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03-12-2016, 17:07
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#1
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,355
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Titolo già antipatico per un argomento che detesto.
Quali sono i pattern nei rapporti con gli altri entro cui vi accorgete di agire?
Io mi vergogno molto di dire i miei, ma anche solo di ammettere di averne o di pensare che esistano veramente questi pattern nella mia testa che guidano la mia vita.
Infatti non so perché uno dovrebbe confidarli qui visto che sono una cosa così personale, e visto anche che significherebbe ammettere e mostrare le proprie debolezze più incontrollabili e soprattutto significherebbe dare ragione a quei rompicoglioni che dicono “eh ma una relazione sana con persone sane non funziona così...”
Ma appunto si sta sempre a metà fra dire che sì, hanno ragione loro, che una relazione deve essere sana, che dobbiamo avere rispetto per noi stessi e non metterci in situazioni strane o pericolose o in cui non ci sentiamo amati o rispettati... E fra il dire eh però le persone non sono perfette, le persone non sono sane, eh allora se non siamo sani non possiamo amare etc. etc. etc. ...
Bo magari se non ce la sentiamo di dire i pattern possiamo pure girarci attorno...
(Sì sono stata ispirata dal thread del non amare chi ci ama)
Per fare un esempio banalissimo di pattern:
la ragazza che si innamora sempre di donne irraggiungibili e che non la pensano manco pe sbajo (non le conosce nemanco ma si innamora della loro bellezza, del loro carisma, di quello che rappresentano...)
o la ragazza che si trova sempre in relazioni con uomini anaffettivi, non si sente mai amata ma allo stesso tempo qualcosa le impedisce di troncare la relazione
Oppure la ragazza timida e ignorata dai maschi che si lega alla bellona della scuola in una finta amicizia e lei si lascia usare perché non riesce nemanco a concepire una relazione diversa e anzi si sente abbastanza arrapata attorno alla bellona e già quello sembra un premio sufficiente
Ci si può accorgere di avere dei pattern quando ci si rende conto di vivere sempre la stessa storia e cambiano solo i soggetti.
O quando va a finire sempre nello stesso modo.
Che super antipatia!
Va allo stesso modo per pura sfortuna altro che pattern! >_> Negare, negare sempre fino alla morte!
Comunque i pattern mi stanno antipatici perché mi sembra che banalizzino troppo.
Cioè da un lato è vero: se ho un vissuto di un certo tipo, se [ad esempio] ho introiettato che non mi sento degno di rispetto e di amore allora i miei rapporti saranno ovviamente condizionati fortissimamente da questo fatto.
Prenderne consapevolezza può essere importante ma non è detto che basti.
Delle volte uno si guarda dall'esterno e dice: ma davvero io sto vivendo questo?
E magari sei perfettamente consapevole di tutto ma non riesci a banalizzare il tutto, l'amore ti sembra più importante, la speranza ti manda avanti, c'è qualcosa di più forte della realtà e del suo apparire cruda e anche se potresti non avere ragione e niente nella realtà ti lascia credere di avere ragione tu continui.
Altri esempi di pattern che mi sono venuti:
• il martire
• il carnefice
• l'allontanatore
• il sabotatore
• il distruttivo
• l'eterno speranzoso
• l'illuso
La coazione ad essere, a ripetere, sempre le stesse cose.
(ciò detto non vedo perché uno dovrebbe dirlo qui, ma comunque :3)
Altri spunti di conversaz.:
Siete riusciti a “uscire” dai vostri pattern? A riconoscerli e a intervenire per interromperli?
Siete cambiati al punto da non finire a ritrovarvi sempre elle stesse situazioni?
I pattern non sono uno strumento troppo freddo per sondare le viscere pulsanti delle passioni umane?
Non è una cosa troppo asettica, propagandata da chi non vuole sporcarsi le mani? Da gente convinta che il mondo possa essere perfetto?
Come fa uno strumento così rigido come quello dei pattern a comprendere a fondo e avvicinarsi alla mente di una persona dall'affettività sconvolta?
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Ultima modifica di ~~~; 03-12-2016 a 17:21.
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03-12-2016, 17:28
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#2
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Esperto
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: Provincia di Torino
Messaggi: 6,235
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Invece di cercare amicizie maschili alla pari mi metto sempre in una posizione in qualche modo subordinata con persone narcisiste/carismatiche.
