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Originariamente inviata da liuk76
Questo, secondo me, è solo libero arbitrio dell'individuo.
Se sceglie di assecondare le richieste dei parenti, perde il diritto di lamentarsi e diventa colpevole della propria condizione.
E' utopico pensare di accomodare la volontà dei parenti e la propria.
Se si deve buttare dalla torre qualcuno per la propria libertà, si buttano anche i parenti.
Mi sembra di un'ovvietà disarmante che prima si ponga sé stessi e poi il resto del mondo (parenti e genitori inclusi).
Ovviamente parlo di chi vuole il quieto vivere e non di chi ha una sudditanza patologica.
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Secondo me non è così semplice, soprattutto se si parla di quieto vivere.
Alcune persone sanno essere molto convincenti, far spallucce significherebbe affrontare una serie di conseguenze.
Ad esempio la salute è un tema sicuramente efficace.
Della serie "fammi preoccupare e dopo dovrai assistermi perché l'ansia mi farà sentire male".
Ritrovarsi magari alle 3 di notte con la persona in questione che chiede aiuto e finire al pronto soccorso non fa piacere.
Nei casi peggiori ci può essere anche tanta costanza, situazioni reiterate fino a quando non si verifica l'evento da evitare.
E se vengono coinvolti anche altri parenti per questioni di assistenza/aiuto c'è proprio da sventolare bandiera bianca.
In questi casi si finisce per lasciar perdere..