso che il usto sia sempre soggettivo...magari a qualcuno questo autore piace...Nn sò..io leggo solo "roba" che risale al periodo dell 800...il resto nn mi piace molto...
ps:tu dovresti pubblicarlo 1libro di poesie iolo comprerei...
:wink:
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07-12-2008, 21:11
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#5
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Anch’io questo pomeriggio mi sono lasciata quasi corrompere dal demone insidioso dell’invidia e devo ammettere di avere anche un po’ rosicato, come tu sostieni di aver fatto. Ma all’invidia del momento è subentrato quasi subito un disarmante senso di sconfitta, impotenza e stanchezza esistenziale.
Dovete sapere che su internet ho per caso rintracciato una mia conoscente dell’università, molto spigliata, brillante e sicura di sé, che da quando si è laureata è riuscita a mettere le mani in pasta un po’ in tutti quegli ambiti coi quali mi sarebbe piaciuto rimanere in contatto: arte, università, case editrici, riviste letterarie ecc.
Fortunatamente la tipa in questione, non avendo problemi economici di alcun tipo (non si deve guadagnare la vita), può benissimo dividersi tra tutte queste cose senza sentirsi angosciata dal fatto di dover portare soldi a casetta.
Ma la questione non sta tanto nel fatto di invidiarle una condizione di base socio-economica che la rende indipendente.
Le invidio casomai quello che a me manca a livello caratteriale: una buona dose di autostima che mi spinga ad essere propositiva verso determinati ambienti, la capacità di relazionarmi con spigliatezza in quei contesti nei quali per farti strada sono richieste buone qualità di interazione sociale, fiducia nelle prorie capacità ecc.
Insomma, leggere che ‘sta tipa fa questo e quell’altro un po’ mi ha destabilizzato; questo confronto virtuale è stato per me come una cartina tornasole che mi ha fatto avvertire l’insostenibile peso della sconfitta rispetto a quelle che erano le mie aspirazioni di un tempo, soprattutto se le paragono alla mia condizione attuale, fatta di abbrutimento in un contesto scolastico un po’ deprivato culturalmente, dove l’insegnante è più un assistente sociale e un cane da guardia che altro…..l’altro giorno tornando dal paesello verso Roma, mi sono ritrovata in mezzo a degli adolescenti del professionale che per ben 1 ora e un quarto di viaggio hanno passato il tempo a interagire tra di loro insultandosi vicendevolmente…..insomma, che bell'ambientino pr una che passava i pomeriggi a studiare gli umanisti e quant'altro!!
Insomma, io mi sento abbrutita nella fatica della quotidianità, investita dai disagi e dalle problematiche umane altrui che non sempre mi sento in grado di gestire, mentre ora vado a vedere che c’è chi vive in un mondo ovattato fatto di elucubrazioni filosofiche, arte e orchestre di quartiere…..’sta bella vita l’ho sempre sognata anch’io, ma evidentemente non ho quella personalità così socievole e intraprendente che mi permetta di crearmi una giusta rete di contatti all'interno di un determinato tipo di ambiente….mi sento come la Caterina di “Caterina va in città”: un po' fuori da tutto!
In parole povere…..xanax, anch’io ho rosicato un po’ come hai fatto tu, anche se per altri motivi. Più che altro ora mi sento un po’ depressa, perché i successi altrui non servono ad altro che a sottolineare le mie sconfitte
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07-12-2008, 21:27
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#6
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Banned
Qui dal: Jun 2008
Messaggi: 85
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già...brutta storia,potenziale inespresso...pensare a quello che potevi essere, magari in alto,magari felice di quello che eri...ma avevi tutto tranne una cosa forse, e quella "cosa"forse era tutto in svariate tappe del percorso.
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08-12-2008, 04:27
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Anch’io questo pomeriggio mi sono lasciata quasi corrompere dal demone insidioso dell’invidia e devo ammettere di avere anche un po’ rosicato, come tu sostieni di aver fatto. Ma all’invidia del momento è subentrato quasi subito un disarmante senso di sconfitta, impotenza e stanchezza esistenziale.
Dovete sapere che su internet ho per caso rintracciato una mia conoscente dell’università, molto spigliata, brillante e sicura di sé, che da quando si è laureata è riuscita a mettere le mani in pasta un po’ in tutti quegli ambiti coi quali mi sarebbe piaciuto rimanere in contatto: arte, università, case editrici, riviste letterarie ecc.
