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		|  15-08-2016, 00:24 | #1 |  
	| Banned 
				 
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			Un torto subito e giù  a rimuginare. 
Un torto si colloca sempre in una storia: non è  un evento solitario.
 
Il mio errore, in questi casi, è  nel ripercorrere incessantemente  TUTTA la storia, fin dall'inizio, senza mai risolvere nulla. Un loop.
 
Ma ho capito che bisogna invece partire dalla fine: qual è  l'ultimo evento? In che stato sono ora con l'altro? E' lo stato presente che va compreso, quello in cui possiamo cercare le risposte utili.  
La cronistoria non serve a nulla. Comunque siano andate le cose, siamo arrivati a questo punto oggi. 
Non è  detto che faremo pace, ma "questo punto " va capito. Se lo comprendiamo, saremo capaci di scegliere lo stato emotivo più  adatto alla situazione odierna. Il rancore sarà  inutile.😃
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		|  15-08-2016, 10:43 | #2 |  
	| Esperto 
				 
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			Il problema è soprattutto per chi si sente incompreso sempre e comunque. Non vedrà mai le ragioni dell'altra persona ma si sentirà sempre vittima degli eventi senza razionalizzare mai.
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		|  15-08-2016, 19:54 | #3 |  
	| Banned 
				 
				Qui dal: Jan 1970 
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			Si, del rancore siamo ostaggi.
 Quello che io sostengo non è  il "facciamo  i buoni", ma un'osservazione attenta e fredda che riguarda l'ultimo episodio. Di solito il torto non interrompe di colpo tutto. Qualche fatto minore si verifica ancora. Anche se esso non è  positivo, indica lo stato del rapporto. Anche  se questo è  malato, è  qui che  possiamo  capire la malattia, cioè  cosa OGGI non va.
 
 Se non comprendiamo l'oggi, inevitabilmente saremo risucchiati  dalla spirale di ieri. Cosa vana, perché  cerchiamo nel passato la soluzione  che sta solo nel presente.
 
 "Oggi in che termini sta la situazione? Qual è  stato l'ultimo evento  che l'ha preceduta? Cosa è  meglio fare d'ora in avanti?"
 
 Così  è  chiaro. Quindi  possiamo  agire e non restare paralizzati.
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		|  15-08-2016, 20:00 | #4 |  
	| Banned 
				 
				Qui dal: Jan 1970 
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			Attenzione: quel che dico non comporta necessariamente ristabilire le relazioni.Significa solo capire che rapporto c'è  tra una certa  persona e il nostro stato emotivo. E' questo che dobbiamo curare, prima di pensare di curare eventualmente un rapporto malato.
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		|  15-08-2016, 20:22 | #5 |  
	| Esperto 
				 
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			concordo,tempo perso che si accumula...
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		|  15-08-2016, 22:52 | #6 |  
	| Esperto 
				 
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			Secondo me si supera il rancore con l indifferenza
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		|  15-08-2016, 22:56 | #7 |  
	| Esperto 
				 
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			Per non provare rancore basta smettere di frequentare chi te lo provoca.
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		|  16-08-2016, 00:09 | #8 |  
	| Esperto 
				 
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					Originariamente inviata da Superpippo  Un torto subito e giù  a rimuginare.Un torto si colloca sempre in una storia: non è  un evento solitario.
 
 Il mio errore, in questi casi, è  nel ripercorrere incessantemente  TUTTA la storia, fin dall'inizio, senza mai risolvere nulla. Un loop.
 
 Ma ho capito che bisogna invece partire dalla fine: qual è  l'ultimo evento? In che stato sono ora con l'altro? E' lo stato presente che va compreso, quello in cui possiamo cercare le risposte utili.
 La cronistoria non serve a nulla. Comunque siano andate le cose, siamo arrivati a questo punto oggi.
 Non è  detto che faremo pace, ma "questo punto " va capito. Se lo comprendiamo, saremo capaci di scegliere lo stato emotivo più  adatto alla situazione odierna. Il rancore sarà  inutile.��
 |  Io una decina di anni fa spesso ripercorrevo tutto il mio triste passato mentalmente, ma questo accadeva soprattutto perché il presente era veramente bloccato e là diventavo davvero rancoroso e non verso una persona in particolare, avessi potuto tagliare la testa al mondo (come recita la poesia) l'avrei fatto. Ne ho sfasciate di cose a casa per questa rabbia qua, roba quasi da indemoniati.  
Fortunatamente queste crisi sono sotto controllo da anni, ma oggi cerco anche di condurre un tipo di esistenza per non riattivarle.
 
