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Vecchio 02-06-2009, 16:49   #1
Esperto
 

Vi è mai capitato, o pensate sia normale che dopo aver affrontato una situazione temuta (e questa si conclude con un successo da parte vostra, e con la conseguente contentezza e rinascita di fiducia) ritornino sintomi ansiogeni, che distruggono sistematicamente le piccole conquiste appena fatte?

E' come se esistessero due parti, in netta contrapposizione, e appena quella "cattiva" nota un cambiamento in positivo lancia la sua scarica di sintomi che ti immobilizzano ancora.

Bisogna aver pazienza o è un inutile circolo infinito?
Vecchio 02-06-2009, 17:33   #2
Intermedio
 

a mio parere ciò accade per la paura di perdere ciò che si è conquistato...bisogna aver pazienza..col passare del tempo tutto si risolve
Vecchio 02-06-2009, 17:45   #3
Esperto
L'avatar di Redman
 

Se penso alla mia situazione credo sia piu veritiera l'affermazione che tutto ciò sia un inutile circolo infinito.
Per me ogni volta è come la prima volta e non mi capacito del fatto che non riesca ad immagazzinare da qualche parte nella mia mente l aver superato con successo una prova che mi creava grosso disagio e ripercussioni fisiche.
Non si può sempre star male davanti ad un invito semplicissimo come se si dovesse andare in guerra...e dopo un pò ci si stanca di fare la guerra.
Vecchio 02-06-2009, 19:34   #4
Avanzato
L'avatar di Bianca
 

Mi capita la stessa cosa ogni singola volta...ma penso che non sia un circolo infinito. Penso che le mie manie di perfezione mi impediscano di essere del tutto soddisfatta quando riesco a superare un ostacolo, perchè magari ho scavalcato, ma avrei voluto saltare.
Anche il fatto di mettersi alla prova ogni 10000 anni circa carica le situazioni affrontate di un significato e di aspettative eccessive.
E i "normali" sanno affrontare certe situazioni non perchè ci sono riusciti una volta, ma perchè sono abituati ad affrontarle.
In sostanza voglio dire che la riabilitazione è un processo graduale...limitare le aspettative e soffocare gli inutili feedback negativi dovrebbe aiutare.
Vecchio 02-06-2009, 20:03   #5
Esperto
 

Il problema è che diventa un vero e proprio lavoro a tempo pieno questa "lotta", e quindi può precludere successi in ambito lavorativo-scolastico; e questo rafforza secondo me l'invidia per le persone a cui viene tutto semplice, e moltiplica la frustrazione...
Immagino l'ipotetica somma dei conti con stessi, tipo quelle che si fanno gli ultimi giorni dell'anno, una persona sana penserebbe "quest'anno mi sono laureato/mi hanno dato una promozione", mentre nel caso di chi ha un disturbo non c'è modo di quantificare i risultati ottenuti in modo lucido.

E soprattutto, anche una volta superati determinati problemi, rimane uno spettro appostato, e l'unica cosa che possiamo fare è sperare che non si matetializzi; è come se noi avessimo letto delle pagine di un libro che ormai sono impresse dentro di noi, mentre invece chi non ha mai avuto problemi psichici quel libro non l'ha neanche aperto.

Per voi è meglio accontentarsi dei limiti imposti dalla propria malattia, e progredire nell'ambito scolastico/professionale; o riversare tutte le proprie energie nello sforzo della guarigione?
Vecchio 02-06-2009, 20:23   #6
Avanzato
L'avatar di Bianca
 

mi riconosco moltissimo in quello che scrivi, morningsheep.
è molto difficile rispondere alla tua domanda...conosco quello spettro, conosco quei dubbi, ma non ho ancora trovato il modo di sconfiggerli.
In questo momento devo dire che, pur non avendo ottenuto ancora dei risultati concreti, mi sento ottimista...ho una consapevolezza della mia condizione di disagio e delle mie dinamiche pschiche che fino ad ora non avevo mai avuto, e così penso che ce la farò, che risolverò ogni problema, sia quelli lavorativi-scolastici, sia quello della guarigione completa.Forse è questa la cosa più importante, prendersi del tempo per riflettere, per acquisire una visione più chiara di se stessi e del mondo...forse può essere una rampa di lancio per tutto il resto, ma non lo so ancora con certezza.
Vecchio 02-06-2009, 22:40   #7
Esperto
 

E' la cosa più bella in cui si possa sperare (una guarigione totale), e mi conforta (a priori del tipo di problema) sentire altre(a) persone(a) che non si accontentano di mettere qualche pezza, o di "imparare a conviverci".

Credo che sia un sfida o qualcosa del genere.

Non vorrei protrarre questa discussione all'infinito, però (essendo anche io molto ottimista riguardo al decorso) spesso mi chiedo cosa succederebbe se, una volta guarito, tornato alla normalità, sentirò ancora questo senso di vuoto e di desolazione (non affettivi)?

Una cosa del genere (quella canzone famosa di quel guppo famoso che fa) "perché ti fa paura quello che succederà se poi ti senti uguale".

O ancora peggio "ma tu rifiuti di ascoltare ogni segnale che ti può cambiare erché ti fa paura quello che succederà se poi ti senti uguale".
Vecchio 02-06-2009, 23:12   #8
Avanzato
L'avatar di Bianca
 

non credo morningsheep... Il vuoto e la desolazione sono sintomi dell'insoddisfazione, se guarissimo avremmo ciò che vogliamo, e quindi non saremmo insoddisfatti.
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