Ogni referendum ha il difetto di creare divisione. E per me, sempre ansioso e pauroso degli altri, nonchè amante della libertà di espressione, mi ha creato anche stamattina qualche apprensione.
Io sono, come sapete, per il No che ha vinto.
Mi trovo in un territorio del Nord Toscana; qui ha prevalso il si.
Ho un' attività pubblica. Rigorosamente, non mi devo schierare pubblicamente. La timidezza, a dire il vero fobia sociale, mi aiuta in questo. Ma c'è anche il rovescio della medaglia. A volte, proprio a causa della timidezza, mi sono sentito in colpa per non essermi impegnato a sufficienza per far andare le cose del mondo in un certo modo.
Tuttavia, io devo non schierarmi anche per correttezza professionale.
Tuttavia, se sono gli altri a non rispettare questa correttezza, mi trovo in difficoltà perchè non riesco a trattenermi.
La mia famiglia è conosciuta politicamente perchè mio padre è stato un attivista da tanti anni. E' difficile quindi celare come la pensiamo.
Stamani è stato da me un conoscente nostro, che mi ha riempito di discorsi disperati per la vittoria del No, secondo lui una grande catastrofe. Io, per coscienza, non ho potuto fare a meno di ribattere e dire tutte le ragioni contrarie. Io sono così, non posso trattenermi, non posso far finta di uniformare il mio pensiero a quello di un altro. La persona in questione, come altre che ho conosciuto nell' ambiente politico qui dominante, non ha rispetto per chi la pensa in modo diverso.
E' una conseguenza dello stalinismo, che c'era anche dentro il PCI, adesso PD. Purtroppo non è la prima volta che subisco queste aggressioni verbali. Ma adesso si sa, la bestia ferita è più feroce.
Non credo che avrei potuto, ma era meglio se facevo finta di dargli ragione? Ormai è andata così e poi forse la coscienza non mi avrebbe perdonato.