Effettivamente io sono stato meglio perché il presente è migliorato. Va bene ho agito e fatto determinate cose, ma niente di esoterico, ho fatto cose che non mi costavano grossa fatica e che riuscivo a gestire, altrimenti sarei rientrato nello stesso ed identico loop. Credo di aver avuto anche un po' di fortuna, penso che non ce l'avrei fatta da solo a star meglio.
 
Nell'insieme sempre messo male sto, però non sto così male come stavo allora. Non ho risolto la mia vita e la mia esistenza, ho sempre tendenze suicide, anche quando sono su un balcone che si trova ad un'altezza considerevole penso diverse volte al fatto che potrei saltar giù, però non sto più così male come stavo allora, anche questo devo ammetterlo.
 
Forme di distrazione nel presente, che avviano qualcosa nel qui e ora, riescono a bloccare il rimuginio, almeno in una certa misura. Questa è la mia esperienza. Era l'insoddisfazione presente che attivava il rimuginio e il rimuginio attivava il rancore, la catena andava spezzata a monte nel mio caso, il rancore era più un effetto di questo meccanismo qua che una scelta emotiva.
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				 Ultima modifica di XL;  16-08-2016 a 13:42.
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		|  16-08-2016, 00:27 | #9 |  
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					Originariamente inviata da Superpippo  Un torto subito e giù  a rimuginare.Un torto si colloca sempre in una storia: non è  un evento solitario.
 
 Il mio errore, in questi casi, è  nel ripercorrere incessantemente  TUTTA la storia, fin dall'inizio, senza mai risolvere nulla. Un loop.
 
 Ma ho capito che bisogna invece partire dalla fine: qual è  l'ultimo evento? In che stato sono ora con l'altro? E' lo stato presente che va compreso, quello in cui possiamo cercare le risposte utili.
 La cronistoria non serve a nulla. Comunque siano andate le cose, siamo arrivati a questo punto oggi.
 Non è  detto che faremo pace, ma "questo punto " va capito. Se lo comprendiamo, saremo capaci di scegliere lo stato emotivo più  adatto alla situazione odierna. Il rancore sarà  inutile.😃
 |  Serve a capire che la gente ci mette poco o niente a dimenticare quello che fa e tenta subito di lavarsi le mani .
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		|  16-08-2016, 12:31 | #10 |  
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					Originariamente inviata da marco1  Secondo me si supera il rancore con l indifferenza |  E' vero se nel cuore  c'è  indifferenza.  Ma in questo  caso, è  chiaro che non ci sentiamo  offesi.
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		|  16-08-2016, 12:35 | #11 |  
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					Originariamente inviata da Sample  Serve a capire che la gente ci mette poco o niente a dimenticare quello che fa e tenta subito di lavarsi le mani . |  Mettiamo che sia così : ma tu cosa ne fai del tuo dolore? Cosa fai per superario?
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		|  16-08-2016, 14:18 | #12 |  
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			Però se il torto lo fanno a un tuo caro come la vivi la cosa? Finché lo fanno a noi è un conto, se lo fanno a un'altra persona, a un innocente riesci a gestire la rabbia e il dolore? Io no.
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		|  16-08-2016, 15:03 | #13 |  
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			Wrong,
 Un torto fatto a te o a un tuo caro, non cambia: è  necessario partire dallo stato attuale e dal fatto più  prossimo che lo ha preceduto. La vita da vivere è  più  importante di quella vissuta  (Tolstoj).
 La comprensione  degli eventi ultimi, riguarda un campione piccolo, più  facile da capire. Non solo, mette in evidenza ragioni e sfumature che invece  sfuggono quando si scava  tutto il  passato.
 
