è un qualcosa difficile da esprimere...ma sto percependo chiaramente che io sono un'entità ora...nel presente...e...devo accettare questa mia entità...
quello che voglio far capire è che questa entità che si manifesta beh...non so' quanto sono io e quanto non lo sono...cioè..si sono io...
ma...una volta avrei detto che il nostro vero "Io"...è quello che è presente quando siamo soli tra noi e noi...quando mi apro agli altri non lo faccio nello stesso modo in cui mi sento quando sono solo...
ma forse nemmeno questa affermazione è corretta...
Io? Io sono la mia esperienza...io sono questo...
ecco il vero "problema"/nocciolo della questione è proprio questo...
molti qui dicono che si è predisposti geneticamente alla fobia...
beh...io posso dire che il mio "IO" puro (cioè quello genetico) non sarebbe stato predisposto...
posso affermare che il mio vero Io era quello di un ragazzino come tanti...x assurdo avevo (e in parte ho) un'innata voglia di far divertire l'altro e me stesso...di essere giocherellone/spiritoso...
Ma l'IO di una persona...quello che siamo è la nostra esperienza...se provo a ricordare passo per passo l'intero mio eprcorso mi si palesano agli occhi alcuni aspetti e fatti che piano piano hanno potuto influire sulla mia personalità...(magari alcuni fatti nemmeno me li ricordo..ma molti si...)...
Io? io sono la conseguenza più ovvia/razionale del mio vissuto...
e...devo semplicemente imparare ad accettare questo...
la parte fobica di me (ma penso come la parte fobica di ognuno di noi) vorrebbe essere il proprio sè privo delle proprie esperienze traumatiche/negative...è questo l'errore più grosso...
Io....sono quelle esperienze...sono la mia infanzia...sono la mia adolescenza...sono il mio carattere...sono me stesso...
IO ora sono quello che ora fatica ad avvicinarsi ad una persona, ad interagire, paralre del + e dle - perchè la mia esperienza e il mio vissuto è stato questo...
non è una cosa da nascondere...da dover cambiare a tutti i costi...è una cosa da vivere con serenità...solo così facendo si ha quell'equilibrio che ti permette di essere anche l'esatto opposto e di modificare le parti di te che meno ti piacciono....
ma io...IO SONO un ragazzo che non ama parlare...interagire del + e del -...a cui non piace fare pranzi con parenti/familiari (perchè non so come comportarmi e cosa dire)...ma non perchè sono "malato"....è questo il messaggio che questo forum MALATO ti inculca inconsapevolemente nel cervello...io mi ero presentato qui 2 anni fa come un ragazzo "strano", ma non "malato"...uno che non parlava molto del + e del -...ma relativamente normale/sereno...
è stato un declino progressivo e rapido...verso un abisso...la consapevolezza si è amplificata di botto sotto i miei piedi...ed ho visto con tutto l'errore che ne derivava l'eterno vuoto che avevo sotto, dentro e intorno...
non è "malattia"...è la conseguenza più ovvia del mio vissuto...ognuno di noi è quello che ha vissuto...
io? io ho il semplice diritto di essere una persona evitante, di provare disagio in contesti formali (come pranzi, a lezione mentre si aspetta l'inizio della lezione --> momento in cui si dovrebbe interagire con 2 chiacchiere/battute) perchè la mia esperienza e i miei ultimi anni mi hanno "insegnato" così...mi hanno creato barriere da valicare...
Avrei avuto 1000 altre potenzialità...a quest'ora sarei potuto essere un comico da tv...sono questo...perchè la mia vita dalla mia infanzia fino ad oggi ha collegato tutta una serie di eventi che nella loro singolarità non sono rilevanti...ma che nel loro insieme hanno determinato la mia personalità...
fossi nato in un altro ambiente e in un altro contesto non sarei un tipo riflessivo...non analizzerei così la realtà...non avrei nemmeno questa sensibilità...non avrei nemmeno la freddezza (almeno apparente) che dimostro nel rapportarmi al mondo esterno (anzi nel non rapportarmi restando tra me e me nel mio mondo di pensieri)...
ma ...in fondo...in fondo ora io voglio essere ANCHE così...
se mi dicessero "giova ti dò la possibilità di tornare con una macchina del tempo a 10 anni fa e di poter cambiare il tuo passato e dunque la tua personalità...così potresti continuare ad essere il ragazzo socievole che eri da ragazzino"...beh quasi sicuramente non accetterei...per qualcuno può sembrare assurdo...."ma come? ti stai a lamentare dalla mattina alla sera e poi sceglieresti così?"...non x me...
perchè se IO sono IO...se io sto pensando ora a questo...se io oggi la penso come la penso oggi...se ho questa consapevolezza della vita...del mondo...delle persone...dell'esistenza...beh LO DEVO in particolare anche alle MIE ESPERIENZE...ALLA MIA STORIA...e dunque a quello che OGGI SONO...
Anche quel silenzio...quel non parlare del + e del -, quel non avere nulla da dire mentre gli altri scherzano..è un mio modo di essere che...NON POSSO e forse NON DEVO CAMBIARE...
perchè? CAMBIARE quel SILENZIO e cambiare quel non saper parlare del + e del - MI FAREBBERO INTERAGIRE MOLTO DI PIù...più di quanto io stesso voglia...TOGLIERE QUEL SILENZIO E COPRIRLO DI PAROLE, INTERAZIONI sempre e comunque SIGNIFICHEREBBE TOGLIERMI QUESTI PENSIERI...
ed IO...beh IO IN PARTE se ho UN SENSO...è anche x questi pensieri...
ieri citavo VASCO..."voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha"...
se voglio trovare un senso...lo devo trovare in me...IO HO SENSO IN ME...non devo sforzarmi di essere diverso...devo lasciarmi andare su me stesso e sulla parte più istintiva anche (questo si...)...ma io HO UN SENSO x come sono...xkè quello che SONO è il mio passato, la mia esperienza...il mio modo di pensare...il mio ESSERE...
cambiare radicalmente il mio modo di interagire, usare il cervello cambierebbe assolutamente anche il mio modo di ESSERE...sarei un non-IO...sarebbe un'altra persona....e fortunatamente questo non è possibile...x quanti sforzi si facciano il cervello non si resetta mai del tutto come lo si può fare con un PC...io SONO E SARò X L'INTERA MIA ESISTENZA...
si tratta di accettare la propria ESISTENZA ...una volta accettata capire che non bisogna lottare contro di essa, ma assecondarla...assecondare i propri piaceri...se trovo più agio nel silenzio/isolamento assecondare il silenzio/isolamento...
sicuramente quando il bisogno di itneragire si fa troppo forte...beh le parole da dire usciranno fuori (anche solo per dire un "merda...x il mio modo di essere non so interagire come fanno altri...lo faccio in modalità strane")...assecondando se stessi si ha allo stesso tempo in mano la carta per riaprirsi al mondo...xkè si è più sereni, equilibrati...cosa necessaria x non avere timore e lasciarsi vivere...