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01-06-2014, 09:06
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#21
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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Quote:
Originariamente inviata da Ambivalente
Sicuramente c'è chi fa quel ragionamento ma c'è anche poi chi preferisce stare per i fatti propri senza per questo sentirsi superiore agli altri. Credo che la persona che riesce a stare da sola viene vista sempre come strana e denigrata, perché viviamo in un modo di persone a volte eccessivamente dipendenti dagli altri.
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questa mi sembra addirittura la visione di molti psicologhi
"l'uomo è un animale sociale, non può vivere da solo, deve interagire con la società, perchè dipende naturalmente da essa, o altrimenti può andare a fare l'eremita"
da un estremo a un altro, e la volontà individuale, dove sta?
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Ultima modifica di utopia?; 01-06-2014 a 09:10.
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01-06-2014, 09:48
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#22
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
Ubicazione: out
Messaggi: 4,345
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io mi isolo e basta,
perchè ho tendenze eremitiche,
sono come un eremita moderno....sinceramente ho imparato a fottermene altamente,sto bene cosi,so che stavo bene anche in mezzo agli altri,lo ricordo bene,ma al momento è cosi,il contesto in cui abito,ad es.ora stanno preparando il barbecue,la prima volta m'hanno invitato ho inventato una scusa e cosi l'ho scampata,oggi spero non mi vengano a suonare il campanello,non sono proprio dell'umore di pranzare con degli estranei,cosi li vedo io,...io pranzo con i miei amici,o familiari,ma da solo mi sento un ebete in questo contesto a pranzare con loro,tutte famiglie,purtroppo ce le ho intorno,e non dico che mi facciano pesare la mia diversità,ma non posso farci nulla,e comunque vedo che il saluto è già cambiato,c'è sempre ma è come se si sentissero offesi,in realtà non è cosi,non fa per me,non ho voglia,non me la sento,cazzi miei insomma...perchè uno deve sentirsi a disagio pure a starsene a casa,dove sta scritto che devo pranzare coi vicini? e non ho nulla contro di loro,semplicemente non ho niente a che spartirci...e ormai son troppo abituato a starmene per conto mio,sarei da solo con questi,almeno avessi una lei,già in due mi sentirei più normale,più a mio agio,...da solo non mi va mi sembra di essere un coglione,in mezzo a loro...finirei per imbalsamarmi,lo so che è piu facile di quel che sto dicendo,ma se uno è ammalato non c'ha voglia.fine .stop.perchè sempre giustificarsi?
sono diverso,voi mi chiamate asociale,alieno,io ...uno riservato che vuole solo farsi i cazzi suoi....contesto del cacchio che vivo,odio gli appartamenti con corte comune e sti barbequie della domenica per famigliole,e noi..io siamo i diversi,il diverso....un altro,un estroverso,non avrebbe sti problemmi,andrebbe li,terrebbe banco,e si divertirebbe pure...ma ormai è andata cosi...
per oggi...può darsi si guarisca da sta merda e torni la voglia di socializzare...non so neanche che malattia sia la mia....se di malattia si tratta...disagio pscichico...è questa la fobia sociale no?
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01-06-2014, 09:51
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#23
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 893
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Quote:
Originariamente inviata da tizio
"l'uomo è un animale sociale, non può vivere da solo, deve interagire con la società, perchè dipende naturalmente da essa, o altrimenti può andare a fare l'eremita"
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Tra gli eremiti abbiamo avuto anche dei grandi personaggi come S. Antonio Abate e credo che nessuno possa riferirsi a lui come persona superba o egoista. Certamente la sua non era una fuga dalla realtà in conseguenza a un disadattamento come può essere per noi fobici. Ad ogni modo non sarei così categorica.
