Sì, conosco il genere.
A dirla tutta, non ho mai apprezzato molto le persone che tendono ad adeguarsi alla massa; per esperienza personale mi sono spesso sembrate persone volubili, ammaliate dal potere, in preda ai venti in tempesta, sballottate a destra e a sinistra, che non hanno esitato a mettere il loro spirito critico all'ammasso pur di avere approvazione sociale. Dante le collocherebbe tra gli ignavi, secondo me!
Se ripenso a queste persone e le vedo adesso come le adulte che sono diventate, non posso certo dire né di amarle, né di apprezzarle, né di invidiarle. Spesso mi sembrano che siano divenuti individui scialbi, evanescenti e inconsistenti. Io sicuramente sono stata più sola di loro negli anni dell'adolescenza, ma alla fine mi sembra di aver costruito un'individualità più consapevole di sé, più lucida, critica ed aperta, dato che le mie idee ed opinioni sul mondo sono riuscita a conquistarmele tramite un percorso personale, senza l'adeguamento al comune "si dice", "si fa".
L'essere fatta in questo modo non mi avrà garantito l'inserimento nei mega-grupponi giovanili, ma ho avuto l'approvazione e la stima di persone che francamente reputo molto sensibili e intelligenti, il cui giudizio per me vale più della quantità di una massa pallida e indistinta.
No, non rimpiango il mio percorso, mi ha resa la ragazza che sono ora, con un cervello pensante e una mente critica. Che poi io abbia problemi di timidezza/insicurezza dipende dalla mia storia familiare e dalla strutturazione nell'infanzia del mio carattere. Però il resto, ciò che ho acquisito tramite esperienze che hanno comportato una scelta di campo, un'acquisizione e un'elaborazione di idee non lo disprezzo. Ed è sicuramente frutto del non essermi adeguata poi tanto facilmente alla massa.