Sapete tutti.
Ho visto un video e letto parecchi interventi. Pare che il tutto sia esploso quando la ministra ha detto che l'obiezione di coscienza non influisce sulla 194. Confesso che se fossi stato presente mi sarei alzato anche io a urlare, anche se sono fobico/timido/introverso. Quando è troppo è troppo.
Adesso ne stanno facendo una martire: pletore di giornalisti e opinionisti, anche da sinistra e persino qualche radicale, dicono che contestare sì ma impedire di parlare no, non va bene. Era meglio "dialogare". Si sono scordati delle battaglie del passato, evidentemente. Preferiscono prestare il fianco a un vittimismo strategico e assai ipocrita. Già lei è partita con la solfa del "fascismo degli antifascisti" (che in molti casi esiste, ma non in questo). Tra l'altro la ministra è stata la prima a rifiutare il dialogo coi sindaci a proposito del riconoscimento dei figli delle famiglie omogenitoriali.
La mia opinione: la contestazione è il sale della democrazia, l'allergia che ne hanno molti - soprattutto a destra - dice molto su di loro.
Roccella, che non è una qualunque ma un ministro in carica - per di più del governo più a destra della storia - che da anni sta su posizioni oscurantiste e reazionarie, ha molte occasioni, molte di più dei suoi contestatori, di esprimersi, magari senza contraddittorio, avendo accesso ai media con facilità. Di più, lei ha il potere di influire pesantemente col suo ruolo nella la vita di milioni di persone, cercare il dialogo dovrebbe essere un dovere prima di tutto per lei, invece che passare con lo schiacciasassi sui diritti di tanti per questioni puramente ideologiche.
Che una volta sia stata zittita non è un dramma. Anzi, è indice di vitalità degli oppressi.
Ne stanno facendo una martire. Quando invece è una carnefice.
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