Esempi presi da serie tv-cartoni animati:
-Milhouse: amico di Bart ma non alla pari;
-Samwell di Games of Thrones con Jon Snow;
-Kiff di Futurama con Zapp Brannigan
Lo definirei il pattern del fido scudiero/consigliere/maschio beta
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03-12-2016, 17:35
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,355
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Grazie per la risposta Suttree, lo stesso è stato sempre anche per me
Bo io mi sono sempre detta che era un caso, che andava così e basta, e che non ero poi così subordinata dai, che un pochino ero carismatica ed esplosiva anc io, poi mi dico che le cose erano partite diversamente, il rapporto era nato più alla pari e poi si è sbilanciato con il tempo perché alcune persone si sono incattivite e innarcisisticite, e però perché allora sono rimasta?
E infatti poi quando il disagio è montato e montato e montato non sono rimasta più
Da qui anche l'isolamento e l'evitanza della fobia sociale: è la fobia di ricadere sempre negli stessi pattern nel rapporto con l'altro. È il terrore di ritrovarsi sempre e solo in quel ruolo.
Si sceglie la solitudine pur di sottrarsi... Quando si vive in questa incapacità di fare altro... Quando si sente che non si riesce a fare altro...
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03-12-2016, 17:46
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#4
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Esperto
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: Provincia di Torino
Messaggi: 6,235
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Nel mio caso le amicizie sono spesso nate già sbilanciate..in qualche caso ero io a usare l'altra persona per colmare le mie lacune..ad es. all'università mandavo un mio amico a chiedere informazioni ai prof al posto mio
Spesso ne risultava una roba tragicomica perché il mio amico fidato parlava al plurale facendo le mie veci..infatti mi hanno paragonato al buon Fabio di "Fabio e Mingo" di Striscia
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03-12-2016, 18:14
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,855
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anzitutto la sognatrice e vivo benissimo cosi' nel mio mondo immaginario (ma magari si riesce a incontrarsi telepaticamente, a me piace credere a ste cose...)
con gli altri la scema timida sorridente, cioe' no, io entro solo nel ruolo sorridente, il resto viene da se'
a volte mi appiccico un po' ma e' un misto di attaccamento/evitamento quindi non so se davvero son percepita come tale, penso di scocciare e lasciare perplessi con sto atteggiamento, troppo stalker e troppo sfuggente al contempo
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Ultima modifica di cancellato2824; 03-12-2016 a 18:17.
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03-12-2016, 18:21
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#6
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Spesso ho seguito un pattern simile in parte a quello di Suttree.
Lo chiamerei "l'amico, il collaboratore, l'aiutante".
Ho sempre subito il fascino di coetanei maschi dotati di carisma (ma non narcisisti), dai quali faccio in modo di essere apprezzato e stimato, e la mia dinamica di inserimento nel gruppo è collegarmi a questa persona.
Il motivo psicologico sottostante è probabilmente:
a) il fatto che ho una spiccata tendenza a provare ammirazione e devozione per figure maschili più in gamba di me;
b) attraverso questo rapporto privilegiato sento di mettermi "al sicuro" socialmente.
Il rapporto è subordinato ma non in maniera evidente come nelle figure indicate da Suttree: mi collego solo a persone che a loro volta mi apprezzano, quindi il rapporto è di stima reciproca.
Esempi letterari:
Watson con Sherlock Holmes
Alfred con Batman,
e ce ne saranno sicuramente tanti altri
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03-12-2016, 18:41
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#7
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 4,900
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Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Il motivo psicologico sottostante è probabilmente:
a) il fatto che ho una spiccata tendenza a provare ammirazione e devozione per figure maschili più in gamba di me;
b) attraverso questo rapporto privilegiato sento di mettermi "al sicuro" socialmente.
Il rapporto è subordinato ma non in maniera evidente come nelle figure indicate da Suttree: mi collego solo a persone che a loro volta mi apprezzano, quindi il rapporto è di stima reciproca.
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Mi ritrovo in questa figura della persona che cerca un individuo di riferimento all'interno di un gruppo, senza però mettersi in posizione subordinata ma piuttosto direi "defilata".
Ciò è facilmente spiegabile con l'insicurezza come dici nel punto b), si cerca rassicurazione e in qualche modo la realizzazione e l'affermazione di sé stessi all'interno del gruppo attraverso l'aiuto dell'altro.
Non si tratta affatto di una posizione subordinata per quanto mi riguarda, perché di solito c'è reciproca stima, complicità e identità di vedute.
Non mi ritrovo invece nel punto a), provo sì stima per la persona ma non parlerei di devozione, che mi sa un po' di senso di inferiorità che in genere non provo, forse questo sentimento era più presente durante l'adolescenza pensandoci, quando l'autostima era molto più bassa di adesso.
Comunque questa mia tendenza a legarmi ad una persona in particolare all'interno di un gruppo l'ho sempre avuta, ho sempre ricercato rapporti esclusivi che mi creavano una certa dipendenza.
