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Originariamente inviata da Tragopan
L'immigrazione di massa serve soprattutto per fare sparire l'uomo bianco dalla faccia della terra (considerato, dai globalisti, la causa di tutti i mali), facendolo mischiare con altre etnie in modo che si crei una razza unica globale, caffelatte, senza radici, senza storia, senza patria e più facile da governare in un ipotetico futuro nuovo ordine mondiale, guidato dal popolo eletto, il quale invece non ha nessuna intenzione di mischiarsi con altre razze, però chiama gli altri razzisti e antisemiti. Basta vedere come ormai in quasi tutte le pubblicità italiane debba per forza esserci una donna coi capelli afro, anche in contesti fuori luogo, o dove siano raffigurate coppie dove almeno uno dei due è nero, per abituare le nuove generazioni a questo nuovo tipo di popolazione.
https://www.youtube.com/watch?v=8ERmOpZrKtw
"Europa has not yet learned how to be multicultural. Europe is not going to be the monolithic societies they once were in the last century. Jews are going to be at the center of that. It's a huge transformation for Europe to make." - Barbara Lerner Spectre
Già, sono proprio loro i globalisti, hanno le mani in pasta dappertutto. Lo so che arriverà Sasuke che mi dirà che sono antisemita, ma l'immigrazione di cui lui si lamenta tanto, è a causa loro.
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L’immigrazione non è parte di un “complotto per cancellare l’uomo bianco”, ma un fenomeno storico, economico e geopolitico, causato da guerre, povertà, disastri climatici e crisi demografiche.
Parlare di “razza caffelatte” o “popolazioni senza identità” è un modo semplicistico e pericoloso di leggere la realtà. Le identità culturali non spariscono per mescolanza etnica: si trasformano e si contaminano da secoli. È successo con i romani, i barbari, gli arabi, i normanni.
L’idea che “tutte le pubblicità siano piene di neri” è una percezione distorta, alimentata da un bias di conferma: quando qualcosa ci infastidisce, iniziamo a vederlo ovunque.
Quanto alla citazione di Barbara Lerner Spectre, è vero che in un’intervista parlò del ruolo che gli ebrei avrebbero avuto nel facilitare una società europea più multiculturale. Ma quella frase è stata tagliata, decontestualizzata e usata strumentalmente per sostenere una narrazione complottista. Non parlava di un piano segreto o di una regia globale, ma di un cambiamento già in corso nella società europea.
Infine, Il riferimento al “popolo eletto” come burattinaio di un presunto complotto globale riprende una retorica antisemita ben riconoscibile, usata per decenni per costruire teorie cospirative e alimentare odio.
È importante saper distinguere tra critica politica e generalizzazione etnica, soprattutto quando la storia ci ha già mostrato dove portano certe derive.