PIPPONE MEGAGALATTICO
Prendo spunto da certe scempiaggini scritte qui piuttosto di recente, in cui molti si sono lamentati per aver subito prese in giro, vessazioni, ecc.
Presente! è capitato anche a me.
E' capitato quando mi ponevo in relazione al mondo con la consapevolezza di valere poco, un inconsapevole zerbino vagante in attesa di qualche rozzo umano pronto a calpestarmi.
Ricordo un detto, che ogni tanto mi capita di rileggere: "Chi pecora si fa, il lupo se la mangia".
Non viviamo in un mondo di santoni new age, viviamo in un mondo che è come un'immensa torta, e ognuno vuole la sua fetta. Non solo... Se potesse, si prenderebbe la torta intera.
Mai come oggi è presente la parola marketing, tutto è brandizzato, "posizionato", commercializzato verso precisi target.
Questo non insegna nulla?
Dovrebbe insegnare molto invece. Gran parte del lavoro, specialmente sui beni di lusso, è incentrato sull'incrementare il valore percepito.
Il valore che diamo a noi stessi si vede da tutto, tutto parla di noi. I vestiti che indossiamo, la nostra postura, il nostro sguardo, le nostre parole in sè, il tono della nostra voce, ecc. ecc. ecc. Tutto. Anche il silenzio.
Quello che facciamo - e lo faccio anch'io se procedo in automatico e non ci faccio caso consapevolmente - è quello di aprire la porta di casa, o anche solo esordire in una discussione in chat, in maniera svalutante, moscia, dimessa.
Cosa mai penserà chi ci cammina di fianco?
Penserà: "Mah, forse è una persona interessante, scavando bene...Chissà quali grandi tesori contiene".?
Ovviamente No. Non ha tempo nè voglia di farsi tutti questi pipponi mentali.
E ha molteplici alternative tra persone già nel proprio giro di conoscenze con le quali è possibile instaurare qualsivoglia legame relazionale (chiacchere, confessioni, sesso, amore, partnership di business, ecc.) evitandosi profondi scavi psicologici e altra robaccia.
La parte più difficile in tutta questa facenda, è darsi valore quando non si crede di averlo. Ma è l'unico modo. Cominciare a volersi un pò di bene, a esigere di più da se stessi, a riscoprire la propria impolverata dignità, rileggere la propria carta soggettiva dei diritti. Provare fastidio, sdegno, per i propri blocchi. Quel fastidio immediato che proviamo quando abbiamo una zanzara o una mosca che ci ronzano intorno.
Io vi faccio il mio esempio personale con il senso di rifiuto.
Mi è capitato anche di recente di ritrovarmi in un gruppo in cui pian piano sono stato relegato ai margini.
Questa volta anziché dannarmi ho voluto fare maggior luce sulla dinamica, e ho fatto anche qualche domanda indiscreta su come venivo percepito.
Verdetto: silenzioso, in disparte, alle volte sembri infastidito dal fatto di stare con noi, non ti apri, sei sovrappensiero, un pò intristito.
Insomma, c'era la mia responsabilità in tutto questo.
Un autorifiuto, un porsi in maniera inibita che ha poi generato questa conseguenza.
Quindi di chi era la responsabilità? Mia. Il mondo non era cattivo.
E nasceva da certe mie aspettative.
Le famose profezie che si autoavverano.
Sono circoli viziosi, in questi mesi ho letto molte storie di pazienti che hanno richiesto un consulto psicologico dopo essersi imbattuti in molteplici occasioni nello stesso copione di vita.
Torniamo alla questione del prezzo.
Il mondo non ha interesse a darci un prezzo alto. Proprio nessun interesse.
Può capitare la botta di culo ma uno non può impostare la propria vita nell'attesa di una provvidenziale botta di culo.
La cosa che fa incazzare è che il grosso del lavoro spetta a noi. Ma è l'unica soluzione. C'è chi ha avuto una vita più semplice, un "setting psicologico" di partenza molto più funzionale, chi ha avuto più soldi, più bellezza, più tutto.
C'è anche tanta gente invece che ha dovuto farsi un culo a capanna per ritagliarsi la propria fetta.
Tocca anche a noi.
Nessuno ci regalerà niente. Zero.
E mai dire "peggio di così non c'è limite", perché, credetemi, al peggio non c'è limite. E non ci sono gli angioletti custodi che ci afferrano per la mano e ci tirano su fino a farci rivedere la luce del sole.
E' un lavoro che spetta a noi. Ci siamo ritrovati questa pesante sfida da affrontare.
Invece di autodefinirci sbagliati, subumani, ecc. occorre cominciare a darsi un valore, e lavorare sodo per renderlo il più alto possibile. Occorre cominciare a cercare le pepite d'oro dentro di noi, a cercare le opportunità nascoste dietro alle difficoltà.
Altrimenti il futuro sarà una sostanziale fotocopia di ciò che siamo adesso. E se siamo qua, non siamo felici.