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Vecchio 30-03-2009, 20:56   #1
Esperto
L'avatar di BadDream
 

Topic dedicato in particolare a chi, come me, sente di vivere un'esistenza falsificata, alterata, alienata, inquinata da qualcosa che non appartiene alla sua vera natura, che non la valorizza, né la esprime, ma che lo costringe a indossare una maschera (ed anche centomila) e recitare una parte (ed anche centomila) innaturale, forzata, senza senso.

Oggi leggevo di Luigi Pirandello (uno dei miei autori preferiti) su Wikipedia e mi ha colpito molto questo passaggio:

LA REAZIONE AL RELATIVISMO PSICOLOGICO

1) REAZIONE PASSIVA
L'uomo accetta la maschera che lui stesso ha indossato o con cui gli altri tendono a identificarlo. Ha provato sommessamente a mostrarsi per quello che lui crede di essere ma, incapace di ribellarsi o deluso dopo l'esperienza di vedersi attribuita una nuova maschera, si rassegna. Vive nell'infelicità, con la coscienza della frattura tra la vita che vorrebbe vivere e quella che gli altri gli fanno vivere per come essi lo vedono. Accetta alla fine passivamente il ruolo da recitare che gli si attribuisce sulla scena dell'esistenza. Questa è la reazione tipica delle persone più deboli, come nel romanzo Il fu Mattia Pascal.

2) REAZIONE IRONICO-UMORISTICA
Il soggetto non si rassegna alla sua maschera, ma accetta il suo ruolo con un atteggiamento ironico, aggressivo o umoristico. Ne fanno esempio varie opere di Pirandello come: Pensaci Giacomino, Il gioco delle parti e La patente. Il personaggio principale di quest'ultima opera, Rosario Chiàrchiaro, è un uomo cupo, vestito sempre in nero, che si è fatto involontariamente la nomea di iettatore e per questo è sfuggito da tutti ed è rimasto senza lavoro. Il presunto iettatore non accetta l'identità che gli altri gli hanno attribuito, ma comunque se ne serve. Va dal giudice e, poiché tutti sono convinti che sia un menagramo, pretende la patente di iettatore autorizzato. In questo modo avrà un nuovo lavoro: chi vuole evitare le disgrazie che promanano da lui dovrà pagare per allontanarlo. La maschera rimane, ma almeno se ne ricava un vantaggio.

3) REAZIONE DRAMMATICA
L'uomo vuole togliersi la maschera che gli è stata imposta e reagisce con disperazione. Non riesce a strapparsela e pertanto, se è così che lo vuole il mondo, egli sarà allora quello che gli altri credono di vedere in lui e non si fermerà nel mantenere questo suo atteggiamento sino alle ultime e drammatiche conseguenze. Si chiuderà in una solitudine disperata che lo porta al dramma, alla pazzia o al suicidio come accade ad esempio per i personaggi dei drammi Enrico IV, dei Sei personaggi in cerca d'autore e Il gioco delle parti, o al protagonista di Uno, nessuno e centomila.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pirande...al_relativismo

Quell'uomo era veramente un genio assoluto!

Riconoscete qualcosa di famigliare nelle suddette tipologie di reazione al relativismo psicologico che pervade in modo così spietato la nostra esistenza?
Vecchio 30-03-2009, 21:24   #2
Esperto
L'avatar di FobicJoe
 

la 2
ma sta storia delle maschere mi sa che non va bene per tutti
alcuni son proprio così
Vecchio 30-03-2009, 22:08   #3
Principiante
L'avatar di Redshadow
 

Siamo condannati a portare delle maschere, essere ciò che non siamo a volte diverte, a volte rassicura, a volte è l'unica difesa possibile.
Vecchio 30-03-2009, 22:09   #4
Intermedio
L'avatar di Joker5
 

Penso di non avere una maschera. Forse talvolta ho cercato di indossarne qualcuna, ma in qualche modo mi sono scivolate tutte addosso.
Vecchio 31-03-2009, 12:07   #5
Intermedio
 

Per via del mio nick mi sento chiamato in causa a dire la mia.

Il discorso delle maschere è una cosa complessa che si può intersecare con le crisi personali tipiche di certe età di passaggio: l'adolescenza e la sua fine e l'ingresso del mondo degli adulti. Anche se Pirandello andava ben oltre, il suo era un pessimismo di fondo e un rifiuto totale o quasi delle regole della società, ma bisognerebbe contestualizzare e spiegare meglio....

Comunque io tendelziamente mi rispecchiarei nella 2, ma biosgna sapere recitare bene per fare certe cose e poi soprattutto prima o poi i conti con se stessi bisogna farli e lì sì che vengono i problemi.
Vecchio 31-03-2009, 18:45   #6
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Joker5
Penso di non avere una maschera. Forse talvolta ho cercato di indossarne qualcuna, ma in qualche modo mi sono scivolate tutte addosso.
io pure ... ho rinunciato da tempo al quarto d'ora di dignità tanto se non c'è non c'è, e se c'è è mio

(...ah sì, ne tengo una per la famiglia d'origine ... beh lì è questione di svenimenti di mamma e quattrini, DEVO risultare in un certo modo :lol: penso sia la 1 )
Vecchio 31-03-2009, 19:18   #7
Avanzato
L'avatar di tristizia
 

2) REAZIONE IRONICO-UMORISTICA
Il soggetto non si rassegna alla sua maschera, ma accetta il suo ruolo con un atteggiamento ironico, aggressivo o umoristico. Ne fanno esempio varie opere di Pirandello come: Pensaci Giacomino, Il gioco delle parti e La patente. Il personaggio principale di quest'ultima opera, Rosario Chiàrchiaro, è un uomo cupo, vestito sempre in nero, che si è fatto involontariamente la nomea di iettatore e per questo è sfuggito da tutti ed è rimasto senza lavoro. Il presunto iettatore non accetta l'identità che gli altri gli hanno attribuito, ma comunque se ne serve. Va dal giudice e, poiché tutti sono convinti che sia un menagramo, pretende la patente di iettatore autorizzato. In questo modo avrà un nuovo lavoro: chi vuole evitare le disgrazie che promanano da lui dovrà pagare per allontanarlo. La maschera rimane, ma almeno se ne ricava un vantaggio.


eccomi
anche se ci sono stati periodi che ero più la terza..
avevo messo talmente tante maschere che non capivo più chi ero io 8O

cmq anche io adoro pirandello!
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