Bella discussione ondine
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03-12-2016, 18:50
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: Bologna - Modena
Messaggi: 3,660
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Gran bel topic
Mah, per quanto possa risultare strano a livello sociale credo l' annoiarmi quando sono con persone con le quali non sono in sintonia, proprio che preferirei essere da qualsiasi altra parte in quel momento...
La cosa strana è che le (pochissime) volte che trovo persone con le quali invece sono in sintonia prima o dopo le ''allontano'' in quanto ho paura che possano scoprire chi sono realmente...
Lo so....chi è causa del suo mal....
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03-12-2016, 20:19
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#9
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,296
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Bel thread, il pattern è approssimativo e indicativo e non più esaurire la totalità della persona, al massimo più definire i meccanismi interni ad un determinato contesto relazionale (e lo stesso si potrebbe dire della quasi totalità delle diagnosi psicologiche) , per questo credo sintomatologie simili spesso hanno alle spalle vissuti simili (sì,la famiglia è determinante quasi sempre). Ad ogni modo mi rivedo in diversi "pattern", che sono cambiati nel corso del tempo:
-Sicuramente mi rivedo nella "sindrome di Robin",almeno durante tutta la preadolescenza ed adolescenza, anche se nello stesso periodo sono stato "batman" (lol) per qualcuno.
In realtà a seconda delle circostanze mi sono ritrovo in tutti i pattern da te elencati:
• il martire <---la mia tendenza a sacrificarmi e sminuire sempre i miei problemi di fronte a quelli degli altri perché non degno di poter rivendicare alcunché in conseguenza a non si capisce bene quale colpa inespiata . Parzialmente superato.
• l'allontanatore<---i contatti si fanno sempre più rarefatti e il mio modo di fare diventa glaciale, atteggiamento che assumo quando sono convinto che mi sia stato fatto un torto ingiustificabile. Non superato.
• il sabotatore<---il mio pattern più ricorrente, anche se trattati di autosabotaggi (per lo più). Mi pongo obiettivi "importanti" che porto avanti bene quasi fino a conclusione ma poi un qualche evento/persona mi fa convincere di non esserne in grado e abbandono. Forse superato.
• il distruttivo<--collegato in parte col sabotatore, ho cancellato/distrutto diversi lavori (scritti,musica,pagine web canali) oltre che rapporti e una moltitudine di oggetti. Non superato.
• l'eterno speranzoso<---negare fino all'ultimo che le cose andassero peggio di come me la raccontavo e che non potevo/posso vivere nel modo in cui facevo nella convinzione che sarebbe potuto continuare così. Superato.
• l'illuso<---vedi l'eterno speranzoso, parzialmente superato. Sono preso con le bombe ma devo andare avanti.
E il pattern dell'evitante ovviamente , che però ho parzialmente superato.
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Ultima modifica di DownwardSpiral2; 03-12-2016 a 20:24.
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03-12-2016, 21:06
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#10
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,086
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Io sono l'ombra, seguo solamente chi mi è vicino, dipende quasi tutto dal pattern che riesco a comprendere, compreso questo aspetto di me, si può capire che anch'io, mio malgrado seguo il filo della ripetizione, ed è per questo che ho dato come nome a questo pattern l'ombra. Si può dire che io segua l'altrui desiderio in modo tale da conoscerlo e in seguito adattarmi.
La nostra società è costruita in modo tale da esser infusa da soggetti "bolla", i quali apprendono la realtà circostante attraverso l'altrui punto di vista, percezioni sensoriali e sviluppando passioni che crediamo uniche in noi stessi. Solo sondando con caparbietà l'interno è possibile capire come l'esterno sia una farsa, una menzogna, un'illusione programmata da tutti gli inconsapevoli "protagonisti", che imperterriti continuano a promulgarla come un mantra. Il mantra dell'illusione.
È un discorso ampio, complesso, e non so nemmeno se può in alcun modo interessare, quindi concludo ripartendo dall'inizio.
Mi sento "libero" dai pattern (anche se per necessità ho dato indizio dell'unico che seguo) poiché ho scelte infinite, non sono legato a nessuno, le passioni mi sorpassano per poi agguantarle in seguito ed osservarle da vicino, sono caoitiche solo in un cuore colmo di caos, sono fuoco, bruciando in potenziale l'animo umano solo se vengono assorbite senza volontà.
Ho scritto anche troppo, finisco qui.