Fortunatamente la tipa in questione, non avendo problemi economici di alcun tipo (non si deve guadagnare la vita), può benissimo dividersi tra tutte queste cose senza sentirsi angosciata dal fatto di dover portare soldi a casetta.
Ma la questione non sta tanto nel fatto di invidiarle una condizione di base socio-economica che la rende indipendente.
Le invidio casomai quello che a me manca a livello caratteriale: una buona dose di autostima che mi spinga ad essere propositiva verso determinati ambienti, la capacità di relazionarmi con spigliatezza in quei contesti nei quali per farti strada sono richieste buone qualità di interazione sociale, fiducia nelle prorie capacità ecc.
Insomma, leggere che ‘sta tipa fa questo e quell’altro un po’ mi ha destabilizzato; questo confronto virtuale è stato per me come una cartina tornasole che mi ha fatto avvertire l’insostenibile peso della sconfitta rispetto a quelle che erano le mie aspirazioni di un tempo, soprattutto se le paragono alla mia condizione attuale, fatta di abbrutimento in un contesto scolastico un po’ deprivato culturalmente, dove l’insegnante è più un assistente sociale e un cane da guardia che altro…..l’altro giorno tornando dal paesello verso Roma, mi sono ritrovata in mezzo a degli adolescenti del professionale che per ben 1 ora e un quarto di viaggio hanno passato il tempo a interagire tra di loro insultandosi vicendevolmente…..insomma, che bell'ambientino pr una che passava i pomeriggi a studiare gli umanisti e quant'altro!!
Insomma, io mi sento abbrutita nella fatica della quotidianità, investita dai disagi e dalle problematiche umane altrui che non sempre mi sento in grado di gestire, mentre ora vado a vedere che c’è chi vive in un mondo ovattato fatto di elucubrazioni filosofiche, arte e orchestre di quartiere…..’sta bella vita l’ho sempre sognata anch’io, ma evidentemente non ho quella personalità così socievole e intraprendente che mi permetta di crearmi una giusta rete di contatti all'interno di un determinato tipo di ambiente….mi sento come la Caterina di “Caterina va in città”: un po' fuori da tutto!
In parole povere…..xanax, anch’io ho rosicato un po’ come hai fatto tu, anche se per altri motivi. Più che altro ora mi sento un po’ depressa, perché i successi altrui non servono ad altro che a sottolineare le mie sconfitte
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Stai tranquilla, Clizia: io conosco bene quegli ambienti perché un pò ci bazzico.
Li di soldi ne girano pochi. Magari di gloria tanta(anche lì c'è da vedere poi, scrivere su una rivista non credere sia così difficile), ma alla fine lì la gente, a parte questa tua amica che i soldi ce li ha di suo, finisce a 37 anni che magari ha scritto un libro, ma poi si ritrova precaria a lavorare per una casa editrice e con 800 euro al mese...te almeno un lavoro ce l'hai(e pure nel pubblico impiego)...insomma il cosiddetto "potenziale espresso", alla fine non diventa cash...e alla lunga sapessi quanti rimpiangono di non essersi buttati prima in una carriera sicura!!!
Questo che ti dico non lo faccio "solo" consolarti, ma per farti vedere il reale brutto rovescio di una medaglia che alla fine risulta molto poco scintillante :wink:
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08-12-2008, 05:29
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#8
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Esperto
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 507
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Quote:
Originariamente inviata da clizia
Anch’io questo pomeriggio mi sono lasciata quasi corrompere dal demone insidioso dell’invidia e devo ammettere di avere anche un po’ rosicato, come tu sostieni di aver fatto. Ma all’invidia del momento è subentrato quasi subito un disarmante senso di sconfitta, impotenza e stanchezza esistenziale.
Dovete sapere che su internet ho per caso rintracciato una mia conoscente dell’università, molto spigliata, brillante e sicura di sé, che da quando si è laureata è riuscita a mettere le mani in pasta un po’ in tutti quegli ambiti coi quali mi sarebbe piaciuto rimanere in contatto: arte, università, case editrici, riviste letterarie ecc.
Fortunatamente la tipa in questione, non avendo problemi economici di alcun tipo (non si deve guadagnare la vita), può benissimo dividersi tra tutte queste cose senza sentirsi angosciata dal fatto di dover portare soldi a casetta.
Ma la questione non sta tanto nel fatto di invidiarle una condizione di base socio-economica che la rende indipendente.