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01-06-2014, 10:21
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#24
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Originariamente inviata da dentromeashita
io mi isolo e basta,
perchè ho tendenze eremitiche,
sono come un eremita moderno....sinceramente ho imparato a fottermene altamente,sto bene cosi,so che stavo bene anche in mezzo agli altri,lo ricordo bene,ma al momento è cosi,il contesto in cui abito,ad es.ora stanno preparando il barbecue,la prima volta m'hanno invitato ho inventato una scusa e cosi l'ho scampata,oggi spero non mi vengano a suonare il campanello,non sono proprio dell'umore di pranzare con degli estranei,cosi li vedo io,...io pranzo con i miei amici,o familiari,ma da solo mi sento un ebete in questo contesto a pranzare con loro,tutte famiglie,purtroppo ce le ho intorno,e non dico che mi facciano pesare la mia diversità,ma non posso farci nulla,e comunque vedo che il saluto è già cambiato,c'è sempre ma è come se si sentissero offesi,in realtà non è cosi,non fa per me,non ho voglia,non me la sento,cazzi miei insomma...perchè uno deve sentirsi a disagio pure a starsene a casa,dove sta scritto che devo pranzare coi vicini? e non ho nulla contro di loro,semplicemente non ho niente a che spartirci...e ormai son troppo abituato a starmene per conto mio,sarei da solo con questi,almeno avessi una lei,già in due mi sentirei più normale,più a mio agio,...da solo non mi va mi sembra di essere un coglione,in mezzo a loro...finirei per imbalsamarmi,lo so che è piu facile di quel che sto dicendo,ma se uno è ammalato non c'ha voglia.fine .stop.perchè sempre giustificarsi?
sono diverso,voi mi chiamate asociale,alieno,io ...uno riservato che vuole solo farsi i cazzi suoi....contesto del cacchio che vivo,odio gli appartamenti con corte comune e sti barbequie della domenica per famigliole,e noi..io siamo i diversi,il diverso....un altro,un estroverso,non avrebbe sti problemmi,andrebbe li,terrebbe banco,e si divertirebbe pure...ma ormai è andata cosi...
per oggi...può darsi si guarisca da sta merda e torni la voglia di socializzare...non so neanche che malattia sia la mia....se di malattia si tratta...disagio pscichico...è questa la fobia sociale no?
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non so se è fobia sociale o no, però è uno stato d'animo che condivido..a parte i vicini che fortunatamente se ne stanno per fatti loro
E' il sentirsi un disadattato in certi contesti..le persone che hai accanto le senti estranee..sei fuori sincrono.. loro hanno altre vite, già delineate, schematizzate, loro fanno quello che si deve fare, senza farsi troppe domande, senza sapere se è giusto o sbagliato, se gli piace o no.. se tu non accetti le loro leggi sei "lo strano" "il pigro" "l'asociale" ...questo quando va bene, altrimenti "coglione" "snob" etc.. non c'è rispetto per la diversità..
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01-06-2014, 11:45
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#25
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
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Originariamente inviata da Weltschmerz
Io vedo il male in me, ho paura che lo vedano e scappo via.
E rimarrà per sempre un mio problema.
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01-06-2014, 15:45
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#26
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
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Originariamente inviata da syd_77
non so se è fobia sociale o no, però è uno stato d'animo che condivido..a parte i vicini che fortunatamente se ne stanno per fatti loro
E' il sentirsi un disadattato in certi contesti..le persone che hai accanto le senti estranee..sei fuori sincrono.. loro hanno altre vite, già delineate, schematizzate, loro fanno quello che si deve fare, senza farsi troppe domande, senza sapere se è giusto o sbagliato, se gli piace o no.. se tu non accetti le loro leggi sei "lo strano" "il pigro" "l'asociale" ...questo quando va bene, altrimenti "coglione" "snob" etc.. non c'è rispetto per la diversità..