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03-12-2016, 23:06
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#11
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Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Banned
Messaggi: 18,111
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boh a parte che mi sta sul cazzo sto nome " pattern"
e poi cmq nn penso di essere classificabile in qualche categoria :\
per 2 motivi : non vivo " storie" , come le chiami tu
e il mio modo di fare puo cambiare in base a situazioni diverse .... penso sia normale e penso pure che sti pattern siano solo giustificazioni che la gente si da per il proprio modo di essere , per giustificare fallimenti e eventuali successi .
se una cosa va sempre bene o va sempre male nn è colpa dei pattern o come li chiami è solo che uno la sbaglia o la azzecca sempre tale cosa , giustificarsi coi pattern puo essere pericoloso e anche accomodante.
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Ultima modifica di varykino; 03-12-2016 a 23:11.
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03-12-2016, 23:25
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#12
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,355
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Quote:
Originariamente inviata da varykino
boh a parte che mi sta sul cazzo sto nome " pattern"
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Anche a me, ma a me sta proprio sul cazzo il concetto di pattern, più che altro. Più ancora del nome che volendo.
Quote:
Originariamente inviata da varykino
e il mio modo di fare puo cambiare in base a situazioni diverse .... penso sia normale e penso pure che sti pattern siano solo giustificazioni che la gente si da per il proprio modo di essere , per giustificare fallimenti e eventuali successi .
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Mmmmmmmmmmmmmm
Mah, più che altro ci si giustifica al contrario, cioè si sostiene, faccio un esempio, dopo che si vivono sempre situazioni fotocopia che non si abbiano questi pattern, e invece i sostenitori del ptner (da qui in poi puttanier, no scherzo) dicono che c'è un motivo per cui ti sei trovato in queste situazioni molto simili o molto identiche o che finiscono sempre allo stesso modo.
E poi queste cornici entro le quali uno si muove non sono necessariamente negative, cioè non c'è un giudizio dietro, è più un replicare quello che si è introiettato, quello che è più familiare, quello che in momenti di estrema difficoltà o sofferenza ha “funzionato” (alla meno peggio o molto alla grande), che sia buono o cattivo cambia solo che se è cattivo è più probabile mettersi nei casini o fare una vita di merda o vivere malissimo i rapporti.
Ad esempio uno che non ho nominato perché provo molta antipatia per quella definizione potrebbe essere la famosissima crocerossina, un altro l'eterno friendzonato etc. (a tal proposito il perseverare in amori impossibili potrebbe significare che, amando così, si ha maniera di vivere sensazioni intense, di sentirsi vivi senza però mettersi veramente in gioco, potrebbe essere frutto di senso di inadeguatezza, di inferiorità).
Poi uno può dire: no, non è così, è capitato e basta, non c'è niente dietro di astruso
E questo conflitto, questa contraddizione fra il non voler cedere a questa faccenda che forse invece potrebbe essere così e il sentire di avere emozioni più complesse e non così facilmente incasell. o addirittura spiegabili in una maniera così fredda e cattiva che mi vorrebbe ridotto solo ad uno stupido babbione che agisce in preda ai propri tic emozionali.
(comunque non è detto che si debba per forza rientrare in uno o che ci si senta in un pattern o che si sia in un pattern o che uno ne sia consapevole)
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03-12-2016, 23:36
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#13
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,355
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Quote:
Originariamente inviata da DownwardSpiral2
per questo credo sintomatologie simili spesso hanno alle spalle vissuti simili (sì,la famiglia è determinante quasi sempre).
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Anche questo, sarebbe interessante provare ad individuare l'origine di certi meccanismi, quando e perché sono nati, come mai ci sono stati utili e che significato hanno avuto poi nel corso del tempo
Chissà se sono strategie di sopravvivenza (la persona sofferente che cerca gratificazione dove e come può) e poi si incistano e diventano un casino che ti dà la mazzata finale o che comunque ti complica di parecchio la vita.
Cose che poi vanno anche nel campo di come si vive la sessualità oltre all'affettività in generale
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04-12-2016, 00:20
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#14
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,954
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Quello che in me è più visibile è il seguente: trovo un interesse, all'inizio lo coltivo con entusiasmo, poi inizio a vedere che non potrò primeggiare nella sfida alla posizione alpha, mi demoralizzo e lascio perdere fino all'interesse successivo. Non dico sia il solo (anche in altre cose vedo degli schemi fissi in me, ma sono più sfumati, meno evidenti e meno invalidanti) ma è sicuramente quello che mi dà più sui nervi.
