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16-08-2021, 12:36
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#41
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da Eracle
Innanzitutto, cos'è l'etica secondo voi?
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Io la guarda con sospetto, visto che spesso viene brandita, magari anche inconsapevolmente, a mo' di randello, per veicolare idee di normatività forte, cioè l'imposizione, anche a livello legale, delle norme della maggioranza sulle minoranze, fenomeno tristemente ricorrente nella Storia dell'umanità, laddove l'etica viene mescolata in maniera letale con l'identitarismo: ovvero chi non si adegua alla cultura del gruppo dominante viene socialmente costruito come "pericoloso", cioè non aderente a una presunta etica collettiva (spesso spacciata come naturale!). È il meccanismo con cui nei secoli sono state represse le minoranze religiose, etniche, sessuali, ecc.
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17-08-2021, 16:35
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#42
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Esperto
Qui dal: Jun 2018
Ubicazione: Milano
Messaggi: 1,263
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Quote:
Originariamente inviata da Eracle
Innanzitutto, cos'è l'etica secondo voi?
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L'etica per me è il sistema di valori che ognuno utilizza per interfacciarsi al mondo.
Per me non esiste e non può esistere un'etica intrinseca all'uomo, a meno che non tiriamo in ballo questioni metafisiche.
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17-08-2021, 17:48
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#43
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da Eracle
Un esempio di quello che dici...
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Io pensavo soprattutto allo stigma, rimasto mi pare almeno fino all'800, fortemente presente anche in àmbito filosofico, nei confronti degli atei, giudicati "eticamente inaffidabili" in quanto chi si pensava che chi non crede non abbia un ancoraggio sufficientemente saldo (dio) per comportarsi in maniera moralmente accettabile: la cosa è plasticamente riassunta del detto riportato da Dostoevskij ne I fratelli Karamazov, ovvero "Se dio non esiste tutto è permesso", quindi l'ateo sarebbe una sorta di anarchico pericoloso e incontrollabile.
Ovviamente sappiamo che la questione non è così semplice, non solo perché esistono sistemi etici elaborati anche in assenza di ancoraggi trascendenti, ma anche perché, storicamente, abbiamo gli esempî recenti di società estremamente secolarizzate, e popolate da ampie fette di popolazione atee, (cioè diverse società europee contemporanee), in cui non c'è stato quel crollo in un'anarchia violenta che molti paventa(va)no.
Anzi, mi verrebbe da dire che le società più violente e autoritarie, in cui "tutto è permesso" siano proprio quelle a più forte connotazione religiosa, e lo vediamo sempre ai giorni nostri ad esempio con le teocrazie islamiche.
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28-08-2021, 10:58
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#44
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Esperto
Qui dal: May 2021
Ubicazione: Marche
Messaggi: 626
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A proposito di religione.
Lessi da qualche parte questa questione:
Se l'omosessualità è contro natura, in quanto il fine umano è la propagazione della specie, un prete, con il suo voto di castità, non è una figura contronatura?
Che riflessioni vi vengono in mente?
Edit: credo sia di Nietzsche.
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28-08-2021, 11:04
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#45
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Esperto
Qui dal: Jan 2017
Ubicazione: Toscana/Bologna
Messaggi: 4,711
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Quote:
Originariamente inviata da MoussakaChaos94
A proposito di religione.
Lessi da qualche parte questa questione:
Se l'omosessualità è contro natura, in quanto il fine umano è la propagazione della specie, un prete, con il suo voto di castità, non è una figura contronatura?
Che riflessioni vi vengono in mente?
Edit: credo sia di Nietzsche.
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un cattolico potrebbe dirti che non c'è niente di più vicino alla natura dell'uomo che "sposare" Dio.
Se tutti gli uomini avessero così tanta fede da voler "sposare" Dio allora l'umanità si estinguerebbe e sarebbe il momento perfetto per l'Apocalisse. Secondo le Scritture è chiaro che prima o poi il mondo deve finire, se gli uomini si estinguessero sarebbe logico che a quel punto il mondo finisse, visto che il mondo è stato creato per gli uomini.
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28-08-2021, 11:08
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#46
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da MoussakaChaos94
A proposito di religione.
Lessi da qualche parte questa questione:
Se l'omosessualità è contro natura, in quanto il fine umano è la propagazione della specie, un prete, con il suo voto di castità, non è una figura contronatura?
Che riflessioni vi vengono in mente?
Edit: credo sia di Nietzsche.
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Forse ricordo male, ma mi pare che nelle lettere di Paolo da qualche parte si dice che il matrimonio (perché i rapporti fuori dal matrimonio non sono nemmeno immaginati) è un "male necessario" finalizzato alla moltiplicazione umana, ma che la condizione ideale sarebbe, appunto, la castità per tutti.
