Ciao a tutti,
è da un bel po' che non apro un thread sul forum e oggi ritorno a farlo dopo alcune riflessioni maturate nell'ultimo periodo..
Come credo molti di voi si ricorderanno sono capitato su questo forum nel marzo del 2008, in seguito ad un periodo di profonda auto-analisi circa la mia persona e circa la timidezza che mi caratterizzava e che aveva sempre segnato la mia vita, nel bene e nel male.
Come ho avuto più volte modo di scrivere, grazie ad un percorso personale di maturazione, sono poi riuscito a capire parecchie cose di me stesso che prima mi sfuggivano, riuscendo anche a scardinare alcuni "blocchi sociali" che sentivo come ingombranti e dei quali ero stufo.
Queste piccole conquiste mi sono costate un anno di sforzi, di ricerche (interiori e, diciamo, anche "speculative"
), di auto-costrizioni, di impegno e di periodici momenti di sconforto e crisi.
Ultimamente, invece - forse anche forte del fatto che la mia sicurezza sociale è aumentata notevolmente e che prima dell'estate sono riuscito ad approcciare, con successo, una ragazza - mi sono assai adagiato.
Il fatto è che, come ho già avuto modo di scrivere qualche mese fa - quando ho fatto una "summa" dell'ormai mutata situazione - non mi sento assolutamente "arrivato". Penso infatti che la volontà di crescita personale di un individuo debba estendersi durante l'intera sua vita e che essa non possa essere considerata un momento di temporanea "rassettatura".
Tuttavia, ultimamente, vuoi per il netto miglioramento delle mie condizoni, vuoi per pigrizia, vuoi per la maturazione di altri interessi, ho mollato parecchio la presa.
Diciamo che "mi sto meno addosso", mi costringo di meno a fare determinate cose, sono parecchio più indulgente con me stesso.
In parole povere: quando mi và di fare un po' l'asociale, me lo concedo senza criminalizzarmi come facevo una volta.
Ora, non so se debba gioire di tutto questo o, al contrario, stare attento e rialzare la guardia... Non riesco a capire se questo mutato atteggiamento verso di me rientra in una dinamica di piena accettazione della mia personalità (difetti annessi) o se, più semplicemente, sono stufo di lottare..
..Poichè, effettivamente, sono ancora tanti gli aspetti del mio modo di relazionarmi con gli altri che potrei migliorare!
E da qui mi ricollego al titolo. Quanto, effettivamente, è giusto pretendere da sè stessi? Bisogna sapersi accontentare e gioire di ciò che si è fatto o, invece, puntare sempre più in alto?
Vorrei sapere la vostra opinione.