Le invidio casomai quello che a me manca a livello caratteriale: una buona dose di autostima che mi spinga ad essere propositiva verso determinati ambienti, la capacità di relazionarmi con spigliatezza in quei contesti nei quali per farti strada sono richieste buone qualità di interazione sociale, fiducia nelle prorie capacità ecc.
Insomma, leggere che ‘sta tipa fa questo e quell’altro un po’ mi ha destabilizzato; questo confronto virtuale è stato per me come una cartina tornasole che mi ha fatto avvertire l’insostenibile peso della sconfitta rispetto a quelle che erano le mie aspirazioni di un tempo, soprattutto se le paragono alla mia condizione attuale, fatta di abbrutimento in un contesto scolastico un po’ deprivato culturalmente, dove l’insegnante è più un assistente sociale e un cane da guardia che altro…..l’altro giorno tornando dal paesello verso Roma, mi sono ritrovata in mezzo a degli adolescenti del professionale che per ben 1 ora e un quarto di viaggio hanno passato il tempo a interagire tra di loro insultandosi vicendevolmente…..insomma, che bell'ambientino pr una che passava i pomeriggi a studiare gli umanisti e quant'altro!!
Insomma, io mi sento abbrutita nella fatica della quotidianità, investita dai disagi e dalle problematiche umane altrui che non sempre mi sento in grado di gestire, mentre ora vado a vedere che c’è chi vive in un mondo ovattato fatto di elucubrazioni filosofiche, arte e orchestre di quartiere…..’sta bella vita l’ho sempre sognata anch’io, ma evidentemente non ho quella personalità così socievole e intraprendente che mi permetta di crearmi una giusta rete di contatti all'interno di un determinato tipo di ambiente….mi sento come la Caterina di “Caterina va in città”: un po' fuori da tutto!
In parole povere…..xanax, anch’io ho rosicato un po’ come hai fatto tu, anche se per altri motivi. Più che altro ora mi sento un po’ depressa, perché i successi altrui non servono ad altro che a sottolineare le mie sconfitte
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Stai tranquilla, Clizia: io conosco bene quegli ambienti perché un pò ci bazzico.
Li di soldi ne girano pochi. Magari di gloria tanta(anche lì c'è da vedere poi, scrivere su una rivista non credere sia così difficile), ma alla fine lì la gente, a parte questa tua amica che i soldi ce li ha di suo, finisce a 37 anni che magari ha scritto un libro, ma poi si ritrova precaria a lavorare per una casa editrice e con 800 euro al mese...te almeno un lavoro ce l'hai(e pure nel pubblico impiego)...insomma il cosiddetto "potenziale espresso", alla fine non diventa cash...e alla lunga sapessi quanti rimpiangono di non essersi buttati prima in una carriera sicura!!!
Questo che ti dico non lo faccio "solo" consolarti, ma per farti vedere il reale brutto rovescio di una medaglia che alla fine risulta molto poco scintillante :wink:
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è ragionando così, cioè buttandosi sul pratico, che molte persone muoiono tristi e insoddisfatte. Meglio finire con il culo per terra avendo lottato per ciò che si desidera davvero che finire su una scrivania con il rimpianto di non aver vissuto davvero come avremmo voluto.
Invidio più lo scrittore che muore di fame ma è felice della sua vita che il lavoratore perenemmente insoddisfatto della propria vita e depresso.
Seguendo la strada sicura sono entrato in depressione e ne sono uscito il giorno in cui ho capito che la vita è una sola e è non dover mai guardarsi dietro pensando a come sarebbe stato ma guardare avanti con la consapevolezza che vivrai davvero la vita che desideri.
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08-12-2008, 12:37
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Quote:
Originariamente inviata da audaX
è ragionando così, cioè buttandosi sul pratico, che molte persone muoiono tristi e insoddisfatte. Meglio finire con il culo per terra avendo lottato per ciò che si desidera davvero che finire su una scrivania con il rimpianto di non aver vissuto davvero come avremmo voluto.
Invidio più lo scrittore che muore di fame ma è felice della sua vita che il lavoratore perenemmente insoddisfatto della propria vita e depresso.
Seguendo la strada sicura sono entrato in depressione e ne sono uscito il giorno in cui ho capito che la vita è una sola e è non dover mai guardarsi dietro pensando a come sarebbe stato ma guardare avanti con la consapevolezza che vivrai davvero la vita che desideri.
