In questi giorni di festività mi sono trovata, mio malgrado, a non lavorare e a stravolgere la mia routine quotidiana e settimanale. Tutto questo ha suscitato delle riflessioni sul mio modo di affrontare la mia vita nei contesti quotidiani normali. Affronto la vita come un robottino, eseguendo un programma fatto di azioni e abitudini consolidate sulle quali neanche penso. Mi alzo-colazione-studio-pranzo-lavoro-scuola etc. in un loop che si ripete, sempre con disciplina e orientata a degli obbiettivi futuri (studia perchè hai l'esame! Vai a lavoro!).
Le deviazioni a questa routine quasi mi pesano, perchè le vedo come distrazioni. Mi sono trovata a rendermi conto di trascurare le poche amicizie che ho, a non rispendere ai messaggi o a rispondere dopo secoli, a sentirmi scocciata quando vengo cercata...
Anche ciò che dovrebbe essere un piacere, come l'uscita del weekend col fidanzato o con le amiche, entra a far parte di questo programma preimpostato dove -DEVO FARLO-, dove tutto è uguale a se stesso, noioso e senza vita. Non riesco a vivere nel qui ed ora: è tutto una serie di doveri e compiti che svolgo in modo alienante, "uscendo da me".
Quando lavoro e mi rendo conto della fatica dell'accumulare gli spiccioli che compongono il mio misero stipendio, sono anche un po' tirchia e tendo a controllare le mie spese. Quando non lavoro (e quindi ho meno soldi) sono più rilassata, quasi mi viene da spendere i pochi soldi che ho, perchè la vita dovrebbe essere questo, no? Godersela un minimo.
Qualcuno come me?