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in pratica loro vivono e tu no,...devi crearti qualcosa da zero,e di simile a loro per esserne in armonia,altrimenti ti senti come Levante alle feste,basterebbe non avvertirne il disagio....se non lo avvertissi però significherebbe che sarei andato,finchè lo avverto significa che ci sono,...ho risolto con i tappi per oggi in fondo questo quadretto familiare estraneo che mi circonda è il mondo creato da loro,io nella mia testa ne ho un altro che se si espandesse e divenisse più grande con più partecipanti la situazione sarebbe più equilibrata,....dove sono andato ad incastrarmi ....tutti mi consigliano l'Inghilterra dove è normale farsi gli affari propri e non passi per strano,eppure il problema è nella mia testa,non mi accetto,vedo molte persone che se ne vanno pure al ristorante da sole,io non ci riesco più,suderei freddo non saprei comportarmi,è alienazione,the wall...quello che temevo si è realizzato
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01-06-2014, 15:49
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#27
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
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Originariamente inviata da shady74
Non nego che anche questo è il mio parere...
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shady,ripassami sto affare,che poi lo ripasso a chi vuole
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01-06-2014, 16:33
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#28
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Originariamente inviata da dentromeashita
in pratica loro vivono e tu no,...devi crearti qualcosa da zero,e di simile a loro per esserne in armonia,altrimenti ti senti come Levante alle feste,basterebbe non avvertirne il disagio....se non lo avvertissi però significherebbe che sarei andato,finchè lo avverto significa che ci sono,...ho risolto con i tappi per oggi in fondo questo quadretto familiare estraneo che mi circonda è il mondo creato da loro,io nella mia testa ne ho un altro che se si espandesse e divenisse più grande con più partecipanti la situazione sarebbe più equilibrata,....dove sono andato ad incastrarmi ....tutti mi consigliano l'Inghilterra dove è normale farsi gli affari propri e non passi per strano,eppure il problema è nella mia testa,non mi accetto,vedo molte persone che se ne vanno pure al ristorante da sole,io non ci riesco più,suderei freddo non saprei comportarmi,è alienazione,the wall...quello che temevo si è realizzato
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tocca buttarlo giù sto muro? Ma anche no..la questione è: vogliamo veramente abbatterlo?
io non prenderei come riferimento di normalità chi va al ristorante da solo..si, insomma, è una cosa che vogliono fare, possono farla, non è un problema nostro, se non ci va di farlo, non lo facciamo.
L'importante è trovare il proprio agio, la propria dimensione, che sia in solitudine o in compagnia..il problema, per me, ma penso anche per altri qui ,è che entrambe le condizioni provocano insofferenza..dalla solitudine si vorrebbe uscire, ma poi quando si mette il naso fuori, ci si accorge che non si è portati per la socialità, oppure che anni di isolamento hanno portato ad un disabituarsi alle relazioni.. vorresti trovare sia negli amici che nella partner persone con la tua stessa visione di vita, persone con cui condividere dei momenti ma senza soffocarsi, senza mancare di rispetto per le proprie libertà.. ma questo non è facile, perché noi siamo gli "strani" e siamo una minoranza.. behind the wall
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01-06-2014, 16:58
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#29
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Messaggi: 1,314
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Quote:
Originariamente inviata da RhyenaN
Però non è necessario avere proprio la FS per non essere accettati in società e\o esserne posti ai margini, basta essere timidi e\o introversi per venire esclusi molto spesso, e questo anche in tempi andati (anche se probabilmente in maniera minore)...
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Mi sento di quotare, purtroppo nei tempi andati non penso la situazione fosse migliore......é solo che....
....per come la vedo, semplicemente esiste solo in/out, in nome di una società che deplora le diversità dal modello che pone
...di mio non riesco ad essere il perfetto ingranaggio, o fingere di esserlo in quanto sempre parte di un eterno reality ....in cui essere umani é disdicevole, i sentimenti servono in base a quanto consumi e i rapporti tra le persone troppo spesso sono il supermarket dell'ipocrisia...
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01-06-2014, 20:02
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#30
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Banned
Qui dal: Jun 2013
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Quote:
Originariamente inviata da dentromeashita
shady,ripassami sto affare,che poi lo ripasso a chi vuole
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A me, a me!