Magari vedo se riesco a trovare il passo...
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28-08-2021, 11:14
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#47
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Ricordavo bene.
Prima lettera ai Corinzi, 7,1-2:
"Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l’uomo non toccare donna;
tuttavia, per il pericolo dell’incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito."
In pratica il matrimonio come valvola di sfogo per evitare cose peggiori come la promiscuità. Ma la condizione ideale resta la castità ("è cosa buona per l’uomo non toccare donna").
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28-08-2021, 11:20
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#48
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Aggiungo altre considerazioni.
Ovviamente si potrebbe dire che le esortazioni di Paolo alla castità siano in contraddizione con l'imperativo dell'antico testamento, ovvero "crescete e moltiplicatevi".
La contraddizione viene meno nel momento in cui si considera che Paolo, come molti cristiani vissuti a ridosso della morte di Gesù, erano fermamente convinti che il Mondo sarebbe finito di lì a poco (lo stesso Gesù diceva in alcuni passi dei vangeli che non sarebbe trascorsa "una generazione" prima dell'arrivo della fine dei tempi), e dunque non c'era più la necessità di moltiplicarsi ma, anzi, c'era una necessità ancora più grande, quella di mantenersi puri in vista dell'avvento del regno di dio.
Vedi sempre la prima lettera ai Corinzi: "Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero".
Poi in realtà il Mondo non è finito, e il resto è storia...
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29-08-2021, 23:43
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#49
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Esperto
Qui dal: May 2021
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 604
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Quote:
Originariamente inviata da MoussakaChaos94
A proposito di religione.
Lessi da qualche parte questa questione:
Se l'omosessualità è contro natura, in quanto il fine umano è la propagazione della specie, un prete, con il suo voto di castità, non è una figura contronatura?
Che riflessioni vi vengono in mente?
Edit: credo sia di Nietzsche.
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Probabile che sia Nietzsche perché ne ha scritte tante di simili sentenze.
Il problema sta a monte nel concetto di natura. Partono da una definizione dogmaticamente prestabilita ad arbitrio, per cui si stabilisce che una cosa è natura e un'altra cosa non è natura. A occhi non dogmatici è chiaro che gli omosessuali sono tanto natura quanto gli eterosessuali, sono anch'essi parte integrante della natura poiché espressione della stessa. Dunque il concetto di una manifestazione della natura che è contro natura è esplicitamente contraddittorio. Questo è il punto. Poi riguardo ai preti, loro scelgono volontariamente la castità per servire unicamente Dio, pertanto la religione non lo considera un problema, anzi, è vista come una virtù.
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30-08-2021, 16:55
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#50
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Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Fucktardia
Messaggi: 2,078
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la vita è una cagata o sono le cagate che aiutano a vivere?
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30-08-2021, 23:49
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#51
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Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Fucktardia
Messaggi: 2,078
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appunto, da lì il dilemma.
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30-08-2021, 23:55
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#52
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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Cerco di non fare solo buone azioni in modo che poi possa riconoscerle e apprezzarle di più
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05-10-2021, 16:40
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#53
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Esperto
Qui dal: May 2021
Ubicazione: Marche
Messaggi: 626
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Quote:
Originariamente inviata da spezzata
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Argomento molto interessante.
C'è una serie di podcast fatta da Sam Harris che parla della stessa cosa.
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05-10-2021, 20:18
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#54
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Certo che si, ed è per questo che ho in firma una citazione di uno dei più grandi pensatori mai esistiti, il signor Watzlawick
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05-10-2021, 21:17
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#55
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da Eracle
Avete mai pensato a quanto quello che ci aspettiamo dal mondo esterno modifica il modo in cui ci relazioniamo ad esso?
Ad esempio se io mi aspetto che le persone con cui ho a che fare mi siano nemiche, mi prendano in giro, ecc.. il mio comportamento sarà più chiuso, mentre se mi aspetto che gli altri siano più gentili e amici, il mio comportamento sarà più aperto. Avete mai pensato di valutare quanto la vostra percezione degli altri sia reale e quanto sia immaginaria?
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Ci ho pensato pochi giorni fa.
Stavo girando per una città che non conoscevo e in cui ho soggiornato. Giravo e vedevo molti giovani e dentro di me pensavo: "sto girando da solo, mi vedono come uno strambo, come uno da prendere in giro, pensano che sono uno sfigato, mi disprezzano...", poi ho pensato: "non sto facendo nulla di male, se uno mi disprezza problemi suoi, ma sono tutti pensieri che mi faccio io, devo essere rilassato, devo essere pronto a socializzare perché non sta scritto da nessuna parte che mi detestino".