 Se ci limitiamo a guardare il presente e il passato più prossimo, ridurremo il carico emotivo, che c' impedisce la necessaria  distaccata riflessione.
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				 Ultima modifica di cancellato16573;  16-08-2016 a 15:17.
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		|  16-08-2016, 15:24 | #14 |  
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					Originariamente inviata da Superpippo  Mettiamo che sia così : ma tu cosa ne fai del tuo dolore? Cosa fai per superario? |  Il mio scritto e stato in un momento di nervosita , io credo che la scelta piu intelligente e piu fair e perdonare e non rinominarlo piu  .
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		|  16-08-2016, 15:30 | #15 |  
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			Wrong,Se oggi stai bene e io t'incontro e ti chiedo:"come va?", sorridendo mi risponderai :"bene!"
 Non ti metti a ripercorrere che la settimana scorsa  eri in depressione, che a luglio hai avuto grane al lavoro, ecc.
 Perché?  Perché  il tuo metro di giudizio si basa sull'immediato.
 
 Possiamo cercare di essere  immediati anche nel caso di rancore?
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		|  16-08-2016, 18:00 | #16 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Aug 2013 Ubicazione: Nord-est 
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					Originariamente inviata da Milo  Per non provare rancore basta smettere di frequentare chi te lo provoca. |  Non è vero, anzi. Si amplifica. Esperienza personale.
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		|  16-08-2016, 18:15 | #17 |  
	| Banned 
				 
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			E' vero. L'evitamento rende più drammatica la percezione della situazione. In più rende molto temibile l'idea di un incontro.
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		|  16-08-2016, 20:02 | #18 |  
	| Avanzato 
				 
				Qui dal: Mar 2015 Ubicazione: Puglia 
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			Senz'altro il concetto quadra...tuttavia, per uno che, come me ad esempio, rimugina in continuazione xd, più che riflettere in maniera meno colpevolizzata e più razionale su ciò che ti succede, penso sia utile imparare ad essere un po' menefreghisti. Insomma il punto è: succede un avvenimento, è accaduto, basta! Vorrei più che altro essere impermeabile a ciò che mi afflige, non imparare a giudicarlo meglio. Anche se forse sbaglio, boh    |  
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		|  16-08-2016, 20:33 | #19 |  
	| Esperto 
				 
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					Originariamente inviata da Superpippo  Wrong,Se oggi stai bene e io t'incontro e ti chiedo:"come va?", sorridendo mi risponderai :"bene!"
 Non ti metti a ripercorrere che la settimana scorsa  eri in depressione, che a luglio hai avuto grane al lavoro, ecc.
 Perché?  Perché  il tuo metro di giudizio si basa sull'immediato.
 |  No, perché tranne casi particolari la gente non vuole essere ammorbata con il racconto delle tue sfighe e quando ti chiede "come va?" non si aspetta che tu le parli dei tuoi problemi: quindi si risponde "bene" e via. Purtroppo è una convenzione sociale come tante altre.
 
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					Originariamente inviata da Superpippo  Possiamo cercare di essere  immediati anche nel caso di rancore? |  E se qualcuno si meritasse  il nostro rancore? Se il nostro senso di giustizia ci dicesse che l'azione compiuta dalla persona in questione è altamente spregevole e merita tutto il nostro disprezzo?
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		|  16-08-2016, 21:03 | #20 |  
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				Qui dal: Jan 1970 
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					Originariamente inviata da argeo.94  ...penso sia utile imparare ad essere un po' menefreghisti. Insomma il punto è: succede un avvenimento, è accaduto, basta! Vorrei più che altro essere impermeabile a ciò che mi afflige, |  Sono molto d'accordo, ma come si fa? Io vedo un'unica soluzione: non sentirsi colpiti. Perché , se ti senti colpito, provi l'impulso di reagire. Ma siccome la stragrande maggioranza delle volte non hai il nemico a portata di mano da colpire,  ecco che lo "colpisci" con i pensieri. Il rancore è una reazione interiore, in cui "l'arma" è il passato.
 
Ma se rinfacci idealmente TUTTO il passato al tuo nemico, il colpo ricevuto ti sembrerà sempre troppo duro, per potertene fregare.
 
Da bambino dicevi: 
"non mi hai fatto niente, faccia di serpente!" 
Ecco, tolto il serpente, bisogna tornare qui.
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