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02-06-2014, 10:23
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#31
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
tocca buttarlo giù sto muro? Ma anche no..la questione è: vogliamo veramente abbatterlo?
io non prenderei come riferimento di normalità chi va al ristorante da solo..si, insomma, è una cosa che vogliono fare, possono farla, non è un problema nostro, se non ci va di farlo, non lo facciamo.
L'importante è trovare il proprio agio, la propria dimensione, che sia in solitudine o in compagnia..il problema, per me, ma penso anche per altri qui ,è che entrambe le condizioni provocano insofferenza..dalla solitudine si vorrebbe uscire, ma poi quando si mette il naso fuori, ci si accorge che non si è portati per la socialità, oppure che anni di isolamento hanno portato ad un disabituarsi alle relazioni.. vorresti trovare sia negli amici che nella partner persone con la tua stessa visione di vita, persone con cui condividere dei momenti ma senza soffocarsi, senza mancare di rispetto per le proprie libertà.. ma questo non è facile, perché noi siamo gli "strani" e siamo una minoranza.. behind the wall
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condivido e aggiungo...
si da giovane avevo,ambizioni,stimoli,ideali,sogni,da hippy e di socializzazione....qualcosa mi è rimasto,li volevo abbattere questi muri,e più li abbattevo più andavo controcorrente e mi rendevo conto che l'ingenuo ero io,o che comunque non ce l'avremmo mai fatta,non ce la fecero negli anni 60/70 figuriamoci nei 90,la direzione era già stata compromessa.Neppure l'Amsterdam che ho vissuto verso la fine anni 90 ha saputo mantenere le promesse della città liberata dai Provos,direzione compromessa,ne ho annusato il sapore storico...
in america c'era Nixon,dall'altra un Timothy Leary, con la provocazione di mettere Lsd nell'acquedotto di San Francisco....avrebbe dovuto farlo si!hanno vinto loro.cioè hanno vinto gli interessi e le banche,ha vinto l'economia e ha perso la spiritualità.
https://www.youtube.com/watch?v=zzxHx-mOqRI
è stato un fallimento,il mondo è voluto andare in questa direzione e a portare le persone a questo genere di sentimenti...
ora le code alle poste,in auto,lo stato di polizia,il mondo del lavoro,di come funzionano i rapporti,e la conoscenza di come gira il mondo a cui tocca adattarti,ogni tanto vedi di queste cose,tutti i giorni al tg,fondalmentalmente...ed è più che normale sclerare,o dover volersi isolare...
https://www.youtube.com/watch?v=1DuYVuLgQ9U
io sono disadattato e temo lo sarò sempre,
mi adatto al capitalismo e lo ritengo il male,
odio il denaro ma mi serve per vivere,
non mi faccio ammaliare da cio che luccica ma vedo gente rovinarsi per questo
il miraggio del benessere occidentale è un abbaglio,
sarei più felice di trovare la mia dimensione in qualche regione sperduta dell'Africa,in una capanna,un pezzo di terra e lungo mare,
ma non rischiando di fare la fine di into the wild,
poter stare con una ragazza di colore senza che qualcuno inevitabilmente troverà da ridire e ostacolerà un amore del genere,
cosi sono un eremità moderno,l'asociale dal di fuori,
dietro al muro non si sta male,se nella bilancia
abbattendolo ti trovi in un mondo in cui ti senti peggio
il problema è quando vogliono a tutti i costi infilarci il loro naso dietro a questo muro i curiosi,nella loro ignoranza e credendo di voler darti una mano,o allegerire i loro sensi di colpa...
e comunque si vive male,anche per chi non ha problemi...
L'ho cercato ovunque un posto per me,ma non l'ho mai trovato(syd)non esiste,questo lo condivido perchè sta nella mia testa non in italia,ne in Inghilterra ne tantomeno in africa,
ma contiunerò a cercare,in fondo l'alternativa sarebbe arrendersi e aspettare la morte,all'interno dell mia mente,e anche questo sarebbe uno spreco,troppo estremista,sempre finchè la testa mi reggerà...poi non lo so...
