ciao a tutti
sono nuovo qui, da poco ho trovato tutte queste informazioni sulla fobia sociale e sono sicuro di avere di questi problemi, anche se non riesco a classificare il mio caso.
Sono al primo anno di università da fuori sede, vivo lontano da casa e dalla mia famiglia, non sono un tipo molto socievole, vivo da solo e non ho tanti contatti umani, tantomeno amici. Inutile dire dei problemi che ho nella vita sociale, non riesco a relazionarmi con gli altri, vivo pensando troppo a qualsiasi cosa, non riesco a fare quell oche voglio realmente, mi sento sempre fuori luogo, tutto ciò mi fa sembrare strano e goffo nei rapporti interpersonali, io stesso me ne accorgo.
Ma quello di cui voglio parlare è la soluzione a tutti questi problemi, cioè io mi sono reso conto che se trascorro un po' di tempo continuato frequentando qualche persona vicina, come un amico, un gruppo che mi dia retta, o mio fratello -non con la mia famiglia perchè provo un odio profondo nei confronti di mio padre, mi detesta e irrita qualsiasi cosa lui faccia,lo vedo come un bambino che sbaglia sempre- , riesco a vivere più normalmente, in maniera più tranquilla, mi sento più sereno e riesco a vincere molte delle paure e preoccupazioni che ho nella mia vita sociale. Da un lato questo può sembrare un bene, ma dall'altro mi rendo conto che ho sempre bisogno di qualcuno che mi traini e mi trascini, non riesco mai a fare le cose da solo, ho sempre bisogno di un altro, e finchè sarà così non vincerò mai i miei problemi. Infatti non appena torno solo, risorgono TUTTI i miei problemi.
Riassumendo mi trovo di fronte due tipi di soluzioni, da un lato accettare il fatto che ho bisogno degli altri e cercarli senza avere timori o restrizioni; oppure cercare di vincere i miei problemi da solo una volta per tutte, partendo dal mio io interiore (cosa moooolto difficile dal momento che a 19 anni ancora non ci sono riuscito).
E' un contrasto che noto anche quando penso alla mia gioventù buttata nel cesso; tutte quelle cose che fanno i ragazzi, io non le ho fatte: all'inizio non facevo altro che piangermi addosso desiderando una vita come gli altri, poi ho accettato il tutto, come rinunciando di aspirare a aspettative irraggiungibili. Qual è il giusto atteggiamento? Devo cercare di fare le stesse cose degli altri oppure devo lasciar stare e cercare di fare quello che voglio realmente? Già, ma io cosa voglio realmente?
Un'altra cosa, ultimamente sento di avere come un blocco nei confronti delle altre persone, cioè anche se la mia intenzione fosse quella di socializzare, quando mi trovo di fronte delle persone mi blocco, faccio finta di non vederle, evito il discorso, evito di intrattenermi. E questo è stranissimo perchè io stesso non vorrei fare ciò, mi comporto come se ce l'avessi con le persone, quando in realtà non è vero e io stesso me ne rendo conto; il che mi fa sembrare anche asociale, scostante e arrogante. Ho sempre saputo che i comportamenti derivano dai pensieri, e che per cambiare il nostro modo di fare occore prima cambiare i pensieri, ma adesso non so proprio cosa fare, perchè comincio a comportarmi come io stesso non vorrei, e più passa il tempo più mi sembra di assimilare un carattere/comportamento che non è mio. Anche le stesse espressioni facciali mi sembrano cambiare a forza quando mi trovo in mezzo alla gente, con un atteggiamento di arrabbiatura che non so da dove viene, ma che ha l'effetto di buttarmi ancora più giù e allontanare quelle poche persone che mi erano vicine.