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04-12-2016, 01:04
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#15
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Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,714
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La dipendenza affettiva: da sola ho sempre sentito come un vuoto immenso, quindi ho sempre cercato l'altro in maniera egoistica, in modo che potesse darmi "un qualcosa" per sentirmi piena, cioè ho bisogno che mi si dia una vita, proprio così, ho bisogno che l'altro mi dia un senso perchè da sola non mi basto, ho bisogno che mi dia una certezza e una sicurezza. Se sto con qualcuno mi sento bene, mi sento piena. Invece in questo periodo ho capito che devo smetterla di usare le persone per i miei bisogni, che devo bastarmi per vivere, cercare l'altro perchè l'altro mi interessa e io a mia volta voglio dare qualcosa, voglio contribuire al giro. Per finire, la gente dopo un po inizia a mollare la presa, perde interesse, si stanca, perchè vede che sono vuota penso. Si faccio vedere che mi sento inutile e si staccano presto
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Ultima modifica di Hazel Grace; 04-12-2016 a 01:08.
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04-12-2016, 01:20
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#16
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Esperto
Qui dal: Apr 2016
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Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Vorrei solo rapporti superficiali, in modo da non avere nessuna responsabilità. Allora se una persona mostra segni di affezionarsi allora devo allontanare, altrimenti diventa un peso.
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Io vorrei qualche rapporto profondo, ma poi diventano tutti cacacazzo (almeno per i miei standard), quindi sono costretto a tenere rapporti superficiali
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04-12-2016, 01:49
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#17
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Banned
Qui dal: Jun 2012
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Quote:
Originariamente inviata da Hazel Grace
La dipendenza affettiva: da sola ho sempre sentito come un vuoto immenso, quindi ho sempre cercato l'altro in maniera egoistica,
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Ecco, per quanto mi riguarda, sono all'opposto: cerco di mantenere sempre un minimo di distacco e di far vedere che sono perfettamente in grado di stare per conto mio. Visto che cmq un minimo di indipendenza sono riuscito ad ottenerla con impegno e volontà, ora la uso come difesa per fare in modo di non cadere in alcune dinamiche presenti nei gruppi che ho frequentato in passato.
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04-12-2016, 01:53
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#18
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Banned
Qui dal: Apr 2013
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Messaggi: 14,714
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Quote:
Originariamente inviata da Wolferstein
Ecco, per quanto mi riguarda, sono all'opposto: cerco di mantenere sempre un minimo di distacco e di far vedere che sono perfettamente in grado di stare per conto mio. Visto che cmq un minimo di indipendenza sono riuscito ad ottenerla con impegno e volontà, ora la uso come difesa per fare in modo di non cadere in alcune dinamiche presenti nei gruppi che ho frequentato in passato.
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Si perchè comunque poi viene fuori che stai male con te stesso. Io sto lavorando molto anche per stare bene da sola, faccio in modo di riempirmi le giornate e di fare cose che piacciono a me. Così saranno gli altri a cercarmi perchè magari ho qualcosa da raccontare e non io ad aver bisogno di qualcuno
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04-12-2016, 11:08
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#19
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
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Messaggi: 4,296
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
Anche questo, sarebbe interessante provare ad individuare l'origine di certi meccanismi, quando e perché sono nati, come mai ci sono stati utili e che significato hanno avuto poi nel corso del tempo
Chissà se sono strategie di sopravvivenza (la persona sofferente che cerca gratificazione dove e come può) e poi si incistano e diventano un casino che ti dà la mazzata finale o che comunque ti complica di parecchio la vita.
Cose che poi vanno anche nel campo di come si vive la sessualità oltre all'affettività in generale
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Penso che il punto sia proprio questo, risposte funzionali a situazioni disfunzionali (in famiglia di solito) che vanno a "formare" certi tratti di personalità che però sono solo una sorta di compensazione quasi automatica al determinato tipo di comunicazione vigente in quello specifico contesto (che per la ricorrenza della struttura familiare madre-padre-figlio/i/fratelli sarà in un certo senso comune per quasi tutti) ; diventano anch'esse disfunzionali nel momento in cui vengono attuate (quando diventano pattern) fuori dal loro contesto originario, venendo assunti come costitutivi della propria personalità fino a quando non saranno evidenti gli effetti invalidanti sulla propria vita e l'inadeguatezza della propria risposta nel soddisfare determinate esigenze, proprie e altrui, che poi è un passo necessario per rendersi conto di essere "malati".
Riflettendo sul alcuni recenti cambiamenti nella mia vita e nel mio modo di vedere le cose mi sono accorto di quanto certi schemi e meccanismi psicologici fossero già presenti in nuce molto prima che la mia tendenza evitante diventasse cronica/patologica e sarei dovuto intervenire moooolto prima.
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Ultima modifica di DownwardSpiral2; 04-12-2016 a 11:29.
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