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02-06-2014, 10:30
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#32
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
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Quote:
Originariamente inviata da tizio
a me sembra più che la gente dica/pensi
"i problemi ci sono, non possiamo far nulla per cambiare le cose, accettiamo le cose così come sono, tentare di cambiare le cose o pensare che nessuno faccia nulla per cambiarle, equivale a porsi un gradino in su, ad arrivare a credersi migliori degli altri, e ciò non va bene"
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Cambiare in grande la società, mi sembra difficile e forse impossibile, vivere onestamente con noi stessi e con gli altri, nonostante le "mazzate" che ci prenderemo, forse è più realizzabile.
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02-06-2014, 10:58
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#33
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Intermedio
Qui dal: Feb 2014
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Quote:
Originariamente inviata da Tararabbumbieee
Vale anche il contrario, ossia che certa gente ben inserita nel mondo pensa che tutti coloro che non sono arrivati lì dove si trova lei sono degli individui peggiori (incapaci, pigri, disadattati, e via dicendo con altre simili amenità) relegando se stessi a migliori e possessori della verità universale.
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Come non quotare!
Detesto il modo in cui i così detti normaloni ti guardano, come per dire "ma come sei messa? ma svegliati!".
Avessero passato quel che passo io, capirebbero che non è questione di pigrizia o poca astuzia.
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02-06-2014, 11:00
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#34
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Quote:
Originariamente inviata da dentromeashita
L'ho cercato ovunque un posto per me,ma non l'ho mai trovato(syd)non esiste
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straquoto!
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02-06-2014, 12:26
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#35
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Cambiare in grande la società, mi sembra difficile e forse impossibile, vivere onestamente con noi stessi e con gli altri, nonostante le "mazzate" che ci prenderemo, forse è più realizzabile.
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la società è formata dalle persone
la mentalità più diffusa tra le persone forma la mentalità vigente nella società
se la mentalità diffusa rimane "le cose non si possono cambiare", non cambieranno mai, e ciò sarà una semplice e naturale evoluzione delle cose
che si diffonda la mentalità secondo cui le cose si possono cambiare, ecco, questo mi sembra il giusto modo per cambiare le cose...
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02-06-2014, 13:04
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#36
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Messaggi: 1,188
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Per me c'è un legame e una connessione forte tra la società così come è strutturata e la situazione dei cosiddetti isolati o emarginati.
Facciamo l'esempio del fenomeno degli Hikkikomori in Giappone, quei ragazzi che si relegano in casa senza uscirne mai e che vivono totalmente attaccati al computer, senza affrontare mai il mondo di fuori per paura di questo, per timore di fallire e di non stare al passo con le richieste della società stessa.
Sicuramente questa scelta di vita nasce da un disagio personale ed interiore, ma non possiamo nemmeno negare che questo disagio che forse colpisce i soggetti più vulnerabili non sia comunque connesso a come si è evoluta e strutturata la società.
La società giapponese è estremamente competitiva, alienata, alienante e frenetica; gli individui sono sottoposti a forti stress competitivi già da molto piccoli, attraverso l'accesso alle scuole d'elite dall'età di 5 anni; per quanto riguarda il versante lavoro so che c'è chi rischia la salute a furia di lavorare 12-14 ore al giorno e i giapponesi, dato l'alto tasso di suicidi, penso che abbiano costruito sì una società efficiente, ma anche molto materialista e infelice, che ha smarrito un po' l'autentico senso dell'esistenza; questo lo racconta anche Terzani nei suoi libri, il quale condanna duramente l'attuale società giapponese.
Non possiamo quindi dire che il malessere sia tutto interno all'uomo, un parto solo della sua mente; un malessere così diffuso va anche contestualizzato all'interno di una società, che a seconda del suo grado di accoglienza verso i suoi membri potrà dirsi più o meno colpevole della situazioni che questa genera in essi. Gli esseri umani vivono in un contesto e non possiamo negare che possa anche essere il contesto ad essere ostile all'individuo, riflettendosi così nelle scelte e nei malesseri delle singole persone.