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05-10-2021, 21:32
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#56
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: Bologna - Modena
Messaggi: 3,681
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Quote:
Originariamente inviata da Eracle
E non credi che questi pensieri che dipingono la realtà di nero siano il motivo principale per cui poi abbiamo difficoltà a socializzare? Io lo credo. Questi pensieri magari hanno le loro cause e le loro motivazioni, ma se riuscissimo a negarli potremmo vivere il confronto con gli altri più serenamente, accettando con serenità gli interlocutori, ovviamente ci sono le eccezioni negative, di persone davvero cattive, ma quelle devono essere provate da fatti negativi e non si deve dare per scontato che l'altro sia bastardo, se ci si pensa è anche una mancanza di rispetto.
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Ottimo intervento.
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05-10-2021, 22:23
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#57
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da Eracle
E non credi che questi pensieri che dipingono la realtà di nero siano il motivo principale per cui poi abbiamo difficoltà a socializzare? Io lo credo. Questi pensieri magari hanno le loro cause e le loro motivazioni, ma se riuscissimo a negarli potremmo vivere il confronto con gli altri più serenamente, accettando con serenità gli interlocutori, ovviamente ci sono le eccezioni negative, di persone davvero cattive, ma quelle devono essere provate da fatti negativi e non si deve dare per scontato che l'altro sia bastardo, se ci si pensa è anche una mancanza di rispetto.
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Secondo me il rispetto non c'entra nulla. Il discorso tende a scivolare nell'argomento trattato su quei thread sull'essere se stessi, su quanto svelare di sé. È chiaro che finché non ci conoscono è più facile non temere. Iniziamo a temere quando la gente fa domande scomode e si sta più a contatto.
In pratica quello descritto da me era il livello base, cioè quello che notai in un mio amico schizofrenico, che non voleva andare in un bar affollato.
Sono caduto nel suo errore, io che penso sempre di essere invisibile. Ma ripeto: è il livello 1.
Poi c'è tutto il resto, tra cui cose di cui chiunque si vergognerebbe. E in questo caso lego la questione al mio thread dove mettevo in discussione la differenza tra intro e estro nei confronti dell'esposizione.
Cioè io credo che l'iposociale che ne esce fuori dall'iposocialità, sia tremendamente più forte di un ipersociale naturale.
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06-10-2021, 07:34
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#58
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Piemonte
Messaggi: 539
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Quote:
Originariamente inviata da Eracle
Avete mai pensato a quanto quello che ci aspettiamo dal mondo esterno modifica il modo in cui ci relazioniamo ad esso?
Ad esempio se io mi aspetto che le persone con cui ho a che fare mi siano nemiche, mi prendano in giro, ecc.. il mio comportamento sarà più chiuso, mentre se mi aspetto che gli altri siano più gentili e amici, il mio comportamento sarà più aperto. Avete mai pensato di valutare quanto la vostra percezione degli altri sia reale e quanto sia immaginaria?
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Io ci ho pensato spesso, e sono arrivato a capire il mio rapporto causa/effetto a riguardo. Voglio dire, tutti dicono "sei solo perché sei sempre triste", io invece guardandomi indietro sono arrivato a capire che sono triste perché sono sempre stato solo.
La mia condizione riesco a mascherarla bene, e infatti di base la gente di me ha una buona opinione, ma questo non ha mai cambiato le cose. Anche quando conosco qualcuno di nuovo devo sempre essere io quello che poi si fa sentire, perché dall'altra parte non ho mai scorto questa volontà. Anche con gli "amici" possono passare mesi senza che si facciano sentire, e il tempo che passa non è immaginario.
So che non dovrei farmi influenzare da questo, ma come si fa ad andare contro alla propria esperienza di vita?
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06-10-2021, 08:36
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#59
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Io una volta avevo sempre la sensazione che nessuno mi ascoltasse quando cercavo di esprimere il mio punto di vista nelle discussioni, poi osservando in maniera sempre più obiettiva e spassionata le dinamiche delle varie discussioni ho visto che la gente non si ascolta quasi mai quando parla, eppure va avanti a parlare a raffica ugualmente
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06-10-2021, 09:03
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#60
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: Bologna - Modena
Messaggi: 3,681
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Io una volta avevo sempre la sensazione che nessuno mi ascoltasse quando cercavo di esprimere il mio punto di vista nelle discussioni, poi osservando in maniera sempre più obiettiva e spassionata le dinamiche delle varie discussioni ho visto che la gente non si ascolta quasi mai quando parla, eppure va avanti a parlare a raffica ugualmente
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Ciò può anche essere una cosa positiva, ti sei mai chiesto da cosa sia causata?
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