Stavo proprio ora ripassando un po' gli assetti istituzionali delle passate legislature, e devo dire che la situazione col Porcellum (vecchia legge elettorale) era già alquanto netta: la coalizione vincente si prende il 55% dei seggi alla Camera e Senato (se non erro), dove quindi una coalizione ben unita poteva governare senza problemi. Il difetto dietro ciò risiedeva proprio nelle coalizioni che si presentavano, ricordiamoci ad esempio della coalizione pigliatutto di Prodi nel 2006 che lo ha portato al fallimento o di altri momenti "leggermente" confusionari. Quindi il passaggio del premio di maggioranza da coalizione a lista introdotto da Renzi con l'Italicum era comprensibile: niente più scuse sull'ingovernabilità, chi vince ha ampi poteri ma se compierà azioni illegittime sarà la sua stessa base a fargli mancare i voti necessari alle votazioni. Quest'ultimo punto era però calzante nel sistema bicamerale, là dove nel senato le poltrone sono meno e le maggioranze più risicate, quindi il governo era più vincolato a seguire il mandato popolare. Il senato di fatto era uno strumento che incrementava l'aspetto democratico dell'esecutivo, dando ad ogni legge (per lo meno) un doppio passaggio; alcuni obietteranno che rallentava il procedimento ma ciò non è sempre vero: nei momenti in cui vi era un reale interesse dei politici magicamente le leggi passavano alla velocità della luce. Quindi Renzi ha eliminato dalle votazioni il senato basandosi su un falso problema, lasciando comunque in piedi un'istituzione amputata dei suoi poteri e designando una situazione in cui il prossimo governo, messo anche che vincesse ai ballottaggi col 50,1% dopo aver preso il 20% al primo turno, avrà poteri smisurati e preoccupanti, soprattutto considerando il livello di corruzione della politica che nel corso di questi anni è emerso nel nostro paese. Non sono ancora ben informato sulla modifica al Titolo V apportato da questa modifica alla costituzione, quindi aspetto di pronunciarmi su quell'aspetto, comunque per il resto rimango sulla posizione del No.
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