Ovviamente ci sono individui più adattabili, ma se ce ne sono altri più fragili che risentono di una strutturazione rigida e inumana della società dobbiamo dire che sono gli unici colpevoli della loro condizione? No, la verità sta nel mezzo e cioè, sì, chi crolla è in genere l'individuo più fragile o meno adattabile, però è anche bene riconoscere che la società che è stata creata è una società per nulla adeguata ai bisogni più elementari dell'uomo, in quanto tutta tesa alla produzione, al guadagno, alla competizione....
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Ultima modifica di clizia; 02-06-2014 a 13:07.
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02-06-2014, 13:23
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#37
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Per me c'è un legame e una connessione forte tra la società così come è strutturata e la situazione dei cosiddetti isolati o emarginati.
Facciamo l'esempio del fenomeno degli Hikkikomori in Giappone, quei ragazzi che si relegano in casa senza uscirne mai e che vivono totalmente attaccati al computer, senza affrontare mai il mondo di fuori per paura di questo, per timore di fallire e di non stare al passo con le richieste della società stessa.
Sicuramente questa scelta di vita nasce da un disagio personale ed interiore, ma non possiamo nemmeno negare che questo disagio che forse colpisce i soggetti più vulnerabili non sia comunque connesso a come si è evoluta e strutturata la società.
La società giapponese è estremamente competitiva, alienata, alienante e frenetica; gli individui sono sottoposti a forti stress competitivi già da molto piccoli, attraverso l'accesso alle scuole d'elite dall'età di 5 anni; per quanto riguarda il versante lavoro so che c'è chi rischia la salute a furia di lavorare 12-14 ore al giorno e i giapponesi, dato l'alto tasso di suicidi, penso che abbiano costruito sì una società efficiente, ma anche molto materialista e infelice, che ha smarrito un po' l'autentico senso dell'esistenza; questo lo racconta anche Terzani nei suoi libri, il quale condanna duramente l'attuale società giapponese.
Non possiamo quindi dire che il malessere sia tutto interno all'uomo, un parto solo della sua mente; un malessere così diffuso va anche contestualizzato all'interno di una società, che a seconda del suo grado di accoglienza verso i suoi membri potrà dirsi più o meno colpevole della situazioni che questa genera in essi. Gli esseri umani vivono in un contesto e non possiamo negare che possa anche essere il contesto ad essere ostile all'individuo, riflettendosi così nelle scelte e nei malesseri delle singole persone.
Ovviamente ci sono individui più adattabili, ma se ce ne sono altri più fragili che risentono di una strutturazione rigida e inumana della società dobbiamo dire che sono gli unici colpevoli della loro condizione? No, la verità sta nel mezzo e cioè, sì, chi crolla è in genere l'individuo più fragile o meno adattabile, però è anche bene riconoscere che la società che è stata creata è una società per nulla adeguata ai bisogni più elementari dell'uomo, in quanto tutta tesa alla produzione, al guadagno, alla competizione....
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Ecco,finalmente! D'accordo su tutto!
Il problema è, come possono i fragili e i meno-adattabili riuscire ad interagire in tali società? Partendo dal presupposto che non interagire è impossibile
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02-06-2014, 13:37
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#38
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Messaggi: 1,188
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
Ecco,finalmente! D'accordo su tutto!
Il problema è, come possono i fragili e i meno-adattabili riuscire ad interagire in tali società? Partendo dal presupposto che non interagire è impossibile
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Secondo me, se un fenomeno inizia ad essere così dilagante, la società deve farsi carico del problema e riconoscere che il problema di quelle persone è soprattutto suo, una risposta anomala indice del fatto che quella società si sta ammalando perchè appunto fa ammalare i suoi figli.