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Mi dispiace per te, ma io sinceramente mi trovo in una situazione opposto alla tua...cioè ho fatto scelte troppo "per passione" mentre avrei preferito una strada più sicura...comunque non ho detto che ho per forza ragione io...io ho mostrato un altra visione delle cose, alternativa a quella dei rimpianti per "non aver seguito i propri sogni"...mi sembrava giusto evidenziarla nella discussione.
Io sono principalmente dell'idea che bisogna trovare un compromesso, ovviamente fare un lavoro che si odia non va bene, ma a volte può essere altrettanto frustrante puntare su una cosa che poi ti lascia un pugno di mosche in mano...poi ovviamente non si possono fare regole generali, ognuno ha la sua vita e le sue peculiarissime scelte, che, se lo soddisfano, non mi posso permettere di criticare ;-)
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08-12-2008, 13:46
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#10
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Stai tranquilla, Clizia: io conosco bene quegli ambienti perché un pò ci bazzico.
Li di soldi ne girano pochi. Magari di gloria tanta(anche lì c'è da vedere poi, scrivere su una rivista non credere sia così difficile), ma alla fine lì la gente, a parte questa tua amica che i soldi ce li ha di suo, finisce a 37 anni che magari ha scritto un libro, ma poi si ritrova precaria a lavorare per una casa editrice e con 800 euro al mese...te almeno un lavoro ce l'hai(e pure nel pubblico impiego)...insomma il cosiddetto "potenziale espresso", alla fine non diventa cash...e alla lunga sapessi quanti rimpiangono di non essersi buttati prima in una carriera sicura!!!
Questo che ti dico non lo faccio "solo" consolarti, ma per farti vedere il reale brutto rovescio di una medaglia che alla fine risulta molto poco scintillante :wink:
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Ma io non ne faccio una questione di soldi, quanto piuttosto di realizzazione di sè. Il mestiere che faccio mi piacerebbe anche, ma per una serie di motivi sono capitata in un ordine di scuola ed in un contesto socio-culturale che non mi permette di sentirmi pienamente gratificata per quello che faccio: mi sembra di parlare ai muri e spesso il docente si riduce a fare cose per cui non ha minimamente studiato e cioè l'assistente sociale o il carceriere......da quando faccio questo lavoro mi sento più acida che mai; spero di non diventare come la signorina Rottermayer nel giro di 4-5 anni (quella che in Heidi dice sempre "misericordia!"). Forse in un liceo la cosa è ben diversa; le mia amiche che insegnano lì almeno rivestono la loro funzione di docenti, intellettuali e fanno cose per cui hanno studiato.
Tornando a noi, più che una questione di soldi ne facevo una questione di potenziale inespresso che reprimo un po' dentro me stessa a causa delle mie paure e insicurezze.
Bo, non mi sento all'altezza mai di nulla e alla fine finisco per puntare verso cose che non riescono a gratificarmi al 100% a causa di questo mio maledettissimo senso di inadeguatezza.....
Cmq concordo con Audax: nella vita bisogna sapere osare (e il nick da lui scelto è proprio calzante a ciò che va affermando!! :wink: ), perchè le frustrazioni sono la cosa più brutta che ci sia: rovinano la vita di chi le vive e di chi sta attorno alla persona che si avverte insoddisfatta. Io ho una madre così, ed è nevrotica persa. Ha riversato sempre sulla famiglia tutti i suoi malesseri, accusandola di essere stata d'intralcio alle sue aspirazioni che non si sono mai realizzate.
Ma non ce l'ho con nessuno, quanto più con me stessa e per questa mia insicurezza che mi porta a non intraprendere certe scelte solo per paura.....è come se mi sentissi bloccata, piena di energie che giacciono rattrapite in qualche angolino oscuro del mio intimo e che temono di mostrarsi alla luce del sole....
Il problema è che ora nemmeno capisco che cosa vorrei esattamente dalla vita.... :roll: .....insomma, non sono messa proprio bene.
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08-12-2008, 22:00
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#11
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Potresti coltivare una vita extraprofessionale in mezzo alle persone che senti a te più affini. Certo, ora che vivi al paesello la cosa si fa complicata, però facendo riferimento al contesto romano, avresti a disposizione una grande città con tutte le sue molteplici opportunità e sfumature. Ovvoamente occorre tempo e pianificazione: scegliere gli ambienti, capire come muoversi, elaborare tempistiche e strategie. La strada è lunga ma percorribile. Ciò che prima è solo un hobby domani sarà un lavoro.
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08-12-2008, 22:03
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#12
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Messaggi: 5,489
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Ciò che prima è solo un hobby domani sarà un lavoro.
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