Ti dirò: le cose migliori mi vengono quando sono eccitato per qualcosa che ho letto o visto al cinema, o che mi è capitato nella vita. A volte mi capita anche di avere una buona idea quando sono a letto, nel buio, sotto le coperte. Allora devo fare uno sforzo incredibile, alzarmi, e scrivere su un taccuino quello che ho pensato. In genere si tratta di una buona idea, altre volte di una cacchiata che il dormiveglia mi aveva fatto sembrare buona.
Quando sono triste non amo molto scrivere, lo facevo molto tempo fa quando mi sfogavo sulle pagine di un diario. Non mi era di sollievo, per niente, anzi, siccome ho l'abitudine di rileggermi, poteva essere una sorta d'impaccio.
Per me la scrittura è una fuga nella fantasia, preferisco tenere i miei problemi reali, le mie frustrazioni lontano. E' vero che inevitabilmente la pagina viene "colorata" dall'umore del momento, ma è meglio limitarsi a questo piuttosto che deprimere chi legge tentando magari di spiegargli come ci si sente.
Capisco però che per qualcuno scrivere possa essere liberatorio. Può aiutare a fare ordine nei propri pensieri, a intelleggere le proprie emozioni, a chiarirsi alcuni sentimenti. Ma spesso un diario scade nell'autocompatimento.
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