Ai singoli cosa rimane di fare? O andarsene come so che fanno molti giovani giapponesi che si sentono costretti nel loro paese e cercano la libertà in paesi totalmente diversi, oppure ritagliarsi in quella stessa società un tipo di occupazione e uno stile di vita che sia più consono ai propri intimi bisogni, accettando però di vivere anche marginalmente a quella stessa società.
Io so che in Giappone esiste addirittura il fenomeno dell'auto-emarginazione, dove delle persone coscientemente e volutamente scelgono di non voler più essere stritolati da ritmi di vita disumani e decidono di vivere ai margini della società, come quasi dei barboni. Altrimenti, senza scegliere percorsi così estremi, si può semplicemente scegliere di fregarsene degli standard di successo che la società stessa richiede. Invece di aspirare a fare il manager tuttofare di una grande azienda, si sceglie di fare il gelataio o un lavoro meno pretenzioso, senza badare a carriera, successo o status....
Edit: a volte penso che il segreto della felicità sia evitare costantemente il confronto coi modelli imposti dalla società, per crearsi degli standard personali di vita direttamente proporzionali al proprio benessere psico-fisico.
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Ultima modifica di clizia; 02-06-2014 a 13:42.
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02-06-2014, 13:51
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#39
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Banned
Qui dal: Feb 2014
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Messaggi: 731
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
Ecco,finalmente! D'accordo su tutto!
Il problema è, come possono i fragili e i meno-adattabili riuscire ad interagire in tali società? Partendo dal presupposto che non interagire è impossibile
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Secondo te quali sono i problemi in Italia attualmente?
A mio parere le cose sono molto variabili da luogo a luogo. La società non è una ed indistinguibile, anzi, ricordiamo che esistono delle dimensioni fisiche entro cui essa si costituisce (scuole, uffici, circoli; rioni, paesi, città... )
Almeno in Italia le differenze sono sensibili! Anche per quanto riguarda la cultura della competitività, a mio parere (nelle scuole di città si tende a valorizzare più che nelle scuole di paese gli alunni 'perfetti' che possono dare prestigio)
Senza contare gli enormi divari regionali...
E' anche vero però che esistono dei valori e dei comportamenti globali che accomunano un po' tutti.
Ad esempio sarà molto raro trovare qualcuno che non osanni il lavoro e non si vanti di essere un bravo lavoratore e cose così (creando quindi disagio in chi non lavora, senso di inadeguatezza ecc. diffusissimo su tutto il territorio)
Se un individuo non fosse in grado di adattarsi a nessuna delle società presenti sul territorio secondo me può significare varie cose.
1Le persone indisposte ad accettare individui diversi e li trattano anche male; succede molto spesso.
2L'individuo è totalmente indisposto ad adattarsi; penso sia plausibile.
3L'individuo ha avuto una serie di esperienze negative che lo fa desistere dal tentare ancora ad adattarsi; mi sembra plausibile.
Per quanto riguarda 1, rammentiamo che in Italia esiste una certa quantità di persone che sono in grado e sono disposte a valorizzare individui un po' strani e che mi pare, entro certi livelli, la nostra individualità la si possa esprimere. Quindi il problema è risolubile se si trovano le persone giuste.
Per quanto riguarda 2 bisogna sempre ricordarsi che spesso gli individui vogliono isolarsi perché di carattere sono così e non vedono scopo nell'avere mille relazioni con le persone; può succede anche che ci sia una sostanziale diversità fra l'individuo e la maggior parte delle persone con cui interagisce nei luoghi dove può farlo e quindi non vede l'interesse nell'intrattenere rapporti.
...
Parole a caso parole a caso
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Ultima modifica di Iacopo; 02-06-2014 a 13:54.
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02-06-2014, 14:04
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#40
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Quote:
Originariamente inviata da tizio
la società è formata dalle persone
la mentalità più diffusa tra le persone forma la mentalità vigente nella società
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Che conformismo..
C'è differenza di come ognuno vuole cambiare le cose.
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